III - Dante, Inferno
Amor ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
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Canto V, Francesa racconta la sua tragica fine e tutti ricorderete questo celebre verso ripreso dall'antica vulgata a cura di G. Petrocchi.
Eppure il dialogo più bello di tutto l'inferno dantesco potrebbe contenere un "errore" capace di modificare la lettura di questo singolo passo.
Con i suoi recenti studi, Giorgio Inglese (che ha curato la nuova edizione del Dante Nazionale per la Commedia) modifica il verso con "n'offende".
Una sola lettera stravolge completamente il discorso.
La nuova versione, infatti, non pone l'attezione solo su Francesca. Non sottolinea solo la mancanza di "modus" nei confronti della donna, non sottoline il dolore di Francesca, ma indica l'uninone totale tra i due.
La mancanza di "cortesia" appartiene ad entrambi i protagonisti. Francesca è tanto colpevole quanto Paolo ed è per questo, che anche nella pena e nel dolore Francesca non si rende protagonista, tantomeno si separa dall'amatao.
La passione e l'amore li infiammano e li legano nostante entrambi comprendano fin troppo bene d'aver peccato.
Amor ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e 'I modo ancor n'offende.
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