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~8~


Come da promessa, Tommaso, appena staccato da lavoro è passato a prendere Beatrice per portarla al piccolo centro commerciale. Stanno seduti da cinque minuti al tavolino del Bar La Tarte aspettando le loro cioccolate calde con qualche pasticcino che le accompagni. Si trovano uno di fronte all'altro e sembrano divertiti. Parlano di tutto tranne che di quello che è accaduto il giorno prima. L'atmosfera nel contesto è serena, quasi come se non fosse mai successo nulla.

-Gnoma guarda quel ragazzo come ti guarda! Esclama divertito.

-Ma quello chi?- Domanda incuriosita.-

-Come chi?? Il ragazzo del bar.-

Beatrice si volta ed effettivamente si accorge che quel tipo la sta fissando come se fosse ciò che di più bello abbia mai visto. S'imbarazza e gira nuovamente lo sguardo verso il fratello che la guarda sorridendo.

-Non ti piace? Sembra carino dai. – Gioca con lei.

-Smettila di fare lo stupido. – Sorride.

-Eccolo che arriva, sfoggia il tuo sorriso migliore mi raccomando.-

Lei divertita mostra il dito medio e si mette composta sulla sedia fingendosi distratta.

Quel ragazzo lo conosce solo di vista. Lo aveva già visto altre volte. Non è di Pontivigne bensì di Bresacco, il paese confinante. Si chiama Filippo e ha diciannove anni. Ha gli occhi nocciola ed i capelli castani lunghi fino al mento. Nulla di eccezionale all'apparenza, se non fosse per i suoi tratti vagamente orientali che di certo non lo fanno passare inosservato.

-Benvenuti. Cosa vi porto?- Ha occhi solo per lei, e Tommaso non riesce a trattenere il sorriso visto l'imbarazzo di quest'ultima.

-Portaci due cioccolate calde e qualche pasticcino. Oggi è un giorno speciale per MIA SORELLA.-

Gli occhi di Filippo si accendono. Il gesto volontario del fratello nel fargli capire che non siano una coppia gli procura due pronunciate fossette sulle guance. E' piacevolmente sorpreso di questa notizia.

Beatrice non apprezzando quella frase gli tira un leggero calcio da sotto il tavolino.

Filippo prese le ordinazioni si allontana.

-C'era proprio bisogno di dirgli che sei mio fratello?- Gli domanda in contrasto tra l'esser divertita ed infastidita.

-Siamo qui per divertirci, l'hai dimenticato? –

-Tu ti diverti, io no di certo. – Sbuffa sorridente.

Mentre il centro commerciale inizia a riempirsi continuano a parlare di tutto. Scherzano sopratutto sugli sguardi che quel ragazzo continua a lanciarle assiduamente e sul quanto fosse buona quella cioccolata calda.

-Te lo dicevo che era davvero buona.-

-Sei sporco di cioccolata.-

-Ma dove?-

Lei sporcandosi il dito glielo spalma sulla guancia.

-Qui! – Scoppia a ridere.

-Ma cosa... - Anche Tommaso ride pulendosi frettolosamente.

-Sei una peste, però ti preferisco così a ieri.-

Il silenzio prende la parola per pochi secondi.

-Ho capito che non serve a niente star male per chi ha voluto solo ferirmi. Dentro sento l'inferno ma non voglio più piangere. Non si merita più niente, nemmeno il mio dolore.-

-Ed è proprio per questo che ho voluto portarti qui.-

L'ultima volta che c'erano stati insieme era circa tre anni fa. Erano loro due da soli proprio come in questo momento, ed erano felici proprio come oggi.

-Riprenditi il tuo passato. Proprio come tre anni fa riparti da questo preciso istante. Datti un'altra possibilità.-

Beatrice sorride malinconica, ma comunque sorride. Poi annuisce.

Qualcosa inizia però improvvisamente a turbare Tommaso. Il suo sguardo diventa cupo. La sua fronte corrucciata non fa presagire nulla di buono.

"Non è possibile!" Pensa sotto lo sguardo distratto di sua sorella.

Proprio dietro a loro a qualche ventina di metri di distanza, arrivano Alessandro, Vincenzo e Diego...

Escono spesso insieme e destino ha voluto che anche loro avessero la stessa idea. Essendo questo posto al confine tra Pontivigne e Bresacco, hanno voglia di vedere alcune ragazze dell'altro paese. Diego non ha molto desiderio di farlo. Si vede chiaramente che è il meno "eccitato" dei tre. Quello meno spensierato. Ancora meno del solito.

Nonostante questo, il solo vederlo a Tommaso crea l'orticaria. Non può dire a Beatrice di alzarsi proprio adesso e andare via, potrebbe rischiare di farli incontrare. Non può far altro che continuare a parlarle cercando di distrarla quanto più possibile sperando che quei tre spariscano dalla loro vista il prima possibile senza esser visti.

Non vuole che lei lo veda.

-Diego che ne pensi di quella ragazza con i jeans in mezzo al culo?-

Vincenzo ride.

-Non penso niente, me ne frego semplicemente.-

-Ma cosa ti succede oggi? E' tutto il giorno che sei strano. Anzi è da ieri sera. – Gli fa notare Vincenzo.

-Volevate fare un giro in questo misero centro commerciale? Bene, adesso siamo qui! Godetevi le vostre fantasie su delle tipe che non ve la daranno mai e non rompetemi le palle.-

Alessandro e Vincenzo si guardano in silenzio. Sono troppo soggiogati dal suo carattere forte. Preferiscono far finta di niente.

Diego si appoggia al muro mentre i suoi due amici iniziano a commentare tutte le ragazze più carine che passano. Prima d'ora non ci aveva fatto caso a quanto fosse stupido farlo. Anche lui di solito commentava e poi approdava le sue vittime, ma la rottura di quel rapporto indefinibile, lo ha profondamente cambiato.

"Possibile che solo adesso mi rendo conto di quanto fossi stupido a comportarmi così? A vederli adesso mi sembrano due veri idioti i miei amici. Davvero ero come loro se non peggio?"

Conosce già le risposte alle sue domande ma non vuole darsele. Sono già troppi i pensieri che in quest'ultimo periodo lo affiggono. Preferisce farle scivolare come tutto il resto.

-Ehi guardate chi ci sta!- Esclama Alessandro fissando un punto preciso.

Diego e Vincenzo iniziano a guardare in quella direzione.

-Non ci posso credere!- Esclama Vincenzo. – Cosa ci fa qui?-

I tre continuano a guardare la scena.

Diego si avvicina per osservare meglio, si mette le mani in tasca e inizia a sbuffare.

-Chi sarebbe?...-

-Ma come non lo sai? Non l'hai mai visto prima? –

-Quante cazzo di domande che fai ogni volta Vincenzo, rispondimi piuttosto!-

-Va bene, va bene, ma stai calmo. Lui è Filippo, il ragazzo più corteggiato di Bresacco. Diciamo una sorta di te in quel paese.-

Una volta questa specie di complimento lo avrebbe fatto sorridere con aria soddisfatta, ma invece adesso ne resta totalmente indifferente, come se nemmeno avesse udito l'ultima frase.

-Guardatelo come se ne sta impalato.-

-Vincenzo, ma non lo vedi che sta osservando qualcuno o qualcosa?- Dice Alessandro.

Stavolta i tre seguono lo sguardo di Filippo per capire cosa diavolo stia guardando assorto nei suoi pensieri. Appena Diego vede Beatrice inizia a sudare freddo. Non sa se essere più infastidito del fatto che quel tipo le stia mettendo gli occhi addosso, o del fatto che tra l'altro, lei sia in quel posto in compagnia di suo fratello.

Anche Alessandro e Vincenzo la riconoscono nonostante dia loro le spalle.

-Ma quella non è Beatrice?- Domanda Alessandro.

-Si che è lei, ho riconosciuto per primo suo fratello.- Risponde Vincenzo sotto il silenzio nervoso di Diego.

-Non dite più una parola!- Esclama Diego mentre i due amici si guardano interrogativi e ignari. 

Quel dolore nascosto dietro quella rabbia apparentemente ingiustificata fa cadere i tre nel silenzio più assoluto. Con gli occhi fissi davanti a loro questa volta è solo Beatrice a sorridere inconsapevole della presenza del suo più grande dispiacere. E più lei ride... Più lui egoisticamente vorrebbe morire dentro.

A quanto pare il destino non sembra voler chiudere gli occhi condannandoli ai loro disagi. Diego e Beatrice hanno conosciuto l'amore sprofondando nel dolore.

Nulla passa quando il passato è ancora presente. 


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