Capitolo 9
Capitolo 9.
La mattina dopo, Shinra, dopo essersi svegliato rimase ad osservare l'argenteo che dormiva sereno tra le sue braccia: Sembra molto tranquillo nonostante quello che abbiamo sentito ieri notte...
Alexander si mosse tra le coperte mugugnando qualcosa d'incomprensibile facendo sorridere il demone.
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«Alex, sei molto più forte. Non avere paura» disse l'ombra che compariva nei suoi sogni.
«Ho paura. Ho scoperto qualcosa di brutto... » ammise l'argenteo.
«Sei protetto e anche gli altri lo sono. Fidati delle cose in tuo possesso e avranno più forza» gli rispose l'ombra senza indugiare.
Alexander sorrise alle sue parole: «Lo farò. Mi fiderò e renderò tutto più forte»
L'ombra annuì per poi scomparire così com'era arrivata.
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Alexander si svegliò qualche minuto dopo: «Buongiorno!»
«Ben svegliato, Alex. Hai dormito bene?» gli domandò il demone.
«Sì. Ho sognato l'ombra misteriosa» ammise tranquillamente afferrandogli una ciocca di capelli giocandoci aggiungendo: «Mi ha detto di non preoccuparmi perchè siamo ben protetti»
«Certo. Siamo protetti dai doni del Dio della guerra e del Dio delle premonizioni» constatò lui senza pensarci due volte dandogli un tenero bacio.
L'argenteo lo ricambiò legandogli le braccia al collo.
Poco dopo si allontanarono e il demone disse: «Che ne dici si per colazione mangiamo dei biscotti?»
«Mi piace come idea» ammise l'argenteo per poi aggiungere: «Così posso avere altre coccole prima della partenza»
I due mangiarono i biscotti coccolandosi per tutto il tempo che usarono per fare colazione.
Al termine della colazione, Shinra, scese dalla sheepweagon preparando i destrieri per la partenza.
Una volta pronti si mise al posto di guida mettendosi in movimento verso il porto della città.
Alexander rimase dentro il mezzo leggendo il libro che stava terminando di studiare.
Miyabi e Chikage si svegliarono infastiditi dal vociare delle persone presenti nel porto.
«Buongiorno» disse Alexander alzando lo sguardo dal volto.
«Giorno...» risposero i due sbadigliando.
«Per colazione ci sono dei biscotti» disse l'argenteo senza pensarci due volte.
«Mi piace come idea...» disse Chikage alzandosi dal letto recuperando uno dei sacchetti presi il giorno precedente.
Solo dopo tornò dalla volpe mettendosi seduto tra le coperte aprendo il sacchetto posandolo sul letto inizando a mangiare con lui.
Intanto, Shinra, trovò un passaggio per Merthy e guidò la sheepweagon su la nave. Solo dopo scese affidando i desterieri allo stalliere per poi entrare nella sheepweagon andando a prendere i soldi per pagare il passaggio.
Alexander si avvicinò a lui prendendolo per il polso.
«Cosa succede, Alex?» gli domandò curioso.
«Voglio lasciarli un po' da soli. Mi insegni a usare la spada?» gli domandò l'argenteo senza pensarci due volte.
Shinra si passò la mano tra i capelli: «Il mio spadone è troppo pesante»
L'argenteo si morse il labbro dicendo: «Non volevo mostrarti una cosa, ma è arrivato il momento di farlo...»
Aprì il panno della scrivania portando fuori un panno che avvolgeva qualcosa posandolo sul letto per poi richiudere lo scompartimento.
«Pago un attimo il passaggio. Poi mi mostri l'oggetto misterioso» disse semplicemente il demone uscendo dal mezzo per pagare il conto di quel passaggio.
Solo dopo tornò dentro appoggiandosi allo stipite della porta, ma notando l'argenteo fissare quel panno gli domandò: «Alex, stai bene?»
L'argenteo tornò alla realtà sorridendogli: «Sì. Sto bene»
Stando attento aprì il panno rivelando una spada, solo dopo l'afferrò per l'elsa e il fodero liberandone la lama.
Al contatto con la luce solare l'elsa e la lama cambiarono diventando dorate.
Shinra osservò l'arma, ma poi sorrise divertito: «Bell'oggetto. Da dove arriva?»
«Prova a indovinare» disse Alexander sorridendogli.
«Immagino che sia un regalo di tuo nonno» constatò lui senza pensarci due volte.
«Sì. A quanto ho capito è un'arma di famiglia, ma non ho idea di quanto sia vecchia» ammise l'argenteo senza pensarci due volte.
Il demone si avvicinò sedendosi sul letto: «Posso vederla?»
«Sì...» rispose lui porgendogliela.
Con delicatezza, Shinra, la prese in mano osservandone i dettagli per poi notare un'incisione dicendo: «Ora comprendo. Sul fatto che sia vecchia hai veramente ragione»
«Da cosa l'hai capito?» gli chiese lui senza pensarci due volte.
«C'è un'incisione sull'elsa che indica l'anno in cui è stata forgiata» ammise il demone per poi aggiungere: «Ci sono anche le iniziali del primo possessore»
A quelle parole l'argenteo sgranò gli occhi sorpreso: «Posso saperle?»
«B. L.» rispose Shinra rendendogli l'arma.
Si alzò dal suo posto recuperando lo spadone dicendo: «Andiamo ti insegno a usare la spada»
I due uscirono sul ponte dove il demone gli spiegò come prendersi cura della spada in tutte le sue parti mostrandogli la tecnica da usare.
«Perchè mi stai spiegando questo?» gli domandò curioso l'argenteo.
«Una buona spada parte dalla cura che hai di essa» ammise il demone senza pensarci due volte.
«Capisco» rispose l'argenteo osservando la lama della sua spada: «È diversa. Più lucida e forte o almeno credo...»
«Adesso devo insegnarti la formazione della spada e poi le basi del suo utilizzo» disse semplicemente quest'ultimo.
«Va bene. Ti ascolto, diavoletto» disse l'argenteo sorridendogli.
«D'accordo. La lama è divisa in tre parti il debole, il medio e il forte» constatò il demone sorridendogli: «Se vuoi puoi prendere appunti»
«Grazie!» esclamò Alexander dandogli un tenero bacio affidandogli la sua spada andando a prendere il quaderno e qualcosa con la quale scrivere tornando da lui.
Si mise seduto vicino a lui riprendendo la spada mettendola nel fodero scrivendo nel quaderno tutto quello che gli aveva detto: «Adesso possiamo continuare»
Vedendo l'entusiasmo del compagno sorrise divertito aggiungendo: «Il debole è la parte superiore della lama quella che viene usata per ferire e uccidere l'avversario. Il medio ha la funzione di aiutare nel blocco degli attacchi del nemico sopratutto negli attacchi ravvicinati» s'interruppe un attimo dandogli il tempo di scrivere tutto quello che gli aveva detto fino a quel momento: «Il forte invece viene usato per assorbire i colpi più forti dell'avversario. Poi abbiamo la guardia la parte che collega la lama all'elsa e protegge le mani di chi la impugna da eventuali ferite»
«È complesso memorizzare tutto quello che mi stai dicendo, ma penso di poterlo memorizzare meglio dopo» ammise l'argenteo spostandosi una ciocca di capelli dal volto.
«Sì. Imparerai meglio usandola» constatò a sua volta il demone aggiungendo: «L'elsa è l'impugnatura della spada e poi alla fine di essa ci sta il pomolo. Ricorda che ogni parte della spada può servire da attacco e difesa»
L'argenteo annuì senza smettere di prendere i suoi appunti disegnando anche il bozzetto di una spada suddividendola nei vari pezzi indicatagli dal compagno: «Mi puoi dire qualcosa su le tecniche di utilizzo?»
«Certo. Ci sono solo due tecniche che devi conoscere» ammise Shinra sorridendogli: «La misura del gioco largo che si basa su gli attacchi a distanza e quella del gioco stretto che al contrario si basa su quelli ravvicininati che coinvolgono il corpo a corpo»
«Capisco. Non ti resta che insegnarmi allora...» constatò semplicemente Alexander mettendo via il quaderno.
Solo dopo un passo alla volta, Shinra, spiegò al compagno come usare le tecniche di combattimento prima a distanza e poi avvicinato.
Alexander imparò velocemente quei movimenti e solo dopo il demone creò un vero allenamento in modo che attaccasse e difendesse.
Si allenarono per delle ore e solo dopo si fermarono per poter riposare e mangiare qualcosa assieme a Chikage e Miyabi.
La volpe che aveva osservato l'allenamento dei due ragazzi disse: «Sei stato bravo, Alex. Hai imparato molto in fretta»
«Grazie, ma ho tanta strada da fare per poter imparare al meglio come usare la spada» ammise lui senza pensarci due volte.
Mangiarono con calma e aspettarono l'arrivo in porto che avvenne solo alle due del pomeriggio.
Arrivati al porto, Shinra, fece scendere la sheepweagon e si avviarono lungo la strada che portava in città.
Solo un'ora dopo si fermarono alla locanda.
Il demone scese dal mezzo liberando i destrieri lasciandoli andare a riposare e mangiare.
Solo dopo entrò nel mezzo recuperando qualche moneta per pagare il parcheggio della locanda.
«Vengo con te!» esclamò Alexander aggiungendo: «Voglio comprare delle cose»
«D'accordo, Alex» rispose lui senza pensarci due volte.
Prima di uscire dal mezzo l'argenteo prese alcune monete avvicinadosi alla volpe mettendogliele in mano dicendo: «Prendetevi una stanza alla locanda. Sono certo che saprete come usarla al meglio»
La volpe prese i soldi arrossendo imbarazzato: «Ti ringrazio, Alex»
Poco dopo lasciò la sheepweagon con il demone andando a pagare il parcheggio per poi andare a cercare le cose che l'argenteo voleva comprare.
«Cosa cerchiamo?» gli domandò curioso il demone.
«Mi servono due pergamene e un'altro oggetto» ammise senza giri di parole Alexander.
«Allora troviamo questi negozi» constatò il demone prendendolo per mano facendo intrecciare le loro dita.
Intanto, Miyabi, prendendo in braccio l'angelo che dormiva sereno uscì dal mezzo chiudendo la porta entrando nella locanda.
La donna dietro il bancone prendendo una chiave limitandosi a dire: «Seguimi. Ti porto in una delle stanze libere»
«Grazie, ma come...» chiese lui sorpreso.
«Ne parlavano prima i suoi amici» disse lei sorridendo guidandoli fino al piano superiore.
Solo dopo si fermò davanti ad una porta aprendola con la chiave.
«Questa è la vostra stanza. Potete pagare quando la lasciate, prendetevi tutto il tempo che vi serve. Devo dire qualcosa ai vostri amici?» gli domandò la donna senza pensarci due volte.
«No, ma potrebbe consegnare loro la chiave della sheepweagon?» chiese la volpe posando il compagno sul letto riavvicinandosi a lei porgendole le chiavi.
«Lo farò volentieri» disse la donna posando le chiavi della stanzaa sul tavolino mettendo nella tasca quelle che gli erano state date per poi lasciare la stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Miyabi si avvicinò all'angelo sedendosi al suo fianco sovrastandolo dandogli tanti teneri baci sul collo.
Chikage mugugnò qualcosa spostando la testa di lato beandosi di quelle attenzioni per poi aprire gli occhi borbottando: «Cosa fai?»
«Ti coccolo abbiamo una stanza tutta per noi» ammise lui con un sussurro malizioso. «Mi piace come idea...» rispose Chikage legandogli le braccia al collo.
«Ti vanno le coccole?» gli domandò curioso la volpe.
«Che genere di coccole?» gli chiese a sua volta l'angelo.
Miyabi sorrise malizioso dicendo: «Quelle speciali che mi porterano ad amarti tantissimo»
L'angelo gli chiuse la bocca con la sua per poi ammettere con un sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra: «Allora dati da fare, volpetta»
Miyabi non se lo fece ripetere due volte.
Con delicatezza e dolcezza baciò il compagno prendendosi il tempo necessario per aprirgli la casacca iniziando a vezzeggiare ogni lembo di pelle che riusciva a raggiungere.
Prima di continuare si tolse la casacca restando a petto nudo permetto anche all'angelo di togliersela e gettarla a terra sopra la sua.
Solo dopo riprese da dove si era fermato.
«Stai bene, angioletto?» gli domandò la volpe.
«Sì... continua...» ansimò lui senza indugiare.
Miyabi gli aprì il pantalone sfilandoglielo senza indugiare, ma non si prese subito cura dell'erezione ben visibile sotto l'intimo che l'angelo indossava andando a posargli piccoli baci nell'interno coscia facendola gemere e sospirare estasiato.
«Volpetta...» ansimò l'angelo attirando la sua attenzione.
«Dimmi, angioletto» gli rispose lui alzando lo sguardo su di lui sorridendogli con dolcezza.
«Mi danno fastidio...» ammise lui con un sussurro notando il desiderio della volpe nei suoi confronti cosa che lo fece fremere ed eccitare ancora di più.
Miyabi sorrise dandogli un tenero bacio sfilandosi i pantaloni gettandoli a terra per poi tornare dall'angelo dandogli l'ultimo che indossava sfilandoglielo con delicatezza senza distogliere lo sguardo dal suo.
L'angelo lo guardò perplesso per un attimo chiedendogli: «Tu resti con quelli sopra?»
Gli afferrò l'intimo mordendosi il labbro un po' indeciso su come agire.
Con delicatezza la volpe gli prese le mani posandoci sopra dei baci: «Faccio io, angioletto...»
Si tolse l'intimo gettandolo sopra gli altri vestiti per poi tornare da lui coccolandolo, baciandolo facendolo rilassare il più possibile mentre con tutta calma lo preparava per il passo successivo stando attento a ogni sua reazione.
«Credo di esser pronto...» ammise lui senza pensarci due volte.
«Lo so. Sento che lo sei...» rispose la volpe alle sue parole preparandolo penetrandolo con le dita rendendolo più cedevole possibile riuscendo a muoverne in lui tre.
Solo quando l'angelo si spinse contro le sue dita le sfilò sostituendole con la sua erezione stando attento a non fargli del male.
L'angelo rimase rilassato fino a quando non lo avvertì completamente al suo interno solo in quel momento s'irrigidì legandogli le braccia al collo mordendogli la spalla.
Miyabi sorrise alla sua reazione immergendo la mano tra i suoi capelli: «Va tutto bene, angioletto?»
«Fa male...» ammise lui con un lieve sussurrò.
«Tra poco passa...» gli rispose Miyabi dandogli tanti piccoli baci sul collo.
Sotto quelle tenerezze, Chikage, si rilassò e solo dopo la volpe riprese a muoversi amandolo con dolcezza stando attento a non fargli del male.
Chikage si affidò completamente a lui lasciandosi amare a lungo.
Solo quando l'orgasmo li tolse si fermarono riprendendo il controllo del loro respiro.
Una volta che si furono tranquillizzati, Miyabi, liberò l'angelo dalla sua presenza abbracciandolo facendolo distendere sopra il suo corpo chiedendogli: «Stai bene?»
«Sì. Ha fatto male all'inizio, ma poi sono stato benissimo» ammise lui senza pensarci due volte.
«Angioletto, mi dispiace» disse la volpe coccolandolo con dolcezza accarezzandogli la schiena: «Però, sono molto felice di averti amato»
«Io sono felice che tu l'abbia fatto» rispose semplicemente Chikage.
La volpe si alzò qualche minuto dopo andando in bagno preparando la vasca in modo da potersi lavare e rilassare un po' di più.
Solo quando fu tutto pronto dall'angelo prendendolo in braccio: «Andiamo a farci un bagno caldo?»
«Sì. Voglio ancora un po' di coccole» ammise lui sorridendogli legandogli le braccia al collo, ma vedendo il morso su la sua spalla arrossì imbarazzato.
Miyabi sorrise vedendolo imbarazzato mentre lo adagiava nell'acqua sistemandosi alle sue spalle afferrando il panno per poterlo lavare.
«Ti ho marchiato per caso?» gli domandò l'angelo perplesso.
«No, angioletto» rispose la volpe per poi sfiorargli il collo con un panno sussurrandogli all'orecchio: «Se vuoi posso marchiati io e renderti completamente mio»
«Lo faresti?» gli domandò Chikage sorpreso.
«Sì» rispose la volpe posandogli un bacio sul collo: «Lo vorresti?»
Chikage non ci pensò nemmeno esclamando: «Sì! Lo voglio!»
Miyabi sorrise baciandogli nuovamente il collo: «Dammi la mano, angioletto. Tienila stretta perchè mordendoti potrei farti male»
L'angelo lo prese per mano stringendola e in quel momento avvertì il suo morso sul collo che gli diede la scarica facendogli battere più forte il cuore.
Qualche minuto dopo, Miyabi, lo liberò dal suo morso: «Stai bene?»
«Sì...» rispose Chikage sorridendo felice.
La volpe terminò di laaavaarlo con cura e solo dopo essersi ripuliti dal sapone uscirono dalla vasca avvolgendosi in degli accappatoi tornando in camera dove si asciugarono e vestirono.
Solo dopo, Miyabi, gli medicò il collo con molta attenzione aavvolgendo la ferita con delle bende pulite.
Intanto, Shinra e Alexander, avevano terminato le loro compere e tornarono alla sheepweagon, ma prima passarono alla locanda dato che avevano lasciato la chiave alla volpe.
La donna vedendoli sorrise avvicinandosi a loro prendendo la chiave dalla tasca: «Tenete. Il vostro amico mi ha chiesto di darvela in caso foste arrivati prima che loro avessero finito»
«La ringrazio» disse Shinra prendendo la chiave passando il braccio attorno ai fianchi dell'argenteo che sorrise divertito da quel suo gesto.
«Hai scelto davvero molto bene...» constatò il demone senza pensarci due volte. «Diavoletto, credi che Miyabi abbia marchiato Chikage?» gli domandò rimettendo il pugnale nel fodero che teneva legato al pantalone.
«Penso di sì...» constatò lui mettendosi comodo tra le coperte.
L'argenteo a quella risposta annuì mettendosi a cercare la pozione curativa in modo che la volpe potesse usarla sull'angelo.
Il demone l'osservò curioso per diversi minuti pensando: Chissa come mai si è rabbuiato in questo modo? Qualcosa non va? Forse dovrei chiederglielo oppure dovrei capire da solo cosa lo turba...
Poco dopo arrivarono la volpe e l'angelo che avevano lasciato la stanza riconsegnando la chiave alla locandiera.
«Ben tornati» dissero i due attirando la loro attenzione.
Alexander si voltò a guardarli, ma vedendo l'angelo con il collo fasciata si avvicinò: «Ti fa male?»
«Ha fatto male all'inizio, ma adesso no» ammise lui sorridendogli.
«Devi medicarlo?» gli domandò l'argenteo senza indugiare.
«Pensavo di usare alcune gocce di pozione per chiudere la ferita ed evitare di sporcare tutto con il mio sangue» ammise lui senza pensarci due volte.
«Certo. Ho messo la pozione curativa sul comodino» rispose lui sorridendogli imbarazzato facencolo passare andando a sedersi nel letto vicino al demone.
La volpe in quel momento comprese qualcosa e chiese: «Shinra, tu quando marchierai il tuo compagno?»
Quelle parole lo sorpresero e gli fecero sgranare gli occhi capendo subito cos'avesse turbato il compagno.
Senza induggiare abbracciò l'argenteo stringendolo a sé con dolcczza: «Alex, non ci avevo pensato»
«Forse non eri pronto...» ammise l'argenteo con un filo di voce.
«Non è questo. Tu eri molto dolorante e non volevo marchiarti facendoti altro male» rispose lui senza giri di parole.
«Adesso, però, sto bene» constatò Alexander posando le mani su le sue braccia.
Il demone sorrise spostandogli i capelli di lato scoprendogli il collo: «Posso morderti?»
«Non devi chiedere...» rispose l'argenteo senza giri di parole.
A quella conferma, Shinra, gli posò piccoli baci sul collo per poi morderlo.
Alexander sussultò sorpreso, ma si rilassò stringendo tra le mani la manica della casacca del demone.
Solo dopo qualche minuto, Shinra, lo lasciò andare: «Ti fa male?»
«No. Sto bene...» rispose lui mordendosi il labbro arrossendo imbarazzato.
Chikage che era stato medicato da Miyabi con alcune gocce di pozione porse la boccetta al demone che la usò sul collo del compagno facendo chiudere la ferita mentre il disegno del marchio compariva su di esso.
Poco dopo, Alexander, si mosse tra le braccia del compagno legandoci un piccolo rivolo di sangue che scivolava lungo il suo mento: «Sei sporco...»
«Mmh...» borbottò il demone chiudendo gli occhi.
«Stai bene?» gli domandò l'argenteo preoccupato.
«Sì...» rispose il demone mettendosi disteso tra le coperte facendolo mettere comodo sul suo corpo legandogli le braccia attorno ai fianchi.
L'argenteo si sistemò meglio tra le sue braccia: «Diavoletto....»
«Ho un po' di sonno...» ammise il demone con voce assonata.
Alexander guardò Miyabi preoccupato, ma prima che potesse dire qualcosa la volpe disse: «È normale avere sonno dopo aver messo il nostro marchio su chi dividerà con noi il resto della sua vita»
«Capisco...» rispose Alexander senza pensarci due volte.
Riportando lo sguardo sul compagno si accorse che stava dormendo.
Stando attento a non muoversi troppo per non turbare il sonno del compagno si mise comodo rilassandosi a sua volta.
Le ore passarono lente e quando i quattro lasciarono la sheepweagon entrarono nella locanda.
La donna al bancone sorrise avvicinandosi dicendo: «Vi porto al tavolo così potete scegliere cosa mangiare con calma»
«Grazie, signora...» disse l'argenteo passandosi la mano tra i capelli: «Non mi ricordo il suo nome, scusi»
«Diane...» rispose lei portandoli al tavolo.
I quattro si misero comodi e presero il menù cercando qualcosa da mangiare che trovarono molto in fretta.
«Prendiamo la lepre in salamoia con carciofi secchi e l'amaro» disse semplicentente Alexander.
Preso l'ordine si allontanò andando in cucina dove recuperò tutto quello che le era stato richiesto dai ragazzi e solo dopo tornò da loro servendoli per poi lasciarli mangiare con tutta la tranquillità che gli serviva.
Un'ora più tardi i quattro terminarono di mangiare, sistemarono i piatti sporchi nel vassoio e Alexander lo portò al bancone.
La donna sorrise chiedendogli: «Posso fare qualche altra cosa per voi?»
«No, la ringrazio. Vorrei pagare il conto» ammise l'argenteo senza pensarci due volte.
«D'accordo. Sono quarantaquattro monete di rame» disse lei sorridendogli.
Alexander prese quattro monete di bronzo e quattro di rame consegnandole alla donna.
Solo dopo raaggiunse il compagno e gli amici con la quale tornò alla sheepweagon.
Una volta varcata al soglia si chiusero la porta alle spalle mettendosi a letto per poter riposare tutta la notte e rimettersi in viaggio la mattina seguente dopo aver fatto colazione per raggiungere Narazir.
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