Un rumore assordante mi costringe a tapparmi le orecchie, e la semi oscurità del cortiletto si riempie di una strana luce bluastra.

Pierre sembra sconvolto, ma come dargli torto? Ho appena il tempo di fare uno scarto di lato prima che la parete esploda. Letteralmente.

La figura alle mie spalle emerge in tutta la sua fierezza da dietro la cortina di polvere che si è formata in seguito all'esplosione.

Un armatura rosso fuoco scintilla nel buio di quella notte maledetta, illuminata solo dalla pallida luce che proviene dal reattore ARC sul petto del mio salvatore.

- Scommetto che ti approcci alle ragazze da ubriaco perchè da sobrio non riusciresti nemmeno ad aprir bocca. - asserisce una voce sicura, una voce che riconoscerei tra mille.

Lo spiantato biondo non demorde e cerca di apparire minaccioso, ma prima che riesca a raggiungermi una mano metallica e fredda mi solleva per il gomito e piano piano vedo il pavimento del cortile farsi sempre più distante. Quando arriviamo al punto tale che una delle mie scarpe penzola pericolosamente e cade nel vuoto, mi rendo conto che siamo veramente ad un'altitudine assurda.

A stento trattengo un urlo, ma Iron Man mi stringe forte tra le sue braccia e mi intima con un gesto che non c'è nulla di cui preoccuparsi.

Iron Man, già. Il mio professore di matematica. Il mio odiato professore di matematica.

Devo dire che nonostante il mio odio spropositato lo sto abbracciando un po' troppo forte.

Ma la paura ha preso il sopravvento, e il mio gesto è più che giustificato. Sento ancora i battiti del mio cuore ad una velocità vertiginosa, ma piano piano l'agitazione si acquieta per lasciare spazio alla meraviglia e all'emozione.

C'è un panorama magnifico, le nuvole ci circondano, è come se potessi toccare la volta del cielo con un dito. Sfioriamo i terrazzi dei grattacieli della zona residenziale, una incredibile sensazione di potenza si impossessa di me, è perfino meglio di prendere un 8 in matematica.

Mentre guardo le macchine, le luci, le case sotto di noi con l'ingenua felicità di una bambina, mi rendo conto di provare anche un altro forte sentimento: pura gratitudine.

Mi accoccolo più che posso nelle forti, fredde braccia metalliche e mi lascio andare ad un pianto silenzioso e liberatorio.

Anche se non posso guardarlo in viso, so che in questo momento mi sta guardando e sta mi sorridendo, e questa consapevolezza non fa altro che far aumentare il mio stato di imbarazzo e confusione.

-Dove stiamo andando?- chiedo con la voce impastata a causa del sonno.

Eh, già, ho bevuto troppo..

-Ti porto a casa.- risponde Tony con la sua voce metallica. Faccio un sospiro di sollievo e lascio finalmente che il sonno si impossessi di me.

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Il nostro volo si conclude con l'atterraggio sul balcone della mia cameretta. Faccio per poggiare i piedi per terra ma Tony non me lo permette. Tenendomi in braccio saldamente apre la porta finestra mentre io cerco di divincolarmi. "Lasciami!" esclamo in maniera assai poco credibile -Ce la faccio da sola!- Il mio improbabile professore ride e commenta -Conosco le ragazze ubriache, e so che non ti reggeresti in piedi.- Sono ubriaca? Non riesco neanche a rendermene conto. Ho la vista annebbiata e un forte, fortissimo mal di testa.  Forse ha ragione lui.

Ma mentre mi perdo nei miei pensieri futili e insensati, lui ne ha già approfittato per mettermi a letto.

Ora riesco a vederlo in viso, dato che non indossa più la maschera. Il mio cuore perde qualche battito.

Notando il mio imbarazzo, le sue labbra si dischiudono in un tenero sorriso. Mi si avvicina e mi rimbocca le coperte, poi si piega su di me per darmi un bacio su una guancia.

Sono decisamente morta di vergogna.

-Sei una bimba cattiva, lo sai?- mi sussurra in all'orecchio -ma in fondo, mi piaci così. Buona notte, mocciosetta.-

Sorride nuovamente e sparisce nel notturno cielo scuro, una macchiolina rossastra in lontananza.

Mi addormento in uno stato di shock e imbarazzo tremendi, tanto che tutti i miei incubi quella notte vengono dominati da discoteche, supereroi e stupratori.

E io che speravo in una serata tranquilla.

Con quale coraggio lunedì mi presenterò in aula?!