La magia del Tiò
Titolo: La magia del Tiò
Autrice: Astra_Ale
Pacchetto: Barcellona
L'avvento sarebbe iniziato l'indomani ed era già tutto addobbato, con mille lucine e babbi natale ovunque. Blanca camminava per le strade sempre animate di Barcellona sentendosi come un'estranea tra la folla. Non capiva se fosse lei quella strana, perché quell'anno proprio il Natale non lo sentiva arrivare. Il lavoro era un inferno che sembrava solo peggiorare ogni giorno, così come i suoi attacchi di panico. La tormentavano ormai ogni giorno e notte, tanto che poi non riusciva più ad addormentarsi. Con un sospiro, aprì la porta del palazzo dove abitava e raggiunse il suo appartamento. Sulla porta vi era un pacco, cosa che la sorprese, dato che era sicura di non aver ordinato nulla. Lo portò dentro notando quanto fosse pesante e lo scartò subito, impaziente. Vi era una lettera appoggiata sopra ad una scatola.
"Ciao Blanchita, come stai?
Ti starai chiedendo come mai non ti abbia avvisato prima per messaggio ma beh, volevo che fosse una sorpresa. Sai, stavo sistemando le cose in soffitta, quando ho trovato questo. Non potevo credere che i nostri genitori lo avessero tenuto, dopo così tanto tempo, io stesso non ci pensavo da anni. Mi ha fatto tornare in mente tanti ricordi, di noi due da piccoli, del papà. Ho pensato che potesse servire più a te, che sei lontana, per avere compagnia. Spero che sia arrivato in tempo!
Buon Natale
Juan"
Senza aspettare oltre tolse il coperchio e il suo cuore fece un balzo: suo fratello aveva ragione. Tirò fuori il pezzo di tronco un po' malandato, con la bocca e gli occhi sbiaditi e il suo cappellino.
Si ricordava bene il giorno in cui erano andati con il padre a cercarlo nel bosco: si erano svegliati di buon'ora ed erano partiti con uno spuntino nello zainetto, saltellando allegri. Quando finalmente lo avevano trovato non avevano avuto dubbi: era decisamente el Tiò magico che aspettava solo loro.
Blanca si guardò intorno e si ricordò di una cosa: non aveva un albero. Dopotutto, si era trasferita a Barcellona solo da qualche mese per inseguire il suo sogno e il pensiero non le era passato nemmeno per l'anticamera del cervello. Sistemò momentaneamente il Tiò vicino al caminetto e scrisse un messaggio per il fratello. Quel regalo inaspettato le aveva strappato un sorriso alla fine di una giornata pessima.
Quel giorno era andato ancora peggio e le persone fuori non aiutavano per nulla. Le strade erano ancora più piene del solito e a Blanca sembrava camminare da sola controcorrente in un mare infinito di gente. Si sentiva soffocata dagli altri, che ridevano, scherzavano e sorridevano a tutti. Le canzoni di natale provenivano da ogni negozio al massimo volume, fin troppo alto. Le luci erano come dei flash negli occhi e le mani le iniziavano a sudare. Sapeva benissimo cosa volesse dire: ne sta arrivando un altro. Aumentò il passo, l'ansia che cresceva ancora di più. Non poteva succedere lì. Nessuno doveva vederla. Come se poi la vedessero davvero... Era solo un granello di polvere invisibile, il mondo andava avanti con o senza di lei. Arrivò alla porta del condominio boccheggiando e si rifugiò dentro, al sicuro, al silenzio. Si appoggiò al muro cercando di respirare ma non era mai abbastanza, si sentiva sempre soffocare. Stava esagerando, lei non aveva niente di cui lamentarsi..
Blanca, è inutile che fai queste scenate. Sei troppo sensibile, non ti è successo nulla di che. Problemi al lavoro? Chi non li ha! Pensi di essere l'unica? Non lo sai che ci sono persone che davvero hanno un motivo per stare così male. Papà è morto l'anno scorso, c'è chi perde tutta la famiglia. Non hai il diritto di fare queste scene.
Scivolò per terra, la testa stretta tra le mani. Aveva caldo e senza che si accorgesse aveva iniziato a piangere.
Che fai, ora piangi pure? Non ti fai schifo a stare per terra, su quel pavimento lercio? Pensa se qualcuno ti vedesse... Quanta pietà che faresti, povera ragazza da sola! Lo sai bene che è troppo, cerchi attenzioni? Ragazza indipendente, certo Blanca, chi ci crede? Se non riesci a gestire questi problemi a lavoro, pensi che potresti mai diventare una manager? Ben presto se ne accorgeranno anche gli altri, che non sei adatta. Che sei troppo debole.
Blanca cercò di alzarsi in piedi ma scivolò di nuovo, la testa che le esplodeva.
"Ciao, come mai piangi?"
Sorpresa, alzò lo sguardo e notò una bimba di cinque anni che la stava guardando curiosa. Teneva in braccio un coniglietto blu con un nasino rosso. Non riuscì a rispondere e nemmeno a fermare le lacrime.
"La mia sorella, quando è triste, mi dice sempre che tutto quello di cui ha bisogno è un mio abbraccio."
La bimba le si avvicinò e la strinse. Rimase così un attimo, poi si staccò.
"Lei sa fare stare bene tutti quando stanno male, la vado a chiamare subito. Però non preoccuparti, ti lascio Pau a farti compagnia. è il mio migliore amico e racconta delle barzellette divertentissime. Mi prometti che mi aspetti qui?"
Blanca annuì prendendo in mano il coniglietto.
"Arrivo subito!"
Dieci minuti dopo si trovava seduta su una comoda poltrona con una tazza di tè fumante in mano. La bimba giocava davanti a lei mentre la sorella, una ragazza di sedici anni, le sedeva vicino.
"Grazie mille, io non so come sdebitarmi, mi sento già molto meglio."
"Figurati, è sempre un piacere aiutare qualcuno."
"Vorresti fermarti per cena?" aggiunse la madre dalla cucina.
"Non vorrei disturbare..."
"Non preoccuparti, ci fa piacere avere qualcuno. Comunque, io sono Beatriz e la mia sorellina si chiama Isabel. Ci siamo appena trasferite da Madrid."
"Io sono Blanca, mi sono trasferita qui in città qualche mese fa."
La madre le raggiunse in salotto
"E io sono Raquel. Ci fa piacere averti qua con noi, tra nuovi ci si intende. Abbiamo ancora un po' di scatoloni da sistemare, ma tutto sommato procede tutto bene. Volevo chiederti, abbiamo visto quei curiosi tronchi ovunque, a cosa servono?"
"Ahh, el Tiò! È un tronco magico tradizionale."
Isabel le se avvicinò curiosa.
"Davvero è magico?"
"Beh sì, ma non quello dei negozi. I veri tronchi magici bisogna cercarli nei boschi. Io lo avevo fatto da piccola con mio papà e mio fratello. Ce l'ho di là."
"Davvero?! Mamma, per favore, posso andare a vederlo?"
"Se per Blanca non c'è problema..."
La piccola Isabel lo osservava attentamente.
"Come mai non si vedono bene gli occhi e la bocca?"
"Beh, lo abbiamo fatto molto tempo fa, poi quando siamo cresciuti non lo abbiamo più usato."
"Perchè?"
"Quando si diventa grandi poi a volte ci si dimentica di alcune cose..."
"Io non mi dimenticherò mai! È così bello il Natale, possiamo colorarlo per favore?"
Blanca sorrise e recuperò dei pennarelli sentendosi trascinare nel passato.
"È bellissimo! E poi cosa si fa?"
"Bisogna prendersi cura di lui quotidianamente, dandogli da mangiare noci e mandarini ogni giorno e tenendolo al caldo sotto una coperta, così poi riceverai tanti regali."
"Wow! Posso aiutarti io a dargli da mangiare? Per favoreee."
Blanca rise e la portò in cucina.
"La cena è pront-Blanca! Non hai nessuna decorazione e nemmeno l'albero! Lo sai che è quasi Natale?"
Lei si guardò intorno, un po' imbarazzata.
"Dai, venite, è pronto da mangiare! Ormai non puoi più ritirarti, abbiamo apparecchiato anche per te ed è arrivato papà. Sarà felice di conoscerti."
I giorni seguenti furono per lei un misto di emozioni. Le giornate al lavoro erano sempre pessime e aspettava con trepidazione il momento in cui Isabel avrebbe bussato alla sua porta per dare da mangiare al Caga Tio. Un pomeriggio arrivò con lei pure Beatriz con uno scatolone pieno di "decorazioni avanzate". Con un grande sorriso le aveva addobbato tutto l'appartamento, era persino riuscita a recuperare un piccolo alberello e l'aveva convinta ad indossare il cappello di Babbo Natale. Erano state delle ore bellissime.
A fine giornata, quando Isabel era già andata via, stava sistemando le ultime cose con Beatriz quando un pensiero la colpì come un fulmine a ciel sereno: questo non risolveva nulla. La situazione a lavoro continuava a fare schifo e non sapeva se sarebbe riuscita a diventare una manager per artisti famosi. La pressione era troppa, poi era solo questione di tempo prima che anche loro lo scoprissero. La voce di Beatriz diventò una cantilena in sottofondo, mentre le mani le iniziarono a sudare e sentiva già mancare il respiro. Non poteva succedere di nuovo, non in quel momento.
Hai visto Blanca? Non sei in grado di reggere, ora che hai da lamentarti? Hai passato un pomeriggio bellissimo e tutto quello che sai fare è metterti a piangere e disperarti. Non sei un minimo riconoscente, non tutti hanno la fortuna di avere dei vicini così, chi pensi che ti voglia dopo aver visto che razza di ingrata sei?
"Blanca? Ascolta me. Piano, respira piano. Dammi le mani, così, brava. Segui i miei respiri, lo facciamo insieme, ce la puoi fare. Bene, bravissima."
La abbracciò forte e continuò a parlarle finchè non si fu calmata del tutto.
Qualche giorno dopo incontrò Beatriz sulle scale.
"Da quanto tempo ti succedono?"
"Cosa?"
"Gli attacchi di panico."
Blanca sospirò.
"Non penso che siano così gravi dopotutto, non sto poi così male."
"Sei sicura? Non c'è niente di male a stare male. Succede anche a me."
"Non ho alcun motivo per stare male. Ora scusami, ma devo andare."
Quella sera erano invitati loro da lei, per ricambiare la famosa cena che le avevano offerta. Si sentiva più agitata del solito, soprattutto alla vista della ragazza, così si rifugiò per un po' in cucina.
"Blanca? Tutto bene?"
Si girò di scatto. Beatriz era lì, lo sguardo preoccupato.
"Si, stavo solo cercando l'acqua. Cioè, la brocca. Mi serve solo un attimo e torno."
"Scusami, non volevo essere così diretta la scorsa volta, spero di non averti offeso."
"Nessun problema, ci ho riflettuto."
Prese un bel respiro.
"In effetti mi succedono abbastanza spesso da qualche mese. Solo che, ecco, a me non sembra di avere niente per cui stare così male. Dovrei stare bene."
"Ma non è così. Sai, il fatto che ci siano persone che stanno peggio di te non significa che tu non puoi stare male per i tuoi problemi. Tutti ne hanno il diritto, senza colpevolizzarsi, sfogarsi fa bene."
"È solo che vengo sopraffatta da tutto spesso. Ora anche la minima cosa, è come se la mia ansia fosse lì ad aspettarmi, pronta ad esplodere in ogni momento e a farmi sentire come se non fossi me."
"Hai mai pensato di andare dallo psicologo?"
"Non so, non ci ho mai pensato, non mi sembrava..."
"La salute mentale è importante come quella fisica. Non andresti forse dal dottore se stai male, a prescindere che sia per una gamba rotta o qualche malattia più grave?"
La sera della vigilia si trovavano tutti a casa di Blanca, pronti per scoprire che regali aveva in serbo per loro il Caga Tiò. Isabel fremeva da inizio cena e quando finalmente giunse il momento si stava lanciando per togliere la coperta, ma Blanca la fermò.
"Prima prendete questi bastoni. Bisogna seguire tutti i passaggi. Andate a bagnare la punta nell'acqua, ho sistemato un catino in bagno: serve per farli diventare magici."
Mentre le ragazze andavano sollevò la coperta e, aiutata dai genitori, posizionò sotto i primi regali.
Isabel tornò per prima.
"Bene, ora mettetevi qua intorno come me. Ora io canterò la canzone e dovremo picchiare il Caga Tiò con i bastoni, poi sotto la coperta troveremo i regali. Pronte? Via!"
"Caga tió,
avellanes i torró,
no caguis arengades
que són massa salades,
caga torrons
que són més bons.
Caga tió,
ametlles i torró,
i, si no vols cagar,
et donaré un cop de bastó!
Caga tió!"*
I primi regali vennero accolti dalle urla di gioia di Isabel.
"Bene, ora dovete tornare a bagnare il bastone. Dobbiamo ripeterlo finchè non troveremo una patata, quella significa che non ci sono più regali."
Non le capitava di divertirsi così tanto alla Vigilia da anni. Risero e scherzarono tutti insieme mentre mangiavano i tipici torroni. Si ritrovò a pensare che, senza il Caga Tiò, tutto ciò non sarebbe mai successo. Era davvero curioso che non l'avessero trovato prima in soffitta.
Grazie, papà.
Poco prima che tutti se ne andassero, fermò Beatriz sulla porta.
"L'ho fatto. Ho un appuntamento con la psicologa il 4 Gennaio."
Lei le sorrise forte e la abbracciò.
*Caga Tronco,
avellanes e torroni (dolci tipici)
non cagare aringhe
che sono troppo salate,
caga torroni
che sono più buoni!
Caga Tronco,
ametilles e torroni,
e se non vuoi cagare,
ti do un colpo di bastone
Caga Tronco!
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