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15

Virginia Pepper Potts, è, in questo momento, la donna che ha rovinato la vita a Tony.
Ragion per cui appena la vedo sento il sangue ribollire nelle vene.. come si è permessa? Se solo sapesse quanto Tony ci sia rimasto male, quanto stia rischiando a causa della sua eccessiva ottusità..
Senza pensarci troppo inizio a seguirla a distanza,tenendola d'occhio in modo furtivo.
Non so dove stia andando e credo di non sapere nemmeno dove mi trovo in questo momento, ma non mi importa,perché la mia unica priorità in questo momento è Tony.

Il mio Tony.

Gli ho promesso che lo avrei aiutato, e nulla potrà distogliere la mia mente da questo compito.
Oltretutto anche lui si è offerto di aiutare me agli esami, ed è stata decisamente un offerta che non ho potuto rifiutare. Un professore di matematica così premuroso non potrei trovarlo da nessun'altra parte.

Certo,è modesto come Steve è tecnologico e mi mette tremendamente in soggezione. Ma mi rassicura, si fida di me, e non posso deluderlo.
Sono abbastanza preoccupata per lui, dato che da quando gli Avengers si sono fatti vivi è molto più scontroso del solito, spero che riusciremo a scendere a patti.
Questa tensione non mi piace per niente.
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Il borsone che la donna di fronte a me ha con se' è molto sospetto.
Solo un occhio attento come il mio potrebbe distinguere i segni di una toppa strappata brutalmente dalla superficie, lasciando solo la sagoma di ciò che c'era prima.
Rabbrividisco riconoscendo la nota forma del simbolo dell'H.Y.D.R.A.
Perché la fidata assistente del professor Stark ha a che fare con un'organizzazione di stampo nazista?
Sono sempre più sospettosa, ma non mi soffermo solo su quel dettaglio.
Mentre continuiamo a camminare cerco di non farmi notare, infilo le mani in tasca, fischietto.
Ecco il modo migliore per venire scoperta.
Mentre Pepper si volta ho la prontezza di riflessi di appiattirmi contro la parete del palazzo vicino al quale siamo e spero con tutto il cuore di passare inosservata.
Passa qualche interminabile secondo prima che la donna si convinca che nessuno la stia pedinando e riprende a camminare con aria tranquilla.
Tiro un sospiro di sollievo e riprendo a tenerla d'occhio minuziosamente, alla ricerca di indizi.
Noto come stringa con forza i manici del borsone, tanto che le sue nocche sono bianche per lo sforzo. Noto con stupore le sue mani arrossate e con segni di tagli, guardo stranita qualche scheggia di vetro ancora conficcata nelle sue mani. Farà male, poverina..
Oh, ma perché mi distraggo sempre?!
E' la mia nemica, non posso provare compassione per lei..
Mentre perdo il mio tempo ad auto rimproverarmi non mi accorgo che la signorina Potts si è fermata davanti a quello che sembra un condominio.
Mi guardo intorno, spaesata.
Mi trovo in un quartiere di cui non ero nemmeno a conoscenza. Va bene che la mia città è grande, ma qui si esagera! Come farò a tornare a casa, ora?
Mi rendo presto conto che questo è l'ultimo dei miei problemi: Pepper mi sta fissando con un'espressione quasi più stupita della mia, e non sa cosa dire.
- Emh..signora, guardi la'! - esclamo indicando un punto indistinto alle sue spalle. Spero che funzioni, deve funzionare..
Grazie al cielo, funziona. E io ne approfitto per aprire il borsone che lei ha inavvertitamente lasciato per terra sui gradini. Apro la zip in fretta e furia e.. trovo i reattori A.R.C rubati.
Che idiota, avrei dovuto pensarci prima! Ma certo, i segni sulle mani.. era così evidente!
Afferro uno o due reattori e cerco di voltarmi per darmela a gambe, ma un'ombra nera oscura per un attimo il cielo sopra di me, sento il rumore di uno sparo, e un proiettile ferisce di striscio la mia guancia sinistra.
Troppo spaventata persino per lamentarmi, lascio cadere uno dei reattori che avevo raccolto e scappo più veloce che posso.
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La mia corsa folle si interrompe qualche isolato più avanti. Mi piego per respirare più profondamente, terrorizzata. Mi porto una mano tremante sulla ferita, e guardo esterrefatta il sangue scorrere sulle mie dita. Ho il cuore in gola, i passanti stanno cominciando a guardarmi in modo strano.
La situazione sta diventando critica, mi guardano quasi spaventati. Qualcuno ha tirato fuori il proprio cellulare e parla sommessamente con chissà chi, spero non la polizia.
La polizia, ma certo! Mi hanno preso per una ladra, realizzo sempre più in ansia. Sembra che debba continuare a correre.
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Dopo altri sei o sette isolati mi rendo conto di non essere troppo lontana da dove abita Tony, così cerco di ricordare l'indirizzo esatto in modo da rintracciarlo prima che qualche agente possa rintracciare me.
Anche se un po' a fatica e con il fiatone, riesco a raggiungere il portone di casa di Tony, che trovo aperto. - Sto venendo su da te, ok? - urlo nel citofono, e senza attendere una risposta mi precipito su per le scale.
In cima al pianerottolo trovo Tony ad aspettarmi. Ha una brutta cera, sembra ammalato. - Questo è per te - mormoro, lasciandogli in mano il reattore A.R.C che sono riuscita a custodire tanto gelosamente. Lui lo guarda incredulo, poi guarda me mentre cerco di riprendere fiato. - Cosa ti sei fatta alla guancia?! - mi chiede avvicinandosi a me preoccupato. Così preoccupato da lasciar cadere il reattore per terra.
Mi soffoca in un abbraccio, un abbraccio così forte e protettivo che mi lascia senza fiato. - Emh..il reattore..ti è caduto..- mugolo, cercando di mascherare l'imbarazzo. - Non ho bisogno di quegli affari se ci sei tu con me. -
Restiamo così per qualche minuto, in silenzio.
Poi Tony ripete, quasi arrabbiato - Che cosa ti è successo? - - Ho visto Pepper..e lei..i reattori.. però poi l'H.Y.D.R.A.. e ha sparato..- farfuglio.
Mi accorgo con stupore che la voce di Stark si è incrinata, sembra sul punto di piangere. - Mi dispiace, non avrei mai dovuto chiederti di aiutarmi. E' troppo pericoloso. Mi dispiace tanto. Sei una ragazza stupenda.. Perché hai fatto tutto questo per me..? -
- Perchè Tony..io.. -
E' stato in quel momento che è squillato il telefono.

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