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25

Mi lascio stringere tra l'imbarazzo e l'incredulità, ancora non riesco a credere a quello che sta succedendo.

Tony ha detto che gli manco.
Ha detto che mi aiuterà.

È tutto quel di cui ho bisogno per essere felice.

Siamo rimasti così, silenziosi ed abbracciati, non saprei dire da quanto tempo.
Potrebbero essere passati cinque secondi come potrebbero esserne passati venti.
Lui continua ad accarezzarmi i capelli, a stringermi, a sussurrare cose dolci.

E io sorrido con aria beota, visto che non ho la più pallida idea di come uscire da questa imbarazzante sebbene fantastica situazione.
Poi mi riscuoto, dopo aver sentito il suono della campanella. Mi libero, a malincuore, dalla stretta del mio professore di matematica e faccio per uscire, quando la sua voce mi blocca.

-Grazie per essere venuta.-

Gli rispondo con un sorriso raggiante, dal momento che credo di non essere mai stata tanto emozionata come in quel momento -Figurati, è stato un piacere. A dopo!-

Praticamente mi do alla fuga ed esco velocemente da quella stanza che mi ha riservato tante sorprese, e mi accascio senza forze sul pavimento, la schiena contro il muro.
Ancora non riesco a crederci.

Mi rialzo un po' a fatica e mi dirigo in classe, un sorriso ebete stampato in faccia.
Prima ho detto che l'amore è una cosa strana; ora mi correggo. L'amore è una cosa bellissima.
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Sarà che ho avuto una mattinata stupenda, o che finalmente l'ansia mi ha dato una tregua, ma incredibilmente non mi sento più così nervosa.

Sono riuscita a concentrarmi a lezione, e ora che è tutto finito e che posso rilassarmi un po', ne approfitto per ascoltare un po' di musica mentre aspetto Sasha all'uscita dell'edificio, così che possa accompagnarla a casa.

Non si sa mai, un po' di prudenza in più non ha mai ucciso nessuno.

Mentre lascio che Amy Lee mi delizi con la sua voce da brivido do un'occhiata all'orologio: sono le 15.05, cioè l'ora in cui gli studenti escono da scuola.

Alzo gli occhi, ed ecco Sasha, che oltre ad essere una fantastica, inguaribile nerd, è estremamente puntuale.
Sorride appena mi vede, ricambio il saluto, e dopo aver aspettato anche Jared, lasciamo il cortile della scuola alle nostre spalle.

Mi comporto in maniera tranquilla e naturale, il piccolo momento di crisi vissuto stamattina presto sembra appartenere ad un lontano passato, ma tutta questa tranquillità non è dovuta al mio buon autocontrollo.

No, è che so di avere un prezioso alleato al mio fianco. Una persona di cui possa fidarmi.
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Grazie al cielo non succede nulla durante il tragitto-casa scuola, anzi, riusciamo a chiacchierare, ridere e scherzare.
Ho il cuore leggero, grazie a Tony.
Beh, sapendo di avere Iron Man pronto a salvare me e i miei amici in qualunque momento non posso che essere tranquilla.

-D'accordo, allora ci vediamo domani. Stammi bene!- esclamo felice, dopo aver stretto forte Sasha tra le mie braccia, gesto che Jared ripete poco dopo, anche se un po' riluttante.

Rivolgo un ultimo sorriso alla mia migliore amica, prima di lasciare che si allontani e sparisca al di là di quell'angolo che separa le nostre due diverse destinazioni.

Il mio compito è finito, da questo momento in poi non è una mia responsabilità. Posso tirare un sospiro di sollievo.
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Sì, sono una persona piuttosto timida, non mi sento a mio agio a parlare con altre persone, specialmente se non sono in confidenza con loro, è vero.
Ma se c'è una cosa che mi disturba ancora di più è quel silenzio imbarazzante che si viene a creare quando non si ha nulla da dire, e in questo l'emo quattordicenne che ho accanto di certo non aiuta.

In realtà avrei molte cose da chiedergli, ma lui è talmente gelido, così silenzioso che mi mette quasi in soggezione.

Così camminiamo per una decina di minuti senza dirci una parola,
Siamo quasi arrivati allo S.H.I.E.L.D Hidden HQ quando cerco timidamente di cominciare una conversazione.
-Allora..anche a te hanno chiesto di allenarsi con loro?- borbotto alludendo agli Avengers.

Non mi piace nominarli in pubblico, non so, ho sempre paura di attirare l'attenzione.

E nel preciso istante in cui il ragazzino si appresta, con molta flemma, a rispondere alla mia domanda, ecco che un insolito e terrificante rumore ci interrompe: si tratta di un'esplosione.

Le conseguenze della detonazione sono ingenti; nonostante l'ordigno sia esploso non molto vicino rispetto a dove ci troviamo, ma posso osservare crepe sui muri dei palazzi circostanti, persone che scappano terrorizzate, auto dai finestrini distrutti.
Io stessa sono immobile, statica, incredula.
Nel frattempo attorno a noi l'inferno infuria e si fa vivo, la gente urla, corre, gli assordanti antifurti ci massacrano i timpani, cominciano a sentirsi anche suoni di spari, latrati, grida. Riconosco subito una voce famigliare.
Solo allora riesco a riprendermi dallo shock, a muovermi in quell'itinerante orrore.

-SASHA!-

Getto lo zaino per terra e mi giro un attimo in direzione di Jared. -Vai dagli altri, abbiamo bisogno di rinforzi!-
Lui annuisce, è la prima volta che lo vedo un po' turbato, e si avvia di corsa verso il grattacielo con l'enorme vetrata.

Poi mi giro nuovamente verso la strada che ho già percorso e la rifaccio a ritroso, di corsa.
È una scena assurda: la folla disperata che mi viene incontro, mi spinge e mi travolge, io, l'unica ad andare verso il luogo dell'attentato, una ragazzina minuscola e senza alcuna possibilità di vincere.

-Sasha, resisti!- ripeto più volte, quasi a me stessa, quasi per convincermi di potercela fare. Superato l'oceano di persone mi impediva il passaggio, riesco finalmente a intravedere la strada che la ragazza dai capelli rossi ha imboccato, e un macabro spettacolo mi si para innanzi: gli edifici sventrati, morti ovunque, sangue, uomini incappucciati, impossibile distinguerne il volto, infierieriscono su quelli che sono ancora vivi.

Ho il voltastomaco.

Cerco ansiosamente Sasha tra le macerie, sperando di non trovarla, quando ecco spuntare il suo zaino militare da sotto un cumulo di mattoni.
-Sasha!- urlo ancora, gli occhi pieni di atrocità e dolore, la gola che mi brucia per l'aver gridato troppo.

Faccio per avvicinarmi, ma mi accorgo che non sono l'unica.
Uno degli uomini incappucciati mi sta venendo incontro, rapido e agile, simile ad uno sciacallo.

Stringo i denti, decisa a combattere. Vedremo se quel poco di allenamento mi è servito, devo tenerli occupati fino a quando non arriveranno gli eroi più potenti della Terra ad aiutarmi.

Nessuno può toccare Sasha, non mi arrenderò, non oggi.

Io e il misterioso agressore ci stiamo venendo incontro a vicenda: vedrà di cosa sono capace.
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AUTHOR'S CORNER ~
S.H.I.E.L.D Hidden HQ: la sede dello Shield della città di Angelica.
Sì, sono consapevole che questo capitolo è orrendo. T~T
Mi dispiace.
E a proposito ci tenevo a ringraziare per il supporto tutti i lettori, questa storia ha avuto un successo enorme che non credevo avrebbe mai avuto. <3

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