Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO 23

Farfalle nello stomaco?

Jennifer

«Chiudi gli occhi».

La sua voce roca mi arriva alle orecchie, scaricandomi addosso migliaia di brividi. Mi ha fatto passare una serata orribile finora. Bugiarda...le tue labbra ancora formicolano per il bacio di poco fa. L'immagine di noi due abbracciati, mentre le sue labbra possedevano le mie, tornano a balenarmi nel mente, facendomi avvampare. Però mi aveva aiutato, per quegli attimi avevo completamente dimenticato di essere su un macchinario infernale, sospeso nel vuoto e ad una altezza che non voglio nemmeno immaginare. E forse avevo anche provato cose che non avrei dovuto, per non parlare delle mie mani che lo avevano accarezzato e attirato a me. Sì forse dovrei proprio non pensarci.

«Cosa?» ripeto confusa, trovando il suo sguardo indagatore su di me. Si volta, con il solito sorriso sornione sul volto «a cosa stai pensando? Sei tutta rossa» commenta indicando distrattamente il mio volto, cosa che se possibile mi fa avvampare ancora di più.

Perché il mio viso è sempre un libro aperto? Non riesco mai a controllare il mio corpo e questo mi causa non pochi problemi. «Niente è una reazione al caldo, fuori fa un freddo terribile», mento, sperando di sviare l'attenzione dal mio viso. Cosa che stranamente accade, perché si ritrova a chiedermi la sua richiesta.

«Per Favore Jenny», chiede con voce melliflua. Ormai sono arrivata fino a qui, perciò perché non continuare con questa assurdità? Lo guardo di sottecchi e faccio un sospiro profondo, prima di chiudere gli occhi e sentirmi all'improvviso indifesa sotto al suo sguardo. Lo sento aprire gli occhi e poi un leggerlo rumore meccanico.

La voglia di spiarlo e scoprire cosa sta facendo è talmente alta, che mi ritrovo ad aprire leggermente l'occhio per spiarlo. «Ti ho vista!» mi urla lui per poi ridacchiare.

Sbuffo per poi serrare di nuovo le palpebre senza aver colto nulla. Sento all'improvviso la sua presenza spostarsi dietro di me e le sue mani raggiungermi il viso, posandosi davanti i miei occhi. Una risatina mi esce dalla bocca prima che possa controllarla. «Non ti fidi?» gli chiedo, godendomi silenziosamente il caldo delle sue mani sul mio viso.

«Assolutamente no! Se c'è una cosa che ho capito di te e che non sopporti le sorprese, devi sempre anticiparti tutto!» ha proprio ragione, non riesco mai ad aspettare, voglio sempre scoprire quale sarà la mia sorpresa, o il regalo che mi aspetta.

È più forte di me, come se una forza interiore mi spingesse a scoprire, mangiandomi con la curiosità. La sua figura mi spinge avanti guidandomi nel buio più assoluto.

Il suo corpo si scontra contro al mio più volte, ricordandomi incessantemente di lui e del suo corpo alto e presente, a pochi centimetri dal mio.

Una delle sue mani si stacca dal mio viso, ma l'altra si sposta meglio occupando anche il posto dell'altra. Lo sento flettere i muscoli e poi un rumore di cigolio, accompagna la sua mossa.

All'improvviso un rumore incessante che prima non c'era, mi arriva alle orecchie. Sento della musica, degli strumenti che sovrastano solo leggermente, delle urla. Ma non spaventate, no, urla di gioia, risate e un vociare alto e incomprensibile. «Cos'è?» chiedo.

Ma lui mi ignora, di nuovo «ci sono tre gradini», mi avvisa. Piego la gamba, cercando con tentennamenti il primo gradino, e quando lo trovo, gli altri due passi li faccio d'istinto. Anche se mi sento al sicuro, perché con il braccio ancora libero, me lo aggira intorno al busto, tenendomi stretta a sé, in caso di caduta.

Il vociare che sentivo sembra aumentare passo dopo passo, finché Matt non si ferma, con ancora la mano sul mio addome. «Sei pronta?» mi chiede con un sussurro all'orecchio. La sua bocca è così vicina, che mi fa sobbalzare. Il suo respiro caldo mi sconvolge per qualche attimo, ricordandomi i baci affamati di poco fa.

«Sì», rispondo, pronta ad affrontare finalmente la serata. La sua mano scivola via dal mio viso e immediatamente apro gli occhi, e quello che mi trovo davanti mi ammutolisce.

Siamo su una terrazza, sospesa nel buio della notte, dove le nuvole scure riempiono il cielo. Intorno a me ci sono delle torrette di riscaldamento, che in effetti attenuano il freddo di questa sera di dicembre.

Ci sono anche delle poltrone con dei tavolini in vetro posti davanti, delle lampade a forma di sfera sono posati su di essi, illuminando la zona con la loro luce bianca e fredda.

Ma quello che mi colpisce di più, e che oltre al parapetto che ho davanti a me, c'è uno scenario che davvero non mi aspettavo. Sotto di me si erge Times Square, come non l'ho mai vista. Migliaia di persone affollano l'amata piazza, che come al solito è piena di luci, schermi e festoni. Il palco allestito è illuminato da luci che tendono dal viola al blu mentre un gruppo suona su di esso, scatenando la loro musica.

Mi accorgo che sono i Dreamcatcher. Una boyband emergente di cui mia sorella è follemente ossessionata, ucciderebbe per poter essere qui al posto mio. Forse sarà meglio non farglielo sapere.

Ma poi come una stella brillante che attira tutti gli sguardi, la gigantesca sfera posta in alto, ricambia lo sguardo con le sue luci luminose. Non me l'aspettavo così grande, l'ho sempre vista dalla televisione, ma ora che è qui, così vicina a me, mi manca quasi il respiro.

Lui mi ha ascoltato. Matthew Dallas ha ascoltato la mia storia e ha fatto tutto questo. Ha trovato un modo per evitare la calca di gente e per arrivare in questo spettacolare edificio. Ha tenuto il segreto, sebbene abbia provato diverse volte a corromperlo. Ha affrontato la mia rabbia e il mio nervosismo, solo per regalarmi questo!

«Jennifer», la sua voce mi risveglia, bucando quella bolla in cui mi ero rintanata. Mi immobilizzo, afferrando il parapetto in vetro con entrambe le mani.

«Jennifer» sento il suo corpo avvicinarsi al mio, e le sue mani si posano accanto alle mie, sfiorandole.

«Tu...» sussurro per poi voltarmi verso di lui, ma la vicinanza così vicina mi fa sobbalzare. Il suo viso è a pochi centimetri da me, così tanto, che il suo respiro mi solletica la pelle dolcemente.

«Cosa Jennifer?» mi chiede, e il suo tono divertito torna a stuzzicarmi. È incredibile come riesca a provocarmi con così poco. Però discutere con lui è una delle cose più belle ed interessanti che ultimamente mi capita di fare. E non so che cosa significa questo, ma perché smettere?

«Tu...hai fatto tutto questo per me?» gli chiedo e purtroppo la mia voce risulta troppo titubante, ricordandomi come la sua presenza mi contagi, affondando le sue radici in me.

Il suo respiro si fa pesante, e la sua mano mi afferra il mento, forzandomi ad incrociare i suoi occhi verdi come due smeraldi. «Sì, l'ho fatto per te, per la mia coinquilina rompiscatole», commenta facendomi ridere. La sua mano si sposta sulla mia guancia, lasciando un leggero buffetto sulla pelle.

La sua confessione mi fa stringere lo stomaco, scatenando un esercito di farfalle nel mio stomaco. No assolutamente no, devo fare una disinfestazione all'istante, sebbene i brividi che mi procura, sembrano risvegliare sensazioni piacevoli che non ricordavo.

Ecco perché lo stavo evitando in questi giorni, standogli il più lontano possibile. Ma questo. Quello che ha fatto. Come posso evitarlo ora, dopo che ha espresso questo mio desiderio. Che non sapevo nemmeno di volere fino a questo momento.

«Grazie coinquilino arrogante», commento per poi voltarmi verso lo spettacolo che accade ai nostri piedi. Dovrei avere paura da questa altezza. Ma dopo quello che ho passato su quella macchina infernale, questo mi sembra nulla in confronto, anzi l'adrenalina che mi scorre in corpo inizia a piacermi. E come se tutto il corpo fosse colto da scosse elettriche, che mi fanno sentire viva.

«È fantastico essere qui...grazie davvero Matt», sussurro, senza smettere di osservare le migliaia di teste che saltano e urlano, a ritmo di musica. Lui si avvicina ancora più a me, ma questa volta mi affianca, appoggiando il suo braccio intorno al mio busto come per proteggermi. Mi accorgo solo ora che ho ancora la sua giacca sulle spalle, che mi inonda del suo profumo, per non parlare della fonte diretta a pochi centimetri da me.

Volto lo sguardo leggermente, solo per trovarmi il suo collo che si scontra contro il mio naso. Perché è talmente trascendentale stargli così vicino? Mi fa dimenticare il mondo, come se fossimo solo noi due.

«Grazie per prima, stavo avendo un attacco di panico e... mi hai aiutata. Anche se hai infranto il contratto» sussurro sarcastica, cercando di alleggerire questa situazione ingessata.

Lui ride e il suo petto si alza e si abbassa contro di me «in realtà non è così, c'è una clausola che specifica il permesso di effusioni, nel caso di eventi pubblici o in casi di emergenza, ergo non ho infranto un bel niente» specifica per poi incontrare i miei occhi con la sua solita altezzosità. Certo, come dimenticare quella clausola. Ho studiato quel contratto per una notte intera, prima di firmarlo. In realtà ero anche cin un'assistente ubriaca, che cercava di corrompermi con del prosecco. Quindi forse potrei aver saltato qualche pezzo, dopotutto.

«Perciò mettiamo questo avvenimento, sotto alla voce: emergenza», commento, cercando di non scoppiare a ridere. Ma lui non mi accompagna, anzi, con una semplice mossa mi fa girare verso di lui, facendo scontrare i nostri corpi.

Cerco di allontanarmi, ma finisco solo per sbattere contro al parapetto, ritrovandomi in una prigione di braccia.

«Però non mi sembrava che ti dispiacesse, hai ricambiato...», mormora dolcemente, e mi accorgo che il suo viso da una parte viene illuminato dalle fiamme delle torrette, creando un gioco di luci ipnotizzante. Mentre dall'altra parte, la luce fredda della lampada crea delle ombre sul suo viso marcato e spigoloso. Perché deve essere talmente bello?

«Ero in uno stato di shock, perciò credo che non valga», obbietto facendolo sorridere, un sorriso a trentadue denti.

«Sei sicura? Vuoi riprovare? Magari può aiutarti a capire...», sussurra dolcemente. La sua bocca si avvicina, i suoi occhi mi ipnotizzano, senza darmi via di scampo. Le mie la labbra iniziano a formicolare, pronte ad essere baciate, accolte e stuzzicate. Cazzo quanto lo vorrei. Come una dose di droga, che non vedo l'ora di riprendere. Ecco cos'è Matt per me, mi fa sentire bene, per un po', ma appena si allontana mi fa cadere in un oblio di astinenza.

Visto che non cedo ad allontanarmi, lui si avvicina sempre di più, la sua faccia si affianca alla mia, il suo naso sfiora il mio delicatamente. Sto per mettergli le braccia intorno al collo, per poterlo attirare di più a me...che il rumore dei colpi alla porta, ci fanno sobbalzare. «Servizio in camera» grida qualcuno, prima di aprire la porta, dal lato opposto di dove siamo noi.

Un facchino vestito di nero entra spingendo davanti a se un carrello pieno di pietanza. Matthew si allontana da me, e improvvisamente torno a respirare, come se l'incantesimo si fosse spezzato. Maledetto, come fa?

***

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro