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Capitolo: 11

Attenzione: storia di Inestablementalmente, a lei tutti i diritti, la mia è solo una traduzione. Se avete domande chiedete.

Un paio d'ore più tardi Levi mi chiamò per dirmi che sarebbe venuto a prendermi, poiché dovevo parlare con lui e Rivaille; accettai non molto convinto. Non mi sembrava una buona idea, ma non potevo negarmi, Levi o Rivaille erano i padri dei miei figli.

In quanto uscii da casa mia vidi Levi, era seduto nell'auto con in volto un'espressione talmente seria da far paura. Uscì dall'auto e si avvicinò a me, baciò le mie labbra dolcemente, io sorrisi e gli accarezzai la guancia; notai che aveva una benda color pelle sotto il mento -Levi, cosa ti è successo?- chiesi con preoccupazione.

Lui negò con la testa e tornò a baciarmi, poi mi accarezzò la pancia -Niente, come sei stato?- domandò.

-Bene, mi è venuta voglia di cioccolata, che è già stata saziata- risposi sorridendo.

-So che hai incontrato mio fratello- afferò con serietà.

-Non è che io abbia voluto, è comparso nel negozio- spiegai nervoso.

-Shh...- soffiò Levi baciandomi ancora sulle labbra. In quel momento i bebè calciarono nel punto dove ancora si trovava la mano di Levi; si separò un paio di centimetri e mi guardò.

-Li hai sentiti. Hanno sentito la voce del loro padre e hanno iniziato a calciare- affermai con un sorriso in volto.

-Sì, li ho sentiti- disse Levi -Dobbiamo andare a casa mia, abbiamo qualcosa da aggiustare con mio fratello- si poteva percepire facilmente la sua rabbia -Tu devi stare tranquillo- concluse, già più calmo. Si accomodò al posto del conducente e io nel posto del passeggero, allacciai la cintura di sicurezza e comincia ad accarezzarmi la pancia (scusa Eren, ti voglio tanto bene, ma tu e le tue carezze state iniziando a rompere); dovevo stare tranquillo per i bambini. Levi mise in moto l'auto, guardò indietro per vedere se arrivava qualche auto e partì, imboccando la strada che portava a casa sua; andava con tranquillità, senza guidare rapidamente.

Non appena arrivammo Levi mi aiutò a scendere, mi prese per mano e mi giuidò all'interno della casa, nella sala, dove si trovava Kuchel con Rivaille; Farlan stava seduto sul divano. Rivaille, vedendo Levi, si alzò e si avvicinò a lui, Farlan lo fermò, dato che sembrava mi avesse visto arrivare. Kuchel si alzò e si avvicinò a me, prendendomi dal braccio per aiutarmi a camminare verso il divano. Mi sedetti insieme a lei -Come stai Eren? Come stanno i bambini?- domandò con un sorriso stampato in volto.

-Molto bene Kuchel. Oggi mi è venuta voglia di cioccolata- risposi, ricambiando il sorriso.

-Aw, anche a me era venuta la stessa voglia quando ero incinta dei miei gemelli- disse accarezzandomi il ventre (non vedo l'ora che nasccano questi bambini, mi sono rotta di tradurre sempre la stessa cosa).

Sorrisi, in seguito la mia attenzione si concentrò su Rivaille: aveva dei piccoli tagli e alcuni lividi, coperti da bende e cerotti, sparsi per tutto il volto, così come Levi. Guardai quest'ultimo, il quale era seduto in una poltrona di fronte a quella di Rivaille.

-Che succede?- domandai, guardando entrambi, i quali si girarono ad osservarmi; Kuchel fece un cenno con la testa, in seguito lei e Farlan lasciarono la stanza. Io continuavo a non capire.

-In quanto i bambini nascano faremo loro la prova del DNA. Se se sono miei tu vieni con me- spiegò Rivaille.

-E nel caso siano miei ti sposerai e verrai a vivere con me- completò Levi.

(Quando lessi questa scena per la prima volta -e tutt'ora è così- rimasi tipo: WTF?! Massì, prego, fate pure, a nessuno importa l'opinione di Eren, ma tranquillamente, trattatelo come un oggetto, no problem)

Nessuno dei due mi guradò mentre dicevano ciò; solamente si fissavano, come sfidandosi con lo sguardo.

La mia testa girò prima da un lato e poi dall'altro, come se stessi vedendo una partita di tennis. Levi mi proponeva matrimonio e di andare a vivere con lui; Rivaille mi avrebbe portato lontano. Mi morsi un angolo del labbro: non volevo andarmene, meno con Rivaille, perché nessuno mi dava la certezza che non mi avrebbe abbandonato al mio destino, con i bebè e senza niente a cui appoggiarmi.

-Io non me ne andrò- affremai infine -Se i bambini fossero tuoi, non me ne andrei con te- ribadii fissando Rivaille -E cosa succede se sono di entrambi? Non ci avete pensato?- domandai osservandoli.

-Se fossero di entrambi, ti lasceremo scegliere- spiegò Levi.

Abbassai lo sguardo ed iniziai ad accarezzarmi la pancia (davvero, sono seria, mi sono rotta). Io volevo stare con entrambi, che tutti e cinque fossimo una famiglia, che fossimo felici insieme. Mi morsi il labbro, provando a trattenere un pianto liberatorio; i miei occhi iniziarono ad inumidirsi -Eren, tranquillo- sussurrò Levi avvicinandosi a me.

-Perché?- domandai a bassa voce -Perché non possiamo stare tutti e cinque insieme- le lacrime iniziarono a cadere dai miei occhi -Perché Rivaille...? Levi si è preso cura di me, molto più di te...-.

Non riuscii a finire, la mia gola si chiuse in una morsa: la pancia si era indurita ed aveva iniziato a fare male; sul mio volto comparve un'espressione di dolore, Levi lo notò e iniziò a massaggiare il mio ventre -Shh... tranquillo Eren- mormorò a bassa voce -Non dobbiamo lasciare che si stressi, perciò non discuteremo di questo. Vieni qui e strofinagli la schiena- ordinò a Rivaille.

Lui si avvicinò lentamente e si sedette di fianco a me; passò la sua mano dietro la mia schiena e iniziò a strofinarla. La sensazione di calore mi tranquillizzò; i bambini iniziarono a muoversi, calciando -Li hai sentiti Levi?- chiesi guardandolo con un sorriso.

-Sì, li ho sentiti- rispose lui, appoggiando l'orecchio sulla mia pancia, provando ad ascoltare i bebè -Parla Eren. Parla loro- disse Levi.

Ci pensai un paio di minuti per poi dire -Mh, bambini vi amo- (hai seriamente dovuto pensarci per dei minuti?) i bambini si mossero e Levi, sentendoli, sorrise -Parla tu Levi- lo pregai con un sorriso (anche questo sorriso mi ha rotto, mi devo lamentare sopportatemi).

-Mh, non so cosa dire- rispose guardandomi, allontanò la testa dalla mia pancia, poi si girò ad osservare Rivaille, il quale ci osservava cercando di non interferire nella scena. Presi la sua mano e l'appoggiai sulla mia pancia; guardò la sua mano, poi sentì come i bebè si muovevano. Ci guardò incredulo; in seguito spostò la sua mano e si allontanò da noi, salendo le scale fino a perdersi incima a queste.

Guardai Levi, che mi baciò e continuò ad accarezzarmi la pancia (porca miseria, giuro che se lo leggo un'altra volta mi incazzo). Dato che già era tardi e mi sentivo stanco, Levi mi portò in braccio fino in camera sua (Quanta forza ha quest'uomo?!), mi sdraiò sul suo letto e mi diede dei vestiti con i quali sarei stato più comodo. Rivaille si trovava nella stanza, ma era sdraiato sul suo letto e portava gli auricolari, dandoci le spalle. Levi mi coprì con le coperte e stava per andarsene, così lo fermai -Resta qui- lo pregai con voce bassa.

-Non ci stiamo tutti e due nel mio letto, dormirò in un'altra stanza- mi rispose con la stessa tonalità di voce.

-No, per favore. Dormirò su un fianco, però dormi con me- lo implorai con voce supplicante.

Il corvino sospirò e finalmente accettò; mi misi su un fianco, dal lato della parete, lui si sdraiò ed io mi rintanai nel suo petto, prima che coprisse entrambi -Levi, hai pensato in qualche nome? Nel caso fossero tuoi- domandai.

Un 'Tks' da parte di Rivaille si fece udire e sentimmo come questi si rigirava nel letto.

-No, non ci ho pensato- rispose Levi.

-Io ne ho pensati alcuni, vuoi che te li dica?- gli chiesi, avvicinandomi al suo viso: entrambi avevamo la testa appoggiata sul cuscino, faccia a faccia.

-Va bene- mormorò, accarezzandomi la guancia.

-Ho giocato un po' con i nostri nomi- iniziai -Leven ed Erevi, oppure Leren e Livai, come ti sembrano?-.

-Se a te piacciono, per me va bene- mi rispose per poi baciarmi sulle labbra.

Portai entrambe le braccia sulle sue spalle, intensificando il bacio. Levi muoveva le sue mani lungo tutta la mia schiena con lentezza. Mi posizionò sotto di lui e abbandonò la mia bocca per passare al mio collo. Mi morsi il labbro provando a reprimere i miei gemiti, giacché non eravo da soli in quella stanza. Mi alzò la maglietta e iniziò a leccare il mio petto; inarcai leggermente la schiena. Levi continuò a scendere pian piano, nascondendosi sotto le lenzuola, passando coi baci sulla mia pancia, per poi proseguire fino all'inizio dei suoi pantaloni, dato che portavo un suo pigiama; me li abbassò completamente e poi continuò con la sua scia di baci fino ad arrivare alle mie cosce, dove leccava e succhiava ogni centimetro di pelle al suo passaggio. La mia mano finì sopra la sua testa, tirandogli appena i capelli.

Le sue carezze mi facevano sentire veramente bene.

Mi abbassò i boxer e leccò la mia semi-erezione. Le mie mani finirono sul cuscino, che strinsi con forza mentre mi lasciavo sfuggire un rumoroso gemito. Levi saliva e scendeva per tutta la lunghezza del mio membro, lo succhiava e ciucciava lentamente, come a torturarmi.

Gettai la testa all'indietro, mordendomi il labbro inferiore e godendo di ciò che levi mi faceva, si sentiva fottutamente bene. L'ultima volta che avevo fatto sesso era stata quando ero rimasto incinta, per cui diciamo che non sarei durato molto. La testa di Levi continuava a salire e scendere ed io sentii un formicolio nella mia zona bassa -Lev... ah... già, già sto-Ah- gemetti, eiuaculando nella bocca del corvino.

Levi non si fermò, continuò ancora un paio di minuti, aspettando che il mio orgasmo finisse. Avevo il respiro accelerato; Levi uscì da sotto le lenzuola e si sdraiò al mio fianco, si stava leccando le labbra; arrossii e mi avvicinai per baciarlo: potei percepire il gusto del mio seme nella sua bocca, ma non mi importò. Mi posizionai su un fianco e lo guardai; la mia mano si mosse sul suo petto, scendendo lungo il suo addome ben definito, fino ad arrivare dove si trovavano i suoi pantaloni, abbassai la mano fino a toccare il suo membro, in quel momento duro. Lo guardai, mordendomi un angolo delle labbra -Che ne è di te?- dissi a bassa voce.

-Non è importante, tra un po' si abbasserà- rispose -Riposa-.

-Non posso lasciarti così- lo provocai, alzandomi.

Rimasi inginocchiato sul letto, Levi si spostò più verso il centro del materazzo; passai una gamba sopra il suo corpo, posizionandole ognuna a un lato suo. Gli abbassai i pantaloni, egli alzò il bacino per facilitarmi il compito. Stavo allieando il suo membro al mio ano, ma lui mi fermò -Lascia che ti prepari, così non ti farò male-.

Bagnò tre delle sue dita e le diresse alla mia entrata; lubrificò il mio ano con la saliva, prima fuori, poi iniziò a far entrare un dito. In seguito fece ingressare il secondo, aprendo e chiudendo le dita. Mentre Levi inseriva il terzo dito io mi insalivai la mano e la diressi al suo sesso, muovendola da sopra a sotto, per rendere più facile il suo ingresso. Quando Levi si accorse che ero già pronto, tolse le sue dita lentamente, per poi allineare il suo membro; la punta entrò senza difficoltà, il corvino mi faceva abbassare con lentezza, sostenendomi dalla vita. Quando finalmente lo sentii completamente dentro di me aspettammo un paio di minuti, affinché mi abituassi alla sua presenza.

Cominciai a muovere i fianchi prima avanti e indietro, poi iniziai a fare dei movimenti circolari; Levi gettò la testa indietro, godendosi i miei movimenti e stringendo le dita sulla mia vita. Posizionai le mani ai lati della sua testa e mi mossi un po' più velocemente; Levi sollevò le ginocchia dandosi l'impulso per penetrarmi. Ci muovevamo entrambi con velocità, sicuramente tutta la casa ci poteva sentire: non riuscivo a reprimere i gemiti, ancora meno quando Levi colpiva la mia prostata, mandandomi scariche di piacere per tutto il corpo.

-Oi maledetti. Quello non accelera il parto- sbottò Rivaille.

Levi si sedette sul letto, circondandomi con le sue braccia, per quanto la pancia glielo permettesse; con le braccia circondai le sue spalle, avevo gli occhi chiusi e la testa indietro, godendo per ogni spinta di Levi. Baciandomi il petto Levi disse fra sospiri -Chiudi la bocca- e gli mostrò il dito medio, continuando a penetrarmi.

Rivaille schioccò la lingua e uscì dalla stanza.

Mi lasciai cadere sul letto e il corvino continuò a penetrarmi; lo circondai con le mie gambe, una di queste era sostenuta dalla sua mano, l'altra mano, invece, era appoggiata sul materasso, al lato della mia testa. Levi uscì da me e si posizionò su un fianco ed io feci lo stesso. Entrò nuovamente dentro di me, penetrandomi più velocemente di prima; girai la testa da un lato per riuscire a baciare il suo volto. Passò un braccio sotto al mio corpo e la maglietta, mi accarezzò un capezzolo, stringendolo e tirandolo; mentre l'altra mano mi sosteneva la gamba in alto. Levi mi baciò per zittire i miei gemiti, sentivo che presto sarei nuovamente venuto.

Nel momento in cui venni sul mio ventre, mi separai dalle sue labbra per gemere; Levi continuava a penetrarmi, provocandomi brividi per tutto il corpo. Le mie pareti interne si strinsero, catturando il pene di Levi. Lui gemette e il suo seme caldo mi riempì. Continuò a spingere fin quando non smise di tremare. Mollò la mia gamba, entrambi respiravamo con agitazione. Era stato magnifico. Levi uscì da me, il suo seme inizò a scorrere lungo le mie cosce, sporcando ancora di più il letto. Ci baciammo con dolcezza, in seguito lo abbracciai.

Ero mezzo dormiente, quando Levi mi mise i pantaloni e mi portò in un'altra stanza. M fece stendere sul un letto freddo e dopo se ne andò. Pensavo che mi avrebbe fatto dormire da solo dopo aver fatto sesso, però no, arrivò minuti dopo con delle lenzuola; mi coprì e mi baciò la testa. Stava per andarsene di nuovo, ma lo fermai prendendogli un lembo di stoffa dei pantaloni -Non mi lasciare solo-.

-Non lo farò, devo mettere a lavare le lenzuola, dopo verrò e mi sdraierò con te- rispose vicino al mio volto.

-Va bene, non ci mettere troppo: vogliamo dormire con te- (non traduco nemmeno perché sennò mi incazzo, ma sapete già che azione ha fatto).

-Riposa moccioso- mi ordinò, dandomi un bacio sulle labbra, uscendo poi dalla stanza.

Sospirai e subito mi addormentai. Non avrei saputo dire in quale momento Levi si era sdraiato al mio fianco, solo sentii il suo calore e la sua mano sul mio ventre. Unì le nostre mani e mi baciò la nuca. Sorrisi e sospirai.

Mi svegliai un paio d'ore più tardi: sentivo delle carezza sulla mia pancia; sorrisi pensando che fosse levi, ma fu grande la mia sorpresa quando lo percepii ancora dietro di me, circondandomi con le sue braccia, mentre le nostre mani erano ancora unite. Volli gridare, ma i miei occhi si adattarono alla scarsa luce che entrava dalla finestra. Colui che mi stava accarezzando dolcemente il ventre era Rivaille; sul suo volto era stampata un'espressione indecifrabile. Rimase solo un paio di minuti, in quanto si alzò chiusi i miei occhi e finsi di dormire. Lui mi baciò dolcemente la fronte e uscì in silezio dalla camera.

Sospirai, guardando in direzione della porta da dove lui era uscito. Levi si mosse, mi girai e lo abbracciai; sospirò e continuò a dormire, pochi minuti dopo lo stavo già imitando.





















***

Oggi sono in coma, ho un mal di testa da cani e la stessa voglia di fare di un bradipo; per di più la mia colazione è andata a farsi benedire, per cui ho poca pazienza, perciò perdonatemi se vedete che non è tradotto proprio benissimo, ho provato ad impegnarmi, ma oggi non è proprio giornata.

Vi ricordo se volete di passare a dare un'occhiata a la storia originale di Inestablementalmente per lasciare il vostro sostegno all'autrice.

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento, nel caso contrario LO FATE COMUNQUE, scherzo... forse, io vi ringrazio per aver letto fino a questo punto.

Alla prossima

il vostro Caporale

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