Capitolo trentesimo *Boyd*
"Amico, sul serio, devi ascoltarmi. Non te lo direi se..."
"Col cazzo. Mi dispiace, Luke ma questa sera è escluso che io venga alla festa" sbottai per almeno la decima volta, bevendo un altro sorso dalla lattina di birra che tenevo tra le mani.
Avevo perso il conto dei giorni da cui ero rinchiuso nel mio soffocante appartamento: non uscivo mai, eccetto per le visite in ospedale a mio padre e dal nulla Luke se ne usciva con l'idea di trascinarmi all'ennesima festa di Jeremy.
Se pensava veramente che fossi lontanamente dell'umore per prendere parte ai festeggiamenti per l'ufficializzazione della relazione tra lui e Selina, non aveva capito un cazzo.
L'ultima cosa di cui avevo bisogno, era vedere una coppia felice e innamorata mentre io soffrivo come un cane.
La mia mente era rimasta ancorata al ricordo di quel pomeriggio all'ospedale, quando dopo giorni di dolore atroce avevo finalmente rivisto il viso del mio angelo.
Era così bella, ancora più bella di come la mia mente ricordasse, eppure così diversa dalla Blaire che era stata con me.
Non c'era stato nemmeno un accenno di dolcezza mentre mi guardava, nessun segno che mi facesse capire che le mancassi anche solo la metà di quanto lei mancava a me, nessuna traccia dell'amore che aveva provato nei miei confronti.
Nel suo sguardo avevo trovato solo un'agghiacciante indifferenza.
Possibile che avesse davvero smesso di amarmi?
Era possibile, in generale, smettere di amare una persona a cui avevi dato tutto te stesso?
Io non ci sarei mai riuscito.
Lei era me.
Nulla sembrava più così importante, ora che lei non c'era.
"E va bene, cazzo. Allora mi costringi a sganciare la bomba" esclamò il mio migliore amico, riscuotendomi da quei pensieri dolorosi.
Lanciò la sua lattina vuota nel cestino e fece canestro prima di continuare:
"Ci sarà anche Blaire"
A quelle parole la mia attenzione fu subito sull'attenti e mi girai verso di lui.
"Non prendermi per il culo. Blaire non è il tipo da feste e sicuramente non ci va solo due settimane dopo che abbiamo rotto..." obiettai.
"E invece ti dico di si. Come ti ho detto, Jeremy vuole annunciare il suo cappio al collo ufficiale con Selina e ovviamente lei vuole accanto Blaire, così fonti certe mi hanno riferito che questa sera ci sarà" annunciò Luke orgoglioso.
Era già convinto di avermi persuaso, ma il dettaglio fondamentale rimaneva un altro:
"In ogni caso non mi vuole nemmeno vedere" dissi infatti, tornando a distendermi sul divano.
"Non ti ho detto tutto. Non sarà sola, ma l'accompagnerà un biondino... Carrick, mi pare si chiami" mormorò piano, guardandomi di sottecchi.
Quello stronzo mi conosceva fin troppo bene e sapeva che con me la carta della gelosia funzionava sempre.
Infatti, solo a sentirlo nominare, le mie sinapsi presero fuoco.
Situazione complicata o meno, avrei controllato a vista ogni mossa di quel figlio di papà, specialmente se accompagnava la mia donna.
Perché lei era mia, anche se mi odiava, anche se non sopportava di vedermi.
Lo sarebbe sempre stata.
"Lui non la sfiorerà con un dito se ci tiene alle palle. A che ora è la festa?" sbottai, controllando l'ora sul cellulare.
Luke gettò indietro la testa e rise di gusto, scuotendo la testa:
"Non capirò mai voi innamorati: diventate completamente scemi, cazzo! La festa inizia fra un'ora, Romeo. Facciamoci una doccia e andiamo. Jeremy ci aspetta"
Feci il terzo dito a quel manipolatore del mio migliore amico e lui mi sorrise angelico, dirigendosi verso il bagno.
Feci una doccia veloce ed in meno di mezz'ora eravamo pronti entrambi.
Infilai una maglietta blu scuro a maniche corte sopra ai jeans e non mi curai nemmeno di asciugarmi i capelli, dopo di che uscimmo entrambi dal mio appartamento.
"Prendiamo due macchine separate. Non si sa mai chi mi porto a casa stasera..." esclamò Luke, con un ghigno eloquente.
"Il lupo perde il pelo ma non il vizio"
"Né il pelo, né il vizio in realtà, fratello" rispose lui con un sorriso, prima di entrare nella sua auto.
Scossi la testa sorridendo e mi infilai nella Charger, accendendo il motore.
Forse anche per Luke sarebbe arrivata l'unica in grado di cambiarlo, potevo solo augurargli di essere abbastanza scaltro da non lasciarsela scappare.
Arrivammo a casa di Jeremy in anticipo, ma l'ambiente brulicava già di gente su di giri.
Il giardino era pieno di ragazzi che fumavano e all'interno la musica rimbombava tra l'odore forte di erba e vodka scadente.
Appena Jeremy ci vide, fece un largo sorriso e ci portò immediatamente due Corona ghiacciate.
"Ce l'avete fatta!" urlò per farsi sentire sopra alla musica.
"Basta saper muovere i tasti giusti" rispose Luke, guardandomi con un sorrisetto da schiaffi.
Gli volevo bene, ma a volte era davvero un cazzone.
Gli feci nuovamente il terzo dito e Jeremy scoppiò a ridere.
"Lei dov'è?" chiesi io, senza giri di parole.
Non ero andato a quella festa per divertirmi, ma con un unico scopo preciso.
"Arriverà a momenti con Sel e Gemma" rispose Jeremy, anche lui con lo sguardo rivolto verso l'ingresso.
"E quello che viene con lei?" domandai.
"Ah, il biondino? Dovrebbe esserci anche lui, si" rispose, bevendo un sorso di birra.
"Allora... oggi annunci ufficialmente la tua uscita dalla piazza, eh?" esclamò Luke, facendo tintinnare la sua bottiglia di birra contro quella di Jeremy.
Lui bevve un sorso e annuì sorridendo:
"Si e sai che ti dico? Sono ansioso di farlo. Non mi mancherà passare da un letto ad un altro.... lei è fantastica" disse.
Ero contento per lui e Selina, ma non riuscii a trattenere la fitta di gelosia che mi attraversò.
La sensazione era peggiore di quello che avevo immaginato e speravo solo che Blaire arrivasse presto e rendesse il tutto più sopportabile.
Un solo sguardo, mi sarebbe bastato vederla per un minuto e sarei stato meglio.
"Cazzo, resterò l'unico scapolo di Annapolis se tutti voi continuate ad abbandonarmi" disse invece Luke.
Qualcuno mi toccò la spalla e mi girai immediatamente, pensando per un momento fosse Blaire, ma rimasi deluso vedendo Julia.
"A proposito del rimanere scapolo... ciao Jul" urlò di nuovo Luke, salutandola con due baci sulle guance.
Lei salutò svogliatamente allo stesso modo anche Jeremy, ma poi tornò a focalizzare tutta la sua attenzione su di me:
"Hey, Boyd..." miagolò, poggiandomi una mano sull'avambraccio in un modo che immaginai volesse essere provocante.
Un tempo quel gesto sarebbe stato il tacito lasciapassare ad una notte di fuoco, ma non riuscivo più a pensare di sfiorare nessun'altra ragazza che non fosse Blaire, senza che mi venisse la nausea.
Mi aveva rovinato, cazzo, ogni cosa mi portava a pensare a lei.
Era insopportabile, soprattutto vista la situazione in cui eravamo.
Inoltre, sapevo dell'antipatia che scorreva tra loro due e non volevo che lei mi vedesse in compagnia di Julia. Poteva farsi delle idee sbagliate ed era l'ultima cosa di cui avessi bisogno in quel momento.
"Julia" la salutai freddamente, senza prestare attenzione alle sue carezze appena accennate sul mio avambraccio.
"Sei da solo?" mi chiese ancora, avvicinandosi tanto che riuscii ad inalare il suo profumo troppo dolce e intenso.
Mi scostai senza troppa delicatezza e risposi:
"No, sto aspettando Blaire"
"Mi era parso di capire che tra voi fosse finita" insistette ancora, stavolta con un tono più lamentoso.
Niente era finito. Niente sarebbe mai finito.
"Devi aver capito male, allora" sbottai, più duramente di quanto volessi.
"Boyd, non fartene una colpa. Ha questo atteggiamento da suoretta insopportabile e si capisce che uno come te non può aver bisogno di..."
"Lascia perdere, Jul" la interruppe Luke ed io gliene fui grato, perché non sarei stato in grado di reggere altre stronzate.
Julia sembrò seccata dalle parole del mio amico, ma io non ci feci molto caso, almeno fino a che lei, dopo aver guardato verso la sala, non mi buttò le braccia al collo baciandomi a stampo.
Rimasi talmente di stucco che non mi staccai subito, ma quando mi resi conto di ciò che stava succedendo, mi scostai velocemente da lei, scollandomela praticamente di dosso.
"Ma che cazzo ti è preso?" urlai, sconvolto e infuriato.
"Era solo per ricordarti cosa ti perdi" mormorò lei in tono suadente, per niente scoraggiata dalla mia reazione.
Dopodiché si limitò a sorridere e, senza dire più nulla, si allontanò da me e si mischiò tra la folla.
Guardai i miei amici, ma le loro espressioni erano gravi e preoccupate.
"Che succede?" chiesi, guardandoli stranito.
Luke mi indicò il fondo della sala con un cenno della testa ed io mi girai immediatamente, notando, con profondo orrore, che proprio in quel momento era arrivata Blaire.
Ma quell'insulso bacio era durato meno di due secondi e non poteva averlo notato, soprattutto tra la moltitudine di gente che affollava la sala.
Lasciai i miei amici e, prima che potessi pentirmene, mi avviai verso di lei fino ad arrivarle di fronte.
Mi guardava con una smorfia disgustata sul volto e stringeva forte il braccio del coglione che l'aveva accompagnata.
A quel suo ultimo gesto, strinsi la mascella cercando di controllare la gelosia che mi ribolliva nel sangue e atteggiai il viso ad un sorriso:
"Hey, fragolina!" urlai per farmi sentire sopra alla musica.
Era bella come sempre, ma non elegante come all'ultima festa in cui eravamo stati insieme: indossava una camicia bianca a righe blu e dei pantaloni larghi, anch'essi blu, con un fiocco in vita.
I capelli erano legati in una treccia che le partiva dall'inizio della testa ed era truccata in modo leggero.
Era la ragazza più bella dell'intera festa, nessuna avrebbe potuto reggere il confronto con lei.
"Boyd" rispose al mio saluto, fredda come il ghiaccio.
Morivo dalla voglia di sfiorarle il viso o solo di toccarla in qualche modo, ma mi trattenni per paura che mi cacciasse.
"Ti stai divertendo?" le chiesi invece, cercando di instaurare un discorso.
Che domanda del cazzo, è appena arrivata.
"Sicuramente non ho ancora infilato la lingua in bocca a nessuno!" sbottò, con un sorriso amaro che di divertito non aveva nulla.
Maledissi il destino per aver fatto sì che lei arrivasse proprio nel momento peggiore, l'afferrai per un braccio per allontanarla dai suoi amici e la portai lontana da loro per poterle spiegare.
Fortunatamente non oppose resistenza, ma quando mi fermai evitò di guardarmi, almeno finché io non le presi il mento con due dita.
Quando i nostri occhi si incrociarono, per un attimo persi la concentrazione, ma la recuperai subito:
"Alludi a me e Julia?"
"Ah, non lo so... ce ne sono state anche altre?" mi chiese tra i denti, con un distacco di cui non la credevo capace.
Il cuore mi batteva all'impazzata: l'unica cosa che desideravo era di poter stringere ancora tra le braccia la ragazza che mi stava davanti, eppure sembrava dovessi fare solo un passo falso dopo l'altro.
"Blaire, no. Ovviamente no, non intendevo questo... È stata Julia a baciarmi, ma mi sono staccato immediatamente. Non mi interessa, voglio solamente te" cercai di spiegarle, passandomi più volte la mano che mi tremava tra i capelli.
"Certo, certo" disse lei, sfuggendo di nuovo dai miei occhi.
"Ti prego, credimi. Per me esisti solo tu, non voglio nessun'altra"
"Forse non ti è chiaro il fatto che non credo più a nulla di quello che dici. Il ragazzo che amavo per me è morto il giorno stesso in cui ho scoperto il suo tradimento. Non ti conosco, Boyd. Non so chi sei. Non so nemmeno se mi sono realmente innamorata di te o di un personaggio che ti eri costruito"
Quella ragazza era in grado di farmi soffrire più di qualsiasi essere umano al mondo.
Bastavano poche sue parole per distruggermi e ancora meno per rendermi l'uomo più felice della terra.
"Tu mi conosci meglio di qualsiasi altra persona al mondo" risposi, incapace di dire altro.
"In ogni caso non m'interessa: sei libero di frequentare chi vuoi e di infilare la lingua in bocca a chi ti pare. La cosa non mi riguarda più"
Una mazzata tra i denti mi avrebbe fatto meno male di quelle parole.
"Si che ti riguarda"
Lei scosse la testa e rise in modo amaro:
"No, invece. Non mi riguarda come a te non deve più interessare cosa faccio io. È finita, Boyd e mi devi lasciare in pace"
"Non posso farlo. Ti amo e voglio solo te, Blaire. Mai nessun'altra"
La mia voce era una supplica praticamente, ma non potevo farci nulla: rivolevo quella ragazza più di qualsiasi altra cosa.
Avevo bisogno di lei in maniera terrificante.
"Potrai volere me, ma il problema non si pone, perché io non voglio te. Non più, almeno"
Dio, basta, ti prego. Fa troppo male.
"Invece mi vuoi ancora. Come sarebbe possibile il contrario? Tra noi non può finire"
Torna. Dio, torna.
Dimmi che mi ami e che è finito tutto questo incubo.
"È già finita, cazzo! Lasciami in pace!" urlò, cercando di spintonarmi.
Le afferrai le piccole mani tra le mie e me le portai all'altezza del viso.
"Ho sbagliato. Ho fatto l'errore più grande della mia vita e non me lo perdonerò mai, ma ti prego, piccola, dammi un'altra possibilità. Sono innamorato di te, più di quanto avrei creduto fosse umanamente possibile, lasciami dimostrare che posso mettere a posto le cose. Posso essere abbastanza forte per entrambi, ma ho bisogno di te"
Le baciai le mani chiuse a pugno che ancora tenevo tra le mie e la vidi trattenere le lacrime mentre le strattonava via dalla mia presa.
"Ho detto di lasciarmi in pace. È finita, fattene una ragione" concluse poi, girandosi e lasciandomi solo.
Raggiunse velocemente i suoi amici e Selina le fu subito addosso, capii dal labiale che le chiedeva se stava bene.
Blaire annuì freddamente e tornò con un sorriso verso Carrick, dandomi il colpo di grazia.
Barcollai all'indietro mentre sentivo cedermi le ginocchia e mi diressi velocemente al tavolo degli alcolici.
Afferrai una bottiglia di tequila e ne ingurgitai immediatamente uno shot, lasciando che il liquido mi infiammasse la gola.
Odiavo il sapore di quel superalcolico, ma era il primo ad andarmi in testa e in quel momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era di calmare un po' il dolore che sentivo dentro.
Avevo già buttato giù altri due shot prima che Luke mi raggiungesse, parandosi al mio fianco.
"Boyd, non ricaderci. Non voglio romperti le palle, ma non riaprire questo capitolo della tua vita"
Cercò di strapparmi la bottiglia da sotto il naso, ma i miei riflessi erano ancora pronti e riuscii a versarmi un altro bicchierino.
Sentivo già la bocca impastata, ma ancora ricordavo fin troppo bene le parole che erano infilate come coltelli nel mio cuore.
Non bastava, nulla colmava.
Vidi Blaire e Carrick ballare un lento in pista e un'altra fitta dolorosa mi attanagliò lo stomaco.
Riempii altri due bicchierini, ma Luke me li strappò di mano.
"Senti, apprezzo il tuo interessamento, davvero, ma in questo momento sinceramente non me ne frega un cazzo della mia salute. L'unica ragione per cui ero tornato a vivere mi ha lasciato e Oh! Notizia dell'ultima ora: mi odia e non ne vuole sapere nulla di me. Gran bella merda, non credi?" tentai di ironizzare, ma la voce mi si spezzò.
Strappai i bicchierini dalle mani di Luke e li buttai giù uno dietro l'altro, accompagnandoli con la testa.
"Va' da lei" mi incitò Luke, quella volta portandomi via direttamente la bottiglia.
"Vai ora che riesci ancora a reggerti in piedi"
"Quale concetto del 'non mi vuole' non hai afferrato?" ringhiai.
"Amico, le donne sono complicate... ciò che dicono non è mai ciò che realmente pensano. Se ora tu non andassi a staccarla da quella cazzo di piovra, non te lo perdonerebbe mai. E in fondo, scusa se te lo dico, ma cos'hai da perdere?"
Luke aveva ragione.
Non avevo un cazzo da perdere: lei era lì, a pochi metri da me, abbracciata ad un tizio che non ero io e non avrei lasciato che quella visione mi perseguitasse un minuto di più.
Attraversai la sala in larghe falcate e in un attimo fui da loro.
Blaire gli appoggiava la testa su una spalla e lui le cingeva i fianchi.
Avrei vomitato, me lo sentivo.
"Ti giuro che se non stacchi immediatamente le mani dalla mia ragazza, ti riempio di pugni proprio qui in mezzo alla pista" ringhiai verso Carrick, che spalancò gli occhi per la sorpresa al suono della mia voce.
Fece per controbattere, ma io feci un passo in avanti e lui sobbalzò, allontanandosi immediatamente da lei.
Blaire sgranò gli occhi e lo afferrò per la camicia sibilandogli qualcosa, ma lui si piegò a darle un bacio sulla guancia e si dileguò.
Se non avessi avuto il cuore spezzato, avrei riso per la codardia di quel ragazzino spaventato, invece mi concentrai su Blaire che schiumava di rabbia:
"Si può sapere cosa accidenti vuoi ancora da me? Perché cazzo non mi lasci in pace?" urlò, una volta che fummo rimasti soli, rossa in viso per il calore e l'ira.
"Non posso..." iniziai.
Guardavo ogni lineamento del suo viso e tutto in lei mi pareva perfetto: dalle labbra piene e carnose, alle guance leggermente arrossate, al piccolo naso all'insù e infine agli occhi dalle mille diverse tonalità di verde in cui mi perdevo.
Ero ubriaco, l'alcol mi rendeva più facile stare davanti a lei senza che avessi il timore di dire o fare qualcosa di sbagliato, ma lei era sempre la mia Blaire.
Bellissima, caparbia e cocciuta.
"...perché ti appartengo allo stesso modo in cui tu appartieni a me" conclusi e, non resistendo oltre, la presi tra le braccia.
Lei cercò di divincolarsi dalla mia presa, ma io non glielo permisi: se starle vicino serviva a placare anche solo per un po' quel dolore cocente, mi sarei volentieri preso un pugno in faccia.
"Io non ti appartengo!" urlò, dandomi uno spintone e tentando ancora di divincolarsi dalle mie braccia.
Ogni sua parola era come una stilettata dritta al cuore, eppure non serviva ad altro se non ad infiammare maggiormente il fuoco che mi ardeva dentro.
"Invece sì. Solo che non sei ancora pronta ad ammetterlo a te stessa" le dissi dolcemente, prendendole con la punta delle dita una ciocca di capelli e fermandogliela dietro l'orecchio.
"Sei soltanto ubriaco, sento la puzza di alcool fin qui. Vattene"
Probabilmente avevo davvero bevuto troppo, ma l'ultima cosa che volevo era allontanarmi da lei mentre ancora la tenevo tra le braccia.
"Non posso..." mormorai di nuovo.
"Boyd, chiamo Selina. Sai quanto lei può diventare cattiva. Non..."
Scoppiai a ridere davanti a quella minaccia, però allentai la presa e lei si staccò subito da me, incrociando infuriata le braccia.
"Vuoi che prenda la macchina in queste condizioni?" le chiesi, tirando fuori la prima scusa che mi venne in mente.
Non potevo lasciarla andare, dovevo appigliarmi ad ogni cosa pur di farla rimanere con me.
Subito la vidi esitare.
"Ovviamente non puoi guidare... fatti accompagnare da Luke"
"Siamo venuti con due macchine diverse. Accompagnami tu" le dissi, tirando fuori le chiavi dalla tasca e facendole roteare su un dito.
"No! Io... voglio restare ancora alla festa..." balbettò incerta, guardandosi intorno.
"D'accordo, allora: andrò da solo"
Mi allontanai da lei e, con passo misurato, mi diressi verso l'uscita.
Non avevo percorso che pochi metri, che mi sentii toccare la spalla.
"Dio mio, sei impossibile! Dammi quelle cavolo di chiavi, ti accompagno io" sbottò, strappandomele di mano e dirigendosi con me all'uscita.
Sorrisi trionfante mentre raggiungevamo il parcheggio, perché avevo ottenuto ciò che speravo: io e lei da soli per un po' di tempo.
Salimmo in macchina e lei si issò sul sedile del guidatore, infilando le chiavi nel quadro, mentre io mi girai e la guardai:
"Smettila" sbottò quasi subito, senza guardarmi.
"Di fare cosa?" chiesi, con fare innocente.
Per un po' non rispose, continuò a guidare e a tenere gli occhi ben fissi sulla strada, poi si decise a parlare:
"Di guardarmi così. Ti accompagno solamente perché non potevo lasciarti guidare sbronzo, ma se pensi che questa possa essere una buona occasione per riprovarci, ti sbagli di grosso. Ti ho già detto quello che penso"
La sua voce era molto meno sicura: era debole e sentii appena ciò che disse.
"Io tenterò sempre di riprovarci, questo voglio che tu lo sappia. Ti amo e non posso lasciarti andare senza lottare" dissi, cercando di fissarla in volto, ma i capelli biondi la nascondevano.
La sentii fare un respiro profondo, poi accostò la macchina in uno spiazzo erboso e si prese il viso tra le mani.
"Ti prego io... ti prego, basta" mormorò con un filo di voce, con ancora il viso nascosto dalle mani.
Mi faceva male il cuore a vederla così fragile, eppure sentivo che quella era la mia ultima possibilità: se non fossi riuscito ad abbattere il muro che lei aveva eretto tra noi, l'avrei persa per sempre.
"Farti soffrire è l'ultima fra le cose che vorrei fare, credimi. Ma ho bisogno che tu sappia che io sarò qui sempre per te. Sarai sempre l'unica cosa di cui avrò bisogno e non smetterò mai di sperare in un'altra possibilità. Ho sbagliato e ti ho spezzato il cuore, ma non ho mai voluto questo per noi. Avrei voluto solo farti felice"
"Boyd io... io non ce la faccio se fai così" esclamò, scoppiando in singhiozzi.
Il mio cuore si fermò a quella visione e per un attimo mi sentii un coglione per averla fatta piangere.
Le accarezzai una guancia bagnata di lacrime e gliela asciugai delicatamente.
"Allora non farcela. Torna con me, perdonami. Ti prometto che non ti mentirò mai più" supplicai.
Lei finalmente alzò gli occhi su di me e il verde così intenso delle sue iridi era inondato di lacrime.
"Non posso, non posso. Ma è così difficile..." singhiozzò.
Improvvisamente, afferrò il colletto della mia maglietta e unì in un impeto le nostre labbra.
Espirai il fiato che avevo dentro al petto e le afferrai il viso, tenendola ancora più vicina a me.
Dopo una così lunga separazione, baciarla mi sembrava come ricominciare a respirare.
"Dio, quanto mi sei mancata" ansimai tra un bacio e l'altro e lei, in tutta risposta, gemette e mi infilò le mani tra i capelli.
Scavalcò con un movimento agile le marce e venne a sedersi su di me, mentre io le accarezzavo i fianchi e continuavo a baciarla.
Quando sentii le sue mani sui lembi della mia maglietta però, la fermai per un istante:
"Dii che mi rivuoi. Dii che mi ami ancora. Non posso farlo, se non so che stiamo insieme" le sussurrai con il respiro affannoso, incorniciandole il viso con le mani.
Vidi la sua sicurezza vacillare, il suo sguardo sfuggì da me e, dopo un silenzio che mi parve eterno, scosse la testa.
Si staccò da me e tolse le mani dal mio petto:
"Non posso"
Quel che rimaneva del mio cuore andò in pezzi ed espirai con violenza, come se qualcuno mi avesse tirato un pugno nello stomaco.
"Bene... andiamo a casa" mormorai, con un tono di voce che stentai pure a riconoscere come il mio.
Lei mi guardò addolorata e mi accarezzò il profilo del viso.
"Mi dispiace tanto..." cominciò a dire, ma io la interruppi subito.
Si riferiva al bacio. Le dispiaceva di avermi baciato e non potevo sopportare di sentire le sue scuse cariche di rimpianto per qualcosa che io avrei rifatto altre mille volte.
Non mi amava più, l'avevo capito, ma io l'amavo ancora troppo per non essere distrutto dalle sue parole.
"No, Blaire: almeno non dire così. Cristo, io ti adoro, non posso farti da giocattolo. Ho sbagliato, lo so, ma tu sai, sai che non posso stare senza di te e nemmeno tu puoi starmi lontana! Stai condannando entrambi ad una vita d'inferno. Sai che ci vorremo sempre e sai anche che non vorrò mai nessun'altra se non te. Quindi almeno non dire che ti dispiace, perché hai scelto tu la via dell'inferno, cazzo" dissi d'un fiato, senza riuscire del tutto a guardarla.
Lei sembrò trattenere il fiato, ma poi annuì e si asciugò le lacrime dal viso, riaccendendo il motore.
Il tragitto verso casa mia fu terribile: per la prima volta persi le speranze sul nostro futuro insieme e, se non era con lei, non riuscivo ad immaginare nessun futuro plausibile per me.
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