Capitolo 6
<< Ok Mercoledì i bagagli sono tutti pronti, controlla in tutti i cassetti se abbiamo lasciato qualcosa >> Enid era super eccitata per quella giornata, finalmente erano ad un passo da quella quotidianità mondana desiderata per così tanto tempo che quasi le sembrava impossibile.
<< Enid, è la quarta volta che mi dici di controllare, qui non c'è più niente di nostro, e nel caso ci fosse possiamo sempre ricomprare qualunque cosa sia a Los Angeles, anche lì hanno i supermercati >> era da poco che la corvina stava sperimentando l'umorismo, la affascinavano tutte le combinazioni rese possibili da quest'ultimo, e deridere le persone le era sempre piaciuto, quindi perché non unire le due cose?
<< Lurch sarà qui a momenti, non voglio che aspetti per prendere le valige >> la bionda girava freneticamente da un lato all'altro della stanza torturandosi le dita. La corvina si alzò dalla sua comoda seduta e afferrò le mani dell'altra, posandole un bacio a fior di labbra dopo esser salita sulle punte. Anche dopo anni la differenza di altezza era solo aumentata.
<< Andrà tutto bene, sarà come un normale trasloco, solo più lungo >>
<< Che ne dici se lascio le chiavi al portiere e andiamo in giro? Quando torniamo poi ci dirigiamo direttamente in aeroporto così la possibilità di perdere il volo è ridotta a zero? >> propose Mercoledì vedendo che le rughe sulla fronte di Enid non accennavano a scomparire.
<< Non dovremmo restare qui? Sai per assicurarci che il portiere non confonda Lurch con qualcun altro. >> chiese alzando lo sguardo l'altra.
<< Lurch è inconfondibile, ma darò una foto all'ingresso per essere sicuri >>
<< Ok...andiamo? >> Enid era leggermente titubante, ma poi pensò che quelle erano le loro ultime ore in Giappone.
Presero un taxi per arrivare alla metro e mentre Mercoledì si limitava a guardare fuori dal finestrino con la stesso atteggiamento dei videoclip di Lana Del Rey, Enid si divertiva a scambiare due chiacchiere col tassista, era un tipo veramente simpatico.
Quando scesero dal mezzo la ragazza in preda al buon umore da ultimo giorno elargì una discreta mancia al signore alla guida, che dal canto suo salutò la bionda come la più cara delle sue amiche.
<< Ok, siamo arrivate dove vogliamo andare? >> Enid si voltò verso l'altra che guardava ancora un punto indefinito senza proferire parola, a quanto pare la sua testa mandava ancora Summertime sadness in loop.
<< Non lo so, dove vuoi, sei stata tu quella che ha passato più tempo in giro >> disse Mercoledì.
<< Va bene, ti va di andare in un bar qui vicino? Servono un caffè che è la fine del mondo e bonus: ci sono i gatti >> la corvina si divertiva nel vedere la sua ragazza super eccitata per un paio di animali pelosi, probabilmente avrebbe riempito la sua galleria di quei momenti se solo si ricordasse di tirare fuori il cellulare al momento giusto.
<< Fai strada >> Enid prese per mano Mercoledì e iniziò a camminare con sicurezza tra le strade di Kamakura.
Quando arrivarono una gentile ragazza era pronta a servirle con un sorriso stampato in faccia, anche se il suo non poteva minimamente competere con l'apertura della bionda che sembrava stesse per esplodere non appena un enorme gatto rosso si avvicinò a lei facendo le fusa mentre si spalmava ai suoi piedi.
La corvina, vedendo l'altra troppo impegnata a coccolare il suo nuovo migliore amico ordinò per entrambe, d'altronde non ci voleva un genio per capire che qualsiasi cosa ripiena di cioccolato avrebbe fatto felice Enid.
Durante tutta la loro colazione, la bionda convinse Mercoledì a tenere in braccio qualsiasi gatto vedesse per poi farle foto da mostrare ai suoi amici che sicuramente non le avrebbero creduto se avesse mai raccontato che la temibile Mercoledì Addams aveva premura di gattini che dormivano su di lei. Invece la corvina si assicurava di immortalare la sua ragazza quando lei non era attenta, più tardi l'avrebbe pregata di eliminare quelle foto perché a detta sua "era venuta male" e lei si sarebbe rifiutata e infine avrebbero litigato, ma Mercoledì restava senza fiato ogni volta che osservava la semplicità con cui Enid viveva ogni cosa.
Alzò l'occhio sull'orologio del caffè -rigorosamente a forma di gatto- e si rese conto che doveva staccare quegli esserini dalla bionda, o meglio, doveva staccare la bionda dagli esserini, per arrivare in aeroporto con almeno un ora di anticipo.
Altrimenti Enid sarebbe impazzita.
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