Capitolo 8
You'll always have my shoulder when you cry
I'll never let go
You can count on me 'cause I can count on you
📍Torino, Italy
03/06/2019
Fin dal giorno in cui io e la mia migliore amica ci siamo conosciute, non abbiamo mai saltato più di due weekend di shopping al mese, ovviamente per passione sua. Non mi sono mai piaciuti più di tanto questi momenti, ma non li ho neanche mai disdegnati del tutto, perché in fondo costituivano pur sempre un pezzo della giornata passato con la mia migliore amica.
Quindi, giusto per non perdere le buone e antiche tradizioni, Sofia, in questa settimana lontana dall'Academy, mi ha trascinato nel centro commerciale della nostra zona che frequentiamo da sempre e che mi fa riaffiorare alla mente molti ricordi felici.
Sto ancora camminando nel cuore del centro commerciale con la mia migliore amica quando, d'improvviso, il cellulare comincia a suonare nella tasca dei miei jeans. Lo estraggo e lo tengo sospeso davanti a me per vedere chi mi sta chiamando, tutto sotto lo sguardo attento di Sofia, poi, nel leggere il nome del mio monegasco preferito, trascino il dito sulla cornetta verde.
<<Charles, che piacere sentirti.>> rispondo, accennando un sorriso che però sono costretta a limitare a causa dello sguardo d'accusa che mi sta rivolgendo la mia migliore amica, ferma al mio fianco con tre borse in una mano e due nell'altra.
<<Ciao, chérie. È un piacere anche per me. Come stai?>> mi risponde la voce dall'altra parte del telefono, mentre Sofia muta espressione. Se prima era arrabbiata, ora è per lo più confusa ed io so che è dovuto al fatto che non le ho detto dell'incontro e dello scambio dei numeri di telefono avvenuto con il pilota monegasco di Formula Uno.
<<Tutto bene, tu? Sei già partito per il Canada?>> chiedo.
<<Sì, sono arrivato in hotel da poco. Alla fine tu puoi venire qui per il weekend?>>
Non appena sento la domanda che aspettavo da due giorni a questa parte, un unico pensiero mi attraversa la mente: È giunto il momento di attuare il piano. Concentrati e non farti distrarre. Sii il più credibile possibile.
<<Mi dispiace tanto, ma non credo di poterci essere. I ragazzi mi vogliono con loro all'Academy.>> invento, con un tono dispiaciuto per mascherare il fatto che io stia mentendo nel più innocente dei modi. Nei giorni scorsi ho parlato con i miei genitori e con i ragazzi dell'eventuale possibilità di partire per il Canada e, per mia fortuna, hanno acconsentito tutti, anche se solo per il sabato notte e la domenica. Tuttavia, preferisco non dire nulla a Charles. Voglio che sia una sorpresa.
<<Tranquilla, chérie. Sarà per un'altra volta. Capisco che il Canada è troppo lontano per te, però potremmo organizzare per un'altro gran premio, magari uno in Europa.>>
A giudicare dal tono che usa Charles per pronunciare quelle parole, sembra avermi creduto e, per questo, un sorriso soddisfatto si impadronisce del mio viso. Il mio piano sta riuscendo alla perfezione e non posso che gioirne.
<<Volentieri Charles. Scusami ma ora devo andare, ci sentiamo presto.>> mi scuso, poco dopo aver visto Sofia fissare insistentemente una vetrina.
<<Certo, ciao chérie.>>mi saluta lui, ed io immagino nella mia mente il dolce sorriso che si sta sicuramente dipingendo sul suo volto.
<<Ciao Cha'.>>lo saluto, mentre noto che Sofia, se possibile, sbarra ulteriormente gli occhi nel sentire il soprannome che uso per chiamare Charles (rigorosamente deciso con lui).
Chiudo la chiamata prima che lo faccia lui e, dopo aver gettato il cellulare in tasca con un movimento degno di un'atleta olimpico, comincio a correre verso Sofia, che intanto è corsa ad ammirare il vestito adocchiato da poco. Quando mi posiziono al suo fianco lei si volta lentamente nella mia direzione, tanto da essere quasi minacciosa, mentre mi rivolge occhiate di fuoco.
<<Ah, sei qui.>> sbotta, come se fosse scocciata di avermi al suo fianco.<<Da quando sei amica di Leclerc?>>
Sbuffo, visibilmente infastidita da questo suo comportamento tanto geloso quanto infantile. Lei è sempre stata molto protettiva nei miei confronti e questo è sempre stato un motivo di attrito tra noi due, poiché io sento il bisogno della mia libertà e non voglio rendere conto a nessuno. E' nella mia indole, non ci posso far nulla.
<<Sofi, dai. Non fare così.>>Sto cercando di calmarla, di farla ragionare, ma a giudicare dalla sua espressione non mi sembra di starci riuscendo. Tra noi due quella più diplomatica sono sempre stata io, mentre lei è sempre stata quella più impulsiva, perciò ogni volta che mi accorgo che sta per avere uno dei suoi scatti d'ira sfoggio il mio tono più calmo per persuaderla a pensarci un po' di più prima di agire. Tuttavia ora non sembra sul punto di uno scatto impulsivo, anzi. Noto che ha un'espressione tesa e i pugni contratti, ma tutto sommato non mi sembra arrabbiata. Per ora.
<<Rispondimi. Da quando sei amica di Leclerc?>> ripete lei, assumendo un'aria apparentemente autorevole, con il petto in fuori e il mento alto, e pronunciando il cognome di Charles con un disprezzo che non le avevo mai sentito usare.
<<Domenica sera è venuto a complimentarsi con me e abbiamo preso un caffè insieme. Poi prima di andare via gli ho dato il mio numero, ma è un semplice amico. Molto speciale, ma pur sempre un amico.>>la tranquillizzo, sapendo benissimo quali tasti toccare e quali parole dire per farlo.
D'improvviso Sofia rilassa tutto il suo corpo e i pugni che era in procinto di stringere si rilassano, distendendo tutti i muscoli delle mani.<<Quindi noi dovremmo alloggiare nel suo stesso hotel in Canada, giusto?>>
<<Esatto.>>confermo, sentendomi sollevata per esser riuscita a calmarla e addirittura a farla scherzare.
<<Digli di rendersi utile e di darmi il numero di Shawn Mendes. Non posso andare in Canada e non incontrarlo.>>puntualizza, tentando invano di nascondere il tono scherzoso della sua voce.
Scoppio a ridere fragorosamente e sono felice di constatare che lei fa altrettanto. Personalmente, non so se mi faccia più ridere l'essere riuscita a placarla in meno di due minuti oppure il suo tono di voce, ma comunque continuiamo a ridere. Percepisco che l'atmosfera non è più tesa come lo era prima e credo che lo capisca anche lei, perché non smette di ridere neanche quando entriamo nel negozio per comprare l'abito da lei tanto ammirato.
<<Comunque sì, chiederò a Charles se lui o qualcuno dei suoi conoscenti ha il numero di Shawn. Mi sento in dovere di regalarti un incontro con lui. Dopotutto verrai in Canada con me: un favore te lo devo obbligatoriamente.>> dico a Sofia, mentre faccio scorrere i vestiti sulla barra di ferro alla quale sono appesi tramite vari appendiabiti e ne divido due di tanto in tanto per osservarne uno.
<<Sei praticamente obbligata. Altrimenti non partiamo neanche. Perché io so già come va a finire: tu fai le tue uscite tattiche con Charles "come due semplici amici" (come dite voi) e io devo per forza scegliere tra: venire con voi (e quindi fare la terza in comodo per tutto il tempo) oppure rimanere in hotel a cazzeggiare. Quindi preferisco di gran lunga un caffè e una chiacchierata con Shawn.>>scherza Sofia, mentre sovrappone un abito al suo corpo e si guarda attentamente allo specchio, per constatare se le sta bene oppure no.
Rido alla sua affermazione, poi mi metto a camminare all'interno del negozio in cerca di un vestito che mi vada a genio. All'improvviso, mentre sto tranquillamente girovagando tra gli espositori del negozio, mi viene in mente che devo cercare un vestito per il matrimonio di Uccio e Pamela (visto che ho ricevuto l'invito già due settimane fa), così accelero il passo e svolto verso il reparto dei vestiti.
Analizzando i tipi ed i colori degli abiti, un vestito particolarmente luccicante attira la mia attenzione. Mi dirigo verso l'appendiabiti al quale è appeso e lo prendo in mano per esaminarlo. È davvero stupendo. Il corpetto è interamente formato da paillette argentate che luccicano ad ogni minimo movimento, mentre la gonna è uno strascico di seta lungo fino ai piedi, in cui la prima parte, di colore nero, a partire dalla metà sfuma verso il rosso, per poi arrivare al rosso fuoco all'altezza dei piedi.
Mi giro indietro per cercare la figura snella della mia migliore amica, che è da sempre la mia consigliera di moda, per chiederle come le sembra questo vestito, e la trovo giusto a due passi da me.
<<Sofi, che ne dici di questo per il matrimonio di Uccio e Pami?>> chiedo, mentre posiziono davanti al viso di Sofia l'abito appena scelto. Lei lo guarda dall'alto in basso e viceversa, per poi sfoderare un illuminante sorriso e dire:<<Cavolo, è stupendo. Devo dire che hai scelto proprio bene questa volta. Provatelo. Io sto qua davanti al camerino. Esploro questa zona: magari trovo anch'io un abito bello quanto il tuo.>> mi informa.
Sono felice che le piaccia. Di solito io e lei abbiamo gusti completamente opposti. A me piace il nero, a lei il bianco. A me piacciono i vestiti con colori accesi, a lei quelli color pastello. Invece questa volta questo vestito è stato in grado di metterci d'accordo.
Entro nel camerino e, dopo essermi chiusa la porta alle spalle, comincio a togliermi i vestiti che indosso e mi infilo nell'abito appena scelto. Quando ho finito, mi giro per guardarmi allo specchio e rimango letteralmente scioccata: l'abito mi sta d'incanto. Mi fascia alla perfezione il busto, risaltando anche il mio seno, senza però esagerare, per poi rimanere abbastanza aderente lungo i fianchi e allargarsi appena dopo il bacino.
Sono davvero soddisfatta di aver trovato questo vestito e credo che anche Sofia lo sarà. Esco dal camerino e lì fuori trovo la mia migliore amica intenta ad osservare un vestito verde acqua. Appena sente la porta del camerino in cui ero chiudersi, si gira nella mia direzione e sbarra gli occhi, mentre un sorriso compiaciuto e soddisfatto le appare in volto.
<<Dio, Fede: ti sta d'incanto. Farai un figurone con quello al matrimonio.>> commenta Sofia, correndomi incontro e cominciando a sistemarmi il vestito che, a suo parere, ha qualche pieghe che vanno lisciate con particolare cura.
<<Pensavo anch'io di comprarlo per il matrimonio. Tu ne hai già uno?>>domando lanciando un'occhiata distratta al vestito che stava osservando quando sono uscita dal camerino.
<<Mi sottovaluti, tesoro. Io ne ho a migliaia. Basta che svuoto l'armadio e un vestito da cerimonia lo trovo. Però questo voglio prendermelo lo stesso.>> afferma, mentre mi mostra il vestito verde acqua che ha adocchiato prima in vetrina e che ha appena trovato appeso ad una sbarra di ferro più nascosta rispetto alle altre.
<<Bene, provatelo.>> le consiglio, ma lei scuote la testa e sorride rassegnata, come per dire che non ho capito nulla.<<Fede, sai che io non ho bisogno di provare la roba. Riesco a capire senza provarlo se mi va oppure no. Ormai ho l'occhio allenato.>>
<<Certo, come no. Poi però quando c'è una festa indossi i vestiti che hai comprato quando avevamo diciott'anni. E non fare quella faccia: me lo ricordo e te l'ho pure detto, soltanto poche sere fa alla mia festa. Sei tu che non mi ascolti mai.>>
Sofia, dopo che io ho finito di parlare, si limita ad abbassare la testa, mentre io scuoto la mia in segno di disperazione. Paghiamo i due vestiti che abbiamo appena acquistato ed usciamo dal negozio, io con una sola borsa, mentre Sofia con tre borse in una mano e tre nell'altra.
<<Fede, Fede. Entriamo in quel negozio, guarda che bella roba che ha!>> strilla la mia migliore amica, prendendomi per il braccio con l'unico dito con il quale non tiene nessuna borsa e trascinandomi verso il negozio che ha appena intercettato.
E così il resto della giornata passa tra acquisti in negozi di abiti, acquisti in profumeria, firme e foto con i miei fan che, di tanto in tanto, mi riconoscono e mi fermano (impedendo alla mia migliore amica di fare shopping sfrenato come ai vecchi tempi).
Quando mi corico nel letto, la sera stessa, finalmente mi concedo un momento di relax, in seguito al quale cado immediatamente tra le braccia di Morfeo, tanta è la mia stanchezza. Però sono soddisfatta della giornata appena trascorsa. Ci voleva un po' di sano shopping con la mia migliore amica: è uno dei pochi momenti in cui possiamo stare insieme solo io e lei ed adoro passare le mie ore in sua compagnia, perché è la miglior persona con cui io possa davvero divertirmi. E, sebbene abbia un carattere difficile e complicato, non la sostituirei per nulla al mondo.
Mai.
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