Capitolo 6
Quelle parole gli erano sfuggite di bocca per errore e avrebbe tanto voluto scusarsi per la sua impertinenza, ma non riuscendoci per i troppi balbettii, decise di darsi alla fuga.
Le lacrime presero subito a solcargli le guance per la vergogna di aver commesso un tale affronto nei confronti del suo hero preferito, intanto i piedi colpivano il suolo con forza mentre cercava di scappare senza inciampare nei suoi stessi piedi.
«Fermati.» urlò il biondo afferrandogli il braccio per fermare la corsa del più piccolo.
«Mi dispiace, non merito di stare al suo fianco. Dovrei solo sparire.» disse Izuku quando il biondo lo fece voltare per poterlo guardare in faccia.
Gli occhi del verdino erano colmi non solo di lacrime, ma anche dei peggiori pensieri che gli erano mai passati per la mente.
Le parole che i bulli gli avevano instillato nel cervello nel corso degli anni, stavano venendo a galla insieme al suo senso d'inadeguatezza.
«Perché dici questo? Sono contento delle tue parole invece.» rispose Katsuki lasciando le braccia del verdino e guardandolo dritto negli occhi.
«Non è vero. Lo dice solo perché è un eroe e non può dire cose brutte ai suoi fan.» disse il verdino spostando lo sguardo altrove.
«Ti rendi conto con chi stai parlando?» chiese imperioso l'eroe, «Io sono Dynamight, l'eroe che per il suo aspetto e atteggiamento è al primo posto degli eroi che sembrano villain.» disse con una risatina che fece tornare gli occhi del minore verso di lui.
«Mi perdoni Dynamight-sama.» tornò a dire Izuku ammirando il ghigno sul volto del maggiore.
«Cosa ti ho detto prima?» domandò serio Katsuki mollando dolcemente la presa sul verdino.
«Scusi Katsuki.»
«Bravo cucciolo. Adesso andiamo a fare una passeggiata da qualche parte così ti calmi un po' e magari parliamo in un posto più tranquillo.» e nel dirlo si guardò attorno, notando come tutti i passanti li stessero osservando e bisbigliassero alla vista del più piccolo con ancora le lacrime agli occhi.
Izuku annuì debolmente e con passo lento si diressero verso le strade meno trafficate della via dello shopping di Tokyo.
Katsuki ogni paio di passi lanciava un'occhiata di sottecchi verso il più piccolo che camminava al suo fianco in silenzio mentre mille pensieri gli appannavano la mente.
"Che orrida figura che ho fatto. Di sicuro mi vuole portare in un posto isolato per scaricarmi e lo capirei benissimo. Ma comunque non mi può scaricare, non siamo nulla io e lui. Tutte le fantasie che mi sono fatto su di noi mi si stanno rivoltando contro." pensava facendo di tutto per non guardare dalla parte del maggiore.
«Sono rimasto molto sorpreso dalle domande che ho letto sul tuo quaderno. Nessuno aveva mai pensato a certi dettagli sul mio quirk.» disse il biondo attirando l'attenzione del verdino.
«Credo che ogni fan si faccia determinate domande sui propri eroi.» rispose Izuku mestamente, «Inoltre essendo quirkless ho una certa curiosità sui quik.»
«È per questo che vieni bullizzato? Perché non hai un quirk?» chiese Katsuki avvicinandosi al minore che inconsciamente si stava allontanando da lui.
Un cenno affermativo venne dal verdino che insisteva a non voler incrociare lo sguardo con l'eroe.
«Sai, il mio primo atto da eroe l'ho fatto nei confronti di un ragazzino che veniva picchiato perché era quirkless. Ero ancora un ragazzo che aveva appena iniziato la scuola per diventare eroe e mentre passeggiavo per le vie del mio quartiere, vidi un bambino a cui stavano tirando dei sassi. Misi paura ai bulletti con il mio quirk che scapparono via a gambe levate. Non ricordo chi fosse quel bambino, ma ricordo perfettamente il sorriso che mi fece tra le lacrime e il muco.» disse il biondo con uno sguardo sognante a solcargli il volto, «Quello è stato il giorno in cui capii che avrei potuto fare grandi cose, anche con piccoli gesti.»
Izuku finalmente che si era girato verso di lui gli rivolse un sorriso smagliante.
Un ricordo gli tornò alla mente in quel momento.
Un ragazzo di qualche anno più grande che gli porgeva la mano per aiutarlo ad alzarsi dopo l'ennesimo pestaggio da parte dei suoi bulli.
"Stai bene bambino?" gli aveva chiesto con un ghigno arrabbiato in volto.
Izuku non aveva risposto, gli aveva solo sorriso per poi andarsene dopo avergli fatto un inchino profondo.
«Sei un eroe fenomenale. In pochi sono alla tua altezza.» disse Izuku includendosi tra quelli inferiori al cospetto del maggiore.
«Sì, sono fenomenale, ma ricorda che nessuno può aspirare a diventare il migliore senza dei buoni amici al suo fianco. Anche se quelle comparse sono come dei sassi in un paio di scarpe troppo strette e orrende che ti sei messo solo per colpa di tua madre.» rispose ridendo e facendo ridere Izuku a sua volta.
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