Capitolo ventunesimo *Boyd*
Mi svegliai prima di lei e approfittai del fatto che dormisse ancora per guardare la mia bella addormentata.
Mia.
Quella ragazza addormentata con un'espressione serena, con i capelli biondi che si allargavano sul cuscino come un'aureola e dalle parvenze di un angelo, mi apparteneva.
Il cavernicolo dentro di me non solo esultò, ma si mise addirittura a battersi i pugni sul petto.
La guardai un'ultima volta e poi mi diressi in cucina per prepararle la colazione.
Mi ero fatto una violenza a scendere dal letto e allontanarmi dal calore del suo corpo, ma volevo capisse che d'ora in avanti mi sarei preso cura di lei.
Canticchiai mentre prendevo dal frigo l'occorrente per prepararle uova e bacon: ero d'umore radioso.
Misi in due padelle diverse il cibo e strapazzai le uova mentre aspettavo che il bacon diventasse croccante.
Pensai che quella era la prima volta che saremmo andati all'accademia insieme, il che condusse il mio pensiero ai compagni di classe di Blaire: ero pronto a scommettere che ci fosse ben più di un solo moccioso che le corresse dietro ed ero più che pronto a mettere le cose in chiaro.
Ma più di ogni altra cosa, parlare con Claire stava diventando una priorità che non potevo più ignorare.
Dovevo parlarle, dirle ogni cosa e chiederle di bloccare tutto quel folle progetto una volta per tutte.
Non potevo permettere che Blaire lo scoprisse e si allontanasse da me.
Il solo pensiero mi fece venire la nausea.
Non avrei saputo che diavolo fare della mia vita se lei mi avesse lasciato e se mai avesse scoperto tutto, ero più che certo che l'avrebbe fatto senza voltarsi indietro.
Riempii due bicchieri di succo d'arancia e misi il bacon e le uova su un piatto. Poi misi il tutto su un vassoio e mi recai in camera da letto.
Blaire dormiva ancora come un sasso, così appoggiai il vassoio per terra e mi stesi accanto a lei, cominciando a baciarle il viso.
Emise un mugolio ma non aprì gli occhi, così mi misi sopra di lei e, prendendole il volto tra le mani, la baciai sulla bocca.
Spalancò i suoi grandi occhi verdi e mi sorrise dolcemente, mandando a quel paese ogni mio pensiero razionale.
"Buongiorno" disse con voce roca, stropicciandosi gli occhi in maniera adorabile.
"Ciao, amore" risposi io, sollevando da terra il vassoio e mettendoglielo davanti.
Sgranò gli occhi e applaudì felice, scattando a sedere.
"Mi hai fatto la colazione!" esultò.
Poi la sua espressione si fece più seria: "Non dovevi! Ti sarai alzato presto e ieri abbiamo fatto tardi entrambi! E poi io non sono mai stata viziata in vita mia"
Evitai di dirle che la notte passata, dopo che lei si era addormentata, ero rimasto a guardarla dormire mentre mille pensieri orribili mi offuscavano la mente. E invece sorrisi, baciandola a stampo:
"Viziarti è tutto ciò che voglio, d'ora in poi. Su, ora mangia che ieri non hai nemmeno cenato" la ammonii e lei sorrise entusiasta.
"Beh, allora grazie, grazie, grazie!"
Cominciò a mangiare voracemente le striscioline di carne con le mani e io risi vedendola così affamata.
"Allora anche gli uccellini come te mangiano, ogni tanto" esclamai, guadagnandomi un cuscino in faccia.
La rimisi giù con la schiena e cominciai a farle il solletico. Lei rise e si divincolò.
"Continua così e oggi non andrai a lezione, fragolina"
Si bloccò all'istante e si sedette di scatto sul letto: "La lezione! Oh mio Dio! Che ora è?"
"Rilassati, sono solo le sette e mezza" dissi, cercando di riattirarla a me.
"Solo le sette e mezza?!" urlò, scendendo dal letto di scatto.
Sentii subito la mancanza di calore senza il suo corpo accanto al mio.
"Non arriveremo mai! Non ho vestiti puliti, non ho nulla dietro... Avevo promesso a Claire che non avrei più saltato lezioni e... E alzati da quel letto, maledizione!"
Scoppiai a ridere forte e lei mi guardò torva con le mani sui fianchi.
Mio Dio, era così carina...
"Beh? Che c'è di così divertente?!" mi apostrofò.
Scesi dal letto e andai verso di lei, baciandole la guancia.
"Tu, fragolina. Puoi usare i vestiti di Chloe, ha un intero guardaroba di là"
"Non posso usare le sue cose, Boyd!"
"Ma certo che puoi, ti adora. Vieni con me"
La presi per mano e l'accompagnai nella stanza che di solito usava Chloe quando veniva a trovarmi, spalancando l'enorme armadio zeppo di vestiti.
Blaire fece un fischio sorpreso.
"Si, mia sorella ha un problema con lo shopping. Scegli quello che vuoi, io vado a farmi una doccia" dissi, uscendo dalla stanza.
Quando tornai in camera di mia sorella, trovai Blaire già pronta: ovviamente aveva scelto i vestiti più semplici di tutto l'armadio, ma era ugualmente stupenda.
Indossava un maglioncino a righe blu e bianche, dei jeans chiari aderenti, le sue solite converse bianche e portava i lunghi capelli biondi sciolti.
"Sei bellissima" le dissi e lei, chiaramente, arrossì.
Misi le scarpe anche io e, afferrate le chiavi della macchina e il telefono, uscimmo di casa.
Tenere Blaire per mano mentre facevamo le scale, mi faceva uno strano effetto: non ero mai uscito così da casa mia con nessuna ragazza. Lei era la prima per me.
La prima che restava a dormire, la prima che toccava i vestiti di mia sorella, la prima che indossava una mia maglietta per dormire.
La prima che amavo.
"Non arriveremo mai!" piagnucolò mentre si infilava nella Charger ed io mettevo in moto.
"Perché sei così ansiosa?" le chiesi, mettendole una mano sul ginocchio ed immettendomi contemporaneamente nel flusso del traffico.
Capii di aver toccato un tasto dolente, perché si irrigidì tutta.
"Mi dispiace, piccola. Vedrai che ce la faremo, io non arrivo mai in ritardo. È uno dei miei molti talenti" dissi, facendole l'occhiolino.
"Ah, eccolo mister Arroganza! Mi mancava" rispose, ritrovando il buon umore.
Alla fine arrivammo veramente in orario e non mi risparmiai dal farglielo notare.
"Ma sta zitto, pallone gonfiato!"
Risi e intrecciai le dita alle sue, entrando all'accademia e percorrendo il lungo corridoio che portava alla nostra aula.
Non appena varcammo la soglia, diciannove paia di occhi si puntarono su di noi e Blaire arrossì tanto che dovetti trattenermi per non scoppiare a ridere.
Cercò di liberare la sua mano dalla mia, ma io non glielo permisi: era meglio mettere da subito in chiaro le cose.
A rompere quel silenzio irreale, fu una ragazza piuttosto carina con i capelli blu e un piercing sul labbro, che si precipitò ad abbracciare Blaire.
"Ciao, ballerina!" disse entusiasta, staccandosi dalla stretta.
Blaire sorrise sinceramente alla ragazza e poi guardò me: "Gem, allora... lui è Boyd. Il mio... ehm, il mio..."
Perché non lo diceva?
"Ragazzo, sono il suo ragazzo. È un piacere conoscerti, Gemma" conclusi per lei, porgendo una mano alla ragazza.
Gemma sembrò apprezzare come mi ero presentato e mi strinse la mano con un sorriso.
"È davvero un piacere anche per me, Boyd. Davvero un piacere. Lasciami dire che dal vivo sei ancora più bello che dalle descrizioni che ho avuto!"
Io e Gemma ridemmo, Blaire invece distolse lo sguardo e arrossì leggermente.
L'amica di Blaire era simpatica e sembrava nutrire un sincero affetto per la mia ragazza, il che le fece guadagnare molti punti ai miei occhi.
L'ilarità mi passò all'istante quando vidi un biondino che si dirigeva a passo spedito verso Blaire, fissandola come se fosse l'unica persona presente nella stanza.
Era leggermente più basso di me, con i capelli biondi pettinati di lato e una camicia immacolata e perfettamente stirata.
Quando abbracciò Blaire, il sangue mi affluì direttamente al cervello.
"Chi è quello?" chiesi a Gemma, squadrandolo.
Blaire lo guardava sorridendo, il che mi fece infiammare maggiormente, se possibile.
Non era un sorriso amichevole e distaccato, era il tipo di sorriso che Blaire rivolgeva a chi davvero le stava a cuore. Il tipo di sorriso che le illuminava gli occhi e le scavava una fossetta sulla guancia destra.
Il tipo di sorriso che tante volte le avevo visto rivolgermi prima che si alzasse in punta di piedi per baciarmi.
"Oh, lui è Carrick Johnson. Non devi preoccuparti, è il migliore amico di Blaire da sempre" rispose Gemma, ignara della rabbia che mi stava assalendo.
Mi avvicinai a Blaire che parlava sorridendo al tipo e le avvolsi un braccio intorno alla vita.
Lei sembrò sorpresa da quel gesto possessivo, ma non si sottrasse e anzi, si affrettò a presentarmi al ragazzo che la guardava come se non avesse mai visto una ragazza prima d'ora.
"Boyd, lui è il mio amico Carrick, Car..."
"Boyd, il suo ragazzo" la anticipai, afferrando la mano del ragazzo e stringendogliela.
Era meglio mettere in chiaro le cose da subito: Blaire era mia, stava con me.
Ma lui non sembrava scoraggiato dalla mia presenza, infatti mi ignorò e continuò a fissare incantato Blaire, come se io non ci fossi.
"Ti avviso da subito che se continui a spogliarla con gli occhi, non finirà bene. Proprio per niente bene, bel faccino" gli dissi non riuscendo più a trattenermi, fissandolo dritto negli occhi.
Lui alzò di scatto lo sguardo verso di me, ma non sembrò sorpreso e anzi, mi parve di scorgere un sorrisetto increspargli le labbra, cosa che ovviamente Blaire non colse.
"BOYD!" sbottò infatti, guardandomi malissimo
"...Scusaci tanto, Car, posso parlargli un secondo in privato?"
Non aspettò la sua risposta e mi trascinò in un angolo della classe, mettendosi davanti a me con le mani sui fianchi.
"Che c'è?" le chiesi, fingendomi angelico giusto per provocarla.
Funzionò alla grande, infatti sbottò:
"Che c'è?! Ti pare il modo di trattare i miei amici per caso?"
"Fragolina, quello vuole essere tutto tranne che tuo amico"
Le sfiorai il braccio per attirarla a me, ma lei si ritrasse con un gesto rabbioso che mi sorprese.
Okay, forse avevo esagerato e dovevo chiederle scusa. Non volevo litigare con lei.
"È il mio migliore amico, Boyd! Credevo che Gemma te l'avesse detto!"
"Me l'ha detto, infatti, ma pensi davvero che io ci creda? Ti guarda come se fossi una cazzo di apparizione celeste!" sbottai a mia volta.
Non volevo trattarla male, ma il modo in cui quel tizio le sbavava dietro mi faceva affluire il sangue al cervello.
"Sei troppo geloso. Mi vuole bene, mi guarda con affetto" disse lei, ritrovando la calma.
Sbuffai cercando di calmarmi anche io: era così buona e ingenua, vedeva sempre il meglio delle persone.
Era dolce e gentile e l'ultima tra le cose che volevo era che fosse arrabbiata con me.
"Sei così ingenua, piccola..." mormorai infatti, cercando di nuovo di farla avvicinare a me.
"Ingenua?! Non permetterti di..." cominciò, rossa in viso.
Non lasciai che terminasse e l'attirai a me, baciandola sulla bocca.
Lei arrossì, ma quella volta non si ritrasse e appoggiò le mani sul mio petto.
"Sei arrabbiata con me?" le chiesi una volta che ci fummo staccati, scostandole una ciocca di capelli biondi dal viso.
"Beh, hai trattato male Carrick, mi hai dato dell'ingenua..." cominciò ad elencare.
"Mi dispiace. Non so come gestire tutto questo. Sei la mia prima relazione, la prima ragazza che amo. È tutto nuovo per me ed io non sono di certo il meglio che ti potesse capitare" risposi, sinceramente.
L'intensità dei miei sentimenti per lei mi spaventava, talvolta.
Era la benzina che accendeva il mio fuoco, ma anche l'unica acqua in grado di spegnerlo.
Avrei voluto che fra noi le cose fossero diverse, che non dovessi vivere con il costante tormento di poterla perdere da un momento all'altro.
La sua espressione si addolcì immediatamente e mi prese il viso tra le mani:
"Smettila di dire così! Secondo me il tuo bel faccino e i tuoi addominali non sono di certo il peggio a cui potessi ambire..." disse maliziosa, ridendo.
Mi misi a ridere anche io, smorzando un po' quell'atmosfera tesa.
"Ah, quindi stai con me solo per il bel faccino e gli addominali, eh?" la stuzzicai.
"Beh, devo dire che sono una parte fondamentale della nostra relazione, si" rispose sorridendo.
Sarei potuto rimanere a ridere con lei all'infinito, ma a quanto pareva i nostri momenti di tranquillità erano distribuiti con il contagocce: dal fondo dell'aula vidi venire verso di noi Julia, che camminava facendo ondeggiare i fianchi in maniera provocante.
Mesi prima l'avrei trovata attraente, ma ora non riuscivo a non immaginare Blaire camminare così in presenza di altri ragazzi senza che mi venissero i brividi.
Anche Blaire la individuò e smise di ridere all'istante.
Sapevo che fra loro non correva buon sangue, così la strinsi a me mentre Julia si avvicinava e l'espressione di Blaire si faceva dura.
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