1718 [Abitudini]
Il solo fatto di essere qui, è strano per me, ho sempre scherzato sul fatto che piuttosto che fare la vita della moglie di qualcuno, mi sarei impiccata.
Invece eccomi qui, davanti a Jack, le nostre mani intrecciate guardandoci negli occhi, gli occhi di Jack sono illuminati di una gioia enorme.
Mentirei nel dire che non sono contenta, ma al tempo stesso mi sembra tutto così sbagliato, sento il mio stomaco ritorcersi su se stesso.
Il prete che sta officiando le nozze, ha l'aria di qualcuno che vorrebbe essere ovunque tranne che lì, come se avesse una pistola puntata alla testa.
Il che è vero, ed è stata una mia idea, se il prete avesse avuto libertà di scelta, si sarebbe rifiutato di celebrare le nozze.
Non solo perché sono una Piratessa, anche per il fatto che sono Vedova.
Se ce una cosa che non è ben vista agli occhi di Dio, dopo i Pirati, sono le Vedove, secondo la loro concezione se una donna è sposata, lo rimane per tutta la vita.
Invece gli uomini, con la scusa del portare avanti la dinastia e il nome della famiglia, possono sposarsi con chi vogliono. Anche da vedovi.
Quando il prete cerca di ribellarsi, la canna della pistola si pianta su un lato costringendolo ad andare avanti, il rumore della sicura che viene tolta, convince il prete a calmarsi.
Mary ha l'aria di qualcuno che vorrebbe far saltare il cervello al prete, ma non lo fa soltanto perché Jack gli ha fatto promettere di non torcergli un capello.
Vorrei poter dire che Jack sia stato contento della sua presenza, ma penso che se ne sia fatto una ragione, quello che non sa è che Mary ha cercato di farmi cambiare idea fino all'ultimo.
Questa vita ti ucciderà, tu non sei fatta per questo, tanto meno per uno come Jack Rackham.
Le parole di Mary, mi rimbombano nella testa, mentre Jack davanti a me sta dicendo quelle due parole che cambiano la vita di una persona.
Gli occhi del prete si spostano su di me, Jack sorride, ha la faccia dell'uomo più felice del mondo, però quando apro bocca per dire lo voglio non riesco a dirlo.
Qualcosa me lo impedisce mi passo le dita sul collo, sotto i polpastrelli sento del ruvido, una corda che lo stringe fino a mozzarmi il fiato.
Mi ritrovo con il cappio al collo, sono penzolante da una forca, la vita che scivola via tra le dita come la sabbia.
Quando riapro di scatto gli occhi, all'inizio vedo tutto sfocato finché non mi ritrovo ad osservare lo sguardo preoccupato di Jack, il quale tira un sospiro di sollievo.
Faccio sempre lo stesso sogno, o meglio è il ricordo del nostro matrimonio, ma poi si trasforma in un vero e proprio incubo.
I primi tempi ho spaventato a morte Jack, oltre che aver rischiato di pugnalarlo, non sapendo bene che fare ha contattato Mary.
Persino Mary Read si è trovata impreparata, nemmeno la sua presenza è servita ad aiutarmi, ed ora Jack si ritrova ad aver paura per me.
So bene da cosa è scatenato tutto questo, il dover incessantemente stare vigili non poter fidarsi di nessuno se non di noi stessi.
Non che prima non avessi paura di finire con il cappio al collo, ma un conto è essere in mare aperto, un altro è stare sulla terra ferma senza avere una possibilità di fuga.
Io e Jack però su una cosa siamo stati d'accordo, Mary sarebbe diventata il Capitano della Revenge, gli uomini si fidano di lei nonostante sia una donna.
L'hanno vista all'opera, sanno quanto sia temibile e brutale, ma soprattutto sanno che sia io che Jack ci fidiamo di Mary.
Appendere cappello e lama al chiodo è difficile, tanto quanto lo è svestire i panni del pirata ed indossare i panni della moglie.
Il villaggio dista da qui diversi chilometri, Jack ha scelto la zona in modo tale che la casa fosse nascosta dagli alberi, però al tempo stesso in caso di attacco possiamo nasconderci sugli alberi.
La capanna che abbiamo costruito, è lontano da tutto e tutti, non è esattamente facile da trovare, però allo stesso tempo sappiamo che basta un forestiero proveniente da una delle isole più abitate per mandare a puttane tutto ciò che stiamo costruendo.
Vorrei poter dire che mi sto abituando a questa vita, fatta di giornate sempre uguali, incontri per il te con l'impicciona locale ed i pettegolezzi, non è esattamente così che pensavo di passare il resto della mia vita.
Agnes, così si chiama, è una signora di circa quarant'anni un po' tracagnotta, ha i capelli neri in cui si vedono delle ciocche argentate.
Agnes ha detto che al villaggio si parla di noi, alle persone è sembrato strano che una coppia così giovane, abbia deciso di insediarsi in un punto così isolato.
Di certo non posso dirle il vero motivo, così le ho semplicemente detto che non sono abituata a stare in mezzo alle persone, preferisco la quiete del bosco.
Per quanto non del tutto convinta, Agnes sembra farsi bastare la spiegazione, noto come lancia le sue occhiate perlustratrici in giro.
È entrata in modalità impicciona, ma non trova nulla di compromettente, come se il fatto che non abbiamo nulla da nascondere sia deludente.
Nascondo il ghigno dietro alla tazza da tè, osservando Agnes, la quale si congeda senza aver trovato come al solito nulla.
Non appena Agnes se ne va mi ritrovo da sola, Jack è da qualche parte nel bosco a caccia, ed io mi ritrovo a non avere nient'altro da fare se non aspettare.
È in quel momento che ho iniziato a pensare che avrei dovuto scrivere ciò che ho passato, in modo tale che la mia vita non venga dimenticata.
Ma al tempo stesso trovo che tutto questo sia in qualche modo ridicolo, anche se sono consapevole che sia un modo per passare il tempo.
Di tutto questo a Jack non ho detto nulla, so che si arrabbierebbe, dal suo punto di vista sarebbe un modo per urlare ai quattro venti chi siamo stati davvero.
Jack non capirebbe, è un uomo, tutti si ricorderanno di Jack Rackham e delle sue imprese negli anni avvenire, poco importa quello che farà da adesso in poi.
Io invece sono una donna, anche se sono una delle Piratesse più temute dei sette mari in questo momento, so bene che nessuno parlerà delle mie imprese o di quelle di Mary.
Perché le donne in quest'epoca non contano e non valgono nulla, quasi di sicuro valgono più gli schiavi di noi donne, ed è soprattutto questo a spingermi a farlo.
Mettere nero su bianco che io, una donna, è diventata il Pirata più tenuto dei Sette mari, ha preso in mano la sua vita, nonostante tutta la merda che ha ricevuto in cambio.
Ho sentito da Mary che in molti mi hanno proclamato la Regina Pirata, non avrei mai pensato di riuscire a sfregiarmi di un titolo tale.
Poco importa se non navigo più o non faccio scorribande per i Sette mari, il nome Anne Bonny continua ad incutere timore, anche solo nel pronunciarlo.
È così che nascono le storie, le leggende, nulla di tutto questo era voluto dalla sottoscritta, volevo soltanto essere libera.
Ma si sa che le idee migliori, nascono proprio nei momenti del genere, in qualche modo questa cosa mi ha fatto ridere.
Chi mai leggerebbe, le memorie di una Piratessa? Per giunta le mie di memorie?.
Con il senno di poi, mi resi conto che è anche un modo per dimostrare che una donna può farcela, in questo mondo del cazzo, tanto che vorrei sbattere in faccia a William tutto ciò.
Sono anni che non penso a mio padre, ho cercato di pensare il meno possibile a quel miserabile bastardo, per quanto ne so potrebbe anche essere morto.
Jack torna vittorioso dalla battuta di caccia, trascinando dietro di sé la carcassa di un cinghiale, a differenza mia, lui si sta abituando a questa vita.
Sento ancora in ogni fibra del mio essere, il richiamo del mare, il cozzare delle spade una contro l'altra, l'odore della polvere da sparo, lo zolfo dei cannoni, le urla dei marinai, il caos, la morte e la distruzione.
Cerco di ricacciare tutto indietro per amore di Jack, anche se persino Jack, si rende conto che tutto questo mi sta uccidendo dentro.
Ma lo so io e lo sa anche lui, nell'esatto momento in cui quel "si lo voglio" è fuoriuscito dalla mia bocca, Anne Bonny è morta.
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