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IV. Il custode del suo cuore



Cecily aveva sempre amato la festa di Halloween.
Fin da piccola adorava travestirsi da vampira o da fata, e inseguire i suoi genitori in casa come se fosse un pericolo.
Adorava il fatto che fosse una festa diversa delle altre, sempre così allegre e spensierate.
Quando lo diceva, il fatto che amasse in particolare quella festa, la gente le rispondeva che anche a carnevale ci si poteva travestire.
Ma lei non rispondeva, si limitava a sorridere e scuotere la testa, come se sapesse qualcosa che quelli ignoravano.
E forse era cosi.
D'altronde essendo una strega sapeva dell'esistenza dei fantasmi e ci credeva ovviamente.
Dopo tutto qualche chiacchierata con Nick-quasi-senza-testa l'aveva pur sempre fatta!
E cos'altro era la festa di Halloween se non la celebrazione dei morti?
Secondo le credenze popolari, le famose zucche intagliate con al loro interno una candela venivano messe apposta, per tenere lontano gli spiriti.
Eppure, Cecily non aveva mai capito perché i babbani lo facessero.
Alla fine, gli spiriti erano anime di persone morte che avevano dei conti in sospeso e quindi non erano andate oltre.
Di cosa avevano paura?
Non mordevano mica.
Certo potevano provocare un certo scalpore come quelli della Caccia Senzatesta oppure essere irritanti come Mirtilla Malcontenta, ma erano del tutto innocui.
Cecily adorava, specialmente, passare ogni Halloween ad Hogwarts dove veniva organizzato un ballo ogni anno.
Un ballo mascherato.
Per una sera nessuno sapeva chi fosse l'altro e poteva accadere qualsiasi cosa.
Lei sperava che un certo ragazzo la invitasse ma era sciocco sperare.
Anche se a volte la speranza è l'unica cosa che ti rimane, nonostante il ragazzo in questione fosse famoso per la sua fama.
Ma d'altronde Cecily non poteva sperare di non cadere ai suoi piedi, come tutte le altre.
Odiava ammetterlo, però era stato così.
Si era chiesta per un periodo se magari lui avrebbe potuto ricambiare i suoi sentimenti ma era rimasta in silenzio.
Quello era ciò di cui si pentiva.
Non aver mai fatto la prima mossa.
E ora molto probabilmente lui aveva già invitato qualche ragazza per il ballo di quella sera e lei non lo aveva nemmeno, un accompagnatore.
-Ehi Cecily!-
Una voce maschile la fece voltare.
Ma gli occhi verdi che incontrò non erano quelli che avrebbe voluto incontrare.
Gabriel Balckwood, Corvonero dai capelli castani, cugino di Isabelle Blackwood, la guardava con un sorriso smagliante, lievemente arrogante.
-Ciao Gabriel- lo salutò cordialmente.
Prese a mordicchiarsi il labbro inferiore.
Non capiva perché mai l'avesse fermata: aveva bisogno degli appunti per Incantesimi? In quel caso avrebbe fatto meglio a rivolgersi a Rose.
Lui le si avvicinò, con passo leggermente insicuro.
-Ecco... hai...- il ragazzo guardò un punto sopra l'orecchio di Cecily e poi mosse una mano, mettendo una ciocca scura che le era sfuggita dalla treccia dietro l'orecchio.
Lei si sforzò per non alzare gli occhi al cielo e lo guardò divertita.
-Ora non mi dirai che mio padre è
un ladro perché ha rubato le stelle e le ha messe nei miei occhi vero?- ostentò, in realtà non molto sicura di come lui avrebbe reagito.
Sorprendendola, Gabriel scoppiò a ridere.
-Diciamo che questa frase con i tuoi occhi starebbe bene visto che ce li hai azzurro scuro, però è troppo tradizionale anche per me-
Anche lei rise.
-Anche se qualcosa volevo dirtela- aggiunse leggermente in imbarazzo.
Cecily lo guardò incuriosita.
-Mi chiedevo se volessi venire al ballo di stasera con me-
Lo disse tutto d'un fiato, continuando però a guardarla negli occhi.
La ragazza trattenne il fiato.
Non era lui la persona dalla quale voleva essere invitata eppure...
Non trovò nemmeno un motivo per rifiutare.
Alla fine sapeva di non avere possibilità con chi davvero desiderava e forse con Gabriel da cosa poteva nascere cosa e...
No, non doveva illudersi di nuovo.
-Certo- gli sorrise alzandosi poi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia -ne sarei felice-
Lui si rilassò visibilmente e le prese la mano.
Cecily lo guardò negli occhi e nascose un sospiro.
Si, gli occhi verdi sarebbero stati la sua rovina.

********

-Mi stai seriamente dicendo che non hai ancora invitato nessuna al Ballo?- Rose guardò fintamente sconvolta Albus e si posò una mano sul cuore -Sono davvero sconvolta-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
Alla fine la ragazza aveva deciso che non aveva senso essere arrabbiata con il cugino, anche perché sapeva che non ce l'avrebbe fatta a tenergli il muso a lungo.
Dopotutto, al tuo migliore amico perdoni sempre tutto.
-Non è che sono così DonGiovanni Rosie- disse Albus mentre andavano in sala grande, per colazione -non mi chiamo mica Scorpius-
E scoppiò a ridere.
Rose però non disse niente, ammutolendo e sentendo una strana sensazione nello stomaco.
La stessa che aveva provato il giorno prima quando aveva proibito al biondo di portare ragazze nella loro nuova camera.
Che diavolo le stava accadendo?
-E tu perché non commenti sulle abitudini da DonGiovanni di Scorpius come tuo solito?- le fece notare Albus, annotandosi mentalmente la cosa.
-Non voglio perdere tempo, sono superiore- disse lei, anche se non era convinta.
Si sedettero al tavolo di grifondoro, e Albus prese a bere un bicchiere di succo di zucca.
-E invece tu perché ti siedi con me?- gli si rivolse Rose guardandolo.
Il ragazzo posò il bicchiere sul tavolo e prese a tagliare una fetta di bacon.
-Voglio stare un po' con te in tranquillità- disse lanciandole un'occhiata -ed evitare le domande di Isabelle sul perché non ho ancora invitato nessuna al Ballo. Oh, a proposito, c'è qualche ragazzo che ti ha invitata e quindi deve essere sottoposto al mio interrogatorio?-
Lei rise dandogli uno schiaffo sul braccio.
-No, nessuno- lo disse tranquillamente.
Rose non era il tipo di ragazza che andava in panico se non aveva nessuno con cui andare al Ballo, semplicemente ci sarebbe andata da sola.
-E nessuno con cui vorresti andarci?- chiese noncurante Albus.
Nella mente della ragazza apparvero un paio di occhi grigi.
-No, ovviamente no- disse subito, come per convincere se stessa.
Lui inarcò un sopracciglio ma non disse niente.
-E tu perché non hai ancora invitato nessuno? Specialmente la persona che ti interessa- rimbeccò la rossa.
-Te l'ho già detto. Lei non mi interessa affatto-
-Sicuro-
-Rose-
Albus si voltò per guardarla negli occhi.
-Non è che perché sono il tuo migliore amico devi affibbiarmi la tua migliore amica- le spiegò.
Ma dalla voce si capiva che non ci credeva nemmeno lui.
-Dico solo che si vede lontano un miglio che ne sei innamorato. Che ti piace-
-A me non piace Cecily!-
Quasi lo urlò.
Rose si avvicinò ad Albus.
-Io non l'ho mai nominata- gli sussurrò all'orecchio e lo sentì irrigidirsi.
Poi si allontanò sorridente e guardò dietro di lui.
-Quindi se non provi niente per lei non ti dovrebbe dare fastidio girarti- disse guardandolo con sfida.
Il ragazzo non resistette e si voltò.
E preferì non averlo mai fatto.
Vide Cecily baciare sulla guancia un ragazzo di Corvonero e poi allontanarsi, per dirigersi verso di loro.
-Ciao ragazzi!- esclamò quindi la mora.
-Ehi Cecy- Rose le fece spazio tra lei e Albus
-quello era Gabriel Blackwood, dico bene?-
La ragazza arrossì.
-Si, mi ha invitata al Ballo- disse evitando lo sguardo smeraldo del ragazzo accanto a lei.
Quello si alzò, forse con troppa irruenza.
-Raggiungo Scorpius- disse meccanicamente
-Rose, passo a prenderti sta sera davanti alla stanza delle necessità-
E se ne andò.
La ragazza lo guardò sbalordita.
-Andate al Ballo insieme?- fece Cecily.
-A quanto pare- rispose Rose -da migliori amici-
-Chissà perché ha invitato te e non nessuna serpeverde... o non so-
-Forse perché ha qualcun'altra in testa che però non può avere-
-E chi?-
La voce della mora era ridotta ad un sussurro.
-Non so se la conosci... capelli neri lisci e occhi azzurro scuro-
-Non posso essere io Rose, lo sai-
-E invece si- ribattè la rossa -tu hai le stesse possibilità di chiunque di conquistare il cuore di Albus. Anche se, forse, lo hai già fatto-

*****

Il ballo di Halloween di quell'anno era un ballo in maschera.
Un po' come quelli che venivano organizzati nelle enormi tenute dei nobili nella Londra vittoriana.
Rose adorava quella serata dal suo quarto anno, quando vi aveva potuto partecipare.
Si sentiva un po' come le protagoniste dei suoi libri quando venivano invitate alle feste.
E trovavano l'amore.
Però a lei non era mai capitato di innamorarsi.
Qualche cotta, qualche infatuazione, ma mai innamorarsi.
Quel sentimento che ti faceva sentire le farfalle nello stomaco, che ti faceva svegliare ed addormentare con il volto della persona in mente, che faceva in modo tale che quando la vedessi ti mancasse il respiro fino a quando non l'avessi abbracciata.
L'abito della ragazza era dorato e la maschera era dello stesso colore.
Albus si presentò puntuale, come sempre, bellissimo in giacca e cravatta sovrastate da una redingote nera.
-Sembri davvero un gentiluomo- lo prese in giro affettuosamente.
-Sei bellissima Rose- disse lui porgendole il braccio -se non fosse che sei mia cugina, un paio di pensierini su di te me li farei-
-Dovrei sentirmi lusingata?-
Si guardarono e poi scoppiarono a ridere.
-Oddio, anche tu ti sei immaginato la scena vero?- chiese Rose.
-Si!- esclamò Albus, rabbrividendo -Sta notte non dormirò-
-Oh, come sei tragico-
-I Potter sono tragici. Almeno, io immagino che mio nonno fosse così e mio padre... beh lo è-
La ragazza si mise nuovamente a ridere e cominciarono a camminare verso la sala grande.
-Scusa ma, Malfoy con chi va al Ballo?- chiese poi, facendosi coraggio.
Albus si girò a guardarla, sorridendo malizioso.
-No, non è come pensi te- si affrettò a spiegare -lo chiedo solo perché è già uscito dalla nostra stanza ore fa-
-Isabelle gli ha chiesto di andare da lei prima perché i loro vestiti dovevano essere abbinati- il ragazzo sospirò -quella ragazza è bellissima però... un tantino ossessionata con la moda-
-Oh-
La sala grande si aprì davanti a loro, bellissima come ogni anno.
Le candele a mezz'aria illuminavano la stanza creando un tenue bagliore che andava a creare delle strane ombre sulle pareti.
Ombre di zucche ridenti.
-Quest'anno la McGranitt si è davvero superata- commentò Cecily affiancando i due, mano nella mano con Gabriel.
-Ciao ragazzi- salutò il Corvonero.
Quando posò lo sguardo su Albus, si avvicinò impercettibilmente a Cecily.
Il moro non lo notò, ma Rose si: l'altra si era come irrigidita al contatto.
Cecily corrugò la fronte.
-Rose- disse -Isabelle Blackwood non ha il tuo stesso abito?-
La rossa si voltò a guardare nella direzione che l'amica le indicava e li vide.
Isabelle e Scorpius intenti a ridere, più vicini che mai.
Non fece nemmeno caso al fatto che l'altra aveva ragione, che la Serpeverde aveva il suo stesso vestito.
Non si rese nemmeno conto di star stringendo i pugni.
-Andiamo a bere qualcosa?- propose stringendo i denti.
Si sforzò di sorridere.
-Oh io avevo promesso a Gabriel un ballo- Cecily si morse il labbro -vi raggiungiamo dopo-
I due si allontanarono.
Albus prese Rose per mano e la portò all'angolo dove c'erano le bibite.
-Improvvisamente ho un incredibile voglia di Whisky Incendiario- commentò nel mentre.
-A chi lo dici- borbottò lei.
Il cugino le passò un bicchiere che lei trangugiò subito.
-Ehi vacci piano con quello Rose- le consigliò mentre sorseggiava il suo -è forte, quella roba-
-Zitto e dammi un altro bicchiere-
Lui a malincuore assecondò la cugina, lievemente divertito ma anche preoccupato.
Poi Rose perse il conto di quanti bicchieri vennero dopo, ma si ricordò perfettamente le volte in cui Scorpius aveva sfiorato apposta il fianco di Isabelle.

*******

Scorpius aveva lasciato Isabelle per andare a salutare un suo amico di Tassorosso quando poi se l'era ritrovata tra le braccia, probabilmente spintonata dalla folla.
Era diversa però, non sembrava quasi lei.
Inoltre odorava vagamente di Whisky Incendiario, e si muoveva come se non capisse dove si trovasse.
Ma dovevano essere sue impressioni perché Isabelle era la ragazza più posata che avesse mai conosciuto, data la rigida educazione che i suoi genitori le avevano riservato.
Inoltre i suoi capelli sembravano più chiari, ma non riusciva a capire data la poca luce.
La strinse tra le braccia e fece scivolare le sue mani sui suoi fianchi.
Poi sempre più giù...
Fino a che lei non lo allontanò bruscamente.
O meglio ci provò, ma l'alcol le aveva tolto le forze.
Lui allora decise di non dire niente e farle capire dove voleva andare a parare, dopo la serata, immediatamente.
Semplicemente, la baciò.
E nel momento esatto in cui le loro labbra si incontrarono, capì che quella non era Isabelle.
Non poteva esserlo.
L'aveva baciata altre volte e mai, mai, aveva provato sensazioni del genere.
Come se ogni centimetro del suo corpo rispondesse al tocco di lei, e la riconoscesse nonostante Scorpius non riuscisse a farlo.
E in ogni punto della pelle sentiva come delle piccole scosse elettriche che si propagavano in tutto il suo corpo, che gli facevano desiderare di più.
Sempre di più.
Un desiderio che non aveva mia provato prima, che però non si fermava al desidero fisico, di possederla.
No.
Lui voleva possederla anche emotivamente, conoscere i suoi segreti, le sue paure e i suoi sogni.
Voleva infine essere il custode del suo cuore e possedere la chiave per aprirlo, e farlo suo.
E in quel momento si rese conto di sapere perfettamente chi fosse la ragazza che stava baciando e gli stava facendo provare tutte quelle sensazioni.
Era Rose.

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