Capitolo 13
(NM) si alzò a fatica, sempre attenta a non fare movimenti bruschi. Non poteva rischiare in quelle condizioni, nonostante non volesse per niente avere a che fare con quella cosa.
Era la sua punizione, i suoi peccati erano stati puniti con quella che Vanitas probabilmente avrebbe considerato una benedizione.
Si faceva schifo da sola.
Sapeva che avrebbe dovuto avere dei figli da lui, ma non credeva così presto. Se non fosse stato per i genitori, non sarebbe mai stata nella sua casa, o meglio, nel suo letto.
Uscì dalla stanza solo per trovare Tristan davanti alla porta.
«Oh, guarda un po' chi c'è!» disse allegro il cavaliere, agitando la mano sinistra in segno di saluto e sporgendosi con il busto. «Se te lo sta chiedendo, non ti ho seguita. Ho seguito Vanitas. Sai, dovevo scambiare due parole con quel nobile da quattro soldi.» spiegò brevemente, rimettendosi composto. Era sempreverde stato un tipo piuttosto amichevole e allegro, non poteva non farsi strada tra la nobiltà.
La ragazza si guardò un po' in torno, non vedendo nulla se non un corridoio buio illuminato solamente dalla luce lunare che entrava dalle finestre.
«Parlando del Duca, hai visto dov'è andato? Io... mi sono resa conto di dovergli dire una cosa piuttosto importante e ho paura di dimenticarmene.» disse, piuttosto incerta sul da farsi. Non sapeva ancora se digli di quella cosa o aspettare ancora un po' di tempo. Forse si sbagliava e aveva mangiato qualcosa di troppo e le era venuta la nausea, anche se era piuttosto improbabile.
Non poteva prevedere la sua reazione, anche se si immaginava della pura e semplice felicità, ma aveva seriamente paura di sbagliarsi e questo non lo sperava per niente. E dopo avrebbero discusso, probabilmente, o almeno avrebbero fatto così se lei avesse agito di nuovi senza pensare.
«No, mi dispiace. Non mi ha detto dove stava andando.» mentì il biondo, che non voleva rischiare per nulla. Se lei fosse realmente stata lo Squartatore di Whitechapel non poteva stare per molto a piede libero.
Quell'omicida era particolarmente calmo e freddo, ma sembrava essere di tipo disorganizzato: la prima puttana che vedeva era la sua vittima e il primo coltello che trovava la sua arma.
«Grazie comunque. Ora ti sa-»
La ragazza venne interrotta nel momento in cui iniziava a camminare per andare via, bloccata dalla mano dell'amico che la teneva per l'avambraccio e si chiese se afferrare giovani ragazze non maritate in quel modo non fosse un'abitudine da quelle parti.
«Ehi, aspetta. Ci rincontriamo dopo dieci anni e non hai neanche un po' di tempo da dedicarea me?» chiese il ragazzo, ignorando bellamente la vecchia compagnia di sventure. Anche se il "vecchia" era relativo.
Doveva sapere se aveva ragione, ma non poteva chiederle semplicemente se era lo squartatore, anche perché non poteva rispondergli con un "Sì, sono io", dopotutto non aveva memoria degli omicidi e poi... difficilmente un assassino confessa i suoi brutali omicidi, in particolar modo se aveva una fama grande come la sua.
«Scusami, (NM)! È solo che in tutto questo tempo mi sei mancata. Mi ricordo ancora quando giocavamo con Will e Amanda per le vie di Whitechapel.»
Il biondo provò -inutilmente- a scusarsi per il suo comportamento grattandosi la nuca, ma non era quello che enteressava alla ragazza, che intanto era nuovamente libera dalla presa di qualche sciocco ragazzo. A lei interessava William Cotton, di cui non si ricordava nulla se non la morte.
«Chi? Non sapevo fossi amico di quel bambino morto, Tristan. Io non mi ricordo di conoscerlo, non ci siamo neanche mai parlati.» disse con nonchalance, confermando le perverse teorie del cavaliere.
Lei non aveva memoria del ragazzino, probabilmente aveva compiuto anche gli omicidi delle puttane di Whitechapel.
«Oh, scusami. Probabilmente ti ho confusa con Amanda, lei sì che era una grande amica di Will.» e detto questo le strade dei giovani si separarono definitivamente per quella sera. Lui si diresse verso la sala da ballo e lei... Beh, dio solo lo sapeva.
(NM) stava percorrendo il corridoio buio, non sapendo cosa fare e in bilico -ancora- tra il dire a Vanitas della sua condizione o no. Dopotutto, lui lo doveva sapere, anche se lei aveva una grande paura della reazione.
La bestia, però, stava per attaccare.
Intanto il medico era nella sala grande, che parlava tranquillamente con qualche ricco nobile di politica o di economia. Non che gli interessasse particolarmente, ma era sempre meglio avere buoni rapporti con quelle bestie schifose che erano i pari d'Inghilterra.
Sembrava particolarmente sereno, tutto il contrario di come era in realtà: irritato. Non sopportava come quel cavaliere si era riferito alla sua amata, non poteva perdonare un simile affronto.
L'atmosfera era tranquilla e rimase così finché non videro una donna che entrava nella sala urlando. I capelli castano chiaro, prima posti in una completa acconciatura, in quel momento erano disordinati, simbolo che aveva corso come una disperata.
La dama venne fermata dal marito farfugliando qualcosa di incomprensibile che, dopo aver chiamato "Edith!" più di una volta, le diede uno schiaffo per farla calmare. Lei guardò l'uomo dai folti baffi con quei suoi occhi terrorizzati e iniziò a balbettare.
«A-Assassino! L-L-L'ho visto, ho visto il cadavere di Marybeth! Ha ucciso mia sorella!» urlò improvvisamente, stupendo i presenti. Non riusciva più a parlare da quanto era sconvolta la poveretta, che venne fatta sedere su un divanetto dal marito.
Vanitas la guardava e la sentiva piangere e la capiva, se lui avesse visto la sorella morire non sapeva come come avrebbe reagito.
Si avvicinò alla donna, e le mise la mani sulle spalle per poi guardarla negli occhi castani, ancora sconvolti e pieno di terrore. Probabilmente l'immagine della patente morta le era rimasta in testa, marchiata a fuoco nella sua memoria. «Calmatevi! Per favore, ditemi chi è stato.» le disse il medico.
«Io... Non lo so, n-non l'ho visto in viso. Era solo u-un'ombra che voltava l'angolo. Mia sorella aveva la gola squarciata e un paio di fo-forbici dorate erano vicino a lei.»
Il corvino deglutì e ringraziò la donna. Si guardò poi intorno, cercando tra la folla la sua promessa sposa e si accorse che mancava all'appello.
Pregò, Vanitas pregò che lei non avesse nulla a che fare con quella storia, pregò che quel cavaliere si sbagliasse, ma la situazione lo preoccupava.
Jack lo squartatore aveva colpito ancora e di (NM) non c'era traccia.
————
Yahoo~
Ecco a voi il capitolo, scritto in fretta e furia perché non vedevo l'ora di andare avanti e pure voi siete molto curiose. 🌚🌝
Reader non ha detto ancora nulla a Vanitas e c'è scappato il morto. Avete teorie?
Comunque sì, so di essere una stronza.
È niente, ci vediamo a capitolo pronto~
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro