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- Ok, facciamo il punto della situazione. Tony Stark, ossia Iron Man, è il mio professore di matematica, la materia che più odio in assoluto. - Tony mi guarda stupito. -Davvero la odi?- Oh, che genio.
- Tu e la tua ex fidanzata avete litigato e ti ha ridotto sul lastrico. Non solo, ti sta anche rubando i reattori A.R.C, indispensabli per la tua sopravvivenza. Abbiamo inoltre scoperto che collabora con l'H.Y.D.R.A.
Lo S.H.I.E.L.D ci tiene sotto osservazione perché mio padre è stato tra i loro agenti, e non si fida di te. -
- Esatto - replica Tony - e ora ci si mette anche Loki. -
- Che casino. Sembra che la normalità sia completamente scomparsa dalla mia vita.. - borbotto, acida. - E ora che si fa? -
- Non mi va di pensarci adesso. Andiamo a scuola, piuttosto - è la brillante risposta. Poi afferra la giacca e la solita valigetta, e si precipita giù per le scale.
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Detto proprio onestamente, non ho nessuna voglia di andare a scuola.
Ormai sono lo zimbello di ben più di un centinaio di studenti, e non mi va di venir presa in giro per le prossime cinque ore. Tra l'altro sono le 6 e un quarto, siamo in netto anticipo, perché non siamo rimasti a casa a dormire? A che serve tutta questa fretta? Sbuffo e cerco di distrarmi un po' guardandomi intorno.
Nonostante sia aprile, c'è un venticello fresco che mi fa rabbrividire; il sole è coperto dalle nuvole, la giornata non promette bene. Le persone intorno a noi, però, sembrano non farci caso e continuano imperterrite la loro routine mattutina. C'è chi va al lavoro, chi sta cominciando ad aprire il proprio negozio, chi inizia a servire i clienti nel proprio bar.. A questo proposito mi ricordo di non aver fatto colazione, e scorgo un nuovo locale che non avevo mai visto prima. E' vicino alla scuola, quindi chiedo il permesso a Tony di andare a mangiare qualcosa. Avuto il suo consenso, mi allontano da lui e Jared con l'acquolina in bocca.
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Inizio ad avere dei sospetti quando leggo il nome del locale sull'enorme insegna luminosa. "Pasticceria Barton-Romanoff" Cerco di ignorare quella scritta a lettere cubitali che non mi convince per niente, e vado a sedermi ad un tavolino in attesa di un cameriere. La mia sorpresa aumenta quando mi si presenta un ragazzo non molto più grande di me, capelli castani, lunghi e spettinati, sguardo perso nel vuoto, un braccio metallico con una stella rossa sulla spalla. - Desidera? - chiede, in un inglese un po' arrugginito. - Mi raccomando, sii gentile, Buck! - Sento l'inconconfondibile voce di Steve alle sue spalle. - Che cosa desidera, signorina? - chiede allora Bucky, non senza sforzo. - Emh.. - Questa situazione è di gran lunga la più assurda in cui mi sia mai capitato di presenziare, senza dubbio.
A quel punto compare Clint, con un buffo grembiule a fiori e le mani sporche di farina. - Il grembiule è di mia moglie - dice a mo' di scusa - In ogni caso, oggi i miei pancakes sono scontati! - - Ma Legolas, i tuoi hanno troppo sciroppo! I miei sono migliori dei tuoi! - Questa era Natasha.
Sono sul punto di alzarmi e scappare quando interviene Steve in persona, con un piatto di pancakes allo sciroppo d'acero, fumanti. - Li offre la casa, non preoccuparti dei soldi. Preoccupati di Tony, piuttosto. Non fidarti di lui. - mi sussurra all'orecchio. - Ti avevo detto che ti avremmo tenuto d'occhio, comunque!- esclama subito dopo, con un luminoso e accogliente sorriso.
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Circa tre ore dopo, eccomi nell'aula magna, in prima fila, gremita di persone che probabilmente non stanno nemmeno ascoltando le parole del preside.
"...e ora lascio la parola al docente di matematica e fisica Anthony Stark, il quale deve fare una dichiarazione in pubblico."
Tony si alza dal suo posto e si avvicina, flemmatico, al podio. Da due colpetti al microfono, per accertarsi che funzioni, e comincia il suo discorso in mia difesa.
"Perciò posso assicurare che la signorina Stone ha solo avuto dei mancamenti e io l'ho aiutata sul momento, senza portarla in infermeria. Tra noi non c'è nessun tipo di relazione, men che meno romantica." Sono le sue ultime parole, la fine di un noioso discorso di 15 minuti.
Sarà stato noioso, ma tutti gli studenti lo hanno fissato per tutto il tempo.
D'altra parte, Stark è sinonimo di carisma.
Sospiro, ormai lo ha detto anche lui che non abbiamo nessun tipo di relazione.
Tony scende dal podio e torna a sedersi accanto a me.
- Cos'è quel muso lungo? Non avrai creduto a tutto quello che ho detto?-
Sento le farfalle nello stomaco.
Odio quando è così ambiguo!
- E' tutto a posto, sto benissimo. -sussurro, cercando di fare la sostenuta. In realtà, la speranza ha ripreso a vivere nel mio cuore..
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Al termine delle lezioni raggiungo Jared in cortile. È in disparte rispetto al resto della sua classe, ha le cuffiette nelle orecchie, e sta fissando insistentemente una ragazza che avrà circa la mia età, forse è più piccola.
Anche lei ha gli auricolari, ma è in penombra e girata di spalle. L'unica cosa che riesco a intravedere sono i suoi capelli rossi. - Jared..? - lo chiamo. Per attirare la sua attenzione gli metto una mano sulla spalla.
- Mhh? - Il ragazzino si toglie immediatamente le cuffiette e mi guarda in attesa che finisca la mia frase. Sospiro, un po' preoccupata.
- Tony vuole andare in cerca di risposte. Andiamo a trovare Loki. -
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