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1716 [BIVIO]

AVVERTENZE: In questo capitolo è presente un argomento delicato, che potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno. Anche se non se ne parla entrando specificamente nel dettaglio, siete avvertiti.

Buona lettura!


Osservo il cielo stellato con lo sguardo perso nella volta celeste,  quando ero piccola era un modo per scappare dalla mia vita, ora guardando le stelle, mi chiedo soltanto quanto sarà lunga la mia vita, perché alla veneranda età di vent'anni posso ritenermi fortunata di essere ancora viva.

Soprattutto per essere quella di un pirata, non mi aspettavo di vivere così a lungo, essere un pirata equivale ad avere i giorni contati.

Perchè per quanto tu sia bravo in quello che fai, puoi sempre ritrovarti con il cappio al collo, penzolante da una forca.

In questi due anni, ci sono stati momenti in cui ho pensato seriamente ad abbandonare la vita da pirata, non tanto per me, quanto per Jack.

Jack ne parla di rado, però mi ha accennato al fatto che se avesse una famiglia, abbandonerebbe questa vita.

Io non ci ho mai pensato seriamente ad avere una famiglia, non con quella che mi ritrovo.

Sarei una pessima madre, non ho mai ricevuto un briciolo di amore genuino da parte di mia madre o da William.

In più come faccio a mettere al mondo dei figli, se nemmeno io voglio stare davvero in questo mondo?

Questo mondo fa schifo, non metterei al mondo dei figli nemmeno se fossi costretta dalle circostanze.

Sento dei passi dietro di me, sento le braccia di Jack che mi circondano la vita, sento il mento che si posa sulla mia spalla.

Jack non fiata si limita a rimanere in quella posizione, sento le sue labbra che si posano sul collo, socchiudo gli occhi a quel contatto.

-Con tutto l'oro che abbiamo accumulato in questi anni, potremmo ritirarci- inizia Jack.

Volto il capo verso Jack, le sue parole non sono neanche tanto una sorpresa, se non fosse che ha decisamente un pessimo tempismo.

Faccio alcuni passi, dirigendomi verso la cabina del Capitano che dividiamo, Jack appena entriamo chiude la porta.

-Ci stai pensando sul serio?- domando stranita.

Jack mi prende le mani, mi guarda dritto negli occhi,  non ho mai visto Jack così serio.

-Ci penso sempre Anne, io ti amo, vorrei che invecchiassimo insieme magari circondati dai nostri figli e dai nipoti, la vita del pirata per quanto affascinante non è esattamente un toccasana per vivere a lungo- 

Jack è convinto di ciò che dice, io sono sempre stata una che non va molto sul sottile, non sono mai stata una che tergiversa sulle decisioni da prendere.

In questo caso specifico, so bene che non posso decidere su due piedi, perché se accetto dovrò appendere la sciabola al chiodo, diventare ciò dalla quale sono sempre fuggita.

In quel momento mi viene in mente Mary, non la prenderà bene ne sono certa, ho bisogno di schiarirmi le idee.

La Revenge attracca al primo porto disponibile, anche se non è grosso abbiamo bisogno di fare rifornimento, approdare in porti civilizzati diventa sempre più pericoloso.

Jack dice che sto diventando paranoica, ma non voglio rischiare di trovarmi a penzolare da una forca solo per aver abbassato la guardia.

Soprattutto visto che sia io che Jack, abbia una taglia sulla testa, la cosa buffa è che la mia è più alta di quella di Jack, il fatto di essere una donna e pure un pirata, deve aver inorridito quei bigotti del cazzo.

Un conato di vomito mi prende all'improvviso, sono costretta a sporgermi dal parapetto per dare di stomaco.

Io non sto mai male, persino Jack e Mary si preoccupano, ma se per Jack la preoccupazione è fin troppo palese, Mary cerca di far finta di nulla, ma glielo leggo negli occhi.

Stare male, è un lusso che non posso permettermi, ed è anche per questo che quando scendiamo dalla Revenge la prima cosa che faccio è andare a cercare qualcuno che possa aiutarmi.

Un pescatore seduto in fondo alla banchina con la sua rete tra le dita, mi indica la direzione per la dimora di una donna che può aiutarmi.

La donna abita poco fuori dal villaggio, la sua casa è immersa nella natura, ed è così isolata che se fossi attaccata non lo saprebbe nessuno.

Per abitudine, mi guardo intorno per assicurarmi che non ci sia nessuno, forse ha ragione Jack nel dire che sto diventando paranoica, inizio a bussare alla porta, un "avanti" rauco e gracchiante, mi spinge a chiedermi se ho fatto bene a venire da sola.

Quando metto piede dentro alla casa, un odore dolciastro e nauseante mi colpisce in pieno al naso, la nausea sale di nuovo.

Ha mazzette di erbe che pendono lungo tutto il soffitto insieme a degli scacciasogni fatti con ossa di coniglio, sale lungo tutte le finestre, riconosco anche alcuni simboli intagliati sul muro, simboli druidi.

Li ho già visti quando stavo a Cork, anche se da fervente cattolica quale era mia madre ogni volta che ne vedeva uno si faceva il segno della croce, dicendo che per colpa dei peccatori senza Dio, la collera divina si sarebbe abbattuta su tutti noi.

La vecchia è seduta ad intagliare un pezzo di legno, non alza gli occhi verso di me, continua a fare ciò che sta facendo.

-Cosa posso fare per la famigerata Anne Bonny?- domanda la vecchia.

Mi concentro su di lei, dovrei essere sorpresa che una vecchia che abita in un posto così sperduto mi conosca, ma non lo sono poi così tanto.

Le voci, quando si tratta di pettegolezzi, sono fin troppo rapide a raggiungere ogni angolo del mondo.

Anche i più sperduti.

-Ho bisogno di qualcosa contro la nausea- mi limito a dire.

La vecchia mi scruta per un attimo, lo fa in modo così insistente da farmi venire i brividi, mi fa segno di avvicinarmi con un gesto della mano, quando lo faccio la sua mano raggrinzita si posa sul mio stomaco.

Mi chiede da quanto tempo ho la nausea, le rispondo che sono quasi tre mesi, a quel punto annuisce come se avesse capito di aver avuto ragione.

-Cara, la nausea passerà presto, ma il problema diventerà un altro, cosa farai dopo?-

-Dopo cosa? È solo un po' di nausea, passerà- replico stizzita.

Quella vecchia inizia a seccarmi,  presa dal nervosismo, poso una mano sull'elsa della spada stringo la presa così forte che sento un formicolio alle dita.

Non so se il mio gesto ha innervosito la vecchia, o forse si è resa conto che non ho capito di cosa sta parlando, ma fatto sta che mi ha dato la notizia nel modo più schietto possibile.

-Tu sei incinta

Quella frase, non è esattamente ciò che mi aspettavo di sentire uscire dalla bocca di quella vecchiaccia.

-FANCULO! TU MENTI!- sbotto.

La vecchia non si scompone, sembra quasi abituata a questo tipo di reazioni, si mi limita ad osservarmi.

-Puoi anche non credermi, ma tra cinque o sei mesi sfornerai un bambino e...- la vecchia parla, ma io non ascolto più nulla di ciò che dice.

Io non voglio avere un bambino, non in questo periodo della mia vita, sono un pirata che cazzo, quando mai si è visto un pirata con un poppante al seguito? Mai.

Le parole dette da Jack mi piombano addosso come un macigno, ed io per un solo attimo mi sono ritrovata a mandare a quel paese Jack Rackham.

Perché ora mi ha messo in una situazione del cazzo, dannazione a te, Jack.

Se avesse una famiglia, direbbe addio alla vita da pirata, appenderebbe la spada al chiodo e volterebbe le spalle a questa vita.

Io non sono nata per fare da madre, io sono nata per solcare i sette mari e fare il pirata, anche se amo Jack questa è una di quelle cose a cui non potrei mai rinunciare.

Non ho sentito nemmeno parola di ciò che ha detto la vecchia, ho iniziato a riflettere sulla decisione da prendere.

Non che io abbia molta scelta, perché le decisioni sono soltanto due:

Partorisco il marmocchio, che potrebbe avere i capelli rossi come i miei, ed una vita orrenda davanti a sè.

Oppure quella che si può definire una scelta estrema, gli risparmio tutto questo, anche se prendendo questa decisione potrebbe far soffrire enormemente Jack se mai lo scoprirà.

Il mio sguardo si focalizza sulla vecchia, mi guarda dritto negli occhi in attesa che io dica o faccia qualcosa.

-Cosa devo fare per liberamene?-

La vecchia non sembra sorpresa della mia scelta, si alza dalla sua sedia, posa il palmo della mano su un bastone con un gancio ricurvo per poi usarlo per prendere qualcosa dal soffitto.

Un sacchettino fatto con la pelle di qualche animale, quando allunga il bastone verso di me, dal sacchetto arriva un forte odore di menta.

Lo afferro con la mano libera, estraendo un doblone dal portadenaro che passo alla vecchia.

-Fate un infuso, in qualche giorno sarete libera dal problema- mi dice spiccia, senza dire nient'altro.

La ringrazio, per poi dare le spalle alla vecchia, soltanto quando oltrepasso la soglia della casa tornando verso la Revenge, la consapevolezza di ciò che sto per fare mi piomba addosso.

Sono davvero pronta a fare questo passo? Ad eliminare il problema, usando la scusa che questo mondo fa schifo?

Vorrei poter dire che la prima risposta che mi sia venuta in mente sia un no, che non voglio farlo ma sarebbe una cazzo di bugia. Perchè si, ho deciso di arrivare fino in fondo, lo faccio non solo per me stessa, anche per il fatto che è un atto di pietà verso questo bambino.

Perchè avere sangue pirata, il mio sangue nelle vene, equivale ad una condanna.

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