20
E così, in un ventilato venerdì pomeriggio, io, un ex miliardario e un improbabile ragazzo emo, abbiamo intrapreso una pericolosa missione: estorcere informazioni riservate ad una divinità di un altro mondo la cui pazzia è più che evidente.
Come ho già accennato, credo che la normalità sia completamente scomparsa dalla mia vita. E la cosa inizia a darmi sui nervi davvero tanto.
Dovendo essere sincera, c'è un'altra cosa che mi da sui nervi, o meglio, una persona.
Non mi ascolta praticamente mai, fa quello che vuole, è misterioso, in molti mi hanno detto che devo stargli lontano.
Ma io non ce la faccio; anche se stare accanto a Tony significa andare in contro a terribili pericoli, anche se si dovesse trattare del peggiore errore della mia vita, non rinuncerei a stare al suo fianco. Lo amo, dopo tutto.
Lo amo anche quando, come sta succedendo ora, mi obbliga a fare cose che mai avrei creduto di dover fare.
No, non sto parlando di prostituzione.
Ci troviamo in centro, davanti al grattacielo che ospita la sede dello S.H.I.E.L.D., e il mio intrigante professore ha appena esposto il suo piano: in pratica usarmi come esca, dal momento che sarò io la "fortunata" che dovrà interagire con Loki.
- C'è un'unica falla in questo piano geniale, Tony - sbotto - e cioè che non abbiamo idea di dove Loki si trovi!-
Jared ci guarda battibeccare senza farsi sfuggire nemmeno un commento, poi, dopo che ci siamo insultati per bene, borbotta:
- Io so dov'è. - Lo guardiamo entrambi molto accigliati, dal momento che è stato zitto fino a quel momento.
Ma il ragazzino non si lascia intimorire e continua.
- Il signor Stark ha avuto un'ottima intuizione a portarci qui, percepisco una dell'energia provenire dai piani più bassi di questo palazzo. -
- Vuoi dire che.. lo tengono rinchiuso nei sotterranei? Pensavo fosse ad Asgard.. - Poi mi tornano il mente le parole del dio del tuono, la prima volta che ci siamo incontrati. Aveva detto che non se la sentiva di parlare di suo fratello, perché era una questione personale. Ora si spiegano molte cose.
- D'accordo, devo andare ad interrogarlo. Ma se qualcuno mi vede? Non sembrerà sospetto? -
- E' per questo che ci siamo anche noi qui, mocciosetta. Siamo una squadra!- esclama Tony con un sorriso che trasmette sicurezza e positività.
Lo guardo e sorrido a mia volta.
Quel suo sorriso così fiducioso mi fa dimenticare perfino la nostra recente lite, per un attimo mi fa dimenticare perfino il mio nome. Non posso restare arrabbiata dopo aver visto così tanta bellezza in un solo viso.
Non è umanamente possibile.
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A passo lento mi introduco in quell'edificio straordinario, che mi fa trattenere il fiato tutte le volte che ci entro. Cerco di mostrarmi sicura e spavalda, anche se l'idea di trovarmi faccia a faccia con un Fury arrabbiato non mi piace per niente. Guardo Jared, accanto a me, per ottenere una rassicurazione, ma lui non incrocia il suo sguardo con il mio, guarda più avanti, sembra insicuro.
Confusa, guardo nella sua direzione e mi accorgo con orrore che un ospite indesiderato sta per compromettere la missione: Thor.
Ci sta venendo incontro sorridendo, ignaro del fatto che la mia apparente innocenza sia solo una finzione.
-Angelica! Mi fa piacere vederti!- tuona con la sua voce possente.
-Mentre tu saresti..?- L'asgardiano guarda il mio giovane accompagnatore con aria pensosa.
-Mi ricordi il mio fratellino quando aveva la tua età..oh, era così tenero!- esclama, ignorandomi del tutto.
-Jared, giusto?- Lui annuisce, intimorito. -Diamine, sei così carino! Posso tenerlo per un po'..?- mi chiede Thor implorandomi con lo sguardo.
Sorrido divertita, questa situazione è a dir poco assurda. Thor a cui manca Loki. Deve aver battuto la testa o qualcosa del genere.
Vedo che Jared mi fa l'occhiolino, come a dire "Qui ci penso io", così do il mio consenso al dio biondo, e continuo la mia ricerca da sola.
Ora che Thor me lo ha fatto notare, devo ammettere che tra Jared e Loki c'è una certa somiglianza..
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Dopo quella che potrei considerare un'odissea, riesco a trovare l'accesso ai piani sotterranei.
Si tratta di un'enorme porta di metallo di forma rotonda, pesante e molto fredda.
Sembra una cassaforte, dal momento che per aprire c'è bisogno di una combinazione. Picchietto sulla ricetrasmittente che porto all'orecchio per comunicare con Tony; è qui che entra in gioco lui. -Psst..hey, Stark. C'è bisogno di te! Come la apro questa porta?-
Lo sento sbuffare, infastidito. -E non puoi chiamarmi Tony una buona volta? Comunque, sei proprio una novellina..- Mentre pronuncia queste parole, la corrente elettrica ci abbandona per un istante e il corridoio si fa buio, ma la pesante parete metallica si apre e una ingente quantità di aria gelida mi investe, come se l'intero Jounheim fosse stato spostato in questa stanza.
Tossisco, e facendomi scudo con il gomito, attraverso la nuvola di vapore con il cuore in gola.
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