Capitolo 10
Sangiovanni
Abbiamo appena finito di registrare lo speciale e ci stiamo dirigendo tutti in casetta, carichi per preparare l'albero che Giulia ha chiesto ieri. Non ci avevo pensato sinceramente però in effetti ha ragione. Che Natale è senza albero? Quando entriamo troviamo tutto sulle gradinate e vedo la ballerina cominciare a saltare entusiasta all'idea di preparaci alle feste tutti insieme. "Mettiamoci comodi però, così poi preparo la cioccolata e ci rilassiamo" ci dice Leo, come un padre premuroso. Eseguiamo l'ordine, spensierati come poche volte ci ho visti. La casa si riempie presto di canzoni natalizie e, quando arrivo alle gradinate, Giulia e Sam stanno già montando la base dell'albero. "Sei così impaziente?" le chiedo ridacchiando. Lei annuisce, troppo presa da quello che sta facendo. "Manco mi risponde più" ridacchio mentre Sam scuote la testa. Li aiuto a montare la struttura dell'albero mentre gli altri curiosano tra le decorazioni. "Sangio apri il ramo della punta? Io non ci arrivo" mi domanda col broncio. Le scompiglio i capelli e faccio ciò che mi dice. "Allora queste sono le più brutte quindi le mettiamo dietro" si avvicina Deddy. "Ma... povero albero! Deve essere bello anche dietro. Deve essere equilibrato! Quelle brutte le sparpagliamo e così non si vedono" "Giuli tu sei proprio strana" ridacchia Arianna. Giulia si blocca e, dopo un sorriso forzato, prende una pallina e inizia a decorare l'albero insieme agli altri. L'abbraccio da dietro dopo qualche minuto e lei si irrigidisce. "Shhh, non ascoltare nessuno, solo me" le dico all'orecchio ridacchiando poi. La sento rabbrividire ma non dico altro. "Elimina ciò che ti ha detto Arianna. È bello questo tuo modo di pensare, non perderlo" aggiungo piano. Lei si volta fra le mie braccia e mi fa un sorriso per poi lasciarmi un bacio sulla guancia. "Come sei carina" le dico. Lei si nasconde nel mio collo e io la stringo un po'. "Mi aiuti?" mi chiede con rinnovato entusiasmo.
Siamo seduti tutti sui divani, tazze vuote o quasi e sporche di cioccolata un po' ovunque. "Barcellona a Natale è bellissima!" esclama Giulia dopo che gli altri hanno iniziato a dire come trascorrevano le feste. "Vai tutti gli anni?" domanda curiosa Enula. "A Natale un anno sì e uno no ma ci vado sempre almeno una settimana in estate e, in generale, appena abbiamo più di un giorno e mezzo libero partiamo. La mia abuelita vive di fronte alla Sagrada Familia e noi abbiamo casa sopra di lei. Vi giuro, è tutto magico" dice con sguardo sognante. Non sembra essere più qui, sembra essere stata catapultata tra le strade del capoluogo catalano. "Barcelona té la meitat del meu cor (Barcellona ha metà del mio cuore)" dice poi, piano, in quella lingua che tanto ama ma che può usare pochissimo qui in casetta, quasi nemmeno quando parla con sua madre. Le avvolgo le spalle con un braccio per farla mettere comoda mentre la conversazione si sposta su altro. Non riesco a non essere così con lei, soprattutto quando i suoi occhi sono così malinconici. "Cosa c'è?" domando piano. "Nulla, sono un attacco di nostalgia da casa" mi dice accollandosi meglio a me. "Sai che ho visto nonna qualche giorno fa?" mi dice piano, come se la cosa dovesse rimanere fra noi. "Si?" domando stupito. Lei annuisce. "Non ho voluto dirlo a nessuno però... mi manca tanto la mia famiglia" "Anche a me. Lo sai che mia sorella è incinta?" le rivelo con un sorriso al pensiero di Andi col pancione. "Davvero?" chiede sorpresa girandosi verso di me e ignorando apertamente gli altri. Io annuisco con un sorriso immenso. "Guarda" recupero il cellulare e le mostro mia sorella. "Oh ma come è bella" il tono da bambina che usa mi scioglie il cuore mentre mi ruba il telefono dalle mani per vedere meglio la foto. Dopo qualche secondo, affianca la fotografia al mio viso e inclina la testa. "Ti assomiglia un sacco" costata per poi concentrarsi sul pancione. "Ma è già grande!" esclama come se una consapevolezza nuova l'abbia presa. "Già se tutto va bene non la vedrò nascere" spiego un po' sconsolato. "è una femmina?" domanda, distogliendomi da quel pensiero. Annuisco dicendole poi che si chiamerà Virginia. Forse questo è l'unico motivo per il quale non sarei voluto entrare ad Amici. Perdermi una cosa così importante mi fa sentire sempre in colpa quando chiamo casa. Guardo la foto di Andrea ancora aperta sul cellulare, me la mandata con la pancia scoperta ed è più bella che mai. Sento un peso posarsi sullo stomaco e il cuore stringersi. Ho realizzato solo ora che non vedrò mia nipote per tantissimo tempo se tutto va bene. Mi perderò un sacco di cose. Giulia però sembra notarlo perché mi stringe forte, spostandomi il viso di modo che io la guardi negli occhi. "Oi, forse non ci sarai quando nascerà ma questo non vuol dire che tu le voglia meno bene. Anche quando sono nata io mio zio e i miei nonni non c'erano. Non potevano esserci perché stavano vivendo la loro vita a Barcellona esattamente come tu stai facendo qui. Pensala così, quando uscirai di qui potrai baciarla e coccolarla quanto vorrai e, negli anni, sarà fiera di suo zio e dei messaggi che porta in giro" mi rassicura, lasciandomi una carezza sul viso. Io la guardo quasi ammaliato. Della bambina di prima non c'è più traccia, ora c'è una donna consapevole di ciò che dice. Forse è un po' anche questo che me la fa piacere tanto, è questo dualismo non banale che vive in lei, questo saper essere grande e piccina allo stesso tempo. Allora la bacio, un bacio a stampo, delicato e dolce perché al momento non ci serve altro. Lei si rigira, rimanendo però attaccata al mio petto, e io la stringo forte a me, trovando di nuovo la calma.
Giulia
È la mattina della Vigilia di Natale ed io vorrei solo piangere tutte le lacrime che ho in corpo. Mi sono sempre chiesta perché le persone debbano essere così cattive, perché non possano semplicemente farsi gli affari loro. Sono sdraiata sul mio letto e, per l'ennesima volta, non riesco a dormire. Questa volta non è l'insonnia però, sono le cattiverie della gente a non farmi dormire. Non dovrei guardare i social per più di qualche minuto, giusto il tempo di vedere cosa fanno i miei amici e re-postare le storie di qualche fan. Invece ci ogni tanto ci casco ed ora mi sento a pezzi. La risata, di nuovo, non piace. Il mio sorriso, per l'ennesima volta, non piace. Io, come sempre, non piaccio. Le lacrime abbandonano piano i miei occhi, lasciando che scendano silenziose fino al cuscino. Non posso fare rumore, Marti ha il sonno leggero e non mi va di svegliarla. Mi alzo piano, sono le tre di notte e so che tutti dormono. Prendo un bicchiere d'acqua e sospiro un po' affranta. "Cosa ci fai sveglia Patatina?" mi domanda Leo lasciandomi una carezza. Non dico nulla ma lo guardo sciacquare un bicchiere. "Non ti va di parlarne?" mi domanda piano. Io annuisco, non mi va di riempire altri delle mie paranoie. "Vuoi venire a dormire di là? Lo sai anche tu che dormi meglio" mi dice premuroso offrendomi una mano. La accetto e mi sposto con lui per la casa. Deddy dorme a pancia in su, è scoperto ed ha una mano sulla pancia. Mi stacco da Checco e lo copro, tirando bene il lenzuolo. Un rantolo mi colpisce le orecchie e mi volto verso il letto al centro. Sorrido intenerita alla scena. Sangio è rannicchiato su sé stesso, lui è coperto fin troppo, gli sbucano solo i ricci. Mi avvicino portando le coperte più giù, scomparendogli il viso incredibilmente rilassato e sereno. Sembra così piccolo in questo momento. Gli lascio una carezza lieve, non viglio svegliarlo, per poi infilarmi nel letto del pugliese. Mi stringe a sé fortissimo, ha capito che non è la solita insonnia ma che sono i troppi pensieri a non farmi dormire. Sento qualcuno girarsi ma mi concentro solo sul battito di Leo che mi rilassa istantaneamente. Scoppio a piangere di nuovo fra le sue braccia, ferita da ciò che ho letto. Mi sembra di tornare ragazzina, davanti a tutte quelle parole cattive, ai gesti scherno, torno a qualche settimana fa, agli insulti ricevuti da una persona che non mi conosce ma che si sente in diritto di ferirmi perché è ferita. Leo prende ad accarezzarmi la testa stringendomi forte con l'altro braccio. "Shhh... ci sono qui io patatina" mi sussurra piano. "Perché mi vogliono fare del male? Perché vogliono ferirmi se io non ho fatto nulla di male?" domando io, trattenendo un singhiozzo. "Perché la gente è cattiva e tu troppo buona Giù, però tranquilla. Ora ci siamo noi che ti proteggiamo. Hai me, Sam, Ev e soprattutto ai Sangio. Non sei più da sola" mi sussurra. Leonardo non sa tutto quello che ho passato ma che ho sofferto di bullismo sì. Continua ad accarezzarmi la testa piano, con fare gentile. "Checco" lo chiamo piano quella che mi sembra un'eternità dopo. "Dimmi Giù" "Mi canti una canzone?" "Tutto quello che vuoi piccolina". Intona una melodia che non conosco è lenta e rassicurante. Mi sento un po' più al sicuro, un po' più protetta e prego che, stando qui abbracciata a lui, non si presentino gli incubi di quegli anni. Senza nemmeno accorgermene, cado fra le braccia di Morfeo.
Il risveglio è strano, sento qualcuno accarezzarmi i capelli e, ogni tanto, passarmi un dito sul viso, come se lo stesse disegnando. Non voglio aprire gli occhi però, quindi mi rannicchio ed emetto un verso strano. Sento una risata mal trattenuta e i brividi mi pervadono. Sangio, perché non può che essere che lui, mi lascia un bacino sulla guancia. "Dai Lady sveglia" dice divertito. Come posso non alzarmi se me lo chiede così? La prima cosa che vedo solo i suoi occhi chiari e non posso non sorridere automaticamente. "Buongiorno" "Giorno" ribatto spostandomi un po', per lasciargli più spazio. "Hai dormito bene?" mi domanda continuando a lasciarmi carezze fra i capelli. Chiudo gli occhi godendomi quelle coccole fino a che non mi accorgo della situazione in cui mi trovo. Mi sono appena svegliata e, per forza di cose, sono struccata. Mi rannicchio di colpo nascondendomi sotto le coperte del letto di Leo. Lo sento ridere e, senza rendermene conto, sorrido anche io. "Dai scema vieni fuori e dammi un bacio" mi dice. "No" "No? come no?" domanda con tono indignato. "Non sono pronta?" "Per darmi un bacio?" "Mi sono appena svegliata" "E quindi? Io lo voglio comunque il mio bacino, me lo merito". Mi abbasso la coperta fino agli occhi, giusto per vedere la sua espressione. Ridacchia mentre lo guardo confusa. "Ti ho fatto dormire con un altro, guarda che bravo che sono! Chiedi a Deddy che avrebbe fatto se la sua ragazza avesse dormito con uno che non è lui" mi dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Io spalanco gli occhi, incredula alle sue parole. La sua ragazza? Sono davvero la sua ragazza? Le bollicine frizzano forte, non spariscono mai se lui è nei paraggi, mentre io lo guardo nascondendo il sorriso sotto il lenzuolo. "Come sei carina" mi dice accarezzandomi. "Quando arrossisci ancora di più" mi fa presente. Prende il lenzuolo e lo allontana chinandosi poi su di me. "Quindi, il mio bacino?". Io mi avvicino, senza però posare le labbra sulle sue, lui sorride ed elimina la distanza. "Ora sono soddisfatto" dice contento tirandosi su e prendendomi le mani per tirar su anche me. "che ore sono?" domando abbracciandomi le gambe per il freddo. "Le 10.30. Abbiamo tutti concordato con il lasciarti dormire visto che ieri sei andata a letto davvero tardi". Sangiovanni mi guarda, come se cercasse nei miei occhi qualcosa che non va, come se sapesse qual è il problema. "Giù devi prendere le pastiglie o non ne usciremo mai" mi dice premuroso, dopo avermi allungato una sua felpa. "è solo che..." "che?" "Se non dormo quando lo vogliono le pastiglie poi non riesco più a fare nulla" gli spiego. "Vorrà dire che gestiremo bene i tempi e ti impegnerai a dormire presto" mi dice, prendendo a giocare coi miei capelli. "Promesso?" mi domanda non sentendomi rispondere. Io non posso fare a meno di guardarlo e pensare a quanto possa essere gentile in questo momento. "Promesso, dal 26 però. Non voglio perdermi le feste" dico facendo il labbruccio. Lui scuote la testa ma io mi avvicino ancora di più, fino ad ora questa tecnica ha sempre funzionato. Sospira ed io so che l'ho avuta vinta. Mi lascia un altro bacio veloce. "Ora vai a prepararti, Leo e Kikka stanno preparando il cenone quindi dopo pranzo pisolino!" dice contento di dormire un po' di più e facendomi scoppiare a ridere mentre esco dalla stanza. "Ridi ridi ma tanto starai con me anche a costo di venire a rubarti dalle braccia di uno qualunque degli altri!".
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