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VI. Tutto è lecito in guerra e in amore



Le vacanze di Natale erano arrivate anche ad Hogwarts, portando la neve soffice e bianca, ma soprattutto la fine delle lezioni per la gioia di tutti gli studenti di ogni età.
Se c'era una cosa che Rose adorava, era osservare le impronte lasciate sulla coltre innevata.
Era una cosa che faceva fin da quando era piccola.
-E se facessimo l'angelo nella neve?- domandò Cecily.
Rose sorrise.
-Tu sei rimasta bambina dentro vero?- chiese.
L'altra sorrise angelicamente sollevando le spalle.
-Non si è mai troppo grandi per divertirsi nella neve- fu la sua risposta.
-Occhio!-
Rose venne colpita sulla schiena da una rotonda palla di neve.
Cecily scoppiò a ridere mentre Albus si avvicinava alle due, seguito da Scorpius.
-Cuginetta, dovresti guardarti le spalle- ridacchiò.
-Che colpo basso Albus- commentò Scorpius
-colpire una ragazza da dietro, pensavo avessi un po' di onore-
Rose si girò con uno scatto, non prima di aver raccolto una manciata di neve a terra.
Prese la mira e la lanciò contro il cappotto scuro del biondo.
-Vedi Albus- disse guardando Scorpius dritto negli occhi, impedendosi di arrossire -è così che si fa: colpire il nemico guardandolo dritto in faccia-
Rose sperò che la prendesse come un affronto personale, ma il biondo si limitò a sorridere.
-Bel tiro Weasley- si congratulò -però puoi fare meglio-
-Così?-
Cecily si era spostata dietro Scorpius e lo aveva colpito in volto, poi andò dalla sua amica e gli diede il cinque.
-Grazie- sussurrò la rossa e l'altra le fece l'occhiolino.
-Battaglia di palle di neve!- urlò qualcuno.
E fu così che gli studenti del settimo anno intrapresero una vera e propria battaglia.
Senza sapere bene come, Rose si ritrovò tempo dopo protetta da una barricata di neve al fianco di Albus.
-Okay credo davvero di essermi persa qualcosa- commentò mentre raggruppava della neve -l'hai fatto tu?-
-Ovviamente Rosie!- esclamò lui lanciando una palla e poi nascondendosi immediatamente
-Sai, esiste questa cosa chiamata magia che persone chiamate maghi utilizzano-
Le sorrise mentre lei alzò gli occhi al cielo.
-Ehilà disertori!- disse una voce sbucando da dietro la barricata -credevo che la qualità dei Grifondoro fosse il coraggio, quindi Weasley, come mai non sei in prima linea a prendere le pallonate?-
Rose fissò Scorpius con astio, ferita nell'orgoglio.
-A volte il miglior modo in cui essere coraggiosi è proteggere chi ami e lasciare la gloria per un'altra volta- gli rispose.
Lui inarcò un sopracciglio, facendo un mezzo sorriso.
-Ti stavi forse riferendo a me?-
La testa di Albus scattò verso loro due, e sorrise tra sé, come se sapesse qualcosa che loro ignoravano.
La rossa arrossì fino alla punta delle orecchie.
-Ovviamente no!- si difese.
Poi, con quanta forza aveva, lanciò la palla di neve che aveva in mano.
Dall'altra parte si udì un urlo.
-Ehi chi è stato?- chiese una voce.
Albus sbuffò.
-Ma sta' zitto Blackwood!- gli urlò dietro.
Rose capì di aver colpito Gabriel e se ne dispiacque: le stava simpatico.
Era stato Scorpius a farla andare in escandescenza e farle fare cose di cui poi, puntualmente, si pentiva.
Era sempre lui.
-E tu perché sei qui Malfoy?- chiese irritata
-Non sei in squadra con noi-
-Le squadre sono cambiate-
-Io non credo proprio-
Si avvicinò a lui fino ad arrivargli a un palmo dal viso.
-Altrimenti cosa mi fai?- sussurrò Scorpius, ghignando.
A Rose cominciarono a prudere le mani, tanta era la voglia di accarezzargli la guancia arrossata dal freddo.
Se le ficcò nella tasca del cappotto blu cobalto.
-Ti risponderei a tono come ho sempre fatto- gli disse, senza troppa convinzione.
Lui con estrema lentezza le spostò una ciocca di capelli rossi che le era sfuggita dalla coda.
Perché diavolo le venne voglia di schiudere le labbra?, si chiese.
-E se faccio così?- chiese con il fiato caldo sul collo di lei.
Rose deglutì e si costrinse a riattivare il cervello.
E quando soldati della razionalità si rimisero in funzione, prese coscienza di ciò che stava accadendo e lo spintonò avanti.
Ma Scorpius fu svelto e la afferrò per i polsi trascinandola sulla soffice coltre di neve con lui.
Nessuno dei due potè evitare che le loro labbra si sfiorassero, unendo i loro respiri e i loro fiati per una frazione di secondo.
La ragazza scattò subito in piedi e si rassettò il cappotto, convulsamente, arrossendo violentemente.
-I-io ho freddo...- disse ad Albus che pareva attento ad osservare qualcuno poco distante da loro e non aver visto la scena imbarazzante
-vado in camera-
Non si chiese nemmeno cosa fosse successo, prese a camminare e poi correre, sempre più lontana da Scorpius.

******

-Cecily potresti venire qui un attimo?- domandò Gabriel.
La ragazza schivò abilmente una palla di neve e si voltò per un istante verso il ragazzo che aveva le mani in tasca e si guardava intorno un po' imbarazzato.
-Se vuoi ti unisci a noi e poi parliamo, che ne dici?- chiese Cecily.
La ragazza sentì un formicolio nello stomaco, che riconobbe essere agitazione.
L'ultima volta che Gabriel le aveva parlato con quel tono, l'aveva invitata ad andare al ballo e lei aveva accettato.
Solo che sentiva di provare ancora qualcosa per lui.
La sua coscienza la corresse: lei provava ancora tutto per lui.
Si voltò e vide che gli occhi verde smeraldo che di notte sognava ormai troppo di frequente, la stavano fissando quasi disperati.
Sembrava la pregassero di non muoversi di un passo.
-Per favore, è importante- insistè Gabriel e Cecily sospirò.
Si avvicinò in fretta a lui, per evitare pallonate e lo seguì in un luogo appartato.
Lui si voltò di scatto e le prese le mani tra le sue, e la ragazza notò che nonostante il freddo stava sudando.
-Non sono affatto bravo in queste cose... nel cogliere segnali né occhiate, quindi spero di non aver frainteso nulla- iniziò.
Ottima premessa, pensò con ironia lei.
-Non è stata una mia impressione è vero?- chiese -Noi ci siamo trovati bene al ballo di Halloween insieme, vero?-
Cecily trattenne il fiato.
-Io...- non sapeva che dire -Beh sì, suppongo di sì-
Gabriel buttò fuori il fiato in un gesto poco virile.
-Non sai come sono sollevato!- esclamò sorridendo -È che ho questa enorme paura di aver frainteso tutto e... okay, sto divagando.
In realtà si è creata tutta questa strana situazione perché volevo chiederti una cosa: vorresti venire ad Hogsmeade con me il prossimo sabato?-
Cecily si ritrovò a sorridere imbarazzata, senza sapere cosa fare.
All'improvviso il ragazzo guardò allarmato dietro di lei e poi la prese per le spalle, tirandola a sé.
-Ehi ma cosa fai?- chiese lei dimenandosi.
-Scusa, ma ti ho appena salvato da una palla di neve in piena schiena- spiegò lasciandola.
La ragazza si voltò corrugando la fronte e vide che effettivamente c'era della neve lanciata proprio nel punto dove prima c'era lei.
Alzò di scatto lo sguardo e vide solamente una chioma corvina sparire dietro una barricata di neve.
-Ti ringrazio- gli sorrise allora lei.
-Lo prendo come un sì?- domandò lui, sorridendo malizioso.
Senza potere fare altro, la ragazza annuì.

******

-E quindi gli ho detto che la mia pergamena sarebbe stata per l'ultima volta lunga più del limite stabilito- concluse Rose -ma io che ci posso fare se ho tanto da scrivere sulla Felix Felicis? Tra l'altro, l'effetto che procura è molto simile a una droga babbana quindi ho voluto dedicare anche qualche riga sulle cose che hanno in comune e come il problema delle sostanze stupefacenti sia diventato molto grave tra i ragazzi della nostra età-
Albus annuì senza ascoltarla davvero, continuando a fissare un punto indefinito al tavolo di Corvonero.
Il tutto, con un cipiglio davvero infuriato in volto.
Rose alzò gli occhi al cielo schioccando la lingua.
-Quindi Lumacorno mi ha detto di mangiare le pagine in più per punizione-
-No, esatto hai completamente ragione- le rispose meccanicamente lui.
Rose incrociò le braccia al petto.
-Zia Ginny?!- esclamò quindi -E tu cosa ci fai qui?-
Albus si voltò di scatto, gli occhi spalancati.
-Ehi mamma, si, sto mangiando le verdure, le adoro!- si affrettò dire cercando con gli occhi qualcuno che avesse un piatto di insalata per fingere di starla mangiando.
-Bene, ora che sei tra noi, mi dici dove hai la testa?-
Il ragazzo sbuffò.
-Mia mamma non è qui- disse -quindi torno a fissare con astio chi stavo fissando-
-Che sarebbe?-
Albus fece un gesto esplicito con le sopracciglia.
-Oh, quindi ammetti che sei innamorato di Cecily?- chiese Rose.
-Ormai l'avevi capito quindi non ha senso fingere- disse -e poi penso sia evidente considerando il fatto che anche Gabriel Blackwood sta ricambiando il mio sguardo di fuoco-
La ragazza seguì lo sguardo del migliore amico e vide che era vero: il Corvonero lo stava guardando male stringendo il braccio che aveva intorno alle spalle di Cecily.
E Cecily... beh, si vedeva che stava soffrendo, sentendosi tremendamente in imbarazzo.
Si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluto essere ovunque tranne che lì.
-Cosa pensi di fare?- gli si rivolse.
Albus sospirò.
-Ho sentito che Gabriel l'ha invitata ad uscire e lei ha accettato- spiegò triste.
Rose spostò la mano sulla spalla del cugino.
-Io penso che lei provi le stesse cose che provi tu, ma si aspetti che tu faccia il primo passo- confessò.
-Tu credi?-
La ragazza annuì.
-Forse so cosa fare- pensò ad alta voce lui.
Ma non disse cosa aveva in mente, sapendo perfettamente quanto Rose avrebbe disapprovato.
Diciamo che non sarebbe stata una cosa propriamente corretta e leale.
Ma in amore e in guerra, tutto è lecito.

*****

-Gabriel Blackwood- una voce lo costrinse a girarsi.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio.
-Albus Potter richiede la mia presenza?- si finse stupefatto -quale gioia mi è stata mandata da Merlino!-
Albus schioccò la lingua.
-Non devi fare ancora l'offeso per quella partita al quarto anno, non è colpa mia se ho visto il boccino prima di te-
Gabriel affilò la vista stringendo i pugni.
Il giovane Potter si riferiva ad una partita di Quidditch, avvenuta anni prima: Serpeverde contro Corvonero, nella quale quest'ultimo aveva perso perché Gabriel si era distratto lasciando il boccino d'oro alla portata di Albus che lo aveva acchiappato senza tante cerimonie.
-Cosa vuoi?- sibilò.
-Tu non uscirai con Cecily, sabato- decretò.
Il Corvonero scoppiò a ridere.
-Come volano le notizie- disse compiaciuto -e questo perché lo stai ordinando tu? Allora... uhm, vediamo... no-
-Tu non la meriti-
Gabriel si fece serio e i suoi occhi si verdi scurirono.
-E chi la merita? Tu per caso?- ostentò.
Albus si morse la lingua.
-Cosa c'entra? Te lo dico perché è la migliore amica della mia, e non voglio soffra. È come una sorella per me- disse, sperando di risultare credibile.
Perché non aveva il talento di Scorpius nel dire bugie?, pensò.
-Oh, ora ho capito-
Il castano si avvicinò al moro, con un ghigno.
-Tu sei geloso- dichiarò -di me e ciò che mi lega a Cecily-
-Tu non hai niente che ti lega a lei capito? Lei è speciale. Onesta, divertente, buona e leale... tutto ciò che non sei tu-
-E tu come fai a dirlo? Non mi conosci nemmeno-
-So abbastanza-
Gabriel non ci vide più, con le mani a pugno strinse il bavero della camicia di Albus.
E lo sbattè contro il muro, schiacciandolo con il proprio corpo.
Il giovane Potter si ritrovò a ridere.
-Su Blackwood coraggio, picchiami- lo incitò.
-Non incitarmi Potter o non avrai più il tuo bel faccino!- lo minacciò di rimando.
-E tu non avrai più la tua perfetta reputazione. Conosco il tuo segreto-
Gabriel impallidì.
-So come mai tu sia così tanto rispettato da quelli dei primi anni- sputò.
-No-
-Invece sì. So di come li minacci e puoi star pur certo che ti fermerò, ma prima devi rinunciare a lei. Rinuncia a Cecily Blake-
-Non puoi dirlo in giro... non puoi-
-Tu lasciala stare. Allontanati da lei e ci penserò-
Gabriel strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche.
-Non osare- cominciò, poi si interruppe -io tengo troppo a Cecily per lasciarla-
-Credi meriti uno come te? Una persona che minaccia di picchiare i ragazzini perché si prendano la colpa di ciò che fa lui? Lo pensi davvero?-
-Io te la farò pagare, Albus Potter.
La ruota gira, e girerà anche per te-

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