Non la richiamo, mi getto sul letto e fisso il soffitto. Probabilmente se non avessi così tanta fame mi addormenterei. Quando mia madre mi chiama dal soggiorno sono passati solo dieci minuti. Mangiamo da sole e in silenzio mentre il notiziario parla dei recenti fatti di cronaca nera.
-non c'è qualcosa di più allegro?
Lei scuote la testa
-a quest'ora ci sono solo Tg.
Finisco di mangiare e iniziò a lavare i piatti. Quando torno in camera apro i libri ma la mia attenzione è lontana da quella scrivania e più di una volta i miei occhi si voltano verso la finestra, dall'altra parte della strada. Osservo il quadro della donna di spalle. Resto per qualche minuto immersa nei miei pensieri. Come mi aspettavo che fosse? Non mi aspettavo niente in realtà. Sono contenta che quel appartamento non sia occupato da una famiglia con figli strillanti e odiosi. Mi rendo conto che ci sto sprecando troppi pensieri su quel ragazzo. Dopo mercoledì probabilmente non lo rivedrò che per strada. Forse. Se così sarà lo saluterò con un cenno della mano e continuerò per la mia via. Mi getto sul letto. Non riesco a studiare, sono troppo stanca. I miei occhi si chiudono e cado in un profondo sonno.

Il mio telefono squilla. Allungo il braccio sul comodino e rispondo.
-pronto?
-ah allora sei viva!
-Ania?
-alla buon ora! Ti ho inviato un casino di messaggi.
-mi sono addormentata.
Dico sbadigliando.
-che fine hai fatto ieri?
Che fine ho fatto io?
-me ne sono andata via con Luigi, ho bevuto troppo.
-Mmm
Sento una risata maliziosa dall'altra parte del telefono.
-mi devi forse dire qualcosa?
-no ma che, mi ha solo riaccompagnata a casa. E poi lo sai che per lui sono come una sorella. Tu piuttosto, hai ritrovato il tuo principe azzurro?
Lei strilla e sono certa che abbia iniziato a saltellare per tutta la casa.
-certo! Dovresti proprio vederlo, è bellissimo!
-mi fido della tua parola.
Non so che tipo di persona sia uno che va frequentemente a feste come quella di ieri.
-non vedo l'ora di rivederlo!
Dovrei preoccuparmi per lei? È un ragazzo che conosce appena. Ma lei non si preoccuperebbe di me. Mi spingerebbe tra le braccia del primo che capita e mi direbbe di darci dentro.
-buon per te. Io me ne torno a dormire.
-dolci sogni!
Chiudo la chiamata e mi metto a sedere. La stanza è immersa nel rosso del tramonto. A piedi scalzi vado ad aprire la finestra. Lascio che una fresca brezza agiti le tendine e i miei capelli mentre la città sembra andare a fuoco sotto gli ultimi raggi del sole. Questo è in assoluto il momento della giornata che preferisco. Di fronte a me la finestra è ancora aperta. Se allungo il braccio mi sembra di annullare la distanza tra me e la bella donna dalla schiena scoperta.