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La sveglia mi distrugge i timpani, e mi ritrovo in un letto enorme e vuoto.
Tony non c'è.
La luce in bagno è accesa, e sento il rumore della ventola del phon, suppongo che sia lì..
Sono le 5 e 30 del mattino e lui pensa ad asciugarsi i capelli.
Logico.
L'apparenza prima di tutto.
Infatti, ecco che me lo ritrovo con la spazzola e la lacca in mano. Non solo, mi guarda con una certa antipatia, come se non tollerasse il fatto di vedermi ancora in pigiama.
Oh, scusami se mi sono appena svegliata, penso mentre mi alzo e comincio a sistemare le mie cose.
- Dormito bene? - mi chiede, lo sguardo puntato alla cravatta che sta allacciando in maniera impeccabile.
- Sì.. - borbotto. Certo che ho dormito bene, ero tra le tue braccia, mi verrebbe da dire, ma mi trattengo.
La verità è che per me è molto difficile prendere sonno in in luogo che non sia casa mia, quindi che si tratti di alberghi o appartamenti altrui.
Non ho mai visto casa di Sasha, ora che mi viene in mente.
La tristezza riprende ad assalirmi. E io che pensavo di averla annegata nel sonno..
Finisco di rendermi presentabile con un sospiro, poi esco silenziosamente dalla stanza di Tony per tornare nella mia, rifare le valigie e vestirmi.
Do una sbirciatina nel beauty case che funge da custodia per la mia armatura.
Per tutto questo tempo mi sono chiesta quando l'avrei indossata.. e oggi mi rendo conto che quel momento è arrivato.
Mi guardo allo specchio, cercando di ingannare le apparenze, ma si vede fin troppo bene che sono agitata, dalle guance pallide alle occhiaie. Ho il respiro accelerato e il battito un po' troppo veloce.. dannata ansia.
Non riesco a controllarla.
Ma d'altra parte, la guerra sta per cominciare.
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Poche ore dopo sono sun un jet privato dello S.H.I.E.L.D insieme agli Avengers. Il pilota altri non è che Maria Hill. Stiamo sorvolando la periferia di Berlino; il panorama non è un granchè, ci sono solo campi coltivati e case sparse. I quartieri si amalgamano e armonizzano perfettamente con il paesaggio circostante.
Il cielo nuvolo e scuro non migliora il mio umore, e nemmeno l'aria assorta del Capitano. La Germania deve riportargli alla mente una marea di ricordi dolorosi..
Sofferente, questo è l'aggettivo giusto per descrivere Steve. Sempre serio, composto, ma così solo. Mi fa tanta pena.
Anche gli altri non scherzano in quanto a musi lunghi: l'unico a non avere una faccia da funerale è Thor, che al momento ha la bocca piena di marmellata.
Un momento. Perchè il figlio di Odino sta trangugiando marmellata da un maxi barattolo? Possibile che sia riuscito a passare i controlli in aeroporto?
Poi mi ricordo come siamo riusciti a trasportare clandestinamente 6 e passa supereroi da un continente all'altro e smetto di farmi domande ovvie.
Tutto procede tranquillamente fino a quando non scorgo dal finestrino il quartiere più nuovo della periferia berlinese, Marzahn-Hellersdorf. Una scarica di proiettili si abbatte sul velivolo e perdiamo di quota in pochi minuti.
Mi aggrappo a fatica ad un laccio di cuio che pende dal soffitto per evitare di cadere; Bruce sussulta e si alza immediatamente dalla poltroncina su cui era seduto, Clint e Natasha si mettono in posizione d'attacco e Thor continua a prendere cucchiaiate i marmellata di fragole come se nulla fosse.
Io e Tony ci scambiamo uno sguardo complice, so che tra poco verrò messa a dura prova. Dalla cabina sento Maria Hill urlare chiaramente - Tenetevi forte! - e il mio professore di matematica apre prontamente la sua valigetta. Loki guarda giù, nel tentativo di scorgere chi o cosa ci ha colpito, ma la cortina di nuvole è troppo spessa.
Il jet compie parecchie manovre per evitare altri danni, non è il caso di perdersi d'animo proprio ora che abbiamo un motore fuori uso. Tra planate e giri della morte, vedo la terra avvicinarsi sempre più.
Un po' come nel mio incubo, in cui cadevo in una voragine senza fine..
La voce di Tony mi riscuote dai miei pensieri. - Angelica..ho bisogno di te. Ora! - Steve, nonostante mi sembri combattuto, annuisce in silenzio.
Mi avvicino a lui faticosamente, cercando di non cadere, e proprio mentre sto perdendo l'equilibrio, mi afferra e mi stringe forte. - La situazione è critica, per questo ho bisogno di te in questo momento - mi spiega tenendo i suoi meravigliosi occhi color nocciola nei miei - devi andare in avanscoperta, sei la nostra unica speranza. - afferma mentre apre il portellone principale sotto lo sguardo attonito del resto del gruppo.
Jared deglutisce, teso.
- Ho bisogno che tu vada a prendere i reattori A.R.C rimasti in mano nemica, in primo luogo. Quando ci riuniremo ti dirò come continuare. Pensi di farcela? Noi ce la caveremo..siamo abituati.. -
Tony ha bisogno di me. Non riesco a pensare ad altro. L'aria gelida riempie violentemente l'abitacolo, rendendo difficoltosa la comunicazione oltre che la respirazione.
- Ti fidi di me? - urla Tony.
Tutti mi guardano con il fiato sospeso, Thor incluso, che ha il cucchiaio a mezz'aria.
- Certo che mi fido - rispondo. Un sorriso sincero mi incornicia il viso. E' in quell'istante che comprendo il significato di serenità, di spirito di gruppo. Ho un'intera squadra su cui contare.
- Bene - mormora Tony, anche lui appare sereno, finalmente. E' perfetto. Mi attira a sè con un gesto fulmineo per un repentino bacio sulle labbra, uno di quei baci che non dimenticherò mai.
Poi mi lascia andare nel vuoto, quando ho ancora il suo profumo nelle narici e il suo sapore in bocca. All'improvviso non ho più paura, ma solo la consapevolezza che non dovrò più temere la solitudine.
Il vento mi investe e pian piano riesco a distinguere i contorni di un capannone che sembra un edificio adibito ad esercitazioni militari, tutto rotea e si confonde, anche perchè più mi avvicino al suolo più i rumori si fanno più forti e spaventosi.
L'armatura bianca si compone pezzo per mezzo, aderendo perfettamente al mio corpo, e infine mi libro per aria grazie alle meravigliose ali traslucide che si aprono improvvisamente come se facessero parte di me. Lo scenario che mi si apre dinanzi è probabilmente l'esemplificazione dell'Inferno: ci sono migliaia e migliaia di uomini armati che sparano in tutte le direzioni, granate che esplodono all'improvviso e carri armati che pattugliano la zona.
C'è una donna riversa per terra nel suo stesso sangue, e vedo un neonato agitarsi e dimenarsi sempre più lentamente sotto il suo corpo. Vengo colta da un senso di nausea, nemmeno qui l'H.Y.D.R.A ha potuto frenare la propria violenza nei confronti dei più deboli. Memore di Sasha, pianto i piedi per terra con forza, decisa a non arrendermi per nessun motivo. Comincio a respingere attacchi grazie al mio guanto metallico, un regalo di Tony, e attaccare a mia volta.
Mi faccio strada tra cadaveri di civili e militari, tutti innocenti vittime di questa guerra senza senso.. non vedo l'ora di trovare il capo di questa coalizione di terroristi per dirgliene quattro. Ho individuato i miei bersagli, provo ad inseguirli.. Il campo d'azione è molto vasto e mi arrivano proiettili da tutte le direzioni, ma questa volta non mi lascio prendere dal panico.
Sono più forte dell'altra volta, posso farcela. Tony conta su di me. Raccolgo un fucile da terra e provo a sparare a quell'agente con cui ho avuto il piacere di scontrarmi anche negli Stati Uniti.. L'uomo si sposta con una velocità sovrumana, tanto che inizio a credere che sia un mutante. I proiettili che avevo messo da parte per lui finiscono nella tempia di qualcun altro.
- Dannazione.. - mormoro, frustrata. E proprio mentre sto per gettarmi nuovamente all'inseguimento, qualcosa mi colpisce con forza all'altezza della nuca. Le voci si fanno lontane, i suoni ovattati. Le gambe non mi reggono più, tutto comincia a collassare.
- Tony.. ho fallito.. - è il mio ultimo pensiero, e poi cala l'oscurità più totale.
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