Dov'è lei?

Matthew

Un'ora prima

«Signor Dallas non dovrebbe chiamarmi, non era nei patti» sussurra a voce bassa il detective, dall'altro lato della cornetta.

Lo so, sto per fare una cazzata.

Ma quella foto. Quella minaccia,

Ignoro i forti brividi che percuotono il mio corpo e mi avvicino a passo svelto, verso l'abitazione che per anni è stata la mia meta ogni venerdì sera, invece ora, scopro che probabilmente è stato tutta una sceneggiata. Un piano architettato.

Il mio cuore spezzato aumenta la pressione nelle mie vene, mentre alzo la mano, pronto a suonare il campanello.

«Mi hanno contattato, l'incontro è fra un'ora al Lago Saranack, deve preparare i borsoni, e mandare qualcuno alla casa di Gale, perché ora io sono qui, e non so per quanto riuscirò a trattenermi, a dopo detective», e poi chiudo la chiamata senza lasciargli nemmeno il tempo di ribattere, o di dirmi di allontanarmi immediatamente dall'abitazione.

Lascio cadere la mano sul pulsante nero del campanello, e il suono sembra percuotere l'intera abitazione, come la rabbia, che sembra irradiarmi nelle vene, talmente forte da farmi tremare.

La porta di apre e la faccia del mio migliore amico mi appare davanti, o dovrei dire, la faccia del traditore, che probabilmente mi ha pugnalato le spalle.

«Matt, hai cambiato idea? Menomale amico, stavo pensando di seguirti...» non lo lascio nemmeno finire ed entro nella casa, facendolo indietreggiare e sbattere contro al muro.

«Lei dov'è Gale? Parla o giuro che la tua faccia diventerà un ammasso di pelle viola e sanguinolenta» minaccio, con un tono talmente glaciale che fa tremare anche me.

«Matt, che stai dicendo? Ti prego ora calmati e prendiamoci un caffè, anzi è meglio una camomilla» sussurra mettendo le mani aperte davanti a se.

Osservo il suo viso distrutto dalla stanchezza come il mio, la cicatrice che sembra anche più scura del solito e i vestiti stropicciati che gli ho visto anche ieri.

Una parte di me mi urla che nella mente, che lui non centra nulla, che per aiutarmi a trovare la mia metà, ha fatto di tutto.

Ma un'altra parte, sta iniziando a mettere dei collegamenti, dove prima non mi sarei mai azzardato a mettere.

I soldi spariti dal suo conto, la sua sparizione in Canada in concomitanza con il secondo video e per ultimo la lettera di stamattina trovata nella posta, con la telecamera nascosta, che è stata oscurata, mentre lui era a casa mia.

Troppe coincidenze. Però forse e questo che mi fa anche dubitare.

Io l'ho visto lavorare, è un maniaco del controllo, e non si farebbe mai scoprire in questo modo, se fosse lui, non avrebbe lasciato tracce. Però quei soldi...

«So dei soldi Gale, quattrocento mila dollari sono spariti dal tuo conto, su un conto fantasma, a cosa ti sono serviti tutti quei soldi?».

Il suo viso pieno di sorpresa e poi di vergogna, mi colpisce in pieno stomaco.

Poso le mani sulle sue spalle e lo scuoto non con l'energia che vorrei, mentre il mio viso si contrae e la gola sembra restringersi ad ogni respiro.

«Matt...non c'entrano con Jennifer, te lo giuro, non potrei mai fargli del male, cazzo io l'adoro, credo che sia donna fantastica e giusta per il mio migliore amico» sussurra mentre noto i suoi occhi farsi lucidi e il suo viso pieno di delusione darmi l'ennesima pugnalata.

«E allora dove sono finiti Gale?! Non ti sembra strano che Jenny viene rapita con una tecnologia molto costosa, e due settimane prima una grossa somma di denaro scompare dal tuo conto? Tu conosci la villa, tu sapevi che io sarei andato via e tu eri a casa stamattina, poco prima che mi arrivasse l'ennesima minaccia di morte e Jenny. Vuoi dirmi che tutto questo è una gigantesca coincidenza?».

Lui accusa ogni colpo, ogni mia parola, ogni mio giudizio e si abbandona contro al muro, per poi scivolare a terra sul pavimento.

Distrutto e privo di energia.

«Non so se mi distrugge più il fatto che il mio migliore amico crede che io abbia rapito e ferito sua moglie, o che la mia ragazza, sia scappata, abbandonandomi definitivamente e prosciugando il mio conto in banca, perché come un coglione l'avevo messa nell'intestazione, due settimane fa».

La sua confessione mi assesta un'altra pugnalata, mentre mi abbandono affianco a lui, appoggiando la testa contro alla parete fredda e ruvida.

«Amanda ti ha fatto questo?» gli chiedo con voce tremante, mentre trattengo al guinzaglio il mio orgoglio, che vorrebbe urlagli in faccia che io lo sapevo. Sapevo che era una stronza approfittatrice. Sapevo che l'avrebbe ferito e preso in giro.

Ma lui era troppo innamorato.

«Oh sì, ed è sparita. Con tutti i soldi che ha presa, probabilmente ha cambiato identità ed è sparita in un paese senza estradizione...ma io la troverò Matt».

Mi volto verso di lui e amichevolmente gli tiro una spallata.

«Non dirmi che ci vuoi riprovare...amico è fuori di testa», sussurro e per la prima volta dopo giorni un lieve sorriso m'increspa le labbra, e quando incontra i miei occhi lo fa anche lui.

«Oh no sarà per riprendermi ciò che è mio, solo una stupida come lei ruberebbe dei soldi ad un'ex agente dell'Intelligence, gli sto solo dando il tempo per fargli credere che c'è l'ha fatta, per fargli abbassare la guardia e poi attaccherò», m'informa per poi passarsi le mani sul viso, stropicciandosi gli occhi.

«Scusa se non te l'ho detto, ma ero troppo orgoglioso, per confessarti che avevi ragione su di lei, e poi è successo questo casino con Jennifer, e volevo mettere al primo posto lei».

Mi confessa, con tono calmo e quando si volta a guardarmi, nei suoi occhi vedo solo sincerità.

Come ho fatto a dubitare?

«Ti prego perdonami, io...sto impazzendo Gale e mi hanno inviato una foto di lei legata ad un letto...» l'immagine ancora mi balena nella mente e il mio cuore sembra appesantirsi, come se stessi portando un peso talmente pesante da soffocarmi.

«Amico non è successo nulla, però ora dobbiamo muoverci, dobbiamo andare a salvare Jennifer», sussurra e mentre ci alziamo, la porta si apre mostrando due agenti con le pistole in mano e il detective in mezzo che ci guarda.

«Dobbiamo andare, ora». 

Capitolo breve lo so, ma se riesco stasera ne pubblico un altro. Grazie