Capitolo: 17
Attenzione: tutti i diritti a Inestablementalmente, la mia è solo una traduzione. Se avete domande chiedete.
Sei anni dopo...
Stavamo organizzando una serata con Mikasa, giacché le avevano dato una promozione; ci stavamo preparando insieme ad Armin per uscire tutti e tre da soli la sera, dato che Mikasa aveva chiesto che fosse così: niente mariti, niente compagni, solo noi tre. Accettai la sua decisione per il semplice fatto che quelle regole erano rivolte a me: ogni volta che andavo ad una festa o riunione ci andavo con Levi, Rivaille, Leren ed Erevi.
Non potevo evitarlo, stavamo parlando dei miei sposi e dei miei figli; tutti e quattro mi dedicavano un sacco di attenzioni e non riuscivo a separarmi da loro; per questo li "avevo convinti", per non dire che li avevo obbligati, che mi lasciassero andare da solo. Per fortuna Erevi e Leren avevano accettato, augurandomi che passassi una bella serata; Rivaille e Levi, non erano ancora molto convinti. Avevano paura mi succedesse qualcosa, era da quella volta nel bagno del ristorante che non mi lasciavano solo. Non è che esagerassero, temevano solo che un qualche vecchio mi volesse violentare e loro non avrebbero potuto impedirlo. Promisi loro che li avrei chiamati non appena fossi uscito dal locale dove stavamo andando e ciò li tranquillizzò un po'... in realtà non troppo.
Tornando alla serata: mi stavo preparando per cambiarmi i vestiti; stavo indossando solo un tanga blu, che a mala pena mi copriva dalla vista dei miei figli e dei miei mariti. Mi misi un pantalone nero da donna, una camicia bianca e delle scarpe basse; mi sistemai i capelli e mi misi un po' di lucidalabbra, spalmandolo con il dito.
Mi girai trovando Rivaille e Levi con le braccia incrociate e il volto serio. Leren ed Erevi mi guardarono come se fossi una meraviglia del mondo -Come sto?- domandai.
-Sei bellissimo mami- esclamò Leren.
Sì, sembri un modello, di quelli che si trovano sulle riviste che compri- rispose Erevi.
-Non appena noti che qualche maiale ti sta guardando ci chiami- ordinò Rivaille (questa sarò io con mia sorella, già lo so).
Levi non disse niente.
-Grazie vita mia- dissi (indovinate un po') baciando la testa di Leren -Non sono un modello tesoro- baciai la testa di Erevi.
-Lo sembri- contestò lui.
-Però non lo sono- ribattei con un sorriso, Erevi annuii -Va bene, state tranquilli: sarà solo una cena con qualche coppa di vino e poi torno- risposi prendendo il viso di Rivaille fra le mani; baciai dolcemente le sue labbra e lui mi circondò con le sue braccia; mi allontanai da lui per avvicinarmi a Levi e baciare le sue labbra allo stesso modo, ma egli intensificò il bacio. Non appena ci staccammo sentii il fiato mancarmi -State tranquilli, questo è un repellente per chiunque- affermai mostrando la mia mano sinistra, dove si trovavano due fedi.
Levi sollevò un angolo delle labbra, Rivaille sorrise e annuì; Leren ed Erevi, mi accompagnarono fino alla porta, dove si trovava Mikasa con le braccia incrociate, aspettandomi -Dai, non esagerate, tornerà- disse rivolta a Levi e Rivaille. Mi prese dal braccio e mi portò fuori, dove si trovava parcheggiata la sua macchina; li salutai alzando la mia mano e fui trascinato da Mikasa; una volta all'interno della vettura, lei accese il motore e ce ne andammo verso casa di Armin per prenderlo.
Non appena superammo le porte del locale, notai che era un ristorante con il bar, il quale, dopo mezzanotte, diventava una discoteca. Guardai Mikasa e lei alzò le spalle come a dire "non mi importa la tua opinione". Stortai le labbra, se Levi o Rivaille fossero venuti a sapere dove mi aveva portato la loro cugina, giustamente, l'avrebbero ammazzata; armin mi prese dal braccio ed io mi voltai a guardarlo -Tranquillo Eren. Non ti succederà niente con noi qui- mi rassicurò con un sorriso.
-Ha ragione, Eren. Trascorri tutto il tempo a lavorare, passi tutto il giorno in quella casa per prenderti cura dei tuoi figli e "sposi"- disse Mikasa facendo le virgolette nel dire l'ultima parola.
-Sì, lo so; i miei "sposi" sono i tuoi cugini, che se vengono a sapere dove mi hai portato ti uccidono- le ricordai, osservandola -Ma va bene. Starò tranquillo e mi divertirò-.
-Ciò che quegli idioti mi faranno non mi importa- rispose la corvina.
-Così si parla, Eren. Ci divertiremo tutti e tre insieme, come quando andavamo all'università- esultò Armin, circondandoci il collo con le sue braccia.
Camminammo fra i tavoli cercandone uno per noi tre e finalmente ne trovammo uno libero: io e Mikasa ci sedemmo da un lato e Armin di fronte a noi; pochi istanti dopo comparve una cameriera bionda che ci diede il menù, cosicché potessimo iniziare a leggere le opzioni. Scegliemmo una porzione per tre persone, una di quelle che avevano la bibita e gli aperitivi inclusi. Parlammo delle nostre vite: Armin stava aspettando che i suoi genitori gli trovassero un posto per poter lavorare con loro all'estero; mi rallegrai per lui, doveva essere molto ansioso di viaggiare per il mondo.
Mikasa aveva ottenuto un posto come segretari nell'azienda di Kenny; non era la cosa più emozionante al mondo, ma almeno sapeva che avrebbe avuto un posto fisso tutta la vita. In seguito giunse il mio turno di parlare della mia vita; non era molto emozionante: lavoravo per mantenermi, i miei figli avevano iniziato la scuola materna e l'anno seguente avrebbero iniziato le elementari, e la cosa mi entusiasmava molto. Levi e Rivaille continuavano a prendersi cura di me e ad amarmi come qualche anno prima; continuavano ad essere iperprotettivi, ma non mi potevo lamentare: mi trattavano come un re, a me e ai nostri figli.
Poco dopo arrivò il nostro ordine insieme a una brocca di birra di circa due litri; la guardai: dovevo ricordarmi di bere molto poco, perché l'alcool annullava gli effetti della pastiglia che prendevo per evitare che Levi o Rivaille mi facessero altri gemelli; chiesi alla cameriera un bicchiere d'acqua che mi portò poco dopo. Brindammo per celebrare com'erano le nostre vite.
Mentre mangiavamo comparve la faccia da cavallo, con le mani nelle tasche e guardando per terra -Oh Jean. Sei arrivato, vieni, siediti- lo invitò Armin -Spero non vi dispiaccia, ci siamo incontrati qualche giorno fa e l'ho invitato-.
-Nessun problema- risposi prendendo un bicchiere e versandogli della birra; non avevamo iniziato bene la nostra relazione, ma ero disposto a iniziare da zero. Mikasa stette zitta per un po'.
Ricominciammo a parlare: Jean ci raccontò che anche lui era riuscito ad ottenere un posto nell'azienda di Kenny, solo che stava qualche piano sopra Mikasa; in pratica lavoravano insieme. Jean era stato o era innamorato di Mikasa, ma questa non aveva mai ricambiato i suoi sentimenti.
***
(Eren dieci minuti prima: non devo bere troppo. Eren ora:)
Eravamo passati dalla brocca di birra ai bicchieri di tequila; stavamo ridendo per ogni cosa: Jean mi aveva sfidato a bere, dicendo che avrebbe finito il contenuto del bicchiere prima di me; accettando la sfida mi ero bevuto quattro bicchieri più veloce di lui. Avevo un po' di giramenti di testa, ma nonostante ciò ero nei miei cinque sensi.
La discoteca era iniziata, dato che era passata la mezzanotte. Stavo ballando con Armin molto tranquillamente, il quale non aveva bevuto più di un bicchiere, poiché diceva che non gli faceva bene bere. Jean e Mikasa stavano ballando insieme; la corvina, come me, aveva accettato la sfida, bevendo più di noi due, ma nonostante ciò sembrava stare abbastanza bene.
Mentre ballavo con Armin sentivo molto caldo; ad un certo punto sentii delle braccia circondarmi. Pensando fosse qualche violentatore o un ubriaco lo colpii, ma girandomi trovai Rivaille con un'espressione seria in viso -Rivaille, che ci fai qui?- domandai.
-Ti abbiamo chiamato per ore- disse adirato.
-Scusa è che non ho sentito il telefono- spiegai abbracciandolo.
-Hai per caso bevuto?- chiese. Si poteva sentire quanto fosse arrabbiato per il tono della sua voce.
-Un paio di bicchieri- risposi facendo l'innocente.
-Tks, ce ne andiamo- ordinò prendendomi per mano.
Riuscii a salutare Armin prima che Rivaille mi facesse salire sull'Audi di Levi; mi guardai attorno stranito, notando che lui non c'era -Dov'è Levi?- domandai.
-È rimasto a casa: qualcuno doveva badare ai bambini- rispose Rivaille fecendomi sedere sui sedili posteriori dell'auto. Mi sdraiai osservando il tettuccio. Sentii come Rivaille chiudeva la porta di dietro e apriva quella del guidatore, per poi chiuderla con violenza. Accese il motore dell'auto e prese la strada che portava a casa nostra.
Mi sentivo bruciare, il calore del mio corpo aumentava, iniziai a togliermi le scarpe, poi i pantaloni, ma nonostante ciò continuava a sentire caldo; mi tolsi la maglietta, tenendo solo il tanga blu, mi girai, rimanendo sdraiato sui sedili sulla mia pancia. Feci scorrere una mano lungo il mio torso, fino a giungere ai miei capezzoli, i quali in quel momento erano alquanto sensibili, per cui iniziai a toccarli -Mh...- un gemito scappò dalle mie labbra nel momento in cui sfregai il mio membro, che stava ancora racchiuso nei tanga, con il sedile -Ah...- mi morsi il labbro e mi mossi più velocemente, si sentiva troppo bene.
Non mi resi conto che l'auto si era fermata fino a quando Rivaille aprì la porta dei sedili posteriori e mi toccò le gambe. Mi contorsi sui sedili, aveva le mani fredde -Andiamo moccioso... Perché ti sei tolto i vestiti?- domandò entrando con me in auto.
Mi girai e lo presi dai vestiti, tirandolo verso il mio corpo; cominciai a baciare le sue labbra, quasi fossi affamato, come se non lo avessi visto per giorni. Rivaille corrispose il mio bacio ed iniziò ad accarezzarmi le gambe, che io allacciai ai suoi fianchi e le braccia alle sue spalle. Mollai le sue braccia per gemere e lui ne approfittò per iniziare a baciarmi il collo.
-Basta moccioso, sei ubriaco e fa freddo, vestiti- ordinò Rivaille allontanandosi dal mio corpo.
-Non voglio vestirmi, ho caldo- contestai con un tono da bambino a cui hanno appena negato un giocattolo. Uscii dalla macchina e iniziai a dirigermi verso la porta con addosso solo i tanga; prima che potessi arrivare alla porta Rivaille mi mise addosso la sua giacca; mi lamentai e proprio in quel momento Levi aprì la porta. Sorrisi e gli saltai letteralmente addosso, lui mi afferrò in tempo sostenendomi dalle coscie -Levi...- dissi fra sospiri, annusando i suoi capelli.
Levi guardò Rivaille senza comprendere -A quanto pare la nostra amata cugina gli ha dato qualche bibita alcolica- spiegò Rivaille voltandosi per andare fino all'auto e tornare con i miei vestiti.
-Perché è quasi nudo?- domandò con serietà Levi.
-Si è tolto i vestiti in auto- rispose il fratello.
Entrarono entrambi, Levi mi teneva ancora in braccio, e chiusero la porta -Mh... Levi, ho caldo- mormorai togliendomi di dosso la giacca. Iniziai ad annusare il suo collo: profumava fottutamente bene, come la prima volta che l'avevo visto; il corvino iniziò a salire le scale insieme a Rivaille. Entrarono nel bagno della nostra stanza e Rivaille aprì il rubinetto della vasca, riempiendola di acqua tiepida.
Baciai la guancia di Levi per poi leccargli il collo; le mie mani si afferrarono alla sua camicia, volevo togliergliela, strappargliela. Abbassai una gamba e Levi mi fece scendere lentamente; non appena ebbi entrambi i piedi sul suolo, iniziai a togliergli la camicia, slacciando i bottoni con dita agili -Oi, che fai Eren?- domandò afferrandomi i polsi.
Mi morsi il labbro e lo guardai: volevo spogliarlo -Voglio farlo, voglio che lo facciamo qui, tutti e tre, come sempre- dissi fra i gemiti.
-Prima devi farti un bagno, affinché passino un po' gli effetti dell'alcool- affermò Rivaille.
-Non voglio, voglio farlo. Levi facciamolo- lagnai baciando le sue labbra e provando di nuovo a togliergli la camicia.
-Tranquillo Eren, entra nella vasca. Va bene, lo faremo, ma dopo che sarai entrato nella vasca- acconsentì Levi una volta che ebbi aperto la sua camicia e diretto le mani alla sua cintura.
-No, lo faremo nella vasca. Mh... (Ehm... Eren, i bambini...)- ordinai mordendomi il labbro. Rivaille mi prese per le spalle e mi allontanò un po da Levi; il calore che il suo corpo emanava mi accese ancora di più. Mi girai e iniziai a baciarlo disperatamente, le mie mani finirono per togliergli la maglietta da sopra la testa, per poi scorrere per il suo torso, fino ad arrivare alla fibbia della cintura. Aprii il bottone dei suoi pantaloni ed abbassai la cerniera, infine gli calai i pantaloni e i boxer fino ai piedi. Guardai prima il suo membro, poi il suo volto, mordendomi un angolo delle labbra.
-Che cosa cazzo ha bevuto Eren?- domandò Levi prendendomi dal mento.
-Ah... niente, niente. Facciamolo nella vasca- dissi prendendo i pantaloni di Levi, abbassandoglieli insieme ai boxer. Mi alzai dal pavimento, presi le loro mani e feci segno di immergersi per primi; un po' di acqua fuoriuscì dalla vasca, ma me ne importò ben poco.
Si sedettero ciascuno a un lato della vasca, le loro gambe erano aperte, lasciandomi lo spazio per sedermi in mezzo a loro, mi misi in mezzo. Baciai prima Levi, poi gattonai un po' e baciai Rivaille; mi sedetti sulle sue gambe, unendo i nostri membri; li presi con la mia mano e cominciai a pomparli. Rivaille mi sosteneva dai glutei, gettai la testa indietro e dalle labbra mi scappò un sonoro gemito.
Levi stirò la sua gamba verso di me e il suo alluce entrò in mezzo alle mie natiche -Fai silenzio, i bambini dormono, moccioso- mossi i fianchi, lasciando che il suo dito si scontrasse con il mio ano. Rivaille prese i nostri membri e cominciò a strofinarli insieme; appoggiai le mani ai lati della vasca e lasciai che loro facessero ciò che volevano.
Mordendomi il labbro iniziai a muovere i fianchi seguendo i movimenti della mano di Rivaille. L'acqua intorno a noi iniziava a diminuire; guardai oltre la mia spalla e vidi che Levi aveva tolto il tappo. Continuai a muovermi fino a quando sentii il mio ventre contrarsi -Ahh...- gemetti non appena venni sullo stomaco di Rivaille, il quale continuò a sfregare i nostri membri fino a quando il suo seme si mescolò con il mio.
Tutto il mio corpo tremò, ma Rivaille mi sostenne per evitare che cadessi sopra di lui -Perfetto, se ti è già passato il calore, lavati e vai a dormire- ordinò Levi provando ad alzarsi.
-No, non ancora. Ah...- Mi girai debolmente e gattonai finoa lui, evitando che uscisse dalla vasca, presi le sue cosce e mi avvicinai al suo sesso; lo presi dalla base e iniziai a succhiare la punta; dapprima lentamente, in seguito iniziai a scendere fino a fargli toccare la mia gola per poi farlo uscire. Ripetei lo stesso processo una e più volte; il mio culo era alzato e giusto in quel momento Rivaille mise qualcosa di viscoso insieme alle sue dita.
Gemetti contro il membro di Levi, strofinai la mia guancia su di lui, poi feci scorrere la lingua fino a dove si trovava il prepuzio. Lo presi con entrambe le mani e me lo rimisi nuovamente in bocca; tutto ciò mentre Rivaille faceva entrare due delle sue dita dentro di me.
Sentivo il mio corpo pesante, mi sentivo debole e con molto sonno; i miei occhi iniziarono a chiudersi, la testa mi girava. Guardai Levi e in quel momento tutto divenne nero.
******
Avvisetto di quegli avvisi importanti che avvisano che devono avvisare una cosa (non so neanch'io che cosa ho scritto, ok?):
Comunque ciò che vi volevo dire è che purtroppo dovrò diminuire la frequenza di pubblicazione dei capitoli, questo perché i nostri professori hanno iniziato le video lezioni e ci danno un po' di compiti (eufemismo, ma vabbè), per cui potete anche scordarvi il capitolo giornaliero che usciva fino all'altro giorno.
Ma cosa ve lo dico a fare, tanto ormai ci siete abituati.
In ogni caso non proccupatevi che sarà comunque una frequenza maggiore rispetto a prima della quarantena coronavirus ed io spero di riuscire a finire questa ff prima del rientro post coronavirus, ma come sempre non posso garantirvi nulla e non voglio promettervi cose che non so se posso mantenere.
Adesso vado a fare la versione di latino sennò mi ammazzano ed io domani alle 9 ho lezione.
Vi ricordo se volete di passare a dare un'occhiata a la storia originale di per lasciare il vostro sostegno all'autrice.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento, nel caso contrario LO FATE COMUNQUE, scherzo... forse, io vi ringrazio per aver letto fino a questo punto.
Alla prossima
il vostro Caporale
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