47 - Verità
Evan Morgan Vento
-1 al Middle Ground
È lo scoppio di una potente esplosione, a farmi spalancare gli occhi. Impiego qualche momento per mettere a fuoco le pareti della navicella che ondeggiano in volo durante il viaggio. Al di fuori di qui, oltre l'oblò sulla destra, vedo che i bombardamenti in cielo continuano. Mi osservo, e sono imbracato a una lettiga e attaccato a una flebo. Subito mi volto in ogni direzione per cercare la mia Selina, e mi rilasso non appena la scorgo, semisdraiata in una poltrona dell'ultima fila, anche lei attaccata a una flebo. Ha gli occhi chiusi e la testa abbandonata contro lo schienale imbottito, non sono sicuro sia sveglia. Sto per chiudere gli occhi anch'io, quando un'altra esplosione mi fa sussultare.
Il volto contrito di Sirio Uno si affaccia su di me, ha ciocche gocciolanti sulla fronte e una tunica avvolta intorno al corpo, che non gli impedisce di tremare per il freddo.
Ci osserviamo. Vorrei ringraziarlo e poi ucciderlo e poi ringraziarlo e poi ucciderlo. E allora non faccio niente. Chiudo gli occhi.
Sento che siede al mio fianco. Resta in silenzio e il viaggio prosegue. Ma all'ennesima deflagrazione che stavolta fa vibrare la nave in volo, mi decido a ringhiare basso, ancora supino e a occhi chiusi: «Si può sapere cosa sono queste esplosioni?»
«L'ordinamento ha invaso Vadis» risponde calmo.
«Perché mai?» stavolta ho quasi ruggito.
La sua risposta è una risata leggera.
Mi innervosisco.
Sposto gli occhi verso destra, oltre la sua stazza, e osservo di lato il viso di Selina ancora immobile contro il poggiatesta.
Sirio dice: «Il fratello è vivo. Per ora. Lo abbiamo arrestato insieme a una quarantina di vadisiani ribelli. Si trova nelle prigioni di Ingranaggio, quelle che detengono i condannati al Middle Ground. La città invece è distrutta.»
Il mio sguardo sconvolto cala sul suo viso dorato e sereno, neanche avesse parlato di una festa.
«Ma si può sapere perché lo hai fatto?»
Ora, quella serenità s'incrina e lo consegna a una smorfia di indignazione.
Insisto. «Bastava catturare Giosuè, non era necessario distruggere Vadis.»
«È stata una decisione unanime del Consiglio. E non sono tenuto a darti spiegazioni.» Poi sospira, e infine me lo spiega. «Non ho avuto scelta, siamo intervenuti in forze con un'azione dimostrativa. I vadisiani, nelle ultime settimane, hanno rapito decine di Crescenti dalla City, poi hanno riempito loro la testa con storie di dittatura e soprusi che sarebbero stati perpetrati da noi Maestri del Consiglio, ed eresie sulle nostre leggi che loro da sempre infrangono. Finora li abbiamo tollerati perché il Creatore della rete vive tra loro, trattandoli come seguaci, ma di fatto come schiavi. Riuscivano a contrastarci grazie ai trucchi che Adamo 3 inventava per dissimulare, e in pratica vivevano secondo leggi proprie e arbitrarie, ignorando il codice di Pangea. Li abbiamo sopportati finché non hanno davvero esagerato, e il sequestro di Selina 16 e la tua sparizione ci hanno spinto ad agire. Adamo era stato avvertito: doveva lasciarti svolgere il tuo compito di riportare indietro la ragazza; invece, si è permesso di disubbidirmi e ha abbattuto la tua nave. Il Consiglio non è più disposto a tollerare queste recrudescenze anarchiche.»
Chiudo gli occhi. In fondo non ho più niente da perdere. Non so se fosse sincero quando ha sciolto la promessa, affermando che non mi farà suo schiavo. Magari era solo sconvolto. Devo sapere la verità, prima che Selina venga uccisa.
«Hai intenzione di prendere tu il posto di Giosuè, dopo il Middle Ground?»
Un boato seguito da un forte scossone fa tremare la nave. Altre esplosioni in cielo s'intravedono attraverso gli oblò. Per un momento la spia d'emergenza si attiva e cantilena un allarme, e poi smette, abbiamo evitato una collisione per un soffio. A quanto pare, questo è l'unico corridoio aereo possibile, per risalire dalle montagne fino a Pangea City, e siamo costretti a fare lo slalom tra le nostre stesse bombe.
Sirio ignora tutto, come non stesse accadendo, e mi osserva accigliato.
«Capisco che tu non mi ringrazi per averti salvato la vita» dice piano, calmissimo. «Ma addirittura che abbia dimenticato il nostro ultimo incontro, mi suona davvero inconcepibile. Mi pareva di averti spiegato ampiamente che nessuno, oltre ai consanguinei, potrà prendere il posto del Creatore alla sua morte.»
Sbraito: «E che c'è scritto a pagina cinquanta del libro sacro, allora?»
Sirio mi osserva con la fronte aggrottata.
Fa un lungo sospiro e scrolla le spalle. «Se non erro, è il capitolo dedicato all'uso dei motori domotici riservati alle unità 5 di stanza a Ingranaggio. Cosa ti importa? Vuoi darti all'ingegneria elettronica?»
Sbianco.
Mentre io divento pallido, Sirio si mette a ridere, lo fa in modo contenuto, ma molto sincero. La sua lunga risatina sommessa mi fa sentire come l'uomo nella caverna di Platone che non vede il mondo per com'è davvero e si lascia ingannare dalle ombre. Uno stolto. Giosuè mi ha abbindolato con la storia del doppio gioco di Sirio, lasciandomi credere che volesse uccidere Selina, quando l'unico che ha davvero una ragione per farlo è lui. A questo punto mi viene un dubbio.
«Chi è stato a propormi per l'accoppiamento con Selina 16, due anni fa?»
«Che domanda è? Solo al Consiglio Supremo spetta quest'onere.»
«Sì, ma... chi convinse il Consiglio?»
Sirio ridacchia nel fiato. «Convinse? Non so dove tu voglia arrivare, mio cacciatore, ma ti informo che le unioni tra privilegiati nel nostro ordinamento avvengono con un sistema di votazione segreta. Dieci nomi papabili vengono introdotti in un'ampolla che poi viene agitata. Il nome che viene estratto a sorte è il prescelto. E capitò il tuo nome. Ti risparmio il dolore che provai nel leggerlo ad alta voce davanti al Consiglio.»
In realtà, delle estrazioni non sapevo nulla, avrei dovuto sedere con loro in Parlamento, per scoprirlo, ma così in alto non sono mai arrivato.
E se, comunque, Giosuè avesse manipolato l'estrazione?
«C'era anche Adamo 3, alla votazione?» m'informo.
Sirio si fa perentorio e risponde seccato: «Adamo 3 è un gentista informatico, Creatore ad interim, ma non un Gran Maestro, non ha nessun diritto di sedere col Consiglio durante le scelte di accoppiamento. Il Creatore della rete siede col Consiglio solo laddove vi siano importanti modifiche di legge, poiché anch'egli ha diritto di voto e di veto sulle Riforme.»
Possibile che io mi sia fatto raggirare in questo modo da quel trasformista? O che mi stia facendo raggirare adesso da Sirio? Chi dei due ha mentito? I miei poteri non hanno effetto su di loro, sono più forti di me; perciò, non posso affidarmi alle mie percezioni acuite, ma solo all'istinto, come farebbe qualunque essere umano. E il mio istinto mi dice di non fidarmi di nessuno dei due.
«Posso vedere cosa c'è scritto a pagina cinquanta del libro sacro? Dico, vederlo con i miei occhi.»
Sirio ridacchia divertito. «Stai cominciando a innervosirmi, cacciatore. A ogni modo immagino che, quando lo cattureremo, il libro delle leggi di Pangea sarà l'ultimo dei nostri interessi. Lui domani sarà condannato al Middle Ground, accada quel che accada.»
Nota che resto in silenzio, titubante, e si fa cospiratorio, piega la testa su di me e sussurra torvo: «Non ha nessuna importanza cosa dica il libro sacro o cosa vogliamo noi, mio cacciatore, poiché ora la discendente predestinata è incinta.»
Spengo il mio cuore all'istante. Non voglio neanche pensarci. So che non avrò mai la possibilità di restare con lei o di conoscere il figlio che con lei ho generato.
In tutto questo dialogo, mi rendo conto che Selina non ha mai riaperto gli occhi e né ha guardato da questa parte.
Mi sporgo per osservarla meglio, ma non capisco se sia sveglia. Credevo lo fosse, ma non è possibile che non si muova nonostante i bombardamenti che scuotono la nave da oltre un'ora.
Sirio intercetta il mio sguardo attento, concentrato su di lei.
«È sedata» mi informa, mettendosi in piedi.
«Cosa?» ringhio.
«Non volevo che si agitasse. Stiamo bombardando i suoi nuovi amichetti, il fratello, i luoghi che ha imparato a condividere, pensi che io non lo sappia? Le ho risparmiato un attacco di panico. Ma tra poco l'effetto del sedativo svanirà.» Così dicendo, si allontana lentamente per tornare a sedere al suo posto in prima fila.
Sirio non si rende conto. Quando Selina lo scoprirà, altro che attacco di panico. Torno a chiudere gli occhi, non posso fare nulla in questo momento, devo solo aspettare che l'intruglio per endovena che mi stanno iniettando faccia il suo effetto e io torni in forze.
A un tratto, in dormiveglia, avverto uno scossone sospetto, come se la nave avesse perso quota, eppure nessuna sirena d'allarme si innesca per segnalare l'avaria. Apro gli occhi di colpo e l'immagine che ho davanti agli occhi mi agghiaccia all'istante. La nave perde quota perché il pilota in plancia e il copilota accanto a lui sono stati storditi e ora ciondolano svenuti contro i comandi. Sirio è tenuto sotto tiro da un disertore apparso dal nulla, e ha le braccia alzate, ma non ha paura, non sento la sua adrenalina. Immediatamente i due robot 5 si inanimano e si muovono minacciosi verso il disertore, ma Sirio li ferma: «No! Non serve.»
I due robot si bloccano sul posto.
Di sicuro Sirio ha intenzione di avvalersi dei suoi poteri mentali, per disarmare questo intruso, e ha l'orgoglio di non farsi aiutare dalle unità 5.
Mi rendo conto che non siamo ancora precipitati perché di default si è inserito il pilota automatico. Ma trovandoci nel mezzo di una guerra, dubito che il sistema avrà i riflessi di un essere umano e schiverà una bomba, se dovesse colpirci, e questo mi suggerisce che ho pochissimo tempo per evitare che la nave salti in aria. E il comportamento ambiguo di Sirio mi destabilizza. D'istinto, strappo l'ago cannula dal dorso della mano e plano in piedi, con nuove forze, anche se ancora relativamente provato.
Una voce baritona ordina: «Tu, resta seduto o farai la sua fine, Mister!»
L'uomo che punta un fucile laser contro la testa di Sirio Uno deve essere un disertore infiltrato che finora era rimasto nascosto sulla nave. È possente, forgiato dal lavoro manuale, e difficile da abbattere senza rischiare che colpisca anche noi. È un Operante, e questo mi dice che non potrò mediare con lui.
«Chi ti manda?» urlo. «Giosuè?»
«Domanda sbagliata» risponde piccato. «Chiedimi cosa succederà adesso.»
Trattengo un ringhio nel petto e sibilo torvo: «Cosa dovrebbe succedere?»
«Succederà che questo individuo» risponde il Maestro Sirio Uno al suo posto e con una calma incredibile, «dirotterà la nave e la manderà a schiantarsi per uccidere tutti noi. E morirà con noi, poiché fa parte di un gruppo in lotta contro il sistema aizzato da vadisiani e Operanti che dalla City tenevamo sotto osservazione da anni, ma che finora non aveva mai avuto un'occasione così succulenta di liberarsi di me.»
Sto cercando di ragionare su questa impasse. Se mi lanciassi su di lui, un colpo fatale ucciderebbe Sirio, dato che l'arma è pronta a sparare. Se invece mi lanciassi solo sulla plancia per recuperare quota, riuscirebbe a colpirci entrambi. Sirio non lo sta contrastando in nessun modo, non si avvale nemmeno dei robot, non riesco a capire cosa aspetta.
«Ma tu sei Athor 12» sento la voce di Selina arrivare sconvolta alle mie spalle.
L'uomo volta lo sguardo su di lei e strabuzza gli occhi.
«Runa 9!»
Runa 9?
Selina si mette in piedi e ne percepisco lo spossamento; infatti, ondeggia ed è ancora attaccata all'ago della flebo. Col braccio mi sporgo per proteggerla da una caduta, ma lei mi ignora e seguita a fissare il disertore in plancia che punta l'arma contro Sirio.
«Athor, che fai?» gli domanda innocente, con un filo di voce. «E la tua compagna?»
Che razza di domanda gli fa? Un disertore vuole farci saltare in aria e lei gli domanda della compagna?
Ma la sua domanda si rivela provvidenziale, poiché avverto che è riuscita a generare nell'uomo un moto di disperazione su cui potrei far leva.
Per tutta risposta le dice rosso in viso: «L'hanno uccisa! Ora non ho più nessuna ragione per vivere.»
«Chi l'ha uccisa?» gli domanda triste.
«Un uomo si è presentato agli alloggi di noi Operanti a Ingranaggio e ha reclutato gente per armare una rivolta popolare, ma io e lei volevamo restare insieme e ci siamo tirati indietro. L'uomo ha scagliato contro chi rifiutava tre unità robot 5, e la mia compagna è rimasta uccisa.»
«Quell'uomo era Giosuè» replico io. «Sirio Uno non ha nessuna responsabilità nella morte della tua donna.»
Lui urla disperato: «Ti sbagli! La rivolta è iniziata, e ora la gente muore per difendersi dai bombardamenti che i Maestri dell'esecutivo stanno scagliando contro Vadis. Quell'uomo ci ha reclutato con la forza, è vero, ma non aveva scelta, dato che ora siamo in guerra contro l'Ordinamento.»
Non ho scelta nemmeno io, a quanto pare. Devo usare lei, per continuare a far leva sul suo senso di colpa, che riesco a sentire bene, e che è forte. C'è vera compassione nel cuore di questo Operante.
Indico Selina. «Vuoi uccidere anche questa ragazza? È incinta.»
Inaspettatamente Athor 12 risponde: «Lo so.»
Mi spiazza.
Come fa a saperlo?
Selina sfila l'ago dal suo braccio e fa per avvicinarsi a loro, ma io con una mossa fulminea le blocco il passo.
Mi guarda assonnata ma calma. Non ha paura di quell'uomo. Avverto che una parte di lei si fida.
Scansa piano il mio corpo e cammina fino a loro. Athor, finora, non ha mai abbassato l'arma. Non so perché Sirio non lo abbia disarmato, con i suoi poteri mentali avrebbe potuto fermarlo, ma non lo fa. Perché non lo fa?
Selina è davanti a loro, adesso, e io plano in un attimo alle sue spalle. Allunga una mano verso Athor e chiede piano: «Non farlo. Per favore. Non voglio perdere il bambino». Non finisce di dirlo che ondeggia e precipita a terra. Riesco a frenare la sua caduta all'ultimo, e la sorreggo.
«Sai pilotare questa nave?» mi chiede disperato l'Operante.
«Certo» sibilo.
«Allora molla la ragazza a Sirio, e mettiti in plancia.»
«Cosa vuoi fare?»
«Tornare indietro. Devo farla sbarcare, lei non merita di morire, ma poi vi ucciderò tutti. Se vuoi che lei viva, fai come ho detto.»
Alzo lo sguardo verso Sirio, e vedo che è perplesso, ora. Cosa gli prende? Perché non reagisce?
Sposta lo sguardo su me e Selina e, con le ciglia aggrottate domanda: «Cos'ha, addosso, la Crescente?»
Scuoto la testa confuso.
Sirio insiste: «Non riesco a contrastare questo individuo che si permette di minacciarmi con un'arma, perché qualcosa assorbe il mio potere.»
Improvviso come un fulmine mi viene in mente l'oggetto che Selina tiene nella veste, quello che deve proteggerla da Giosuè. Lo specchio o accumulatore di massa. A quanto pare, questo aggeggio è in grado di contrastare qualunque innesto in un campo d'azione non troppo ampio, come questa plancia. Devo impedire che le venga tolto.
Mi rivolgo ad Athor 12 con voce risoluta: «Anche Sirio sa pilotare la nave. Io devo occuparmi di lei, sono il suo compagno.»
Athor spalanca gli occhi a una smorfia di stupore. «Un cacciatore con una Crescente?»
Sirio, per niente contento di pilotare, grugnisce di rimando: «Hanno infranto il codice, in effetti.»
«Non posso fidarmi del Gran Maestro ai comandi» si lamenta rabbioso l'Operante.
Sento che non ha nessuna intenzione di ucciderlo, il suo piano è ben più trionfale, per cui posso guadagnare tempo, e poi mi diverte l'idea che Sirio sia strapazzato un po', per una volta, e che non possa usare il suo potere.
«Tienilo sotto tiro» dico divertito. «Se dovesse fare una mossa azzardata, potrai sempre sparargli.»
«Giusto, d'accordo» s'impettisce Athor 12.
Sirio, al contrario, mi indirizza un'occhiata torva e mormora ringhioso: «Ingrato. Ti ho persino salvato la vita.»
Ridacchio, mentre prendo Selina tra le braccia, per riportarla sulla lettiga in fondo alla nave. La domanda che mi faccio è soltanto una: perché quell'affare non assorbe anche il mio potere, e le mie percezioni seguitano ad essere nitide? E mentre la porto tra le braccia, avverto una potenza mentale che finora non ho mai avuto. Per un momento barcollo rischiando di farla cadere. Cosa mi succede? Non solo l'aggeggio non assorbe il mio potere, ma se possibile lo ha reso più potente.
Non appena adagio Selina sulla poltrona, la sento ordinare perentoria verso l'Operante: «Athor, comanda a Sirio Uno di dirigersi verso la zona franca che si trova al confine tra Vadis e Stallo.»
Sirio si volta indispettito. «Ma come osi decidere persino la traiettoria, Crescente!»
Io invece sono interdetto.
«Che stai dicendo, Selina?» sussurro sul suo volto.
Lei mi strizza l'occhio. «C'è una navetta che ci aspetta. Me l'hanno regalata i Crescenti anziani della Torre. E ha due posti» lascia intendere allusiva che fuggiremo.
Sono incredulo. «Sei una sorpresa continua, strega.»
Nel frattempo, Sirio è stato costretto a sedere in plancia, ancora sotto il mirino di Athor, e disinserisce il sistema automatico per digitare sullo schermo la direzione.
In verità non sono così sciocco, mi donando perché, quando ha capito che il suo potere è imbrigliato, non ha comandato ai robot di intervenire. Cosa ha in mente?
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