CAPITOLO 28
La mia rovina pt.1
Jennifer
Sono letteralmente scappata da casa mia, o meglio da quella che per il prossimo anno cercherò di chiamare casa. Cosa che al momento mi sembra un'infinità di tempo.
Ieri è successa quella cosa in cucina e da allora mi sono rifugiata in camera pur di non vederlo. L'intera conversazione continuava a ripetersi nella mia mente all'infinito, e più lo facevo più la voglia di sotterrarmi diventava sempre più grande. E più cercavo di distogliermi da quei pensieri, più quelli tornavano insidiosi, entrando nella mia mente come veleno.
Me ne sarei dovuta andare, chiudendo lì la conversazione, invece avevo risposto, giocando con lui. Dannazione mi era pure scappato un gemito di piacere. Sì dovevo allontanarmi e schiarirmi le idee.
Perciò eccomi davanti alla casa dei miei, pronta per il consueto pranzo domenicale, che nelle ultime settimane ho saltato. Ma ora eccomi qui, dopo aver implorato William di non dire nulla a Matt, e dopo aver preso l'auto che mi ha prestato per questo anno. Osservo gli interni della BMW e faccio uno sbuffo. Un bel cambiamento a differenza della mia povera Mustang, a cui Matt mi ha costretto a dirgli addio. Diceva che ormai era un rottame che camminava, non aveva torto dopotutto. Ha detto che è un regalo, ma di certo a dicembre del prossimo anno, gli consegnerò le chiavi. Niente mi legherà più a lui, tranne un sacco di ricordi.
Scendo dall'auto e mi incammino verso la porta rossa, ormai vecchia e con la vernice che si stacca dalla superficie, creando delle crepe. Schiaccio il citofono e il suono mi fa sobbalzare.
Perché mi sento così agitata? Persino le mani mi tremano. Faccio un bel respiro e incrocio le braccia al petto cercando di riacquistare una certa fermezza. È la mia famiglia, andrà tutto bene.
Sì, gli sto mentendo, ma è per un bene più grande. Giusto?
La porta si apre e la faccia di Chad mi si staglia davanti.
Il nostro rapporto...è complicato. Lui è arrabbiato e io sono delusa dal suo comportamento. Quel giorno non avrebbe dovuto alzare le mani su Matt, e invece avrebbe dovuto venire al matrimonio. La sua mancanza quel giorno l'ho sentita, come se una parte di me fosse assente.
Lui mi osserva e poi il suo sguardo si posa alle mie spalle, probabilmente cercando mio marito. Cioè Matthew. Quell'uomo mi sta entrando troppo nel cervello, così tanto che lo chiamo marito nella mia mente. Lo è effettivamente.
«Ciao Jen» sussurra e dopo quasi un mese, finalmente mi rivolge un sorriso. Non il solito sorriso solare di Chad, ma meglio di niente.
Lui allarga le braccia invitandomi ad andargli incontro per abbracciarlo, cosa che fa sorridere anche me. Mi tuffo fra le sue braccia come se stessi affogando e lui fosse il mio salvagente, stringendo forte le braccia contro alla schiena.
«Ti voglio bene Jen, e anche se non approvo alcune tue scelte di vita, sarai sempre la mia sorellina e ti chiedo scusa per come ho reagito». Mi sussurra all'orecchio facendo sussultare, mentre lui mi stringe più forte. «Ti voglio bene anch'io» sussurro, ma le mie parole vengono soffocate dal suo maglione blu, facendo uscire un borbottio impercettibile.
Lui ride e si allontana, per poi tirarmi verso l'interno «vieni dentro fa freddo qui fuori».
Il calore dell'ingresso m'investe, facendo formicolare la mia pelle congelata, e nello stesso istante il profumo di arrosto colpisce le mie narici, provocandomi la pelle d'oca.
Non si può dire che la cucina che ci propina ogni giorno Frederick sia "buona". Se cucina con tutta la rabbia con il quale mi fulmina ogni volta che mi vede, non mi sorprende effettivamente. L'unica cosa che mi rassicura e che guarda anche Matt così, e lui è il suo capo. Ho quasi paura che ci stia avvelenando, visto che nemmeno, mi fa avvicinare alla cucina.
Forse è per questo che ultimamente ordiniamo da asporto. Dovrei parlarne con Matt.
«Jenny!» la voce allegra di mio padre mi arriva alle orecchie come una dolce armonia, di cui non mi stancherei mai di ascoltare. Lo osservo e il mio cuore mi si stringe in una morsa stretta.
Sembra mio padre, e non l'ombra di se stesso che è stato dell'ultimo anno. Il viso luminoso, gli occhi vispi, un sorriso a trentadue denti e cosa più importante è senza bastone.
Le lacrime mi solleticano gli occhi, mentre lui si avvicina.
«Hai notato?» sussurra al mio orecchio Chad e i suoi capelli riccioluti mi solleticano le guance. Annuisco mentre le braccia di mio padre mi attirano a sé facendomi mancare il fiato, anche se devo dire che è la sensazione più bella del mondo.
«La mia bellissima figlia» sussurra accarezzandomi i capelli con le mani. «Come stai? La luna di miele? E tuo marito dov'è?».
Quante domande. Mi allontano e gli prendo il viso fra le mani, accarezzandogli le guance grinzose, mentre sto cercando con tutte le mie forze di non piangere.
«Va tutto bene, te piuttosto ti vedo in forma» commento facendolo sorridere.
So che ha iniziato una nuova cura sperimentale in una delle cliniche più costose di New York. Già prima del matrimonio Matt era riuscito a farlo entrare nel programma, e sotto mio consiglio lo ha fatto passare come se fosse stato un paziente prescelto per questa cura.
Anche se so che mia madre non c'è cascata, l'ho capito quando mi ha fatto osservare che con l'arrivo di Matthew magicamente, una clinica privata ha preso sotto cura papà. Posso dire tutto su mia madre, ma non che è stupida. Però invece che indagare gli è scappato un grazie, per poi scoppiare a piangere.
«Benone tesoro, le cure dicono che stanno facendo dei progressi...» mi annuncia anche se lo so benissimo come sta andando. Ogni volta che si reca alla clinica mi arriva un'email con tutto il resoconto della visita. Ma vederlo con i miei occhi è tutt'altra cosa.
Appena varchiamo il soggiorno noto mia madre intenta ad apparecchiare, mentre mia sorella accende delle candele. «Jennifer!» urla Aria, facendo sussultare mia madre, che all'improvviso si posa una mano sul cuore, per lo spavento
Rido e abbraccio la mia sorellina, che non è più la ragazzina che era prima. Ogni volta che la vedo sembra cambiare sempre di più, diventando una donna a tutti gli effetti.
«Che bello vederti, non ci vediamo dal matrimonio...a proposito dov'è Matthew?». La domanda mi fa ancora tremare, possibile che tutti mi devono chiedere di lui? È tuo marito...
Deglutisco mentre gli occhi indagatori di mia madre sembrano perforarmi, pronti a leggere la verità nella mia mente. «Infatti Jennifer, ho preparato anche per lui, è parte della famiglia dopotutto».
La gola sembra chiudersi, in una stretta quasi letale, ed istintivamente faccio un passo indietro. Perché questa domanda mi mette così in soggezione? Dopotutto potrebbe essere preso dal lavoro, proprio come mi ero pronta a dire nel mio discorso, preparato per tutto il tragitto in auto.
Eppure so che questo succederà qualcosa, soprattutto con mia madre. Lei fiuta le bugie lontano un kilometro, e so che ha sospetti anche sul mio matrimonio, e questa potrebbe essere la ciliegina sulla torta. E già il mio comportamento esitante e chiuso sta facendo scattare mille campanelli nella sua testa. Cazzo.
Tutti mi guardano in attesa di una risposta, e mi sembra quasi che il tempo si fermi, mentre i loro sguardi sembrano giudicarmi
Via il dente via il dolore, dopotutto sono qui per stare con la mia famiglia e lui potrebbe essere davvero al lavoro, anche se quando sono sgattaiolata via si era appena chiuso nel suo ufficio della villa.
«Lui non...» il campanello di casa suona, interrompendo la mia frase e facendomi sospirare di sollievo. Chiunque sia, lo ringrazio.
Mia madre mi sorpassa e attraversa il corridoio fino ad arrivare alla porta. Tutti ci affacciamo curiosi e silenziosi, in attesa della scoperta.
«Matthew! Ci stavamo proprio chiedendo dov'eri finito» mormora mia madre per poi sollevarsi in punta di piedi per potergli baciare le guance. Matt è qui?!?!
Il mio cuore perde qualche battito, per poi iniziare a galoppare frenetico in petto, mentre lo stomaco sembra sottosopra. Come quando fai una giostra che scende velocemente, lasciandoti quella strana sensazione di nausea mista a viscere intrecciate.
Sono venuta qui per evitarlo, e invece eccolo qui. Bello come il sole.
I capelli nero corvino tirati indietro, ma con la solita ciocca che fedele gli accarezza la fronte. Sotto al pesante cappotto noto una camicia bianca e dei pantaloni che gli fasciano le gambe. Quei pantaloni che mette in alcune occasioni e che gli fasciano il culo in un modo quasi artistico.
Un giorno al lavoro mi sono seduta nel suo ufficio per prendere appunti mentre parlava, e lui non la smetteva di girare intorno a me come uno squalo affamato. Anche se forse ero io la predatrice, visto che ero finita a non scrivere nulla, a perdermi la sua riunione. Ma ad imparare a memoria il suo fondoschiena, quello mi era riuscito bene. Tanto da abbozzarlo sul foglio.
«Scusate ho avuto all'ultimo un'emergenza di lavoro, ma ora è risolta» mormora mentendo, come se fosse una cosa normale. Stavi per farlo anche tu.
I suoi occhi mi intercettano e nel suo sguardo vedo un lampo di malizia, mentre mia madre gli prende il cappotto. Oh merda.
Si avvicina come una pantera alla sua preda e io mi costringo a chiudere la bocca, che dalla sorpresa era rimasta aperta.
Prima che possa fare qualcosa, mi attira a sé, lasciandomi senza fiato contro al suo petto, «sorpresa...» sussurra e poi le sue labbra si posano sulle mie in un bacio casto. Sussulto e non faccio in tempo ad accogliere le sue labbra, che lui si allontana lasciandomi interdetta e senza parole.
Saluta mio padre ed Aria, e quando si trova davanti a Chad, i due si guardano attentamente, per poi scambiarsi un segno di pace. Una stretta di mano, compresa di pacca sulla spalla.
Okay, sto letteralmente mettendo in discussione il fatto che forse sono capitata in un multiverso, o in qualche realtà alternativa. Perché vedere Matt così tranquillo insieme a tutta la mia famiglia è così bello che potrei quasi abituarmi. No, assolutamente no! Non posso nemmeno pensare a una cosa del genere. Sta mentendo, io sto mentendo, devo solo filtrare la menzogne dalla verità, non posso farmi contagiare. Anche se rimane un'unica sola domanda: cosa ci fa qui?
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