Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Quattro


Annabeth. Annabeth. Annabeth. Annabeth.
Percy fissava il soffitto della sua camera. Non erano molti i pensieri nella sua testa.
Trina di luna scomparsa.
Percy scosse la testa.
Annabeth.
E se fosse tutto uno scherzo?
Una maledizione?
Un incubo?
Be' in quel caso avrebbe dovuto trovare il modo per svegliarsi. Si mise seduto a gambe incrociate sul letto e avvicinò la mano destra al braccio sinistro per pizzicarsi la pelle pallida.
E se non fosse un sogno? E se domani mi risvegliassi in questo stesso letto, con un braccio martoriato e la stessa situazione da schifo?
Non poteva sopportarlo, decise. Sapere che tutta la propria vita era una frottola era troppo perfino per lui. Se si trattava di un sogno, allora prima o poi si sarebbe svegliato. In caso contrario...
Cosa diavolo ho combinato per meritarmi questo?!
Rivide la trina di luna scomparire, con il vaso e tutto il resto. Poi immaginò Annabeth sbiadire allo stesso modo. Un secondo prima si tenevano per mano e quello dopo non riusciva più a percepirla. Cercò di pensare.
Dove sei?!
Non poteva andare avanti così. Infilò una felpa e dei jeans e uscì di casa facendo meno rumore possibile. Sperava che l'aria fresca gli avrebbe schiarito le idee. Si incamminò per una via a caso. Manhattan era caotica sempre e comunque. Da un locale sul ciglio opposto della strada uscì una ragazza bionda. Era abbastanza alta e magra da sembrare Annabeth. Percy trattenne il respiro, incrociando le dita; espirò quando lei si voltò, rivelando un viso marcato dal trucco pesante e la scollatura dell'abito. Annabeth non si sarebbe mai conciata così. Parte della sua bellezza stava proprio nel non curarsi in modo tanto eccessivo dell'aspetto. Lei era così. E a Percy bastava; anzi, non poteva fare a meno di stare con lei.
Si diede mentalmente uno scappellotto sulla nuca per l'idea decisamente orribile: uscire gli aveva ricordato ciò che non c'era più. Si incamminò nuovamente verso casa. Si sarebbe coricato a letto e avrebbe pensato alla prossima mossa. Non era tutto perduto, non poteva esserlo, perché se così fosse stato, allora Annabeth era un frutto della sua mente. Le risate, i baci... erano momenti passati, ma così intensi. "Guarirai con il tempo" gli aveva detto dua madre una volta, mentre lo accompagnava dalla Highsmith. Percy era fermamente convinto che ci fosse troppo in gioco, perché il tempo potesse sortire qualche effetto benefico. Nemmeno l'eternità gli avrebbe fatto dimenticare la sua Annabeth. Cavoli, aveva affrontato il Tartaro, con lei. Quante possibilità c'erano di uscirne vivi? Eppure ce l'avevano fatta, insieme.
Insieme. Ora sono solo io.
Imboccò la via più lunga per tornare a casa, e nel frattempo continuava a scervellarsi per uscire da quella situazione. Forse Annabeth era al Campo. Forse se si fosse presentato a Long Island... okay, magari ora che era un perfetto mortale non aveva nemmeno la Vista, ma conosceva la posizione della Casa Grande ed era in grado di orientarsi tra le colline. Inoltre, era sicuro che se uno dei semidei l'avesse visto, lo avrebbe sicuramente riconosciuto, e quindi portato da Chirone.
Passò davanti ad uno di quei vicoletti bui e poco raccomandabili di Manhattan; consapevole del suo corpo da dodicenne, accelerò il passo e lo superò.
-Perseus.
Percy si fermò. Il suo nome. Il suo nome pronunciato da una voce sconosciuta. Ostile, nemica. Il cuore del ragazzo accelerò, ma non per la paura. Aveva finalmente trovato un'occasione, una possibilità di trovare Annabeth. Di tornare ad essere un semidio della Cabina Tre.
Con un sorriso sulle labbra, si voltò verso il vicolo e scrutò verso il fondo.
-Chi sei?- chiese, con la sua voce ancora acuta.
Nessuna risposta. Lo sconosciuto se ne stava là, le spalle e la schiena ricurve sotto una lunga veste nera con cappuccio. Si incamminò lentamente verso la parete del vicolo cieco.
Percy prese un bel respiro.
E va bene. Seguiamo il giubbotto che cammina e guardiamolo stamparsi contro un muro. Sembra divertente!
Ma il Giubbotto Ambulante, con un pizzico di dispiacere di Percy, che aveva ritrovato l'ironia perduta, si fermò accanto al muro, in un angolo così buio che il ragazzo dovette strizzare gli occhi per distinguerlo dalle ombre.
Percy gli si accostò, senza smettere di squadrarlo.
Se qualcuno fosse passato per il vicolo, avrebbe visto un dodicenne dagli occhi verde mare studiare il nulla, il corpo teso.
Ma Percy vedeva, eccome se vedeva.
Poi Giubbotto Ambulante tese una mano e, semplicemente, lo agguantò per la gola. Percy provò a sottrarsi, ma l'oscurità alle sue spalle lo rispinse in avanti.
L'ultima cosa che Percy vide fu un paio di occhi brillanti come oro fuso.
Eidolon!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro