Capitolo 7
Sangiovanni
"Se poi è così bello allora vale la pena fare fatica"
Il sussurro di Giulia mi inchioda, mi lascia senza fiato. Aspetto che si addormenti, perché so che è stanca e, in questi casi, quando si rilassa crolla in fretta. Apro gli occhi, guardandola un attimo. Sto per farle una carezza quando qualcuno urla. "Arianna non gridare!" la rimprovero subito, controllando he la ballerina non si sia svegliata. "Sangio sei un caga cazzo" dice ancora a volume alto. Sbuffo infastidito, decidendo di portarla a letto. Sarei volentieri rimasto a guardarla ancora un po' ma con l'altra romana che strilla non è possibile. "Giulia dorme" dico acido mentre la prendo in braccio. "Vabbè lei dorme e noi non dobbiamo far macello?" domanda. Arianna è incattivita dal fatto che Giulia è palesemente la preferita dal pubblico e anche Maria ha una speciale simpatia per lei, non che non le voglia bene, ma ama stare al centro dell'attenzione. "Considerando che soffre di insonnia e dorme in media 3 ore a notte direi di sì" la difende Leo mentre Evandro annuisce dietro di lui. "La porto in camera sua poi puoi far casino" borbotto infastidito. Martina mi apre la porta della sua camera, sorridendomi grata. Lei ha il sonno leggero e so che si sveglia quando Giulia si muove troppo e fatica a riaddormentarsi. La poso a letto e le lascio un bacio sulla fronte, come mio solito. Torno in salotto e valuto cosa fare. Non ho troppa voglia di passare il tempo con gli altri ma non mi va nemmeno di stare solo. "Sangiosbrando hai annoiato talmente tanto la Lola da stenderla?" mi prende in giro Evandro. "Ah ah ah molto simpatico" rispondo sedendomi accanto a lui sul tavolo. C'è Arianna che fa il cinema con Deddy che, di soppiatto, guarda Rosa e Rick sdraiati insieme sul divano. "Lo senti il dramma nell'aria?" mi domanda palesemente divertito il romano. "Nah, Deddy non muoverà un dito fino a che c'è la possibilità di Rosa e Rick" ribatto e il biondo scuote la testa. "Arianna farà una scenata se si rende conto che lui è cotto di un'altra. Comunque io metterei in chiaro ad Esa che tu e Lola siete ad un buon punto, ok che guarda Enula come se dovesse mangiarla però io lo paleserei anche a lui se stessi iniziando qualcosa con GiuGiu" mi dice indicando il cantante con la bottiglietta d'acqua. Sono quasi certo che sarebbe una birra se fossimo fuori di qui. "Me e Giulia cosa?" chiedo, facendo il vago. "Sangiosbrando sai che non possiamo bere alcool e quindi questa è acqua ed io non sono brillo? Non mi freghi" dice facendomi ridere. "Non lo so" dico sincero. "Tu sai cosa vorresti ma non sai gestire tutto" ribatte certo delle sue parole mentre Esa mi guarda, indicandomi con la testa il giardino. Prendo un grosso respiro, nella speranza di non incazzarmi. Annuisco girandomi poi verso Ev. "Prega che non mi incazzi" dico per poi sospirare e recuperare il giubbotto. "Mettiamo le mani avanti" dico, sedendomi sull'altro divano. "Se questa conversazione comprende Giulia io me ne torno dentro". Non mi va di parlarne in generale e soprattutto non mi va di parlarne con lui. "Mi tiro indietro" mi dice solo, alzando le mani. "Cosa?" chiedo stupito. "Non sono scemo, vedo come si comporta con te. Io e lei siamo amici e forse è meglio per tutti" dice sicuro, stupendomi. Ma è lo stesso che mi inceneriva stamattina? Non so bene come rispondere alle sue parole. Qualunque cosa deciderò di fare con Giulia non mi serviva certo il suo benestare. "Bene Brodi, io torno dentro" mi dice sbrigativo mollandomi li da solo. Una chiacchierata lampo praticamente. Rimango fuori, riflettendo ancora sulle parole della ballerina. Fai quello che ti senti. E cosa mi sento esattamente? Mi sento bambino con lei, mi sento leggero. Un paio di sere fa, ancora fermamente convinto di tenerla lontana, non lo salutata prima di andare a dormire. Era un'abitudine che avevo preso quello di passare da lei prima di sparire ma, quella volta, avevo deciso che non lo avrei fatto. Lei però è venuta da me, solo per un abbraccio, per assicurarsi di darmi la buonanotte. Mi sono sentito così grato di avere una persona cos' nella vita. Un'idea mi folgora e corro in casa, dritto nella mia stanza, sotto lo sguardo stranito di tutti. Prendo il quaderno dove scrivo e cerco la pagina dove avevo buttato giù le parole di Lisa. Rileggo ciò che ho scritto e butto giù altre frasi. "Brodi tutto bene?" mi domanda Deddy. Io gli faccio segno con la mano mentre concludo. "Tutto bene, dimmi" gli dico chiudendo il quaderno. "No, ti ho visto che sei schizzato via dopo aver parlato con Esa". Mi guarda stranito e io sorrido. "La questione Esa è conclusa per sempre" dico facendo sorridere anche lui. "Perfetto! Quindi ora non hai più scuse" mi dice. "Scuse?". Sono confuso, che vuole. "Sangio oggi se Martina non vi avesse interrotti sul prato l'avresti baciata. Non posso nascondermi davanti alle sue parole. "Era così palese?" "Oh sì" dice ridendo e sedendosi sul suo letto. "Io non so, lei mi piace ma ho paura che mi distragga" dico sincero, forse per la prima volta. "Non ti dirò cosa penso ora. Devi prima fare una mossa, sia che sia verso di lei sia che sia lontano, allora poi ne riparleremo. Solo una cosa, non farla soffrire o te la vedrai con me" mi dice, fin troppo serio. Io sorrido, grato per non confondermi le idee ancora di più e, in un certo senso, per il bene che vuole a Giulia.
Mi addormento così, con l'immagine di noi due stesi sul prato sotto le palpebre.
Giulia
La mattinata in sala va alla grande. Sono proprio carica oggi, forse saranno le parole di Sam di ieri, gli atteggiamenti di Sangio, sarà che oggi mi sento meglio con me stessa, più forte. Nel pomeriggio dobbiamo provare la coreografia di Samuele e questo mi da ancora più forza. "Cosa ci fai qui Giu?" mi sento chiamare quando finisco per l'ennesima volta la coreografia di Savege. "Ciao" sorrido andando a stoppare la musica che è partita dopo. "Che stai facendo?" "Avevo un po' di tempo libero e volevo provare" spiego per poi domandarmi cosa ci fa lui qui. Glielo chiedo e lui sorride. "Stavo tornando in casetta e ho sentito la musica". Sangio sorride, oggi più del solito ed io sono troppo felice per farmi delle domande. "Ma non avevi le prove sta mattina tu" mi fa presente, raggiungendomi al centro della sala. "Lo so ma ho chiesto se c'era una sala libera e mi hanno permesso di provare" "Ma non ti stanchi mai?" mi domanda sedendosi e invitandomi a fare lo stesso. Io mi sdraio, guardandolo dal basso. "Ballare è la cosa che più conta nella mia vita, finche posso farlo non mi tiro indietro" dico sicura. Lui mi guarda negli occhi, non so se sono io o se mi studia più attentamente del solito ma mi imbarazza e quindi distolgo lo sguardo. "Tu avevi lezione?" "Si, anche se essendo minorenne non posso chiedere ore in più" sbuffa sdraiandosi anche lui. "Devi aspettare ancora un paio di settimane e poi il problema è risolto no" lui si sdraia accanto a me, e anche se io sto guardando il soffitto so che mi sta fissando. "Sei ancora più carina quando arrossisci" ridacchia lasciandomi una carezza su una guancia. Mi giro verso di lui, rannicchiandomi. "Grazie per avermi portato a letto, pensavo dormissi anche tu" arrossisco ancora di più se penso alla frase che mi sono lasciata sfuggire ma non mi importa un gran che. Lui mi sorride, avvicinandosi ancora di più a me. E le sento, mannaggia se le sento, le bollicine che aumentano di intensità e scoppiettano ovunque. Vorrei bloccare il tempo così, io e lui vicini, con questa sensazione di leggerezza infinita, come se stessi camminando sulle nuvole. Ho paura di cadere, perché so che non c'è la rete, ma quasi non mi importa dell'impatto se posso stare così con lui ancora un po'. "Sei così bella" mi sussurra avvicinandosi ancora, mentre posa lo sguardo sulle mie labbra. Non ho intenzione di fermarlo perché, ormai lo so, il mio primo bacio sarà suo e non mi importa quasi cosa accadrà dopo. I nostri nasi si sfiorano ma, come accaduto ieri, qualcuno ci interrompe. "Emmmm... scusate" dice Tommaso per poi correre fuori. Noi due ci guardiamo e sono così imbarazzata da alzarmi di scatto. "Andiamo a pranzo dai" dico di tutta fretta recuperando le mie cose. Gli do le spalle ma vedo dallo specchio che di mette le mani in faccia e sospira, come se fosse frustrato. "Andiamo Ballerina" mi sorride tirandosi anche lui a sedere. Mi circonda le spalle con il braccio e andiamo a casa.
Sono seduta in cucina e mi guardo intorno. Sangio non c'è ed io sono quasi certa che sia nella sua camera. Mi sto annoiando e, in tutta sincerità, ho voglia di stare un po' con lui. "Vado a fare la sottona" dico facendo ridacchiare Evaristo seduto al tavolo. Arrivo fino alla sua stanza, trovando la porta chiusa. Apro piano, vedendolo dormire. Richiudo e busso, solo per accertarmi che sia effettivamente nel mondo dei sogni. Non ricevendo risposta entro e lo tocco piano. Il ginocchio, gomito, il naso. È così bello mentre dorme e le bollicine iniziano a muoversi piano dentro di me. Non vedendolo reagire prendo ad accarezzargli una guancia mentre mi incanto a guardarlo. Dopo dieci minuti, apre finalmente gli occhi. "Che ci fai qui?" mi domanda assonnato. Io non rispondo, mi limito ad inclinare ancora di più la testa e a guardarlo rapita. Sangio si fa più in là, lasciandomi il posto per sdraiarmi. Non esito un secondo e lo guardo negli occhi. Pensavo di essermi abituata un minimo alla sua vicinanza, al suo calore, ma non è così, sento sempre qualcosa di nuovo quando siamo a distanza così ravvicinata. "Vieni qui" mi dice avvicinando il suo viso. Ci nasconde col cappuccio e il braccio mentre io mi abbraccio a lui, incastrando le nostre gambe. Le bollicine frizzano come non mai e mi sento benissimo. È tutto più buio ora ma potrei giurare che gli brillano gli occhi come so che stanno brillando a me. "Non posso mandarti via" mi dice piano. Tremo a quelle parole, alla sincerità che ci ho percepito. Vorrei solo avvicinarmi ancora di più ma sono in imbarazzo, non sono capace, non voglio essere io a fare un altro passo. So che non sono stupida, che non mi sono fatta dei film, ma non voglio nemmeno rischiare di fare qualcosa di sbagliato. "Non posso starti distante" sembra che quasi gli costi dire quelle parole, come se avesse perso una sfida con qualcuno, probabilmente con sé stesso ma non ci faccio caso. Sento una felicità nuova farsi largo in me e avvicino ancora di più. "Non voglio starti distante" sussurro io pianissimo, tanto che penso, spero, non mi abbia sentito. Sangio però sorride e posa lo sguardo sulle mie labbra ed io faccio lo stesso. Perché ho immaginato e sognato di baciare vari ragazzi ma mai come con lui mi sembra la cosa più giusta da fare. Mi sento come se fosse la coronazione di tutta l'attesa. Di tutte le volte che in diciotto anni ho pensato di non meritarmelo. Mi bacia piano, gentile e delicato, quasi avesse paura che io possa rompermi. Non so bene cosa fare ma porto la mia mano sulla sua guancia e allora lo sento più deciso. Mi lascia tanti piccoli baci a stampo mentre penso di star impazzire dalla gioia. Mi avvicina ancora di più e approfondisce di più il bacio ed io mi lascio andare fra le sue braccia, finalmente felice.
"Come sei carina" mi dice ad un certo punto, facendomi arrossire più di quanto non lo sia già. Nascondo il viso nel suo collo, facendolo ridere. "Che fai ti nascondi?" ridacchia ancora. Io annuisco, completamente serena. Mi allontana e, nascondendomi ancora con il cappuccio, mi bacia di nuovo. "Lola! Dobbiamo andare" sento urlare. Mi stringo più forte a lui, mettendomi nella posizione di prima, per nulla intenzionata a spostarmi. So cosa succederà se me ne vado, lui mi allontanerà di nuovo ed io non ne ho la forza, non dopo che gli ho concesso il mio primo bacio. "vai ballerina" mi incoraggia lui, sorridendomi come poche volte lo aveva fatto. Io però scuoto la testa, troppo spaventata per uscire da questa bolla. "Lola hai cinque minuti! Ti aspettiamo in sala" urla di nuovo quella che ora so essere Martina. Solo lei ed Evandro usavano il mio secondo nome come se fosse il primo. "Dai vai, io vado da nessuna parte, mi trovi qui quando torni". Mi lascia un ultimo bacio e poi mi da una piccola spinta. Io rido e poi me ne vado, non vedendo l'ora di tornare. Mi ha detto che sarà qui, vuole dire che anche lui è felice e anche lui è emozionato come lo sono io. E allora mi concedo di sperare, di essere così piena di bollicine di nuovo.
Peccato che non sarebbe andata così.
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