29 (capitolo d'epilogo)
Pensavate di esservi liberate di me eh?! E invece no muahahaha.
*risata malefica*
Sono seduta sul mio immenso divano di pelle bianco, le gambe intrecciate e l'enorme album di fotografia appoggiatovi sopra. Il musetto umido del mio piccolo pitbull nano nero, mi accarezza la dolce protuberanza che sta crescendo dalla mia pancia. Do una grattatina sulla testa del cane e apro l'album.
La prima foto che vedo ritrae mio padre con un braccio sulla spalla di Ian, con le guance rosse per il troppo vino, che ride assieme al futuro genero.
Lo ammetto, l'idea di sposarci è stata prematura e piuttosto azzardata, ma ora come ora sono contenta.
Sfoglio pagina e un sorriso spontaneo nasce alla vista di mio fratello Josh e Madison stretti in un abbraccio affettuoso e intriso d'amore. Del loro. Da quel famoso capodanno si sono avvicinati sempre più e ora sono felicemente fidanzati e convivono proprio accanto a noi, vicino alla dimora Somerhalder, in Luoisiana.
Sono passati cinque lunghi anni dal giorno della proposta e sono stati i cinque anni più belli della mia vita.
Passo alla foto successiva che ritrae me e Ian il giorno del nostro matrimonio. Eravamo felici in quella foto. Come location per il pranzo avevamo scelto un castello enorme con un giardino stupendo. Per le foto avevamo scelto il punto in cui c'era una splendente fontana. Per la foto in questione Ian si era seduto sul muretto e io ero seduta sulle sue gambe, con il lungo strascico rosa cipria che lo ricopriva fino a terra. La sua mano poggiata sul mio fianco e la mia che stringeva il suo torace scolpito e marmoreo. Questa era però una foto a tradimento, perché scattata senza preavviso, infatti non stavamo guardando l'obbiettivo bensì noi altri. Gli occhi incastonati negl'occhi. Le sue labbra ad un centimetro dalle mie.
Se chiudo gli occhi posso ancora sentire il suo respiro su di me, la sensazione di smarrimento e sicurezza che provai.
L'immagine successiva invece ci ritraeva al momento delle promesse, ancora intrise nella mente.
Eravamo davanti al prete, ci stava sposando. Ian davanti a me. Io davanti ad Ian. Noi due, nessun altro riuscivo a vedere. Sentivo un vociare in sottofondo ma non riuscivo a distinguere nulla oltre alla sua figura mascolina.
"È il momento delle promesse" annunciò il prete.
Ian prese un respiro, mi prese le mani e, guardandomi negli occhi, iniziò "Ronny Margharet Gale, ti ho amato da quel giorno in cui ti ho mandato quella richiesta d'amicizia. T'ho amato quando ti sei confidata con me. T'ho amato anche quando ti sei arrabbiata con me, ma penso di non averti mai amato così tanto come quando ti presentasti alla mia porta senza preavviso, dopo quella brutta litigata. Ci siamo voluti bene. Ci siamo fatti del male. Ci siamo odiati. Ma soprattutto, ci siamo amati. E io ti amerò per sempre, perché TU Ronny, hai cambiato la mia vita, me l'ho resa migliore. Per me, ora e ogni giorno, sarà un vero onore essere chiamato TUO MARITO. Dormire e svegliarsi nello stesso letto, poter fare l'amore con te in ogni momento, poterti considerare davvero MIA, mi renderà l'uomo più felice del mondo per tutta la vita."
A quelle parole fu difficile rispondere, ma quello che dissi non fu altro che la semplice e pura realtà.
"Ian Somerhalder, mi hai stravolto la vita, non sempre per il verso giusto. Però.. una cosa la devo ammettere. Grazie a te sono cambiata tantissimo, hai tirato fuori il meglio, ma aimè anche il peggio. Grazie a te ho iniziato a parlare con mia madre, ho trovato un'amica fantastica" mi volto per sorridere a Mad che ricambia, per poi riconcentrarmi su Ian. "Aver trovato te è stata la cosa più bella del mondo e non finirò mai di ringraziare l'esistenza di Facebook. Grazie a te ho capito che il destino riserva qualcosa di bello per tutti e che arriva nel momento in cui deve arrivare. Il mio destino sei stato Tu e.. ti amo Ian"
Uno scroscio di applausi riecheggia in tutta la Chiesa mentre noi due sigilliamo le nostre promesse con un bacio.
Voltando ancora pagina trovai un'immagine che raffigurava Ian dietro di me che mi abbracciava e con la testa nascosta nell'incavo del mio collo, eravamo in spiaggia, durante la nostra luna di miele, a Santa Lucia. Il mio vestitino bianco svolazzava mentre, nell'immagine successiva, Ian mi prese per i fianchi e mi fece alzare da terra.
"Ian!!! ahahaha. Smettila, mettimi giù! Ci stanno guardando!" rido e lo sgrido nello stesso tempo.
"E che ci guardino!" grida lui, forse per farsi sentire da tutti. " Tu sei MIA moglie e se voglio farti volare, lo posso fare!". Finalmente mi posa per terra e devo chiudere un attimo gli occhi per riprendermi, non tanto per il 'volo' ma quanto per le parole da lui dette.
SUA MOGLIE, ancora non ci credevo. Eravamo sposati da poco più di una settimana ma ancora non riuscivo a capacitarmene. La scelta di sposarci fu, come ho sempre pensato, azzardata, anche per mio padre. Eh si, per lui fu più difficile da accettare: la sua piccolina si sposa. Si deve essere un duro colpo!
[°°°]
Eravamo stesi sull'enorme materasso. Avevamo appena finito di fare l'amore ed eravamo rilassatissimi. Eravamo abbracciati in una posizione stra comoda. Tutti e due di lato, le nostre gambe intrecciate e il mio collo nell'incavo del suo.
"Grazie" mi sussurra. Grazie? E per cosa? Glielo chiedo.
"Per esserci. Per avermi sposato e perché mi sopporti".
Come si fa a non amarlo?
Un sorriso nasce spontaneo sul mio viso quando sento una macchina fermarsi. Il piccolo Damon alza il muso e corre davanti alla porta scodinzolando felice.
Il padrone è arrivato! Penso.
Mi alzo anche io e mi avvicino alla porta, lentamente, a causa della pancia pesante.
Un uomo, il mio uomo, entra in casa e appena mi vede, mi sorride e mi viene incontro.
"Come sta la mia dolce moglie?" Mi chiede baciandomi.
Rispondo al bacio e, senza fiato, rispondo che sto bene.
Mi accarezza la pancia, vi deposita un bacio sopra e lo sento sussurrare "Secondo te la mamma sarà d'accordo se la invito a fare l'amore con me?".
Sorrido e gli dico che si, sarebbe molto felice.
Così mi prende in braccio stile sposa, nonostante le mie continue lamentele e mi porta nel letto. Iniziamo a baciarci ma ad un tratto lo fermo e gli dico:
"Ian, ma quando la mia pancia crescerà non potrai più portarmi in braccio, peserò troppo".
Per tutta risposta lui sorride, mi da un bacio sull'angolo della bocca e mi sussurra
"Avrò un valido motivo per andare in palestra".
Ricominciamo a baciarci e facciamo l'amore ascoltando i battiti veloci dei nostri cuori. Per tutto il tempo Ian tenne una mano sul fianco, dove batteva il cuore di nostra figlia.
Volevo dedicare questo capitolo a tutte voi. Spero che vi piaccia!
Con affetto e amore..
Ronny & Ian Somerhalder.
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