Luke collassò sulla letto sfatto e si mise a piangere copiosamente, la gola che gli faceva male e i polmoni che sembravano non volersi espandere.

In mano teneva un fascio di lettere scritte in una calligrafia che diventava sempre più incomprensibile, lettera dopo lettera.

Ci avevano messo quattro mesi ad essergli consegnate, che era stato il tempo impiegato da Michael per morire di meningite, infettiva a quanto pare. Mentre le leggeva aveva assistito al progredire della malattia e al deterioramento del suo stato mentale, fino a quella del suo "ultimo giorno buono", nel quale sembrava fosse guarito.

Le sue lacrime calde cadevano lentamente sulla carta, sbavando l'inchiostoro bluastro e rendendo il tutto ancora più confuso.

Si sdraiò sotto le coperte dopo aver calciato via gli scarponcini da militare, raggomitolandosi intorno all'orsetto di peluche che aveva regalato a Michael per il suo dodicesimo compleanno.

Mise le lettere vicino al suo cuore, e se ne stette lì in quella posizione per un tempo indefinito, i ricordi di loro due insieme che lo cullarono fino a quando non cadde in un sonno profondo, la risata di Michael come colonna sonora dei suoi sogni.