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Capitolo trentottesimo *Blaire*

Avevo il cuore in gola, ogni muscolo del mio corpo era contratto mentre aspettavo che l'orologio di Julia emettesse il solito bip che annunciava l'ora dell'arrivo di Derek.

Io e Julia non parlammo per tutti quei lunghi minuti, non ripassammo alcuna mossa architettata, non proferimmo un suono.

E quando il bip finalmente suonó, chiusi gli occhi e presi un respiro profondo.

Julia mi strinse la mano e ci scambiammo un'occhiata.

Non serviva altro.

Il rumore dell'auto sulla ghiaia ci fece staccare di colpo e posizionarci ai lati opposti della stanza.

Mi andai a mettere sul materasso e passarono solo pochi istanti prima che la serratura al di fuori della porta si muovesse.

Derek entró e perlustró immediatamente la stanza, fermando i suoi occhi neri come la pece su di me con uno sguardo affamato.

"Buonasera, zuccherino" cantilenó, venendomi incontro.

Non aspettai che mi raggiungesse e mi alzai anche io, andandogli incontro e uscendo dal cono d'ombra che mi avvolgeva, lasciandogli vedere.

La sua espressione divenne incuriosita quando vide il mio viso: mi raggiunse e mi passó le dita sopra il livido che avevo su metà faccia, merito di Julia.

"Cosa... hai di nuovo cercato di scappare?" ringhió, afferrandomi per un braccio e perlustrando la stanza in cerca di Julia.

Lei si fece vedere e annuì, ma prima che potesse parlare la interruppi:

"No. Non questa volta, te lo giuro. Si è accanita contro di me senza un motivo, mi ha picchiata solo per il suo odio smisurato nei miei confronti. Te lo giuro, Derek"

"E perché dovrei crederti, zuccherino?" esclamó lui divertito, lasciandomi finalmente il braccio.

"Perché... Derek, ho... ho capito di non poter ulteriormente mentire al mio cuore" mormorai, avanzando di un passo verso di lui.

Lui strabuzzò gli occhi alla mia affermazione e deglutì vedendomi avvicinare.

"Che cazzo vuol dire questo?" urlò, con il viso arrossato.

Ma non era realmente arrabbiato, non quella volta.

"Voglio dire che... sei tu, Derek. Sei sempre stato tu. Sempre. Anche quando stavo con Boyd, io pensavo a te, sognavo te. Io ti amo" sussurrai, raggiungendolo e posandogli le mani sul petto.

Lui mi fissò attonito per qualche istante, poi mi diede una violenta spinta, che mi fece perdere l'equilibrio ed indietreggiare di qualche passo.

"Non prendermi per il culo, Blaire. Non crederò alle tue stronzate!"

"Esatto, sono solo stronzate!" urló Julia, dall'altra parte della stanza.

"Tu stai zitta, puttana" ringhió Derek, senza distogliermi lo sguardo di dosso.

Mi alzai lentamente, senza mutare la mia espressione e cominciai a sbottonarmi la camicia logora che portavo.

Ogni mio gesto sporcava di più la mia anima, ma avrei fatto di tutto per il mio bambino.

Ricacciai indietro le lacrime e continuai nella mia opera.

Slacciai primi tre bottoni e poi mi sciolsi i capelli, ondeggiai la testa e tornai con le mani sui bottoni della camicia.

"Che cazzo fai?" disse Derek, con un'inflessione di debolezza nella voce.

"Voglio dimostrarti la verità delle mie parole. Voglio concedermi a te e provarti così il mio amore" mormorai, guardandolo con le palpebre socchiuse.

Lui deglutì, espiró dal naso più volte e sembrò in procinto di dire qualcosa, ma poi si avventò su di me e mi artiglió il viso con le mani, annusando la mia pelle.

"Aspetta. Anche io voglio una prova del tuo amore per me prima di continuare" lo fermai, mettendogli una mano davanti alla bocca.

Lui tacque e restó fermo ad annusare la pelle del mio collo, cosa che mi dette l'incentivo per continuare:

"Voglio che l'ammazzi. Ammazza Julia. Non ha fatto altro che serbarmi rancore e picchiarmi. Ammazzala e io sarò tua per sempre" sussurrai suadente nel suo orecchio.

Derek sollevò gli occhi verso di me e quando si incontrarono ai miei, vi lessi una mania folle, una luce malvagia talmente viva che rabbrividii.

Mi sfioró la guancia con il palmo e sorrise.

"Non hai che da chiedere"

Si staccò da me e si avvicinò a Julia che, fedele alla sua parte, cominció a gridare:

"Ti sta imbrogliando! Derek, ti prego, non lo fare, non le credere!"

Lui le si avvicinò ancora con una risata gutturale, dandomi le spalle.

Il cuore mi batteva all'impazzata nel petto, ma l'adrenalina che mi scorreva nel sangue mi diede la forza di afferrare una delle sedie ai lati del tavolo nel massimo silenzio.

La sollevai sopra la mia testa e con tutta la forza che avevo nel corpo, colpii la testa di Derek prima che riuscisse a toccare Julia.

Lui cadde tramortito al suolo con un urlo e si giró immediatamente verso di me.

"Puttana, mi hai imbrogliato. Ti ammazzo, giuro che ti ammazzo" urlò fuori di sé.

Avanzó carponi verso di me con velocità e mi tirò per le caviglie finché non caddi a terra con un urlo.

Si mise sopra di me ed io urlai e mi divincolai cercando di scappare, ma fui costretta ad immobilizzarmi quando lui avvolse le mani attorno alla mia gola e strinse fino a togliermi il respiro.

Il fiato non mi arrivava più ai polmoni e temevo sarei morta, ma d'improvviso, una sedia dall'alto colpì nuovamente Derek.

Una, due, tre, quattro, cinque volte e
Derek cadde svenuto al mio fianco.

Perdeva sangue dal sopracciglio, ma respirava ancora e mi chiedevo quanto tempo avessimo ancora per scappare.

Julia ansimava sopra di me ancora con la sedia in mano ed io mi alzai di scatto, buttandole le braccia al collo.

"Ce l'abbiamo fatta" esalai, quasi fosse il mio ultimo respiro.

"Dobbiamo trovare le chiavi che aprono la porta, cerchiamo nelle sue tasche" disse lei, dopo aver ricambiato la breve stretta.

Trovammo le chiavi dentro uno stivale e Julia le afferró immediatamente dirigendosi alla porta.

Feci per seguirla, ma lei disse:

"Bloccalo alla sedia, questo ci concederà un po' di tempo in più nel caso si svegliasse"

Guardai il corpo disteso a terra di Derek e mi girai di nuovo confusa verso Julia, che intanto era riuscita ad aprire la porta.

"Con cosa? Non abbiamo nulla per legarlo, perderemmo tempo inutil.."

Non ebbi nemmeno il tempo di finire che, come a rallentatore, vidi Julia lanciarmi uno sguardo e chiudere di nuovo la porta dietro di sé, lasciandomi all'interno.

Come in un sogno, corsi verso la porta e la tempestai di pugni.

"Julia! Non puoi farmi questo! Apri questa dannatissima porta, non puoi lasciarmi qui" urlai, nel panico più assoluto.

"Mi dispiace, Blaire. Ma non posso permettere che lui si svegli e si metta sulle nostre tracce. Lasciandoti qui, lui non si allontanerà da te e io sarò libera"

La sentii correre lontano dal casolare e crollai in lacrime con la schiena contro la porta.

Era finita.

Ci avevo creduto, ma era finita.

Derek si sarebbe svegliato a breve e avrebbe ucciso me e il mio bambino.

Mi girai verso un angolo e vomitai, poi svenni.

***

Eccoci qui, amici!!

Che ne pensate di questa nuova piega della storia?

Volevo dirvi che vi amo per tutto il sostegno che mi state dando, cresciamo ogni giorno di più e mi rendete veramente felice♥️

Un bacino grande, ci vediamo alle 1800 letture su Maybe You 1!

-B

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