Capitolo 11
Nat é seduta su una panchina aspettanto il volo delle 8:15 per Budapest. É da sola anche se l'agente Fury aveva insistito che Maria o Phil l'accompagnassero ma lei non voleva nessuno. Vuole essere sola quando rivedrà Clint e dirgli quanto le dispiace e che lo ama.
Nat decide di dirigersi verso il suo aereo e si avvia velocemente verso esso. Non può perdere quell'aereo perché significherebbe perdere Clint per sempre.
Si siede nella sua postazione e aspetta di arrivare a destinazione.
Il volo dura circa 9 ore e l'ansia sale sempre di piú. Quante cose possono accadere in 9 ore? Potrebbe essere anche...quando Nat pensa a ciò le viene un groppo alla gola e cerca di convincersi che é ancora in tempo qualunque cosa sia andato a fare Clint in quella città.
Sono ormai le 17.30 quando arriva a Budapest.
Quando esce dall'aeroporto un misto di ricordi,nostalgia e tristezza la invadono. Non ci aveva pensato fino ad ora ma fu in quel luogo che loro si incontrarono per la prima volta. Che sia per questo che Clint é venuto qui? Ma qual'è il senso? Qui Nat ha lasciato il suo passato e ritornarci significa riempire la sua testa di essi.
Si scrolla tutti questi pensieri e si incammina alla ricerca di Clint. Inizia a pensare dove potrebbe essere e all'improvviso si ricorda di un vicolo,il vicolo in cui hanno cercato di uccidersi a vicenda e che probabilmente lui ce l'avrebbe fatta se non avesse deciso di risparmiarla. Si,Nat é sempre stata consapevole del fatto che non sarebbe mai sopravvissuta a quell'arciere,era davvero troppo forte per lei e per di piú dentro di sé lei non voleva piú lottare,voleva andarsene per sempre da questo mondo crudele che le aveva risparmiato soltanto sofferenze e crudeltà senza un minimo di compassione.
Poi lui la salvò. Non le salvò soltanto la vita ma gli diede una possibilità per cambiarla completamente e lei gliene fu sempre grata.
Mentre pensa a tutto ciò si accorge che sta camminando senza accorgersi dove sta andando finché non lo vede. Una figura muscolosa con i capelli castani e gli occhi grigi e un arco in mano con una freccia puntata verso la sua direzione.
"C-Clint?"chiede la ragazza spaventata ma allo stesso tempo sollevata nel vederlo che sta bene. Lui non risponde.
"Clint sono io,Natasha..." inizia Nat camminando in sua direzione quando l'uomo la ferma.
"Sta ferma dove sei!" dice Clint freddo senza abbassare la freccia.
"Clint cosa ci fai qui?" chiede lei obbedendo all'uomo.
"Non sono affari tuoi." dice l'uomo scontroso.
"Clint abbassa l'arco per favore. Sono qui per aiutarti." dice Nat calma ma lui non lo abbassa anzi sembra arrabbiarsi ancora di piú.
"Per aiutarmi?! Da quando ti ho salvata in questa fottuta città mi sembra di essere all'inferno!" quando sente quelle parole é come se quella freccia é stata scoccata e l'avesse colpita al petto aprendole una ferita inguaribile.
"E allora perché mi hai salvata?" chiede la ragazza in un sussurro ma lui sembra l'abbia sentita.
"Perché se andare in paradiso significa perderti preferirei affrontare tutti i gironi dell'inferno e non me ne pentirei." dice Clint guardandola in volto. I suoi occhi sono lucidi ed é evidente che si sta trattenendo dal mettersi a piangere.
Nat si avvicina a lui senza esitare ma all'improvviso vede una freccia scoccare. Nat riesce a schivarla e alza lo sguardo notando che Clint é steso a terra svenuto e davanti a se trova quella della persona che non pensava potesse mai farlo. Che non doveva nemmeno essere lí. "Bruce?!"
"Mi dispiace illuderti ma no,sono Loki,di Asgard." dice mostrando il suo vero volto.
Spazio autrice:
Eheheh sorpresi? Comunque quando ho scritto la parte che Clint dice a Nat quella frase stupendosa ho sclerato male ahahah
Vabbé spero vi piaccia!
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