23
Non avrei detto che la mia vita potesse essere così pacifica e tranquilla.
Una pigra mattinata di scuola, un laborioso pomeriggio pieno di compiti, telefonate e PlayStation.
Le giornate trascorrono piano, lentamente, serenamente.
È davvero incredibile, sembra tornato tutto come prima, quando ancora non conoscevo Tony e i le verifiche di matematica erano la mia unica preoccupazione.
Però, no, qualcosa è cambiato: ora c'è Sasha, la mia nuova migliore amica!
È davvero fantastica, è ottimista, divertente, mi sta sempre accanto quando c'è qualcosa che non va, e poi è sincera, a differenza di qualcun'altro.
La adoro!
Ogni mattina facciamo colazione alla pasticceria Barton-Romanoff, cosa che mi fa sempre sorridere, perché Bucky è del tutto negato nel fare il cameriere, e poi ho la possibilità di intrattenermi un po' con Steve.
Mi fa sempre piacere vederlo; è solare e allegro, non se la prende mai con me, scherza e riesce a strapparmi una risata anche nelle giornate più grigie.
Tutto il contrario di Tony, insomma.
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Oggi è una di quelle mattine; io e Sasha contro il resto del mondo, pronte ad affrontare una nuova giornata, decidiamo di prendere un caffè nel nostro locale preferito.
-Lo sai che c'è un nuovo aggiornamento in The Sims 4?-
-Ma non mi dire!-
-Sì, adesso ho un'intera famiglia di alieni.. hanno la pelle blu!-
La nostra entusiastica conversazione viene interrotta dalla voce del cameriere.
-Anche oggi arriverete in ritardo..Siete delle pessime studentesse, ragazze..-
Alzo subito gli occhi, rendendomi conto che non si tratta del Soldato d'Inverno.
Un sorriso gentile, capelli biondi e occhi color del cielo non appartengono infatti a Bucky Barnes, ma al suo fidato compagno Steve Rogers, ovvero Capitan America.
-Sei venuto a farci la paternale, vecchietto?- gli chiedo divertita.
-Sei una lagna..che fine ha fatto il decerebrato con il braccio di metallo? Volevo fargli uno scherzo!- commenta Sasha con il suo solito fare rude.
Steve sospira. -Sono venuto a prendere le vostre ordinazioni. Buck si è ammalato...improvvisamente..- borbotta lanciando uno sguardo di rimprovero a Sasha.
Sarà anche vero, ma ho l'impressione che le parole del Capitano ne nascondano altre.
Infatti dopo aver scribacchiato qualcosa sul suo taccuino, mentre si allontana, bisbiglia nella mia direzione -Dobbiamo parlare.-
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-Allora, che cosa dovevi dirmi?--
Io e Steve siamo nel retro della pasticceria.
Non è un posto molto indicato per parlare, visto che Thor sta usando Mjolnir per stendere la pasta dei pancakes.
Se non si fosse capito, c'è un rumore infernale.
-Dobbiamo parlare..del tuo allenamento.-
L'ennesima martellata ci fa sobbalzare.
-Ti ho detto che mi sono presa una pausa.- rispondo, le braccia incrociate sul petto.
-Lo so..ma faresti meglio a riprendere, o perlomeno a coinvolgere Tony. Non è molto importante il tuo allenamento individuale, quanto quello di squadra.-
Aggrotto le sopracciglia. -E perché tutta questa fretta? Cosa mi state nascondendo?-
BUM! Credo che ormai quel povero pancake sia stato polverizzato, o per meglio dire incenerito.
-Fury ha previsto un attacco da parte di criminali molto pericolosi,probabilmente terroristi, perciò è nostra responsabilità e dovere proteggere questa città e tutti i civili.-
Il mio pensiero corre immediatamente a Sasha.
Se è così pericoloso come sembra, devo proteggerla a tutti i costi.
Non posso permettermi di perdere anche lei.
-Va bene..- sospiro -ci vediamo questo pomeriggio, vedo di convincere anche Tony a venire. -
Steve sorride, ma non sembra un sorriso sincero, sembra piuttosto un sorriso forzato, quasi sofferente.
-Grazie per il supporto, Angelica.-
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-Allora, cosa ti ha detto il megafusto?- mi chiede Sasha con fare sornione.
-ti ha chiesto di uscire?-
Purtroppo non sono dell'umore giusto per apprezzare certe battute, perché ciò che mi ha detto Steve mi ha turbata abbastanza.
Non è la prima volta che temo per la vita di una persona cara, però sento il peso della responsabilità che mi schiaccia come un grosso masso.
-Qualcosa non va?-
Deglutisco e faccio cenno di no, e più cerco di dimenticare le informazioni che mi ha appena comunicato Steve, più queste riaffiorano crudelmente, come se avessero il preciso obiettivo di distruggere tutta la tranquillità che ho così faticosamente ottenuto.
Alzo il passo per tenere un minimo di distanza dalla mia amica, perché non voglio che mi veda piangere.
Riesco a reggere la situazione fino ad un certo istante, poi finisco per mettermi a correre in preda al terrore, dopo aver preso Sasha per mano, pregando silenziosamente che la scuola sia un posto sicuro abbastanza per offrirle protezione.
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L'ansia non mi abbandona neanche per un attimo.
So che dovrei stare tranquilla, che devo mantenermi rilassata fino a questo pomeriggio, ma è del tutto impossibile.
Tengo lo sguardo fisso su Sasha e anche su Jared; l'atrio della scuola è grande e devo fare attenzione a ogni singolo movimento.
Quando suona la campanella, sono così nervosa che inizio a saltellare, cercando di scaricare il mio peso da un piede all'altro, fino a quando non noto una persona speciale.
Il mio professore di matematica, il mio unico punto di riferimento.
Lo guardo scomparire dietro alla lunga colonna di insegnanti intenti a raggiungere la sala professori.
È la mia salvezza! Lui è un supereroe, potrà sicuramente proteggere i miei amici in caso di pericolo!
Cerco disperatamente di raggiungerlo, ma la vociante folla di ragazzi mi spinge dalla parte esattamente opposta alla sua.
Sospiro; mi toccherà andare a parlargli durante la ricreazione.
Nonostante tutta questa agitazione, e la giornata tutt'altro che tranquilla, mi rimane un briciolo di ottimismo: se c'è Tony al mio fianco, non c'è niente che possa andare storto.
Ne sono sicura.
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