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Capitolo sesto *Boyd*

Lei era lì.

Non era un sogno, uno dei tanti che avevo fatto nell'ultimo periodo, lei era davvero lì con me.

Percepivo il calore del suo corpo accanto al mio, il profumo delicato che mi faceva impazzire, il suo lieve e adorabile russare tipico di quando dormiva.

Non potevo né sbagliarmi né illudermi: nessun sogno, seppur estremamente reale, avrebbe potuto darmi tutte quelle sensazioni prettamente fisiche.

La consapevolezza di Blaire, sul mio corpo, fu pari all'azione di una scossa elettrica.

Improvvisamente, essere capace di svegliarmi da quella specie di trance in cui mi trovavo, era l'unica cosa importante.

Vederla, poter sfiorare la sua pelle
morbida, erano le uniche cose che contavano.

Visualizzai il suo viso nella mia mente, accumulai tutte le forze che mi sentivo rimaste e finalmente, finalmente, riuscii ad aprire gli occhi.

Venni accecato dalla potente luce che inondava la stanza e li richiusi per un secondo, ma poi, con maggiore cautela, riuscii a riaprirli e mi guardai intorno.

L'ambiente bianco e sterile che mi circondava era senza dubbio quello di un ospedale e ne ebbi la conferma definitiva udendo i rumori delle macchine a cui probabilmente ero collegato.

Sentivo dolore in tutto il corpo e strinsi i denti quando cercai di mettermi seduto facendo forza sui gomiti.

Ero intralciato dalla moltitudine di fili che si intrecciavano sul mio corpo, ma quando abbassai lo sguardo per cercare di liberarmene, finalmente la vidi.

Era raggomitolata in un angolo del letto accanto a me, adagiata sul mio petto.

Era incantevole.

Sembrava un angelo stanco, con i lunghi capelli biondi sparpagliati sul cuscino e le ciglia che si aprivano a ventaglio sulle occhiaie scure.

Dio, quanto mi era mancata.

Quella piccola ragazza bionda era tutto il
mio mondo.

Non potei resistere e mi curvai leggermente su di lei, in modo da lasciarle un lieve bacio sulle labbra.

Feci pianissimo, in modo da non svegliarla, ma lei si riscosse e cominciò a parlottare nel sogno:

"No, ti prego, no! Tutto ma non lui! Aiuto, NO!" urlò spaventata, facendomi sobbalzare.

Nel tentativo di calmarla le accarezzai il viso e le infilai una mano tra i capelli, in un lento massaggio.

"Shh, amore mio. Non è nulla"

All'istante aprì spaventata gli occhi verdi e per un attimo ci vidi dentro uno smarrimento totale, ma non appena si focalizzò su di me, le emozioni imperversarono sul suo viso.

Allungò una mano verso di me e mi accarezzò il profilo del viso con gli occhi sbarrati, come a voler provare a se stessa che fossi reale.

"Blaire..." mormorai con voce roca, travolto dall'intensità di sensazioni che il suo tocco generava in me.

Avrei voluto dirle mille cose tutte assieme, ma l'emozione mi bloccava la voce in gola.

Gli occhi di Blaire si riempirono di lacrime e
rise piangendo:

"Oh mio Dio, sei... tu sei sveglio, Boyd! Credevo che tu... credevo di averti perso" singhiozzò, lasciandosi andare sul mio petto.

La strinsi a me quasi a voler fondere insieme i nostri corpi e seppellii il viso tra i suoi capelli, respirandone il profumo a pieni polmoni.

Mia, mia, mia.

"Come potevo andarmene? Tu sei qui ed io voglio stare dove sei tu, fragolina. Per sempre" mormorai in risposta, guardandola in viso e mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Lei si abbandonò al mio tocco e poi mi guardò ancora, con un misto di incredulità, meraviglia e amore che mi stordii.

Infine mi afferrò il viso tra le sue piccole mani e finalmente mi bació, facendo ricominciare a girare il mio mondo per il verso giusto.

Le nostre bocche si trovarono ed io catturai il suo respiro, tenendola stretta a me mentre il bacio si faceva più intenso ed io ricominciavo a respirare grazie alla sua vicinanza.

"Ti amo tantissimo. Non sai quanto mi sei mancato" ansimò lei, una volta che ci staccammo per riprendere fiato.

"Ti amo e sei tutto per me, Blaire. Non dimenticarlo mai" risposi, guardandola dritto nei grandi occhi verdi.

Fummo interrotti improvvisamente dalla porta della stanza che si spalancò, facendo entrare un dottore di mezza età ed una giovanissima infermiera al seguito.

Entrambi sobbalzarono nel vedermi e l'infermiera si portò addirittura una mano sopra la bocca per tentare di mascherare la sorpresa.

"Signor Newmann, è sveglio! Sorprendente!" esclamò il medico.

Solo allora si accorse della piccola figura accovacciata al mio fianco e il suo sguardo si indurì all'istante:

"Cosa ci fa lei qui? Non è al corrente del fatto che entrare nelle stanze della terapia intensiva fuori dall'orario di visita e senza le dovute protezioni igeniche è severamente proibito?"

Blaire arrossì violentemente ed io mi sentii salire il sangue al cervello: come si permetteva di parlarle con quel tono?

Non poteva nemmeno immaginare che senza Blaire affianco non avrei mai trovato la forza di svegliarmi.

"Se non fosse stato per lei, non mi sarei svegliato. Veda quindi di moderare immediatamente i toni con la mia ragazza" dissi, infatti, duramente.

Blaire poggiò una mano sul mio avambraccio e mi guardò come per pregarmi silenziosamente di calmarmi.

Ma certo, lei era troppo buona anche verso le persone scortesi nei suoi confronti, perché era il mio regalo dal Cielo.

Non c'era altra spiegazione.

"Certo, certo, ho esagerato il tono, scusatemi... Volevo solo ricordarvi che il regolamento cerca di evitare comportamenti rischiosi" borbottò l'uomo in camice, grattandosi la nuca.

Feci per ribattere nuovamente, ma Blaire mi anticipò:

"Ha ragione, le porgo le mie scuse, ho sbagliato. Ora che però abbiamo visto che tutto è andato per il meglio e che Boyd si è svegliato, potremmo parlare di quello che succederà d'ora in poi?"

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