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CAPITOLO 34

Metto meglio a fuoco la mia vista
Al di sotto della superfice

c'è un'enorme craken che mi sta osservando e attorno a lui, ossa, solamente ossa.

rifletto, rifletto, dove sono finita. quando qualcosa dentro di me una sensazione, mi conduce a pensare che sono nel posto giusto
A la Gabbia dei Dissenanti.

"come posso entrare, senza farmi vedere?" mormoro tra me e me.

Giusto ho dei poteri.

Ma come posso fare ad azzionarli?

non ho idee.

Provo a chiudere gli occhi facendo dei gradi respiri, immaginando il mio corpo a forma gassosa.

le riapro stendendo le braccia notando che non sono cambiata che non ce l'ho fatta.

L'unica soluzione e andare a campo scoperto.

faccio un primo passo e il ponte scricchiola, trovandomi paralizzata con il timore che il ponte cede.

Faccio un altro passo e il ponte continua scricchiolare. quando all'improvviso noto che delle ombre si stanno avvicinando a me.

inizio a corre, sempre più forte, ormai le ombre sono vicino a me, pronte a prendermi, corro, corro, è l'unica cosa che posso fare.

arrivata dall'altra parte, non so più dove andare, mi giro mettendomi contro il muro., notando che le ombre sono lì davanti a me.

ferme, senza fare niente, mi osservano, pronte a fare qualcosa se mi muovessi.

Improvvisamente nell'aria si sente una tromba, e quelle ombre scappano via.

non ci penso due volte e inizio a scalare il muro, arrivando dall'altra parte.

Guardo il cielo e delle ombre non c'è più nessuna traccia.

davanti a me si innalza il piccolo castello, l'unica cosa che mi divide dall'entrata è un altro ponte di legno.

faccio un altro passo e lentamente supero il ponte ritrovandomi davanti una porta enorme di anch'esso di legno.

la spingo e si apre. ritrovandomi in mezzo a un corridoio.

delle urla strazianti mi circondano, di vittime che devono subire torture, ma questo non mi provoca niente, anzi non sento più nessuna emozione.

vado avanti percorrendo il corridoio.

"Pis, Jonny, padre" urlo non curante di chi mi potrebbe sentire.

Ma attorno a me non sento più nessuno, nemmeno le urla delle povere persone intrappolate qui dentro.

Richiamo di nuovo, ma nuovamente non sento nessuno che mi risponde.

sto camminando per i corridoi ormai da un lasso di tempo indefinito.

tentando ancora qualche volta di urlare i loro nomi.

Ho quasi perso le speranze di rivedere le persone che voglio bene.

fin quando mi ritrovo davanti a una porta più grade di quella dell'entrata.

La spingo, aprendosi mi intrufolo dentro.
Non pensando di quanta facilità sono riuscita ad entrare in questo posto.

davanti a me compaiono altri corridoi con altre celle che mi girano attorno.

"Pis, Jonny, padre".

urlo nuovamente. attendo che qualcuno mi risponda e questa volta sento una voce lontana che esclama.

"Siamo qui". questa voce la riconosco è quella di Jonny, corro verso la sua voce, Ritrovandomeli davanti hai mie occhi.

"Ooh Jonny, cosa ti hanno fatto?" dico osservando le sue cicatrici.

"a me non hanno fatto poi così gran che" esclama facendo un lieve sorriso.

sento qualcosa iniziare a bruciare dentro di me.

"E Pis?" domando preoccupata.

Jonny sposta lo sguardo su suo fratello che si trova disteso nell'ombra, all'angolo del muro sul pavimento.

"Pis" esclamo. ma nulla, non ricevo risposta.

"Pis" ritento, sento mormorare qualcosa ma non capisco.

tiro un sospiro di sollievo ora so che è vivo.

"Cosa vi hanno fatto?"

"torturato ecco cosa ci hanno fatto, volevano sapere dove eri, Kagea".

Sussurra Pis.

Percepisco caldo, solamente caldo.

noto che Jonny si sta allontanando da me.

il caldo non scompare, anzi diventa più intenso.

fin quando guardandomi le mani non noto che sto andando a fuoco.

"Kagea"

qualcuno mi chiama, mi volto e davanti a me compaiono due sagome.

Una molto familiare.

"Papa?" Esclamo ormai in lacrime.

Aspetto una sua risposta , ma non ne ricevo.

"Papà?".
Ritento, ma nessuna risposta.
Lo guardo meglio notando che è come la prima volta che lo visto nel confine della foresta, con nessuna espressione sul volto, sguardo assente.

e il dolore che ho provato la prima volta vedendolo così ritorna.

sposto lo sguardo sull'altra sagoma, che mi sta guardando. la stessa ombra di quella notte.

Rabbia provo solo rabbia.

Cerco di muovermi per andare verso di loro ma non c'è la faccio, non riesco a muovere nessun muscolo.

"Si può sapere cosa vuoi da me?" questo è il colmo è la stessa frase che ho pronunciato la prima volta.

"Te"
Esclama semplicemente l'ombra.

La guardo meglio e noto che questa ombra a differenza delle altre ha gli occhi. Mi lascio sfuggire una risata nervosa.

"Tu, regina che possiedi tutto, vuoi me?, questo è ridicolo". questa volta scoppio in una risata.

"Non ho te" esclama lei.

Me?

"O te o i tuoi cari" continua.

Mi si congela il sangue, non so cosa fare, darei la vita per loro, ma non voglio che vinca il male, non voglio che succeda qualcosa di brutto nel mio mondo.

"Te lo puoi scordare" dico cercando di muovermi.

"Ah, si?".
Ad un certo punto sento qualcosa di caldo attorno a me, ma non sono io questa volta, mi volto ed vedo che Jonny è avvolto nelle fiamme. le sue urla sono silenziate. mi rivolto in preda del panico.

"Ti, prego lascialo stare" Lei mi guarda senza proferire parola, mi volto e finalmente non vedo più fiamme, il corpo di Jonny non ha nessuna ustione, rimango li inerne a guardarlo. non so cosa posso fare.

Nei suoi occhi c'è paura solo paura.
Il mio cuore non ce la fa più, non ce la fa più a reggere tutto questo.

"Ripeto o loro o te"
dice ormai senza pazienza.

"Non farlo, kagea, salva il mondo" mi volto verso la voce di Pis vedendo che ormai e vicino le sbarre.

Una lacrima scivola sulla mia guancia, vedendo come è messo, pieno di cicatrici sul viso o meglio sul tutto il corpo.

"Non posso" dico sussurrando

"riformuliamo la farse, o tu o tuo padre, loro non mi servono più"
dice facendo un gesto con la mano, mi volto verso la gabbia, ma dove prima c'erano Pis e Jonny, non ci sono più.

"Dove sono?" urlo con tutte le mie forze.

la regina mi guarda e non dice nulla anzi mi esclama la stessa cosa.

"O te o tuo padre" continua Lei.

Guardo mio padre e poi nuovamente lei.

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