V. Un'eterna notte fatta di buio e ombre
Babbanologia era una materia che affascinava Rose da sempre.
Nonostante del mondo babbano sapesse praticamente ogni cosa, al terzo anno aveva scelto lo stesso di parteciparvi, perché ne era incuriosita.
Voleva studiare come i maghi consideravano i babbani e parlavano di ciò che riguardava loro.
Il loro punto di vista su un semplice cellulare, ad esempio.
I maghi erano persone legate alle tradizioni e all'antichità, dei classicisti che si consideravano superiori a qualsiasi altra creatura.
O almeno, questo era ciò che il Ministero della Magia credeva.
Se fosse o meno la verità non si può sapere.
Anche qui dipende dai punti di vista.
Cecily invece aveva deciso di seguire il corso insieme all'amica perché ella era tremendamente affascinata del modo di agire dei Babbani.
Dal loro cercare ogni possibile spiegazione a ciò che lei automaticamente considerava magico.
Al fatto che non credessero nella magia.
La magia era qualcosa di irreale per loro, qualcosa da cui erano attratti come calamite ma allo stesso tempo qualcosa da cui si tenevano alla larga.
Per paura forse, paura che essa potesse diventare qualcosa di più grande di loro.
Ma forse lo era già.
-Allora com'è andata ieri sera?- domandò Rose sorridendo maliziosa -Non ti ho visto per tutta la serata-
-Tu non hai visto niente ieri sera Rosie- rispose prontamente Cecily, lievemente preoccupata
-perché eri completamente, immancabilmente, indubbiamente, terribilmente...-
-Cecily Blake, non divagare-
-...ubriaca- concluse e sospirò -quanto hai bevuto Rose?-
L'altra arrossì fino alla punta delle orecchie e si prese il volto tra le mani.
-Oh Merlino non ne ho idea- sussurrò -è che non so cosa sia successo Cecy-
-Non ti ricordi niente?-
La ragazza scosse la testa.
Era vero, ricordava vagamente di essere finita tra le braccia di qualcuno e sperò di non aver fatto una figuraccia.
Chissà chi era.
-È perché è la tua prima sbronza- spiegò Cecily pratica -la prossima volta non accadrà-
-Non ci sarà una prossima volta- ora Rose era improvvisamente diventata bianca.
La mora scoppiò a ridere, poi guardò la rossa in faccia.
-Ehi tranquilla non è successo niente, tutti si ubriacano prima o poi- la rassicurò Cecily -sei diventata bianca come un fantasma-
-Buongiorno giovani fanciulle!- disse una voce vellutata che le sorprese da dietro.
-Buongiorno Sir Nicholas- lo salutò la mora sorridendo.
Era sempre meglio essere educati con il fantasma della propria casata.
Rose fece solo un cenno con il capo.
Il fantasma inarcò un sopracciglio.
-Cosa succede signorina Weasley?- domandò.
-Ieri sera ha avuto la sua prima ubriacatura- spiegò Cecily a bassa voce e il fantasma scoppiò a ridere.
-Oh non rida Sir Nicholas, mi fa sentire ancora più in imbarazzo così!- pregò la rossa.
-Sai quante volte io stesso ho alzato troppo il gomito- cominciò raccontare -ci fu quella volta con la bella Annabel nella quale...-
Cecily fiutò subito il pericolo.
-Oh ci piacerebbe molto sentire questa storia ma siamo in ritardo per Babbanologia- si affrettò a interromperlo.
Ci fu un lampo negli occhi di Nick-quasi-senza-testa.
-Anche Annabel era una babbana!- esclamò
-Infatti...-
Ma la mora aveva già preso Rose per mano e l'aveva trascinata dentro l'aula di Babbanologia.
-Grazie Cecy... e hai ragione- ammise lei -spero solo di non aver fatto cose ieri sera... strane-
-Vedrai che non hai fatto niente di diverso dal solito-
Rose si sfiorò involontariamente labbra e poi scosse la testa.
Se fosse successo qualcosa di davvero eclatante nemmeno la sbronza avrebbe potuto fargliela dimenticare, giusto?
La professoressa Gray aveva lunghi capelli castani mossi, sempre raccolti in elaborate acconciature.
Aveva un viso dolce e gentile, contornato da occhi grigio-azzurri.
-Ragazze veloci, mancate solo voi!- le incitò a sedersi.
Loro le sorrisero imbarazzate e poi la donna si schiarì la voce.
-Vi annuncio che c'è una bella notizia che vi attende- sorrise alla classe.
Seguì un mormorio, con Rose che si guardò intorno eccitata e incontrò gli occhi grigi di Scorpius.
Il ragazzo la fissava come se la stesse studiando, cercando di grattare via la superficie e leggerle l'anima.
E la cosa più preoccupante era che ci stava riuscendo.
Rose si sentiva esposta, vulnerabile, scrutata da quegli occhi di pietra levigata.
-Faremo una gita subito dopo le vacanze di Natale a Londra- spiegò -visiteremo i posti più caratteristici della città e impareremo un po' della storia Babbana. Perché ricordate che se i babbani non credessero almeno un minimo in noi, non esisteremmo né noi né la magia-
*******
Rose si disse che quelli erano i geni di suo padre.
Come poteva essersi scordata il libro di Trasfigurazione nella stanza delle necessità?
E ora doveva salire di nuovo fino al settimo piano prima che iniziasse la lezione o la McGranitt l'avrebbe messa in punizione.
E non poteva accadere, c'erano i M.A.G.O. e la sua condotta doveva essere impeccabile.
-Weasley- una voce la costrinse a fermarsi
-come mai così di fretta?-
Lei sospirò girandosi.
-Malfoy non è proprio il momento- disse, poi sussurrò rivolta a se stessa -perché deve sempre essere in mezzo?-
E alzò gli occhi al cielo.
-Ieri però non ti dava fastidio il mio essere sempre accanto a te-
Rose, che aveva già cominciato a continuare il suo percorso, si fermò di botto.
Poi si voltò lentamente.
-Di che cosa diavolo stai parlando?- disse a denti stretti, sperando di non essere arrossita. Cosa aveva fatto la sera prima da ubriaca?
Lui la guardò seriamente confuso.
-Non ti ricordi?- chiese -Niente di niente?-
Rose rimase a fissarlo zitta.
-Ti sei ubriacata?- scattò -Per Merlino, certo che non ricordi nulla era la tua prima sbronza!-
-Smettetela di ricordarmelo tutti!-
Il ragazzo si avvicinò di qualche passo.
I suoi occhi grigi s'incatenarono a quelli azzurri di lei.
Rose trattenne il fiato e continuò a farlo mentre Scorpius si chinava e senza che lei se lo aspettasse, posava le sue labbra sulle sue.
E il corpo della ragazza reagì come se una scintilla lo avesse toccato e le sembrò che i suoi sensi si intensificassero, che sentissero solo ed esclusivamente Scorpius.
Il suo respiro affannato, il battito concitato del suo cuore e le sue mani che si infilavano nei ricci rossi di lei e li stringevano tra le dita.
Lui che l'avvicinava di più a sé, come se volesse si plasmasse in lui.
Rose infilò le sue mani tra i capelli biondi del ragazzo e li sentì morbidi come seta dorata.
Decretò che quello che si diceva di Scorpius era vero: baciava proprio bene.
Non che lei avesse questo gran margine di paragone, considerando il fatto che...
La ragazza aprì di colpo gli occhi e lì strabuzzò.
Scorpius.
Scorpius Malfoy.
Lei stava baciando Scorpius Hyperion Malfoy.
Quello doveva essere un sogno, senza dubbio.
Ma perché mai avrebbe dovuto sognare di baciarlo?
Si staccò bruscamente, frantumando la bolla che si era creata tra loro.
Lui la guardò sbattendo le palpebre, come se si fosse accorto solo in quel momento di ciò che aveva fatto.
-Ma cosa ti salta in mente?- gli urlò contro lei spintonandolo, gli occhi fuori dalle orbite.
-Credi di potermi trattare come se fossi una bambolina di porcellana? Un giocattolo da usare a tuo piacimento? In questo caso ti sbagli di grosso!-
-Non capisco perché te la stai prendendo così tanto...- mormorò Scorpius.
-Non dire un'altra parola-
-Dico solo che è stato solo un bacio-
-No!-
Rose chinò lo sguardo, troppo imbarazzata e strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche.
Non poteva dargliela vinta, ma ormai non c'era più niente da fare.
-Questo è stato il mio primo bacio- sussurrò in un tono di voce così basso che lui fece fatica a sentirla.
-Davvero?!- chiese sconvolto.
Era una bellissima ragazza, non era possibile che nessuno avesse mai provato a baciarla.
Eh già, Scorpius l'aveva ammesso.
La trovava bella.
-Ora mi prenderai in giro per tutto il settimo anno?- il tono di lei non era irritato, solo stanco e rassegnato.
-Non è stato il tuo primo bacio-
Il ragazzo la guardò negli occhi intensamente, cosa che le impedì di abbassare lo sguardo.
-Credi che non sappia di non aver mai baciato nessuno?- fece una risata amara.
-Non se eri ubriaca-
Rose impallidì.
-Ieri al ballo- le spiegò Scorpius -credevo fossi Isabelle e... ti ho baciato. Ma quando le mie labbra hanno incontrato le tue, ho capito fossi tu. Non te lo ricordi?-
Lei alzò le mani davanti a sè come per allontanarlo.
-Tu...- esalò -è la seconda volta che mi baci?-
Gli occhi di lui si illuminarono e ghignò.
-E pensa che sto per farlo una terza volta-
Rose capì troppo tardi - quando era già tra le braccia di Scorpius e le sue labbra avevano ritrovato le sue, che ora si sentirono di nuovo calde - ciò che quella frase implicava.
La ragazza si rese conto solo in quel momento che le sembrava di avere ripreso a respirare.
Scorpius si staccò con il respiro affannoso.
-Eri tu...- sussurrò -ora ne sono sicuro al cento per cento. Ieri eri tu e...-
Si allontanò bruscamente e trattenne il fiato.
Come se avesse realizzato qualcosa di cui lei era all'oscuro.
Poi si voltò e con ampie falcate se ne andò, lasciando Rose completamente scombussolata che si sfiorava le labbra con la mano destra.
******
Erano giorni, dopo il bacio, che Rose continuava a rimuginare.
Ed era arrivata ad una conclusione che non sapeva come considerare.
Razionalmente avrebbe dovuto esserne disgustata, ma nelle faccende di cuore la razionalità va a farsi benedire.
Ed era ciò che era successo a lei.
C'è anche da dire però che il comportamento di Scorpius - essere andato avanti come se non fosse successo niente - non aiutava fatto.
E quindi Rose era arrivata, la bellezza di una settimana dopo, alla conclusione che forse, ma proprio forse, provava qualcosa di piccolo, molto piccolo, per il ragazzo.
All'inizio aveva smontato questa teoria dicendo che tutte le sensazioni che aveva provato erano dovute al fatto che fosse il suo primo bacio.
Eppure...
Poi aveva capito a malincuore che non era stato il bacio, ma Scorpius.
Ed era entrata nella disperazione chiedendosi perché fosse capitata una cosa del genere.
Lui era un donnaiolo, a cui interessava solamente usare le ragazze come bamboline e poi lasciarle dopo aver ottenuto ciò che desiderava.
E ovviamente non voleva essere una delle tante.
A dire la verità le sarebbe piaciuto essere l'unica.
Non aveva raccontato a nessuno del bacio, nemmeno a Cecily.
C'erano cose così riservate che dovevi tenere per te, era una specie di regola personale che si era imposta.
Mai dare troppo agli altri oppure si otterranno solo delusioni.
Era una giornata limpida per essere a novembre, quel giorno.
Rose aveva deciso di andare a fare una passeggiata al Lago Nero, per schiarirsi le idee e capire come procedere con il serpeverde.
Di sicuro non sapeva cosa sarebbe accaduto, altrimenti non sarebbe mai uscita dalla stanza delle necessità.
Stava camminando quando vide l'oggetto dei suoi pensieri molto vicino ad Isabelle: erano uno di fronte all'altra.
A Rose si seccò la gola.
Volevo distogliere lo sguardo, mentre Scorpius si avvicinava sempre di più alla ragazza, eppure non riusciva a farlo.
Lui le carezzò la guancia e la serpeverde gli disse qualcosa divertita.
Poi senza tante cerimonie allacciò le braccia al collo di Scorpius.
In quel momento Rose fece cadere i libri che teneva in mano.
Non se ne preoccupò nemmeno, si girò solo con gli occhi pieni di lacrime decidendo di scappare il più lontano possibile.
Quella sera come avrebbe fatto a guardarlo in faccia nella loro camera?
Non si accorse che il ragazzo si era staccato dal bacio mentre Isabelle aveva ancora gli occhi chiusi e l'aveva guardata, aveva guardato la rossa, con lo sguardo pieno di frustrazione.
La frustrazione di qualcuno che ha dovuto allontanare la persona che desidera davvero per un bene superiore.
Aveva uno sguardo triste.
Appena si fu voltata, incontrò lo sguardo smeraldo di Albus.
Il ragazzo la guardò triste e aprì le braccia, in un muto invito.
Rose non ci pensò nemmeno, si tuffò al loro interno e si lasciò cullare dalle familiari braccia del suo migliore amico.
Perché era sempre stato così, tra loro due.
Albus sapeva esattamente di cosa aveva bisogno Rose prima ancora che lei stessa lo sapesse.
Quante volte l'aveva consolata quando da piccola si era sbucciata il ginocchio cadendo dalla scopa e lui si eta chinato di fronte a lei e le aveva baciato la ferita.
Quando da piccola le lasciava sempre l'ultima fetta di torta nonostante anche a lui piacesse da morire.
Quando da piccola voleva rimanere sveglia a leggere ma i suoi genitori dicevano che era il momento di andare a dormire, lui li convinceva a lasciarla stare ancora un po' sveglia perché lui le avrebbe fatto compagnia.
In quel momento, Rose si strinse ad Albus chiudendo gli occhi, per evitare alle lacrime di uscire.
-Che è successo Rose?- le chiese con voce dolce.
Lei deglutì.
-Il tuo migliore amico ha la ragazza a quanto pare- mormorò.
-E a te dà fastidio?-
-No, certo che no-
-Sai Rosie non sembra- disse.
Lei si allontanò di poco, permettendogli di vedere gli occhi arrossati.
-Mi sento terribilmente confusa- sussurrò con voce tremante -io credevo, si insomma, ero convinta di odiarlo eppure mi ha baciata. Scorpius Malfoy mi ha baciata e... io penso di provare qualcosa per lui-
-In poche parole te ne sei innamorata-
-Io non ho detto questo-
Lei tirò su con il naso, asciugandosi le lacrime e sorridendo - o almeno provandoci.
-Ma sarà una specie di infatuazione passeggera- disse -d'altronde ho anch'io un paio di occhi e oggettivamente è un bellissimo ragazzo quindi è normale che i miei ormoni impazziscano per Malfoy-
Albus la fermò posando le mani sulle sue spalle.
-Non devi arrenderti- lo disse guardandola negli occhi -e non dire che non lo stai facendo, perché so che è così. Cerchi di autoconvincerti di non essertene innamorata per non soffrire, ma non devi farlo-
Verde smeraldo incatenato ad azzurro chiaro.
-Perché?- sussurrò Rose -Lui evidentemente non prova ciò che provo io-
Intorno al suo polso sinistro comparve il nastro scarlatto che l'aveva unita a Scorpius.
Durò solo qualche istante, poi scomparve di nuovo lasciando l'abituale rossore.
La ragazza sì guardò la pelle, poi aprì e chiuse la bocca.
Albus, più deciso che mai, alzò con due dita il mento della cugina e parlò.
-Perché senza l'amore la vita sarebbe come un'eterna notte fatta di buio e ombre-
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