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~4~


Quel bacio è piacevole nel corpo quanto doloroso nell'anima.

Ritrovando un briciolo di lucidità prova a spingerlo via con più insistenza. Le loro lingue sono intrecciate come catene d'acciaio. Anche le braccia di lui la tengono incollata in quella follia.

Rinuncia restando vittima del suo male. Le labbra continuano a baciarsi come se fossero calamitate. Lei poggia le mani intorno al busto di lui ormai arresa. Continua a baciarlo dimenticando tutto il dolore. Non riesce più a capire cosa vuole davvero. Ha messo da parte la sua dignità. Ha perso di nuovo.

Diego si stacca e si allontana silenzioso a pochi centimetri da lei. La fissa negli occhi e lei fa lo stesso.

-Sei un bastardo!-

Lui sorride, ma questa volta è un sorriso sereno la quale lei non resiste.

-Non sono un bastardo qualunque... Sono il TUO di bastardo.-

Si ributta su di lei baciandola ancora. Le sue mani stavolta scivolano sui suoi fianchi per poi salire verso il seno.

-Non provarci nemmeno. Non sono più la tua bambolina.-

Diego abbassa le braccia. Il suo volto è serio.

-Cosa saresti allora?-

Lei non risponde. Non sa cosa rispondere. Quei suoi occhi neri le tolgono il dono della parola.

Lo guarda inerme mentre torna a spingerla sul suo petto. Si lascia avvolgere.

-Non funziona così... Non puoi pensare che tutto quello che ho letto possa esser dimenticato con un semplice abbraccio.-

-Non servirebbe dimenticare. So di aver sbagliato...-

Anche se questa situazione la fa soffrire, per assurdo le piace. Non riesce a dimenticare quel sorriso da stronzo che aveva stampato in faccia mentre tra le lacrime gli chiedeva spiegazioni senza valide risposte per quei tradimenti. Non riesce a scollarsi di dosso quel suo essere stata umiliata. Ma l'odore di lui e quelle braccia che la tengono stretta, in quell'istante la stordiscono. La fanno sentire protetta quanto schifata. E' combattuta da queste sue emozioni contrastanti. Somiglia ad una foglia in balia del vento. Si lascia trasportare.

Sofia la raggiunge poco dopo preoccupata dal suo comportamento apparentemente insolito. Sente il bisogno di ascoltarla, di capire cosa le fosse successo. Non li vede baciarsi. Li trova uno di fronte all'altra.

-Bea va tutto bene?-

-No, non va bene niente.-

-Non avevi di meglio da fare che disturbarci? - Domanda Diego infastidito da quell'interruzione.

-Come ti permetti a trattarmi così? – Sofia si sente offesa nell'esser trattata come una di troppo.

-Torna pure alla tua festa! Lei sta benissimo.-

Sofia osserva Beatrice sconcertata.

-Come fa a piacerti questo pallone gonfiato pieno di se? Cosa trovi di buono in quest'essere arrogante?-

Lui sorride sbuffando.

-Bla bla bla. Puoi anche andartene adesso. Ho detto che lei sta benissimo!-

Beatrice non trova le parole per dire niente. Questa situazione la turba ma non sa cosa fare.

-Vai pure Sofia. Ti chiamo domani e ti spiego.-

L'amica non capendoci nulla si allontana fissando male Diego.

-Cosa ti guardi ragazzina?- La sua voce è sprezzante quanto orgogliosa.

Sofia farfuglia qualcosa allontanandosi di nuovo.

Beatrice guarda male Diego.

-Se sei stato invitato a quella festa lo devi solo a lei. Portale rispetto.-

-Se ero presente a quella festa è solo perché so che ci stavi tu.-

Lei tace.

Come fa ad essere così dolce e stronzo allo stesso tempo? Come fa a cambiare così rapidamente personalità?

Sembra che in lui vi siano più persone. Sembra dominato da tante anime contrastanti tra di loro e che all'occorrenza lo gestiscano come meglio credono.

-Mi hai fatto del male. Io ci credevo a te...- Beatrice non vuole piangere di nuovo davanti a lui e tiene a fatica lo scendere delle sue lacrime.-

-La delusione è un male comune. Ho deluso anche me stesso trattandoti in quel modo. Non conoscevo questo tuo lato, sei sempre stata gentile e premurosa con me. Avevo bisogno di evadere. Non ho mai creduto veramente all'amore e in tutto questo tempo mi stavi facendo cambiare idea. La mia è stata paura d'innamorarmi.-

-Non hai mai detto di amarmi. Nemmeno una volta. –

-Non sono capace a dirlo. –

- Cazzate! Tutti siamo capaci se lo sentiamo veramente. Forse eri troppo accecato dai tuoi peccati per renderti conto di quanto a me avrebbe fatto piacere sentirmelo dire dall'unica persona che abbia mai veramente amato.-

Diego tace abbassando lo sguardo.

-Guardami negli occhi. Prenditi le tue responsabilità. Hai fatto di me un pezzo di pietra. Non so più chi sei o forse non l'ho mai saputo. Non posso più vivere una vita con una persona come te al mio fianco. Ormai hai distrutto tutta l'importanza che avevi per me. Oggi mi hai uccisa due volte: la prima per avermi presa in giro tutto questo tempo. La seconda nell'avermi ricordato quanto fossero importanti per me i tuoi baci ed i tuoi abbracci. Ma non ce la faccio più. Non riesco ad ingoiare tutto questo. E' un boccone troppo amaro da mandare giù.-

Una lacrima non trattenuta le scende viso sotto il silenzio di entrambi.

Beatrice si scansa nuovamente di qualche passo guardandolo. Il suo è uno sguardo triste. Ormai è un groviglio di lacrime.

-Lasciami stare Diego. Liberami da tutta questa sofferenza. Non cercarmi più, mi hai fatto troppo male. Non lo meritavo.-

Diego non sembra più quel grande uomo che si mostra agli occhi della gente. Sembra un ragazzo come tutti gli altri. Anche se come Beatrice non ama mostrare il suo dispiacere e le sue emozioni, il cuore gli batte così forte da sentirlo scoppiare.

-Sono uno stupido! Sono sempre stato un fottuto stupido. Hai ragione su tutto. Sono un immaturo schiavo dei miei peccati e delle mie perversioni mentali. Un ragazzino che gioca a fare l'adulto succube dei propri limiti. Ho un carattere troppo contrastante. Non riesco ad essere piatto e lineare. A volte godo in quello che dovrebbe procurarmi dispiacere. Sono un bastardo... Proprio come hai detto tu.-

Detto questo si allontana sotto lo sguardo bagnato di Beatrice, e allontanandosi, sparisce dalla sua vista.

Lei scoppia a piangere singhiozzando, e con passo stanco si dirige verso casa.


BEATRICE POV

"Adesso è davvero finita..." Ci vede appannato tante sono quelle lacrime.

DIEGO POV

"Volevo portarla a casa mia. Solo quando ieri è uscita ho capito in maniera lucida il male che le ho fatto. Sul momento ero rapito dal mio carattere di merda, dall'eccitamento nel vederla in quello stato. Lei che è sempre stata così composta ed educata. Mai una scenata, mai una nota fuori posto.

Questa mattina le ho fatto un dipinto su tela. Volevo regalarglielo. Che coglione che sono. Cosa credevo che sarebbe cambiato, cosa credevo di risolvere?!... Sarà legna per il mio camino questa notte. Ormai ho perso tutto. Sono il guaio dei miei guai e so che sbaglierò ancora. Sono condannato a sbagliare."


Tornato alla festa suona il campanello. Sofia guarda dallo spioncino e lo vede.

-Dove sta Bea?-

-Apri!-

-Ma chi cazzo ti credi di essere?-

- Ti ho detto di aprirmi.- Diego è apertamente nervoso quanto arrabbiato, ma con se stesso.

Nel frattempo dietro Sofia, Vincenzo, uno dei migliori amici di Diego si avvicina a lei.

-Chi è, Diego?!-

Lei annuisce.

Vincenzo apre la porta facendolo entrare sotto lo sguardo interrogativo di Sofia.

Tutti i presenti sembrano interessati a vedere cosa accadrà adesso.

-Dove sei stato amico?-

-Fatti i cazzi tuoi!- Non sembra aver voglia di parlare.

Avvia il suo passo deciso verso il tavolo delle bevande. Afferra una bottiglia di gin sotto lo sguardo interdetto dei presenti ed esce di nuovo sbattendo la porta alle sue spalle.

-Che testa di cazzo!- Esclama Sofia mentre gli altri commentano la scena.

La serata si avvia alla fine.

Beatrice giunta a casa si butta sul letto in una valle di lacrime. Vorrebbe essere forte ma proprio non ci riesce.

Sofia aiutata da qualche amica e amico, cerca di mettere in ordine.

Diego se ne torna in compagnia di quella bottiglia nella sua stanza. Ingurgitando quanto più alcol riesce a mandare giù, non può fare altro che pensare costantemente a colei che ha più bastardamente amato e perso: Beatrice.


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