Il giorno seguente, dopo aver passato più di sette ore in aereo, grazie ad un amico di mio padre, verso il tardo pomeriggio arrivammo finalmente a casa. La nostra nuova casa! << Grazie Adam per tutto!>>, lo ringrazia mio padre, mentre prende fuori dal bagagliaio della macchina le valige. << Figurati! Per me è sempre un piacere aiutare un vecchio amico!>>, dice Adam, dando una pacca sulla spalla a mio padre. << Allora ci vediamo dopodomani al lavoro! Ciao Trevor... ciao mademoiselle>>, ci saluta Adam, entrando in macchina. << Ciao!>>, diciamo io e mio papà. Non appena saliamo le scale del portico e ci ritroviamo davanti la porta d'ingresso, mio padre, mostrandomi le chiavi di casa, mi chiede: << Vuoi avere l'onore di entrarci per prima?>>. << Certo!>>, dico entusiasta, prendendo le chiavi ed infilandole subito nella serratura della porta. Appena entro nella casa rimango a bocca aperta... è perfetta! Dopo aver esaminato con cura il salotto, la cucina, il bagno ed il piccolo ma grazioso giardino sul retro, mi catapulto dentro casa per andare a scegliere la mia nuova camera. << Questa è mia!>>, urlo affinché mio padre mi possa sentire. Lui arriva di corsa dalla cucina ed entra in camera.
<< Mannaggia, scegli sempre la camera più bella!>>, si lamenta, dopo aver dato un'occhiata all'altra camera da letto. Gli rivolgo un sorriso smagliante e cado di peso sul mio nuovo letto matrimoniale. << Questa casa sarà anche con solo due stanze, ma sono molto più spaziose e ariose della casa precedente!>>, dico. << Poi visto che c'è spazio, ci potrei mettere anche una cabina armadio!>>, ipotizzo, indicando un punto di fianco alla scrivania. << Già, però tutto a suo tempo! Prima dobbiamo mettere a posto tutte le cose che ci sono dentro i bagagli. Poi domani andiamo a comprare da mangiare e da bere al supermercato... e dobbiamo anche andare a noleggiare un furgoncino, almeno finché non avrò abbastanza soldi per poter comprare una macchina. Poi, visto che ci siamo, ti iscrivo alla nuova scuola, dato che tra neanche una settimana incomincia!>>, dice, ridendo per la mia espressione.
<< Oddio, non mi ci far pensare! Solo a pensarci mi sta venendo l'ansia>>, dico ad alta voce mentre mi alzo dal letto e vado a prendere le mie valige per incominciare a mettere a posto. << Dai che andrà tutto bene! Piuttosto spero che il mio datore di lavoro, ovvero Adam, mi prenda al lavoro...>>, dice preoccupato. << Ma ovvio che ti prenderà! Comunque, non mi sembra il tipo che licenzia e ti lascia in mezzo ad una strada... e poi non mi hai detto stesso tu che siete migliori amici dinfanzia?!>>, lo rassicuro.
<< Sì, però potrebbe sempre cambiare idea...>>, dice, sedendosi sul letto. << Ma va là! Se sei il migliore artista e papà di sempre!>>, dico, cercando di tranquillizzarlo.
<< Non credo che conti essere il miglior papà del mondo per essere assunti al lavoro... e poi non tutti pensano che i miei lavori siano belli. E non è assolutamente vero che sono il miglior artista del mondo... dal canto mio le mie opere sono appena passabili>>, dice. La sua caratteristica che mi colpisce ogni volta e certe volte mi innervosisce è la sua modestia. Di sicuro mio papà ha un gran talento, anche se non tutti la pensano allo stesso modo... la maggior parte per invidia o semplicemente per convenienza. Ma mio padre nonostante tutto ha combattuto affinché il suo sogno diventasse realtà, ovvero il suo lavoro. Naturalmente posso capire la sua paura per essersi trasferito qui senza avere delle vere certezze di proseguire il suo lavoro di artista. << Beh, perché a quelle persone che non piacciono i tuoi lavori hanno dei gusti schifosi... per non dire altro!>>, dico seria. Lui fa un accenno di sorriso e dice:
<< Allora, cambiando discorso, io comincio ad avere un po' di fame... mi chiedevo se ti andasse di ordinare...>>, incomincia a dire, ed io proseguo dicendo prima di lui: << Una PIZZA?! Siii!>>.
<< Ah, si vede proprio che sei mia figlia!>>, dice sorridendomi soddisfatto.