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Memorie del passato

Questa storia appartiene a me, @CupidaGranger e a Wattpad. È protetta da copyright, quindi la copia parziale e/o totale è un reato punibile per legge nel mio Paese.

Quando Theresa Gray entrò nel capannone dove si svolgeva la cerimonia di matrimonio fra Luke Graymark e Jocelyn Fairchild, le vennero in mente ricordi di più di un secolo prima.
Rivide la sala da ballo dell'Istituto di Londra addobbata con grossi alberi natalizi e fasci di vischio.
Sentì la musica dei violini levarsi e la neve sui gradini della chiesa.
E rivide un ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri, che le chiedeva di non lasciarlo mai.
Si sentì assalire da un senso di vertigini e serrò gli occhi, respirando profondamente.
James Carstairs le posò delicatamente una mano sulla schiena.
-Tutto bene?- le chiese e Tessa annuì.
Ma i suoi occhi grigi erano velati di tristezza.
Jem le fece un sorriso gentile, prendendole le mani tra le sue e accarezzando il dorso di esse.
-Stai pensando a lui non è vero?-
La ragazza trattenne il fiato.
-Continuamente- ammise -da quando quasi un anno fa ho scoperto l'esistenza di un altro Herondale ancora in vita... ho cominciato a pensare a lui sempre di più, provocandomi sempre più dolore-
Jem l'attirò a sé, prendendola fra le braccia.
-Non devi preoccuparti- le sussurrò, con la sua immancabile dolcezza -lui è felice. So che è così. Lo sento-
Si staccò da lei e posò una mano sulla sua spalla.
Sentì la famigliare consistenza della runa parabatai, ormai una bianca cicatrice quasi del tutto invisibile.
Segno che un tempo, e per sempre, lo legava a lui.
-Lo sento qui- sussurrò.
Tessa non poté evitare che una calda lacrima le sgorgasse fuori dagli occhi.
La asciugò in fretta, e si voltò dall'altra parte.
Jem sospirò.
-Andiamo a prendere due posti a sedere?- le chiese.
Tessa annuì, cercando di voltarsi e sorridergli.
E fu in quel momento che lo vide.
Un ragazzo alto, con i capelli neri come l'ebano e gli occhi azzurri quanto degli zaffiri, che si guardava intorno a disagio.
La ragazza considerò un miracolo il fatto che non fosse svenuta.
Le sembrò di aver ricevuto un pugno in pancia, altrimenti non avrebbe saputo spiegarsi quella improvvisa mancanza di fiato.
-Oh Dio...- sussurrò -non è possibile-
Non poteva essere lui.
Era morto.
Lo aveva visto esalare il suo ultimo respiro e chiudere gli occhi per sempre.
Come avrebbe potuto essere lì?
Eppure era così simile... le sembrava di essere tornata indietro nel tempo.
In una Londra vittoriana ancora da scoprire, quando non era altro che un'orfana sedicenne che non conosceva affatto il mondo.
E non conosceva nemmeno suo fratello, a dirla tutta.
Lo rivide nella casa delle Sorelle Oscure, quando le diceva che avrebbe dovuto fidarsi di lui anche se avesse detto che il cielo era viola e fatto di porcospini.
Lo rivide nella biblioteca dell'istituto di Londra mentre le regalava il Codice, rilegato di velluto blu e con la dedica di Milton, seppur sbiadita, che ancora custodiva gelosamente.
Lo rivide nella soffitta, delirante di febbre e bagnato a causa dell'acqua santa, che la stringeva a sè, togliendo le forcine dai capelli castani di lei.
Lo rivide nella camera da letto all'Istituto di York, quando Tessa si era chiesta se avesse fatto bene a mandarlo via oppure avesse appena fatto un errore madornale.
Lo rivide in quella fumeria di oppio, con gli occhi febbricitanti e lo sguardo perso, perché voleva continuare a dormire e sognare, per scappare dagli orrori e i fantasmi della sua vita.
Lo rivide nella sala da pranzo dell'Istituto, un ombra imponente davanti al camino, che le diceva di amarla.
Ricordava ancora le sue parole.
L'ho fatto perché ti amo! Io ti amo, Tessa. Ti ho amata quasi dal primo momento che ti ho vista.
Lo rivide correre sopra un destriero, scappando da una città in fiamme, sebbene al tempo non sapesse fosse lui.
Lo rivide in una camera da letto all'interno di una grotta, nel Cadair Idris, che la stringeva a sè e la completava, facendola sentire amata forse per la prima volta veramente.
Infine lo rivide al suo capezzale, i capelli brizzolati e gli occhi ancora di quell'azzurro vivido.
Le sembrò di sentire nuovamente il calore della sua spalla dove aveva appoggiato la testa e le dolci note del violino nell'aria.
Tessa, ora, dovette aggrapparsi ad una sedia per non cadere, le gambe improvvisamente molli.
-Come può essere qui?- sussurrò ancora.
Jem si voltò e seguì lo sguardo della ragazza.
E sorrise, mentre gli occhi gli diventavano improvvisamente lucidi.
Si portò automaticamente una mano sulla spalla.
-Gli assomiglia molto vero?- disse piano
-D'altronde le principali caratteristiche Herondale erano state passate ai Lightwood grazie a Cecily. Anche se il sarcasmo e la sfacciataggine sono rimaste in famiglia-
Tessa lo guardò.
-Vuoi dire che quel ragazzo è un Lightwood?-
-Si, Alexander Gideon Lightwood. Alec è il parabatai di Jace-
-Un Lightwood e un Herondale parabatai...- Tessa sorrise -Chi l'avrebbe mai detto-
-Io e te sappiamo chi di sicuro non avrebbe approvato-
La ragazza non si era nemmeno accorta di star piangendo.
-Non è la prima volta che lo vedi, vero Jem?-
Il ragazzo scosse la testa.
-No, infatti- spiegò -l'ho incontrato per la prima volta tempo fa, quando ero ancora un Fratello Silente. E nonostante non avessi dovuto provare emozioni, appena i miei occhi chiusi hanno incontrato i suoi, ho sentito un incredibile vuoto dentro di me. E la mia runa parabatai... ha preso a bruciare. Tessa, l'ho sentita. Come se volesse farmi notare la somiglianza-
-E poi?-
-L'ho preso come un segno. Segno del fatto che la Fratellanza non avrebbe mai assorbito tutta la mia anima, che da qualche parte dentro di me James Carstairs c'era ancora. Alec è diventato per quel momento la mia ancora, come un tempo lui lo era stato-
Tessa guardò Alec e vide che qualcosa che una ragazza dai capelli neri aveva detto lo aveva fatto ridere.
Jem le posò una mano sulla spalla.
-Alec è il fidanzato di Magnus- le disse.
Il volto della ragazza si aprì in un sorriso sincero.
-Sono così felice per loro due, Magnus mi aveva accennato di un ragazzo ma non immaginavo fosse un Lightwood. Quante cose sono cambiate da quando sono entrata nel Labirinto a Spirale- sussurrò.
-I Lightwood sono una bellissima generazione, niente a che fare con Benedict o Tatiana-
Tessa posò la testa sulla spalla di Jem.
-E quella ragazza? È la sorella di Alec, vero? Sono così simili a Cecily e lui... Oh Dio, mi sembra di rivederli a bisticciare in gallese-
Il ragazzo le passò una mano sul fianco, attirandola a sé.
-Isabelle Lightwood- gliela presentò
-coraggiosa e tenace quanto Cecily. Una Lightwood in tutto e per tutto-
-Voglio conoscerla-
-Sicura?-
Gli occhi scuri di Jem si velarono di preoccupazione.
-Non pensi possa evocare ricordi dolorosi da cui poi non riuscirai più a fuggire?-
Tessa raddrizzò le spalle e alzò il mento.
-Cecily Herondale era la mia migliore amica, penso sarebbe felice se conoscessi una sua discendente-
Il ragazzo le sorrise rassicurante e poi le diede un bacio sulla guancia.
-Grazie James- gli sussurrò a qualche centimetro dalle sue labbra.
-Di cosa?- lui sorrise.
-Di esserci sempre stato, anche quando eri nella Fratellanza. Dalla sua morte... incontrarti una volta all'anno mi ha aiutato, e molto-
Si avvicinò e lo baciò, sentendo le sue labbra morbide.
Gli carezzò le rune che gli deturpavano le guance, unico segno rimasto del suo legame con i Fratelli.
Tessa gli sorrise e si allontanò, mentre Jem la osservava con lo sguardo pieno di amore.
Isabelle si voltò verso la ragazza.
-Ehm ha bisogno di qualcosa?- le domandò, con gli occhi castano scuro ancora più scuri.
Tessa le sorrise gentilmente e il suo sguardo cadde inevitabilmente su ciò che la ragazza aveva alla base del collo, poco sopra la scollatura dell'abito argentato.
-Il mio nome è Theresa Gray- si presentò.
Gli occhi di Isabelle si illuminarono e ogni traccia di diffidenza svanì.
-Ma tu sei la stregona che ha fatto il rituale di protezione dalle energie demoniache a Clary! Stai con Fratello Zaccaria non è vero?-
-Non pensavo di essere così famosa, comunque si, si può dire così- Tessa rise.
Poi indicò il ciondolo di rubino che l'altra possedeva.
-Ciondolo interessante- commentò.
Isabelle alzò il mento con fierezza.
-La mia famiglia la possiede da generazioni- spiegò.
-Oh lo so. Un tempo apparteneva a Cecily Lightwood, una delle mie migliori amiche. Gli assomigli tanto... se non fosse per gli occhi. Eppure tu e tuo fratello mi ricordate un sacco...-
La voce le tremò, ma Tessa si costrinse a sorridere.
-Scusa, mi ero persa nei ricordi. Comunque quel ciondolo è davvero speciale per la tua famiglia, custodiscilo con cura-
L'altra lo strinse tra le lunghe dita.
-Lo farò, per mio fratello. Alec tiene molto alla mia sicurezza-
La giovane strega chiuse gli occhi per un istante, poi li riaprì: due pozze di acqua piovana grigio chiaro.
-Anche lui teneva molto alla sicurezza di Cecily-

******

Parlare con Clarissa Fairchild era stato un toccasana per Tessa, la quale poteva finalmente evitare di pensare ai brutti ricordi.
O meglio, Clary assomigliava incredibilmente ad Henry Branwell però non in maniera tanto dolorosa quanto Alec.
-Credi che a Jace farebbe piacere parlare con me?- le domandò -E ho anche qualcosa da dargli-
Clary si morse il labbro, arrossendo.
-Ehm... diciamo che fino a poco tempo fa non avrebbe nemmeno voluto sentir nominare la parola Herondale ma da qualche settimana le cose sono cambiate. Lo ha accettato. Ha capito che se non avesse accettato il suo nome, la stirpe degli Herondale sarebbe morta con lui, e voleva impedirlo-
Tessa si lasciò sfuggire una risata.
-Si, è proprio un Herondale- commentò.
Jem la affiancò, posandole una mano sulla spalla.
-E non sai quanto- disse -credo che quel ragazzo abbia al posto del sangue una certa dose di sarcasmo liquido da comparare solo con il mio parabatai. Si vede che sono imparentati-
-È molto bravo a suonare- disse invece la castana, osservando Jace concentrato come non mai a suonare il pianoforte, beando le orecchie degli invitati con quelle dolci melodie.
-E lo sa- fece Clary sorridendo.
-Tipico degli Herondale. Per lo meno non penso scriva canzoni su strane malattie, vero?-
La rossa la guardò stranita.
Jem alzò una mano.
-Oh Clary, meglio non sapere. A volte è meglio vivere nell'ignoranza-
-E non sapere cosa sia la sifilide demoniaca-
Tessa sorrise, e poi sospirò.
-Ho bisogno di parlargli- disse, fissando Jace
-di conoscerlo. Dopotutto siamo parenti e so che lui ha sempre imparato il sangue non è la cosa più importante e la famiglia è costituita dalle persone che ti vogliono bene però... il fatto che abbiamo lo stesso sangue, non dovrà pur contare qualcosa?-
-Penso proprio di si- le sussurrò Jem.
La ragazza si fece coraggio e andò incontro al biondo, che aveva finito di suonare e ora parlava con una ragazza dai voluminosi capelli ricci.
Quando Jace la vide andargli incontro, si congedò da Maia e la raggiunse.
-Tessa- disse piatto, senza nemmeno una goccia di sarcasmo.
-Oh Jace- sussurrò.
Le venne un'incredibile voglia di abbracciarlo e carezzargli la guancia, come faceva con i suoi figli, ma si trattenne.
Qualcosa - o forse tutto - nella postura rigida del ragazzo le consigliò di non farlo.
-Cosa ci fai tu qui?-
Tessa sospirò, soprattutto per quanto quel tono di voce gli ricordasse il suo.
-Volevo parlarti-
-Non sono ancora pronto, non per sapere tutti gli orrori che gli Herondale hanno compiuto-
-Oh no. Non fare l'errore di credere che poiché tuo padre Stephen era finito sulla cattiva strada, allora anche tutti gli altri Herondale avessero fatto lo stesso sbaglio-
Jace inarcò un sopracciglio dorato e mise le braccia conserte.
Tessa lo imitò.
-Guarda che molti tuoi antenati hanno fatto cose di un enorme bontà- lo rimbeccò.
-Lo dici solo perché uno di questi era tuo marito-
-A maggior ragione! Credi che mi sarei innamorata di un uomo crudele? Mio marito era...-
Le parole le morirono in gola, per l'ennesima volta.
Jace sembrò capire il dolore che le provocava parlare dell'uomo perché non infierì oltre.
-Prendi mio suocero, Edmund Herondale. Sai cosa ha fatto per amore di sua moglie? Ha rinunciato ad essere uno Shadowhunter, per poterla sposare. Se non è questo amore, non so cosa lo sia-
Il ragazzo guardò Clary, intenta a ridere con Isabelle.
Essere un Cacciatore era parte di lui, era il centro di tutto ciò che faceva, e si chiese se per lei lo avrebbe fatto.
Se per Clary avrebbe rinunciato alla sua vita così come la conosceva.
E si rispose di si.
Perché l'amore è in grado di abbattere tutte le barriere.
E non era forse questo un segno che ciò che Jace provava era lo stesso amore provato da un suo antenato?
La famiglia è formata dalle persone che ti amano.
Ma forse anche dalle persone che amano come te.
-Gli Herondale sono una famiglia di Cacciatori che sanno amare come pochi e so che tu possiedi queste caratteristiche.
Perché nessuno ama di un amore così totalizzante e vissuto a trecentosessanta gradi se non è un Herondale. E tu lo sei-
-E se non ne fossi all'altezza? Se fossi una vergogna per il nome della tua famiglia?-
Eccola, la verità.
Il motivo per cui Jace aveva paura di essere un Herondale.
-Della nostra Jace. E non lo sei-
Esitò un attimo, mordendosi il labbro.
Poi si mosse e spostò il colletto della camicia al ragazzo.
-La vedi questa?- sussurrò.
E Jace la vide.
Una piccola stella bianca, quasi invisibile, come una piccola cicatrice.
-L'hanno tutti gli Herondale, no?- chiese
-Da quando uno di essi ha avuto un contatto con un angelo-
Tessa si portò istintivamente una mano al collo, sentendo la famigliare consistenza del suo angelo meccanico.
La rassicurava, nonostante non ticchettasse più.
Annuì semplicemente.
Le ritornò in mente quando quella volta si era svegliata, e aveva visto il pendente sulla spalla di lui.
E poi quella cicatrice, ereditata da tutta la linea maschile della famiglia.
Quindi allontanò la mano e si mise le mani dietro il collo.
Staccò il ciondolo che portava e se lo mise davanti.
-Cos'è?- chiese Jace.
Tessa tolse l'anello dalla catenella e glielo porse.
C'era un delicato motivo di uccelli che si alzavano in volo, su di esso.
-L'anello che apparteneva a James Herondale, colui che un tempo era mio figlio- spiegò -ora è tuo. Ti appartiene di diritto-
Jace lo prese tra le mani, con le sopracciglia inarcate.
-Sei un Herondale a tutti gli effetti Jace- gli sorrise dolcemente, come avrebbe potuto fare una madre con il figlio -non servono altre prove-

*******

Tessa lo riconobbe nonostante la lontananza, e nonostante l'oscurità della notte.
Sembrava di essere tornata di nuovo indietro nel tempo, data l'età dell'abito che Magnus Bane indossava.
Abito di secoli passati.
-Tessa?- domandò -Sei tu?-
Lei gli si avvicinò.
-Oggi niente glitter?- gli disse sorridendo.
-Bisogna risparmiarli, la crisi non risparmia nemmeno New York!-
Le sorrise e poi aprì le braccia.
Tessa lo abbracciò, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo.
E cominciò a piangere.
Senza una reale motivazione, senza nemmeno essersene accorta.
Magnus se ne accorse ma non disse nulla, continuando a stringerla a sé.
-Ehi- le sussurrò -se Alec ci vedesse così penserebbe lo stia tradendo, e fidati ci sono già passato e non è una bella esperienza!- smorzò l'atmosfera.
Tessa rise, la voce attutita dalla giacca scura di lui.
-Oh Magnus- mormorò -Alec è così simile a...-
Il volto di lui si scurì.
-Non dirlo- la fermò -se non vuoi, non dirlo. Non dire il suo nome-
La ragazza lo ignorò.
Era arrivato il momento di affrontare la realtà.
-Will-
Si rese conto che pronunciare il nome di quello che una volta era stato suo marito le fece bene: le sembrò che il costante macigno che le gravava sul cuore fosse scomparso; non del tutto, ma in gran parte scomparso.
Si allontanò da Magnus e lo guardò, con gli occhi grigi velati di lacrime.
-Mi mancano tutti così tanto...- sussurrò -non mi era mai capitato così spesso. Ma vedere Jace, Clary, Alec e Isabelle... è stato un duro colpo. È come se mi avessero rigettato a forza in un passato dal quale sono scappata così a lungo-
-Ma il passato è sempre dietro l'angolo, Tessa. Ed è proprio grazie ad esso che siamo diventati ciò che siamo-
-Mi manchi te, con le tue stravaganze.
Sophie e la sua saggezza.
Gideon e le sue frasi in spagnolo quando era di buon umore.
Cecily e la sua tenacia.
Gabriel e la sua testardaggine.
Charlotte e la sua gentilezza.
Henry e la sua simpatia.
Jessamine e la sua malinconia.
Thomas e la sua lealtà.
Agatha e la sua cucina.
Woolsey e le sue frasi filosofiche sull'amore.
Aloysius e il suo passato.
Bridget e le sue ballate.
E perfino Church e il suo essere intoccabile da chiunque non fosse Jem.
E Will.
Mi manca da morire, Magnus.
Will e le sue terribili canzoni, la sua terribile ossessione per la sifilide demoniaca, la sua incontenibile fobia per le anatre, il suo sarcasmo, il suo umorismo, i suoi occhi di un azzurro così intenso da sembrare delle viole del pensiero, il sorriso che faceva quando pensava che nessuno lo osservasse.
E il suo amore, il suo immenso amore per me.
Per L'angelo, è la cosa che mi manca di più-
-Passerà- Magnus l'abbracciò nuovamente -te lo prometto, forse ci vorranno secoli ma passerà!-
-E come fai a saperlo?-
-La mia vita è stato lunga, lo sai, e con il tempo certe cose le impari-
Tessa si lasciò stringere.
-Forse l'unico modo per sentire meno il dolore e la mancanza è condividerli con qualcuno che prova ciò che provi tu- le suggerì.
Lei inclinò la testa di lato e Magnus le fece l'occhiolino - cosa che Tessa trovò completamente fuori luogo: ma d'altronde lo stregone non sapeva essere serio per più di cinque minuti - e si voltò.
Jem si stava avvicinando ai due, sorridendo.
-Ti ho trovata Tessa!- esclamò.
Sembrava nervoso.
-Jem- disse Magnus cordiale -ora vi lascio-
La ragazza prese le mani del ragazzo.
-Tutto bene?-
-Devo parlarti-
La prese per mano e la fece sedere su una panchina lì vicino, tra i roseti.
-È qualcosa di grave? È successo qualcosa a Jace?-
-No ma Jace c'entra. E c'entri anche tu. E in un certo senso pure io-
-Per favore James, sii chiaro-
Il ragazzo la guardò e fece un respiro profondo.
-Sta sera qualcuno ha confermato ciò che sospettavo da tempo- disse -c'è qualcuno che ha bisogno di noi-
-E chi dovremmo trovare?-
Jem la guardò intensamente.
Tessa si vide riflessa negli occhi scuri di lui, e si ricordò di quando non era altri che un ragazzo dai lineamenti particolari e gli occhi argentei.
-L'Herondale perduto-

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