Capitolo undicesimo *Blaire*
"Non voglio farti assolutamente pressione, fragolina, ma te la sentiresti di andare adesso da mio padre?" mi disse tranquillamente Boyd, mentre gli stavo seduta in grembo e lui mi accarezzava la schiena.
Il mio cuore prese a galoppare all'impazzata e dovetti deglutire più volte prima di riuscire a parlare:
"Ehm... conoscere tuo padre tipo... ora. Ah, beh, fantastico. Si, si, fantastico" balbettai.
Boyd scoppiò a ridere e mi lasciò un bacio sull'angolo della bocca prima di parlare.
"Hey, rilassati, piccola, okay? È solo un anziano signore che vuole conoscerti dopo che suo figlio gli ha parlato così bene di te. Detto ciò, ti ricordo che non sei obbligata: che tu lo conosca o no per me va bene uguale"
Mi sorrise dolcemente come per confermare le sue parole, ma io sapevo che mentiva.
Leggevo nei suoi occhi quanto per lui, in realtà, fosse importante che lo conoscessi.
"Quindi gli hai parlato di me... E cosa gli avresti detto in particolare, se posso chiedere?" chiesi, scherzando solo in parte.
"Che sei quella giusta. Che quella che per lui era la mamma, ora sei tu per me. Che mi hai salvato e che continui a salvarmi ogni giorno, perché il solo fatto di sapere che sei mia mi fa desiderare di migliorarmi ogni giorno per essere l'uomo che meriti. Che ti voglio accanto a me per sempre e, infine, che un giorno desidero sposarti e avere tanti bambini" disse sorridendomi, ma senza l'ombra di scherno.
Rimasi totalmente senza parole e lo guardai chiedendomi come potevo aver avuto tanta fortuna da incontrarlo ed innamorarmi di lui.
Era perfetto.
Bello da togliere il fiato, buono, coraggioso e forte.
Mi salirono le lacrime agli occhi e non potei trattenere una lacrima solitaria che mi scese lungo una guancia.
Boyd me la catturò prontamente con il polpastrello e mi lasciò un bacio dove la lacrima era caduta.
"Perché piangi, amore?" mormoró, guardandomi negli occhi.
"È solo che... è troppo. Non riesco ancora a capacitarmi della fortuna che ho avuto ad incontrarti e non riesco a spiegarmi il perché tu abbia scelto me. Potevi, puoi tutt'ora, avere qualsiasi ragazza e invece hai scelto... me. Perchè?" gli chiesi, dando voce ad uno dei dubbi che mi divoravano dall'inizio della nostra relazione.
Lui mi guardò con gli occhi tristi e mi prese il viso tra la mani, accarezzandomi le guance con i pollici e sussurrando:
"Perché ho scelto te? Hai la minima idea di quanto tu sia intelligente, buona, divertente e bellissima? Blaire, dopo tutto quello che ti ho fatto, l'unico che può ritenersi fortunato ad averti sono io, okay? Non sentirti mai inadatta, perché tu sei tutto ciò che voglio ora e per il resto dei miei anni. Lo capisci? La mia vita non andrebbe avanti senza di te, ormai."
Piansi di gioia e risi tra le lacrime, mentre gli accarezzavo il viso bellissimo per cui avrei fatto di tutto.
"Hai davvero detto a tuo padre che vuoi avere tanti bambini con me?"
Lui rise con me e in quel momento finalmente mi sentii felice.
Totalmente felice.
"Beh, la cosa dei figli credo di avergliela risparmiata, in effetti... Credevo fosse giusto informare prima la futura madre, no?"
Mi fece l'occhiolino e sulle guance gli spuntarono le fossette assassine.
"Direi di sì" risposi, ancora ridendo.
"Okay, sono pronta a conoscerlo, andiamo" aggiunsi poi, lasciandolo di stucco.
Qualche minuto prima l'idea mi spaventava a morte, ma le cose che mi aveva detto mi erano servite a caricarmi della forza necessaria.
Era suo padre, un pezzo di lui ed ero sicura che l'avrei amato in principio anche solo per quel motivo.
"Perfetto, allora. Andiamo, ti sta aspettando"disse Boyd, con un sorriso smagliante.
*
Il signor Newmann era un uomo sulla sessantina, con folti capelli grigi e gli stessi occhi color ruggine del figlio.
Sebbene fosse molto magro e avesse il viso scavato dalla malattia, era ancora un uomo di bell'aspetto e con un sorriso cordiale che mi mise subito a mio agio.
"Bene, bene, bene. Allora è questa la famosa ragazza, figliolo?" chiese a Boyd non appena entrai, facendo al contempo l'occhiolino a me.
Non riuscii a trattenere un sorriso e quell'uomo mi stette subito simpatico.
Boyd si spostò con la sedia a rotelle fino al
fianco del capezzale del padre e poi si girò a guardarmi.
"Già, ho fatto proprio un'ottima scelta, non è vero?" rispose, mentre con un sorriso mi attirò a sé e mi fece sedere sulle sue ginocchia.
Non mi sentivo a mio agio in quella posizione davanti a suo padre, così cercai di alzarmi, ma lui non me lo permise.
Senza farmi vedere dal padre, gli tirai un calcio e Boyd ridacchiò sotto ai baffi.
Bastardo, si divertiva a mettermi in imbarazzo.
"Oh, puoi dirlo forte, ragazzo! Davvero una scelta eccellente. Come va, bellezza?"
"Alla grande, signor Newmann, grazie. E lei?"
"Oh, per favore, chiamami Edward" esclamò, con un sorriso identico al figlio.
"D'accordo... Edward" mormorai imbarazzata.
Padre e figlio risero piano ed io mi sentii andare a fuoco le guance.
"Allora, Blaire... sei proprio sicura di aver fatto
la tua scelta definitiva prendendoti questo scapestrato?" mi chiese Edward, squadrando scherzosamente il figlio che teneva una mano
sulla mia coscia.
Mi girai sulle ginocchia di Boyd e lo guardai con un sorriso:
"In realtà sono ancora in fase di valutazione" scherzai, intrecciando una mano alla sua.
Boyd mi lanciò un'occhiataccia ma poi sorrise al padre.
"In realtà è pazza di me, papà" annunciò deciso, facendomi l'occhiolino.
"Colpevole, Vostro Onore" risposi ridendo e alzando le mani.
"Boyd, questa è quella giusta!" affermò Newmann senior, rivolgendomi un sorriso smagliante che lo fece sembrare improvvisamente più vivo e in salute.
"Lo credo anche io. Infatti penso proprio che la terrò" rispose il mio ragazzo, stringendomi amorevolmente la coscia.
Sorrisi all'allegria contagiosa che si respirava nella stanza e mi ci lasciai andare anche io.
Edward Newmann era un uomo adorabile e divertente e mi si strinse il cuore a pensare che la sua vita volgeva al termine proprio quando aveva deciso di abbandonare l'alcool e ridiventare la persona che era.
"Ma ora basta ridere, voglio assolutamente conoscere l'amore della vita di mio figlio. Avanti, bellezza, dimmi qualcosa di te"
Gli raccontai della mia famiglia, della mia passione per la danza, della Robert's Dance School e del mio incontro con Boyd.
Mi accorsi improvvisamente di non essere più in imbarazzo, ma completamente a mio agio a parlare con quell'uomo, che era stato in grado di farmi sentire una di famiglia in pochi minuti.
Boyd interveniva spesso nel mio racconto, interrompendomi e aggiungendo dettagli, raccontando aneddoti imbarazzanti e prendendomi in giro.
Ad un certo punto finì addirittura per farmi il solletico, sotto lo sguardo divertito di suo padre.
Lo amavo, ma lo avrei strozzato per il modo in cui cercava di mettermi in imbarazzo, riuscendoci senza problemi.
"Figliolo, ti dispiace lasciarci un attimo da soli?" disse all'improvviso Edward, cogliendomi totalmente alla sprovvista.
"Eh?" chiese Boyd, nello stesso momento in cui io dicevo:
"Come?"
"Vorrei un secondo stare da solo con Blaire. Ovviamente se a te va bene, bellezza"
"Oh, ma certo sign... Edward" risposi subito.
"Eh va bene, papà. Solo cerca di non innamorarti troppo di lei, che la voglio tutta per me" disse Boyd, guardandomi con un sorriso a trentadue denti.
Avrei voluto baciarlo lì e in quel momento, ma con suo padre presente non sapevo come comportarmi.
Ci pensò Boyd per tutti e due, infatti mi fece girare sul suo grembo e mi baciò sulle labbra.
"Non metteteci troppo"
"Ciao" risposi io, incapace di trattenere un sorriso da ragazza totalmente persa.
Una volta rimasti soli, Edward mi sorrise e mi fece segno di sedermi sulla sedia accanto al suo letto.
"Devo ringraziarti dal più profondo del mio cuore, Blaire" cominciò, prendendomi una mano tra le sue.
Rimasi sorpresa da quel gesto, ma mi fece un piacere enorme.
Gli sorrisi sinceramente e ricambiai la stretta.
"Che cosa intende, Edward? Io non ho fatto nulla"
"Cara ragazza, tu hai fatto moltissimo. Sono sicura che Chloe te ne avrà parlato, anche lei ti adora, ma dopo la morte di Elisabeth, Boyd non è più stato lo stesso. Dannazione, dopo quello che ho fatto ai miei figli non sono nessuno per giudicare, ma lui si era come... spento. Non ha mai smesso di prendersi cura di me e di sua sorella, ma sembrava proprio che avesse perso la voglia di vivere. Poi ho saputo dei giri sbagliati, dell'alcool, delle feste... L'amica di mia moglie, Claire, l'ha aiutato ad uscirne, ma io non l'ho mai visto così felice come quando è con te. Chiunque potrebbe accorgersi che mio figlio morirebbe piuttosto di perderti, ma... qui sta la domanda che voglio farti: sei davvero innamorata di lui quanto lui lo è di te?"
Non mi offesi affatto a quella domanda, perché negli occhi del signor Newmann c'era un'ansia celata che sapevo solo la mia risposta avrebbe potuto cancellare.
"Lo amo davvero. Mi creda, signore. Per me lui non è uno scherzo, né un passatempo. Lui è il mio presente e il mio futuro" risposi senza esitazione.
Non sapevo il perché, ma desideravo con tutto il cuore che quell'uomo mi credesse.
Che capisse che l'intensità dei sentimenti che professavo era reale, che lui riuscisse a leggermi dentro.
Lui sorrise e alcune rughe gli comparvero intorno agli occhi scuri e stanchi.
"Lo sapevo, bellezza, volevo solo la conferma dalla tua viva voce. Come ultima cosa, Blaire, voglio solo dirti di lottare sempre per il tuo amore. Non permettere che le ansie, le preoccupazioni o le incomprensioni lo distruggano. Combatti per lui. Non lasciarlo morire, perché in qualsiasi modo finirà, lo ricorderai sempre come la cosa più bella della tua vita"
Gli si spezzò la voce e gli occhi gli si riempirono di lacrime.
Anche io mi commossi a quelle parole, mentre Edward ricordava Elisabeth, sua moglie e il suo amore così grande.
Quell'amore che aveva unito i genitori di Boyd e di cui lui mi aveva tanto parlato.
Quello delle famigerate anime gemelle.
"Vieni qui, ragazza. Dai un abbraccio a questo vecchio"
Non me lo feci ripetere due volte e mi piegai sul letto, lasciandomi avvolgere dalla stretta confortante di Edward Newmann.
"E ora scusami, bellezza, ma questo vecchio corpo è molto stanco e ha bisogno di riposare. Mi ha... mi ha fatto veramente piacere conoscerti, sapere che mio figlio ha una ragazza come te al suo fianco. Spero di rivederti presto"
Salutai Edward Newman con il cuore più leggero ma l'anima più pesante.
Pesante di consigli preziosi, riconoscenza e
consapevolezza.
Quando uscii dalla stanza, vidi Boyd che mi aspettava e corsi da lui, che mi accolse subito tra le sue braccia e mi baciò i capelli.
In un attimo le parole di suo padre erano incise in me, per sempre.
Avrei lottato per quell'amore, avrei perseverato e coltivato, perché sì, indubbiamente era la cosa più bella che mi fosse mai capitata in tutta la vita.
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