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Capitolo: 15

Attenzione: tutti i diritti a Inestablementalmente, la mia è solo una traduzione. Se avete domande chiedete.

Mi svegliai non appena la sveglia suonò: dovevo andare a casa e recuperare le cose per poi andare in università. Aprii gli occhi, ero solo nella stanza; mi alzai e mi avvicinai alla culla dei miei bebè: non c'erano,  i gemelli dovevano esserseli portati via. Guardai sopra il comodino e vidi i miei vestiti, li presi e mi cambiai. Non appena fui pronto uscii dalla stanza e mi diressi verso le scale; nella sala si trovava Kuchel con i miei figli, entrambi stavano sulle loro sedie a dondolo ridendo, mi avvicinai e loro tesero le proprie braccia verso di me. Kuchel si voltò con un sorriso per guardarmi -Buongiorno Eren- esclamò.

-Buongiorno Kuchel- ricambiai il saluto, anch'io con un sorriso, mi avvicinai ai miei bambini e baciai le loro teste e loro in cambio mi accarezzarono il viso con le manine.

-Come stai?- mi chiese la donna, bevendo una tazza di tè.

-Meglio, grazie- risposi -Devo andare in università, ho un compito importante. Dove sono Levi e Rivaille?-.

-Sono usciti presto con Kenny, hanno detto che non volevano svegliarti- mi spiegò la corvina.

-Oh, va bene. Mi porterò i bambini e li lascerò con mia madre, spero non ti dispiaccia- dissi.

-Oh, ovviamente no- rispose Kuchel -Sono anche suoi nipoti, aspetta, chiamerò un taxi e dirò a Mikasa di aiutarti, non pensare neanche di fare tutto da solo- salì le scale scendendo pochi minuti dopo -Sarà qui fra un paio di minuti, se vuoi ti aiuto a farli salire sul taxi-.

-Grazie Kuchel- dissi e presi i bambini.

Mikasa Scese con il suo zaino e salutò Kuchel; fermai un taxi, le due donne mi aiutarono a far salire i bebè e poi Mikasa mi accompagnò fino a casa. Non appena arrivai alla casa dei miei genitori pagai ed entrambi scendemmo con i bambini.

Mia madre ci aprì la porta e sorrise non appena vide i bambini, entrammo e li lasciammo nella sala; mentre mia madre e Mikasa parlavano io andai a cercare il mio zaino. Andai in bagno, mi lavai la faccia e i denti, in seguito scesi, mia madre aveva già preparato la colazione per noi; facemmo colazione mentre i gemelli bevevano dai loro biberon. Mia madre raccontava ciò che avrebbe fatto con i bebè durante la mia assenza e che non dovevo preoccuparmi, poiché stavano in ottime mani. Questo lo sapevo, lei e Kuchel sapevano prendersi cura di loro come nessun altro, sono quelle di cui mi fidavo di più. Certo, mi fidavo anche dei gemelli ovviamente, sono i loro padri, ma mia madre e Kuchel sapevano cosa fare se piangevano troppo.

Non appena finimmo la colazione aiutammo mia madre a sparecchiare; salutai i miei figli, anche se non volevo: praticamente non avevo passato del tempo con loro, ma sapevo che sarebbero stati bene. Non appena fosse finita la settimana degli esami mi sarei dedicato completamente a loro. Uscimmo e cominciammo a camminare verso l'università; chiaccherammo riguardo a cose senza senso, non volevo dirle di ciò che era successo la notte scorsa, perché sapevo che se ne sarebbe andata insieme a Rivaille e Levi a cercare il vecchio. Arrivammo all'università ed entrammo direttamente, avevamo il tempo contato e la consegna del lavoro era la cosa più importante.

Due ore dopo le prime classe erano finite; insieme a Mikasa uscii a mangiare da qualche parte, dato che avevamo fame poiché era quasi mezzogiorno. Camminammo per un po' fino a quando non trovammo un ristorante; entrammo e scegliemmo un tavolo per due, una cameriera dai capelli rossi ci condusse fino al nostro tavolo, ci diede i menù e in seguito prese il suo taccuino per appuntarsi il nostro ordine. Scegliemmo dei panini, qualcosa di veloce poiché dovevamo tornare in università. La rossa se ne andò e pochi minuti dopo comparve Farlan, l'amico di Levi e Rivaille, con le nostre ordinazioni; non appena ci vide ci sorrise -Come state ragazzi?-.

-Bene- rispose Mikasa.

-Molto bene Farlan, tu?- domandai.

-Bene, lavoro qui con la mia fidanzata- disse indicando la rossa.

Mikasa ed io ci guardammo sorpresi: Farlan aveva una ragazza, non è che fosse impossibile, era un ragazzo fantastico, ma nonostante ciò la notizia ci aveva colti impreparati -Congratulazioni Farlan-.

-Grazie. Congratulazioni a te per i tuoi bebè. (questa frase non ha molto senso rispetto a quello che è stato detto negli altri capitoli, ma così è scritto e così la mettiamo) Ho saputo che Rivaille e Levi ti avevano messo incinta- rispose lui.

-Sì, quei maledetti l'hanno centrato talmente bene che ha avuto due gemelli identici ai loro padri- disse Mikasa dando un morso al suo panino.

-Non è così grave Mikasa, è normale che ciò succeda (... io boh...)- disse Farlan -Bene, devo continuare a lavorare, ciao ragazzi-.

-Ciao Farlan- rispondemmo io e Mikasa all'unisono.

Ci predisponemmo a mangiare i nostri panini, erano veramente molto buoni.

Venti minuti dopo (ho trovato un altro epiteto) chiedemmo il conto, la rossa, fidanzata di Farlan, ce la portò; pagammo dividendoci il totale e in seguito uscimmo dal ristorante. Chiesi a Mikasa di aspettarmi in classe: dovevo restituire i libri che avevo preso in prestito in biblioteca. Mi diressi verso la biblioteca dell'università e restituii tutti i libri che avevo preso il giorno precedente. Non appena uscii mi ritrovai a pochi metri dal tipo che il giorno prima mi era rimasto a guardare; continuai a camminare senza prestargli attenzione. Proprio quando iniziai a percepire la sensazione di essere osservato il mio telefono iniziò a vibrare.

Lo presi e vidi che era una chiamata di Rivaille -Hey Rivaille- esclamai una volta che ebbi risposto.

-Eren, dove sei? Siamo al parcheggio, siamo venuti a vederti, dato che questa mattina non abbiamo potuto salutarti- spiegò Rivaille dall'altro capo del telefono.

-Sto andando a lezione, ma adesso vi raggiungo- contestai.

-Va bene, ti aspettiamo- riuscii a sentire la voce di Levi prima che attaccasse.

Sorrisi e cambiai strada, dirigendomi verso il parcheggio; non appena li vidi corsi un po' e Rivaille spalancò le sue braccia, lo abbracciai e baciai; in seguito mi avvicinai a Levi e lo baciai lentamente. Non appena ci separammo lo abbracciai: ero rimasto un po' male per il fatto che non mi avessero dato il buongiorno, ma in quel momento mi ero sentito subito meglio -Come stai?- domandò Levi accarezzandomi il braccio.

-Molto meglio adesso che voi siete qui- risposi con un sorriso; Rivaille me lo restituì e mi baciò di nuovo, Levi mi accarezzò semplicemente il viso non appena Rivaille mi liberò. Restammo un paio di minuti a scambiarci baci e carezze, ma io dovevo tornare a lezione -Devo tornare, ho ancora dei compiti da consegnare- dissi facendo il broncio.

-Va bene, ma questa notte sarai nostro- preannunciò Rivaille.

-I bambini resteranno con tua madre, così noi potremo passare una notte da sposi- concluse Levi.

Sorrisi -Non mi sono sposato con nessuno dei due- ricordai loro accarezzando i loro volti.

-Però hai avuto i nostri figli e ciò ti rende la nostra sposa (ehm... anche no?)- mi sussurrò Rivaille all'orecchio.

Negai con la testa e baciai prima le labbra di Rivaille e poi quelle di Levi. Entrambi montarono sulla moto di Rivaille e si misero in marcia; li guardai allontanarsi, poi sospirai: mi morsi il labbro e cominciai a dirigermi verso la mia classe, ma avevo ancora addosso quell'orribile sensazione di sentirmi osservato.

Raggiunsi la mia aula, entrai e vidi che Mikasa mi stava aspettando insieme ad Armin, avevamo un altro compito da consegnare; iniziammo a parlare di ciò e poco dopo entrò il professore. Circa altre due ore dopo la lezione era finità, uscimmo tutti e tre insieme diretti all'uscita. Avrei avuto una notte interessante con Rivaille e Levi, perciò dovevo prepararmi. Arrivai a casa a piedi,  vidi a mia madre innaffiando il giardino. Mi avvicinai a lei baciandole la guancia ed ella mi sorrise per poi farmi entrare. Mi raccontò ciò che aveva fatto con i bambini e che, come sempre, si erano comportati benissimo: erano dei bravi bambini. Mi disse anche che Levi l'aveva chiamata dicendole di prendersi cura dei bambini per quella notte, poiché aveva dei piani per noi tre; arrossii e scostai lo sguardo.

"Li ucciderò".

Mia madre mi chiese solo di fare attenzione e sperava che non tornassi con la notizia di una nuova gravidanza; la tranquillizzai dicendole che non volevo un altro figlio, con due era sufficiente (non è come se li avessi voluti...) e lei respirò piena di sollievo. Anche se amavo Leren ed Erevi, avevo passato molte cose nei miei nove mesi e non ero pronto per riviverlo di nuovo; anche se Rivaille era tornato e adesso eravamo una famiglia, temevo ancora che mi abbandonasse, come temevo che Levi facesse la stessa cosa. (Eren, non ricordarlo che alcuni iniziavano a dimenticarlo... Alcuni)

Il mio corpo tremò, non riuscivo ad immaginarmi di rimanere da solo con i miei figli, non sapevo cosa avrei fatto senza i gemelli; ero diventato molto dipendente da loro: si prendevano cura di me e mi amavano come nessun altro; per cui non riuscivo ad immaginarmi una vita senza di loro.

Baciai le teste dei miei bebè, i quali si erano addormentati sopra il tappeto della sala, e salii nella mia stanza: dovevo scegliere cosa mettere, anche se non avevo la minima idea di dove mi avrebbero portato. Aprii un cassettone cercando dei vestiti comodi: un paio di pantaloni neri, di quelli moderni strappati sulle ginocchia, una maglietta grigia con dei 'cinturini' sul petto (non sono esperta in moda e non so come si chiamano, quindi accontentatevi), mi stava un po' piccola lasciando che si vedesse il mio ventre, però non mi interessava; le mie scarpe e una giacchetta leggera. in seguito mi diressi verso il bagno dove mi feci una lunga doccia.

(aridaje)Venti minuti dopo uscii dal bagno con un asciugamano coprendomi la vita; ritornai in stanza e iniziai ad asciugarmi. Mi misi dei tanga rosa che Rivaille mi aveva comprato a insaputa di Levi, ovviamente; in seguito mi misi della crema umidificante per la pelle, regalo di Kuchel, la misi sulle mie braccia, sull'addome, sul petto, sulle gambe e sulle mani; la spalmai bene, affinché la mia pelle avesse un buon odore. Infine cominciai a vestirmi e non appena ebbi finito scesi al piano di sotto e passai un po' di tempo con i miei bebè, i quali si erano svegliati e sorridevano per ogni cosa.

Presi in braccio Leren e gli diedi un bacino eschimese, lui sorrise e mi prese il viso, mi diede piccole carezze con le sue mani, lo rimisi sul tappeto e presi Erevi; mi baciò il naso e mi sbavò la faccia, lo lasciai a un lato del fratello e cominciai a far loro il solletico, loro ridevano mostrando le gengive senza denti; quei due mi rendevano veramente molto felice, anche se non era nei miei piani averli a quell'età, non mi sono mai pentito di averli avuti.

Restai circa quattro ore con i miei figli, cambiai loro i pannolini, giocammo e diedi loro da mangiare; Erevi mangia molto, più di Leren, e mi faceva sorridere ogni volta che succhiava il mio petto con forza; Leren lo faceva con più calma e ciò mi fece pensare un po': Erevi era come Rivaille, voleva tutto e subito, come voleva lui e alla sua maniera; Leren è come Levi, totalmente calmo e senza nessuna fretta; già sapevo come sarebbero stati i miei bebè da grandi.

Negai con la testa; avrebbero avuto molte pretendenti, donne che sarebbero morte per loro e che sarebbero pronte a tutto pur di stare con loro; presi Erevi -Tu non sarai come Rivaille, mai, sarai sempre il mio bebè, non ti darò a nessuno- Erevi sorrise ed iniziò ad applaudire, baciai la sua guancia e lo lasciai sul divano; presi Leren -Anche tu, non sarai di nessun altro, solo mio, però sì, voglio che tu sia come Levi, tranquillo e responsabile- Leren mi guardò, poi mostrò le sue gengive, iniziando a muoversi e sorridere -Sì, entrambi sarete sempre i miei bebè, non mi importa se avrete cinquant'anni, sarete sempre i miei bebè.

-Ay, figliuolo, non esagerare- esclamò mia madre, dirigendosi verso la porta principale.

-Non esagero, sono i miei bebè- risposi e in quel momento mia madre aprì la porta, lasciando vedere Levi e Rivaille -Voglio che siano sempre i miei bebè, non avranno nè mogli nè fidanzate. Saranno per sempre miei.

-Li farai diventare preti moccioso- scherzò Rivaille ridendo.

-Taci- ordinai gonfiando le guance.

-Saranno tuoi, ma sono anche nostri- mi fece notare Levi.

-Voi non li avete portati nove mesi, per cui tacete- ribattei -In più il messaggio vale anche per voi- entrambi mi guardarono alzando un sopracciglio -Anche voi siete miei, non vi condivido con nessuno-.

-Ci vuoi rinchiudere tutti e quattro moccioso?- domandò Rivaille, trattenendosi dallo scoppiare a ridere.

-Se sarà necessario sì- contestai incrociando le braccia; mia madre e i due corvini mi guardarono, in seguito la donna scoppiò a ridere.

-Figlio, come farai a tenere due adulti e due bambini rinchiusi in una casa?- chiese mettendosi la mano davanti alla bocca.

-Mi arrangerò- risposi. Avrei fatto sapere a chiunque che Levi, Rivaille e i bebè erano miei.

-Portatevelo via adesso- ordinò scherzando mia madre. Levi e Rivaille entrarono e si avvicinarono al sofà, per prima cosa salutarono i bambini, poi me; ci alzammo e uscimmo di casa -Fate attenzione, quello è inteso per voi ragazzi, non voglio altri nipoti per ora!- gridò la castana per poi chiudere la porta.

Rivaille salì sulla sua moto e accese il motore, Levi aprì la portiera dell'auto di Kuchel e mi fece segno di sedermi; non appena salii mi allacciai la cintura e lui chiuse la porta, fece il giro e si sedette al posto del guidatore. Fece partire il motore e prese la strada che si dirigeva a sud; Rivaille guidava al fianco della macchina. Avevo un leggero sospetto di dove saremmo andati.



















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Scusatemi tantissimo se ieri non ho aggiornato (vabbè che ormai con i mesi di assenza che faccio dovreste esserci abituati), ma il fatto è che ci hanno dato un sacco di cose da fare, però non si mettono d'accordo nè sugli orari nè sui giorni in cui dobbiamo consegnare, in più questa mattina avevo lezione. Provo a vedere se oggi riesco a fare un doppio aggiornamento, ma non assicuro niente: oggi è il giorno delle pulizie (Heichou confirmed).

Vi ricordo se volete di passare a dare un'occhiata a la storia originale di Inestablementalmente per lasciare il vostro sostegno all'autrice.

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento, nel caso contrario LO FATE COMUNQUE, scherzo... forse, io vi ringrazio per aver letto fino a questo punto.

Alla prossima

il vostro Caporale

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