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L - Lupologia

27/10/2024

XXVIII

Dopo il mio risveglio non ebbi il tempo di stringere Renesmee di nuovo a quel modo. Rimanemmo distanti e causa forze maggiori, non potei adempiere a miei obblighi matrimoniali.

Maddalena mi aveva obbligato ai lavori forzati. Trascorrevo i miei giorni a Leechtown, dentro il convento ventiquattro ore su ventiquattro, sorvegliato da tre suore e da una decina di marmocchi molesti. I lavori socialmente utili interessavano tre macro aree: cura e assistenza all'infanzia e all'adolescenza, aiuto cucina e addetto alle pulizie delle aree di caccia e alle manutenzioni. Delle tre preferivo stare in cucina, dove potevo mangiare e bere in tranquillità per la maggior parte del tempo.

Di tanto in tanto Renesmee veniva a farmi visita, aveva ripreso a lavorare più assiduamente di prima e questo limitava ulteriormente la sua disponibilità. A volte passavo a prenderla o la riportavo a casa, quelli erano i pochi momenti che avevamo passato insieme. Ogni bacio che ci scambiavamo era calibrato dal mio nervosismo e dal suo riserbo così come le parole che ci rivolgevamo. Parlavamo di tutto fuorché di noi due, del talento di Yuma, di Colvile Island e degli amici che volevo farle conoscere e di Volterra o per meglio dire del suo incarico.

Una sera mi aveva invitato a salire su da lei. E come tutti gli uomini avevo preso la mia cinepresa e avevo registrato il finale su pellicola. « Devo farti vedere una cosa. » credevo volesse dire "quella cosa", ma quando mi aveva piazzato davanti il suo incarico proveniente da Volterra mi si era raggelato il sangue. Una spedizione esplorativa nelle Isole Aland, nel Mar Baltico. Non credevo potessero trovarla, perché tutto ciò che aveva a che fare con Renesmee e la corona italiana doveva passare da Sebastian. Sebastian era il nostro tramite, e il fatto che qualcuno lo avesse bypassato indicava che Renesmee non era più al sicuro e il suo rifugio non era da meno.

« Cosa cercano? »

« Secondo te? Uomini, prede, talenti. »

« Possiamo andare insieme? O devo andare da sola? »

« Tu non ci andrai. » avevo preso la pergamena e me la ero infilata nella tasca dei pantaloni. « Noi faremo in questo modo. Tu dimenticherai tutto quello che hai letto. E io penserò alle mie taglie da riscattare. »

E immediatamente mi ero messo a rovistare tra le sue cianfrusaglie, alla ricerca di qualche microspia, cimice o traccia ematica che potesse renderla più rintracciabile, dunque vulnerabile.

« E dovrei preoccuparmi della Finlandia? »

« Dovresti preoccuparti dei Volturi, di come gestiscono le minacce, uccidono gli esseri umani o catturano quelli come noi. »

Le avevo imposto delle alternative piuttosto semplici, soluzioni rapidamente attuabili. L'acquisto a mie spese di un qualsiasi tipo di appartamento ovunque lei volesse - cosa che aveva rifiutato categoricamente - le chiavi del loft di Arthur o lo chalet di Leechtown. Dopo lunghe trattative mi aveva costretto ad accettare una sorta di convivenza nella casa del custode e da quel momento mi ero scavato la fossa da solo.

Rigavo dritto più del solito, varcavo i limiti di Tripwood solo per riappropriarmi dei miei vestiti, farmi la barba e lavarmi i denti. Spendevo le giornate al convento o con mio padre. Questo era stato sufficiente per sviare il tema della convivenza.

Mi ero ingraziato Sebastian assecondandolo. Avevamo pianificato il nostro ritorno a Volterra, calcolando taglie da riscattare e assalti da programmare. Avevo accettato tutto ma a una condizione. Avevo convinto Sebastian a tornare a Forks per mettere a posto le cose con i Cullen, ovvero sciogliere il protettorato di Margaret e quello di Renesmee. Invece, avevo regalato a Suor Maddalena una versione alternativa della storia. Le dissi che il mio soggiorno a Leechtown sarebbe stato più breve del previsto perché avrei dovuto assumermi le mie responsabilità. Avrei dovuto chiedere la mano di Renesmee per essermi preso troppe licenze nei suoi confronti, come ad esempio averla resa la mia concubina.

« Se ha memoria del catechismo, per la Chiesa cattolica un matrimonio che non sia stato celebrato secondo il rito o che lo sia ma bianco non è da considerarsi valido. L'abbiamo educata a essere un uomo di fede e, sottolineo, perbene. » aveva affermato Carmelita al mio annuncio di un matrimonio bianco. Era stata Suor Mary Jane a entusiasmarsi tanto da iniziare a scrivere delle benedizioni per i futuri sposi « Per la tradizione di Santa Chiara, i promessi sposi fanno dono delle uova alle suore clarisse per pregare affinché il matrimonio sia prospero e fecondo. Anche un melograno, potrebbe andar bene per noi orsoline... essendo insegnanti e madri spirituali dei cuccioli... simboleggia la fertilità della Vergine Maria. »

Ma a quella notizia, la più incalzante era stata Maddalena che aveva chiesto se Renesmee fosse stata battezzata o se volesse dei figli. Alla mia risposta negativa, era andata su tutte le furie.

« Le ricordo che affinché un matrimonio sia ben accetto, è necessario che entrambi abbiate sacramenti e obbiettivi comuni. E che non vi siano impedimenti. »

« Oh caro... non faccia caso alle sue parole. Se c'è l'amore, c'è tutto. » aveva replicato Mary Jane. Maddalena aveva obiettato risentita, « Anche Giuda aveva i capelli rossi. »

« E gli angeli li hanno biondi. Ma l'unica cosa santa è la nostra pazienza nei suoi confronti. » aveva chiarito Carmelita, tirandomi uno scappellotto.

« Credevo vi avrebbe fatto piacere. Non desideravate vedermi accasato? »

« Desideriamo che i nostri cuccioli siano in salute e felici. »

« Due piccioni con una fava. Manca solo il secondo punto e posso dire che sarei felice se mi lasciaste solo con la mia sposa... »

« Si giunge casti prima delle nozze, evitando situazioni incresciose che possano compromettere la reputazione di entrambi. Se dovrà stare qui con la sua futura sposa, dovrà sottostare alle mie regole. Non voglio che i nostri cuccioli assistano a scabrose effusioni che dovrebbero essere portate a compimento esclusivamente nel letto coniugale. Sono stata chiara? » e alla mia risposta, « Per questo abbiamo scelto il bianco. », la monaca decise di avere il pugno di ferro. Così ridusse ancor di più il tempo a disposizione con la mia prediletta, obbligandomi a trascorrere la notte sul divano dello nello scriptorium di Suor Maddalena oppure nella sala del capitolo, dove ogni mattina le suore radunavano i mocciosi.

Avevo anche chiamato Carlisle per riferirgli del mio salto a Forks per motivi prettamente scientifici. Renesmee voleva mostrare i risultati ottenuti nelle sue ricerche sui mezzosangue e io ero il suo risultato migliore.

In sintesi, avevo creato una fitta rete di scuse per esaudire il desiderio di Renesmee, farle chiudere il cerchio prima del mio rimpatrio. Avrei trovato un modo per inserire Phoenix e la visita a sua nonna Renèe tra queste arzigogolate invenzioni.

« Fammi capire, hai detto a Suor Maddalena che sono la tua sposa? » sbottò Renesmee tutta rossa per la rabbia, incrociò le braccia e strizzò gli occhi per paura di far cadere un albero in autostrada.

« Ho detto sposa bianca. »

Arthur e Nahuel scoppiarono a ridere dai sedili posteriori.

« Chissà cosa ti sarai inventato con Sebastian per fare questo viaggio in macchina con me! »

« A quello ci ho pensato io invitando Nahuel. » Arthur si fece avanti strattonando la spalla del suo malcapitato fidanzato.

Inizialmente, alla notizia della mia partenza per Forks, Sebastian aveva già stabilito che avrebbe accompagnato me e Renesmee per sincerarsi che non causassimo danni. Poi si è fatta avanti Margaret che ha categoricamente rifiutato tutto ciò. Sarebbe stata lei ad andare a Forks a sciogliere il protettorato che io avevo stipulato al suo posto. Non avrebbe più permesso a nessuno di noi tre di gestire la sua sopravvivenza.

Margaret mi ignorava dal mio risveglio. Non voleva parlarmi e averla tra i piedi con la sua implacabile ira mentre dovevo gestire Sebastian, Renesmee e il suo clan sarebbe stato troppo anche per me.

Il celeste non è il colore preferito di mio padre, per questo mi portai dietro i due piccioncini. Si erano messi insieme grazie a Renesmee, o almeno dissero che lei li aveva spinti l'uno contro l'altro - non credo fosse quella l'intenzione reale di Ren. Durante una rissa con Nahuel, Arthur aveva avuto il coraggio di baciarlo e l'altro aveva ricambiato. Un inizio niente male.

« Non credo sia stata un'ottima idea. » chiarì Nahuel, « Ma se questo può tenere a bada Margaret... »

« Se può tenere a bada anche la mia famiglia, è stata una grande idea! » ribadì Ren.

Il nostro viaggio in auto proseguì con Renesmee rannicchiata in un angolo della portiera. Si fece silenziosa preferendo rivolgere la sua attenzione fuori dal finestrino. Più la foresta era fitta, più il suo battito accelerava e nascondeva i polsi sotto il maglione enorme che le avevo regalato. Non riusciva a fare a meno del mio odore, per questo, appena arrivati in aeroporto mi aveva chiesto di togliermelo per cederlo a lei. Si era addormentata nei pressi di Beaver, circa a otto miglia da Forks, in una posizione scomodissima tra la maniglia e il vetro.

« Quindi, non ha detto nulla? » domandò Nahuel.

« Oltre voi, nessuno sa di noi due. » replicai, sterzando verso l'ingresso della città.

« È un'idea del cazzo. » aggiunse Arthur, « Ti si legge in faccia. »

« Abbiamo scelto di riferire lo stretto indispensabile. » schiacciai il volante. Anche per me quella situazione era scomoda, ma Renesmee aveva le idee chiare. Non voleva che Jacob sapesse di noi due e che potesse sminuire il suo racconto a causa mia. Me lo aveva detto più volte, lei era più di quel tramonto e noi non eravamo solo quel tramonto.

« Sanno già dello scambio di sangue reciproco. Non c'è altro da aggiungere. » guardai lo specchietto retrovisore e fulminai con lo sguardo Arthur, « Non osare pensare a quello che ti ha raccontato. » e lui annuì.

« Puoi dirlo. Lo ha detto anche a Nahuel. » guardai di sottecchi Renesmee per non avermelo detto, ma lei dormiva beatamente.

« Ma non vuole che Margaret lo sappia. » riprese Nahuel, « Dice che potrebbe usarlo contro di lei. »

« Visto che sapete, dovete tenerla d'occhio. Non lasciate che Renesmee resti sola con i mutaforma. » ordinai. Azionai il tergicristalli e accesi i fari. Era calata la notte e pioveva a dirotto.

« Ho parlato con Geezis e le sue mogli. » mi fermai alla prima stazione di servizio che incrociai poco fuori Forks. Scendemmo dall'auto e spiegai loro cosa avevo scoperto sui lupi.

I lupi si distinguono in base al colore della pelliccia in: rossi, neri e bianchi. In base al colore, il loro temperamento e le loro caratteristiche corporee cambiano. Cambia anche il loro riflesso "incondizionato": affinamento, imprinting e soggiogamento.

I lupi rossi sono pelle di fuoco. Sono impulsivi, la loro fedeltà è invidiabile e la forza è nettamente superiore a quella di tutti gli altri. Loro sono invincibili e connessi al branco indissolubilmente. I loro uomini sono fertili e le donne no. Sono presenti in America centrale e in Africa.

I lupi neri sono coraggiosi, carnivori, violenti e famelici. Vivono in Oriente, le donne sono fertili ma gli uomini no. La loro bellezza va oltre l'immaginario collettivo. Se i lupi bianchi hanno la pelle della luna, i neri hanno la pelle della notte. Sono seducenti e affabili.

I neri e i rossi non escono dai loro branchi, la chiamano lupofilia. Amano l'essere lupo.

I lupi bianchi sono i più saggi - o come ha detto Geezis, i più prudenti - e longevi. Sono in via d'estinzione per la loro debolezza fisica e per questo pacifici. Vivono nei territori freddi. Entrambi i sessi sono fertili. Sono solitari e schivi.

Geezis mi aveva spiegato che la fertilità si ereditava per linea genetica come il temperamento. Ma ogni lupo aveva la sua forma di condizionamento. I lupi rossi l'imprinting sessuale, i lupi bianchi una sorta di imprinting filiale detto affinamento - per questo tendevano naturalmente alla poligamia e ogni lupo aveva più madri adottive - e i neri un imprinting primordiale, un istinto di soggiogamento sul branco da sottomettere.

La maggior parte dei lupi rossi che hanno l'imprinting sono uomini. Questo è sfruttato per selezionare una futura compagna per la progressione della specie. Viceversa, la maggior parte dei lupi neri che hanno l'imprinting sono donne. Il capobranco è una donna ed è una sola, circondata da uomini che predano per lei e che sono totalmente in suo potere, i quali portano umani al branco in sacrificio o per la progressione della specie.

Per i bianchi, i bambini hanno l'imprinting nei primi anni di vita e rivolgono la loro attenzione verso una specifica madre, anche diversa da quella che li ha messi al mondo. Loro lo chiamano affinamento ed è presente indistintamente in entrambi i sessi.

In tutti i casi l'imprinting è irreversibile. La sua natura è visiva e uditiva ma il suo carattere può mutare con l'esperienza. In tutti i casi, ogni tribù è un sistema chiuso a specie e a popoli diversi. L'organizzazione sociale di ogni specie di mutaforma è dunque differente, i rossi prediligono il patriarcato, i neri il matriarcato e i bianchi una sorta di oclocrazia. Nell'ultimo secolo, i lupi bianchi si sono battuti per l'integrazione dei Mètis, i loro meticci, un po' come i nostri mezzosangue. Ma i loro incroci potevano essere molto più articolati dei nostri. Un bianco poteva unirsi a un nero e generare un lupo dal manto grigio, il quale incrociandosi con un rosso avrebbe dato origine a un lupo grigio a macchie rosse. Vien da sè che non cambiava solo il manto, ma anche il carattere e le forme di imprinting ereditatili.

« Quindi, tu sei un patriarca come i lupi rossi? » avevo chiesto a Geezis.

« Noi non rispondiamo a un capobranco, ma ogni nucleo familiare corrisponde a una banda che elegge un capo per la gestione delle terre. È la legge sugli Indiani. Abbiamo fatto delle votazioni. Sono state le mie mogli a darmi quest'incarico. Anche se avrei voluto fosse Ila, lei è molto più sveglia di me. »

« Sei tu che le hai scelte? »

« Ho scelto soltanto Meriwa. Diciamo che Nanook, Ila e Anib hanno scelto me; cioè hanno scelto noi. »

« E se una delle tue mogli dovesse smettere di amarti cosa le accadrebbe? Sarebbe ripudiata? »

« Niente di brutto. Divorzio? Potrebbe uscire o restare nella banda, per me. Non impongo nulla. »

« Geez non è un marito severo. » e Ila aveva sorriso dolcemente, « Ma normalmente uscirebbe dalla banda. I figli che le sono affini la seguirebbero. »

Meriwa aveva dato un bacio al marito e borbottato « Se restasse da solo non saprebbe rammendare neanche un calzino. E senza i suoi figli sarebbe una lagna. Quando Panuk è andato al college lo chiamava ogni sera. E ogni sera provava a convincerlo a tornare a casa. »

« Magari cambia idea. » lei aveva alzato gli occhi al cielo e gli aveva dato una pacca sulla spalla « La speranza è l'ultima a morire, eh? »

« Meriwa è la mia prima moglie. Ed è sempre fin troppo schietta. »

« Hai finito di annoiarlo a morte? »

« È colpa mia. Un lupo rosso ha avuto l'imprinting con una persona a cui tengo molto. Volevo saperne di più. »

« Oh... mi dispiace. » e il volto di Meriwa era come trasfigurato. Ricordo ancora la smorfia di disgusto che lo aveva deformato. Aveva rotto il piatto che aveva tra le mani.

« Meriwa non ama i lupi rossi. Suo padre lo era e ha avuto l'imprinting con sua madre, un lupo bianco. » mi bisbigliò Anib.

Il padre di Meriwa era ossessionato da sua madre e lei era troppo mansueta e accondiscendente nei confronti del marito. Meriwa era fuggita via, dopo aver subito l'ennesimo sopruso. Prima di andare via, aveva provato a convincere sua madre per l'affinamento che le legava ma lei si era rifiutata e Meriwa si era rifatta una vita con Geezis.

« Lei è la mia ragazza. E io vorrei fare il possibile per... » mi aveva interrotto bruscamente, « Ha poco tempo dall'inizio del condizionamento. Dille di scappare il più lontano possibile. I lupi rossi sono dei grandi affabulatori. Tienila lontano dal loro canto e dal loro odore. »

« Canto? »

« Il loro ululato sottomette e la loro voce in forma umana ti strega. Se li ascolti, diventi sordo a te stesso. Il loro odore non è da meno... Se mio padre diceva a mia madre di non respirare, mia madre soffocava pur di ottenere la sua approvazione. »

« Non posso dirle di scappare. Lei era in fasce quando è successo. »

Improvvisamente divenne triste, mi posò una mano sulla spalla e disse lentamente, « Mi dispiace davvero tanto per la tua ragazza. »

« Ma lei non è umana, lei è un meticcio. Proprio come te e me. Non è una cosa che funziona solo tra lupi e umani o tra lupi e lupi? Hai detto che serve per la progressione della specie, ma loro... lui è un mutaforma, lei è per metà vampiro. »

« E per l'altra metà è umana. Questo rende il condizionamento una maledizione. Anch'io sono un incrocio e l'essere parzialmente un lupo bianco è stato la mia condanna. Quando sono scappata, non riuscivo a smettere di pensare al mio imprinter. Credevo di essere sbagliata, contro natura... »

« Ma quella sensazione, quell'attrazione è fuori dal nostro controllo. Pensa a due calamite, più sono vicine più si attraggono. Se le separi e le metti a una certa distanza, questo effetto viene meno. Una volta avviato il condizionamento, una volta che l'imprinter ha attirato a sè l'imprinted, quell'effetto è onnipresente in qualsiasi circostanza. Può essere affievolito, certo, ma è come un fuoco che non può essere spento. »

« E far del male, lasciare il segno sull'imprintend fa parte della loro natura. I lupi rossi sono fatti di fuoco. Bruciano tutto ciò che toccano. »

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