9. Sotto un cinema di stelle
Sotto un cinema di stelle
Vieni a veder l'anima con me stasera?
Portati un vestito semplice, parole chiare, un po' di sogni e una carezza leggera.
-Fabrizio Caramagna.
Y/N
Non so esattamente quando e come abbia deciso che fidarmi di Mattheo sarebbe stata una buona idea, potrei fingere di dare la colpa all'alcol, chiaramente sarebbe più semplice di ammettere che quando lui è nei paraggi è come se mandasse il mio cervello in tilt. Lo detesto.
Mi ha trascinato lungo il corridoio del terzo piano, deserto, in quanto proibito con la scusa della privacy, il che sarebbe anche vagamente sensato se non fosse che oggi Hogwarts è praticamente vuota.
Apre l'ultima porta infondo al corridoio con un incantesimo, lasciandomi passare. Attraverso una tenda blu di velluto restando a bocca aperta.
La stanza é solo appena illuminata dalle stelle che si intravedono da una possente cupola di vetro al posto del soffitto e qualche candela. Solo che non è sera.
«É solo un incantesimo, l'ho lanciato io»
Le pareti sono ricoperte da carta da parati blu notte su cui brillano le costellazioni, dei pianeti incantati tutti di tonalità scure ruotano a mezz'aria sopra le nostre teste sprigionando scintille di magia. Al centro dei pouf blu che riprendono l'esatta sfumatura del cielo su cui sono buttati un pacco di filtri e cartine lunghe.
Riconosco alcuni dei suoi libri loschi, vecchie pergamene ingiallite macchiate di inchiostro, qualche bottiglia vuota e dei disegni psichedelici fatti a penna sul pavimento come per lasciare il suo segno.
«Cos'è questo posto?» chiedo riuscendo appena a tirar fuori le parole di bocca.
«Il mio posto segreto» risponde con fare ovvio come se avere un posto segreto fosse una cosa di tutti e poggia la schiena al muro tirando fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca.
«Si può sapere come diavolo l'hai trovato?»
«Diciamo solo che Gazza mi aveva beccato a fare qualcosa di poco consono al regolamento della scuola, mi stava rincorrendo e non so come ho trovato questo posto, era completamente vuoto, sarebbe stato un peccato non renderlo mio.
Spesso vengo qui quando voglio prendermi una pausa dal mondo, non ci ho mai portato nessuno» Si porta una sigaretta alle labbra toccandosi le tasche in cerca dell'accendino.
«Allora perché hai portato me?»
Mattheo
«Il tuo appuntamento è andato bene?» le chiedo dandole un'ulteriore motivo per litigare pur di non rispondere alla sua domanda della quale non so nemmeno io la risposta.
«Non sei nella posizione di fare domande, stronzo» mi rimbecca avvicinandosi a me con fare minaccioso, è così attraente quando fa l'incazzata e mi fa quasi ridere il fatto che io la provochi sempre di proposito esattamente per questo ma che non se ne è mai resa conto.
«D'accordo» alzo le mani in segno di resa afferrandole un fianco per avvicinarla a me mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sento il bisogno di farle sentire la mia necessità di prepararla a quello che le sto per dire.
«Scusami per l'altro giorno, non avrei dovuto.
Sono stato un idiota ma ho avuto paura» tiro un enorme sospiro, ho cercato le parole giuste per così tanti giorni fin quando mi sono reso conto che in realtà non esistono parole giuste o sbagliate.
«Anche tu hai paura?» mi domanda sussultando a quella vicinanza, il tono così innocente da sembrare una bambina.
«Non so cosa pensi di me ma io vivo nella paura. Credi che mio padre sia felice che io sia qui ad Hogwarts?
Ho avuto paura che tu potessi leggere quella merda perché so che non mi guarderesti più negli occhi» scuoto la testa la testa facendo un tiro alla sigaretta «Quelle lettere non parlano solo di lui. Ho toccato il fondo e non posso più permettermelo. Non perde occasione di ricordarmelo e ricattarmi, e nessuno deve sapere quello che ho fatto prima di rendermi conto fin dove mi ero spinto»
Sono contento perché non mi chiede altro, non sarei pronto. Mi passa una mano sul viso accarezzandomi una guancia con il pollice «Mattheo»
«Mh?» riesco a malapena a guardarla negli occhi, è sempre così dannatamente bella.
«A volte bisogna toccare il fondo per poter risalire» circonda la mia vita con le braccia stringendomi a se a se e improvvisamente non ho più freddo. Mi avvolge in una bolla di calore che spezza il ghiaccio del mio cognome, alleggerisce il peso sulle mie spalle.
E sto di nuovo bene.
Y/N
«Divinazione è una materia inutile, mi sembra di star sprecando il mio tempo» Si lamenta Odeya entrando nell'aula della professoressa Cooman, il rossetto rosso che spicca sulle labbra reso ancor più accesso dalla bassa luce scarlatta che illumina gli almeno venti tavolini rotondi, tutti circondati da poltroncine foderate di chintz e sgabelli.
Una delle tante cose che non capirò mai della nostra professoressa è perché si ostini a tenere le tende tirate ed il camino acceso, fuori nevica ma qui dentro c'è come sempre un caldo soffocante.
«E allora perché l'hai scelta come materia facoltativa?» Le domanda Draco scompigliandosi il ciuffo per la millesima volta attirando a se numerosi sguardi femminili, invece di tacere.
«Sembrava la meno impegnativa» rispondo per lei considerando che l'abbiamo scelta insieme unicamente per quello.
«A me piace augurare la morte a tutti» si intromette Mattheo sedendosi scompostamente su una poltrona con fare annoiato, ha le gambe divaricate, il labbro inferiore, più gonfio che mai, sta iniziando a cicatrizzarsi. Per un istante l'idea di tirarci un morso mi balena in testa, poi passa.
«La verità è che mi manca studiare Alchimia» sbuffa lanciando la sua borsa costosa sul tavolo rischiando di far cadere la sfera di cristallo.
«Oggi sei isterica» Le fa notare Jacob picchiettando sulla poltrona accanto la sua facendole segno di raggiungerla, le da un bacio sulla guancia e lei in tutta risposta gli tira uno schiaffo.
Se il buongiorno si vede dal mattino deduco che lei stamattina sia caduta dal letto e che io ero troppo impegnata ad ignorare la sveglia per accorgermene.
«Chiudete la bocca, non vi sopporto»
Adrian si massaggia le tempie, ha i capelli corvini legati in maniera disordinata e le occhiaie di chi ha passato una notte in bianco. Posso solo immaginare per cosa.
È un folle per cui stravedono centinaia di ragazzine a cui fa impazzire la spensieratezza che emana, mi piacerebbe diventare sua amica e far contaminare anche me.
«Pucey, te la ficco in bocca» tuona minacciosa la mia migliore amica afferrando la sfera di cristallo dal centro del tavolo.
Mattheo sogghigna divertito e mi tira un braccio per farmi sedere accanto a lui.
«Ti sono mancata così tanto, Riddle?»
Proprio in quel momento la Cooman fa la sua teatrale entrata in scena dall'ombra ma lui trova comunque il tempo di sbattermi in faccia il suo dito medio. «Buongiorno ragazzi, come avrete notato, oggi inizieremo la lettura della sfera di cristallo, un'arte particolarmente avanzata.
Non mi aspetto che tutti voi vediate quando scruterete per la prima volta negli infiniti abissi dell'Occhio» Jacob scoppia a ridere ed è costretto a ficcarsi un pugno in bocca per soffocare il rumore. «Forse, se saremo fortunati, qualcuno di voi vedrà prima della fine della lezione. C'è una sfera per tutti voi» conclude in tono sognante.
«Porca puttana che caldo» Mattheo alza gli occhi al cielo sfilandosi il maglione che indossa sopra la camicia facendola sollevare mettendo in risalto la pelle abbronzata degli addominali.
Rimani concentrata y/n.
Sfera di cristallo.
«Puoi guardare, non mi offendo» sghignazza lo stronzo accortosi del mio sguardo.
Lo ignoro fissando intensamente la mia sfera in attesa della rivelazione della vita, fingendo che le mie guance non stiano andando a fuoco.
«Visto niente?» Ci chiede la professoressa avvicinandosi.
«Che sono particolarmente bella oggi, il rosso mi dona» Odeya si ripassa il rossetto usando la sfera come specchio.
Le rivolge uno sguardo di rimprovero agitando la bacchetta facendolo fluttuare in aria per poi rivolgersi a Jacob.
«É di Chanel, per Merlino!»
«Oh si, professoressa.
C'è una bruciatura sul tavolo»
Ridacchia lui battendo il pugno ad Adrian.
Non ci capisco nulla ma la Cooman non fa altro che prevedere la morte di mezza della sua classe, specie di Harry, quindi esclamo:«Io vedo qualcosa di terribile» subito i suoi occhi grandi si posano su di me, incuriositi «Mattheo» distolgo lo sguardo dalla sfera di cristallo che ho tra le mani puntandolo intensamente nei suoi occhi «la tua fine è vicina» concludo in tono solenne ricevendo un applauso.
«Complimenti signorina Snape, la vista non è una cosa da tutti, mi dispiace caro» dice poi rivolta a Mattheo che ribatte qualcosa a proposito di non copiare le sue tattiche.
***
Jacob guida me e la mia migliore amica in Sala Comune tenendoci strette a lui con le braccia sulle nostre spalle quasi come se avesse paura potessimo scappare da un momento all'altro.
Una volta alla settimana ci rintaniamo in camera nostra a mangiare schifezze e passare del tempo solo noi tre, il trio supremo di Hogwarts, sotto strati di felpe di Jacob e coperte, tra crema per i punti neri, patatine, parolacce, insulti rivolti al genere maschile e tanto ma tanto gossip.
Penso sia chiaro qui chi comanda.
Non vedo l'ora di spogliarmi e buttarmi sul mio letto ma l'elenco di tutti i possibili modi in cui poter mangiare e restare immobile per far asciugare le maschere costose che mi metterà Odeya viene interrotto da un urlo stridulo proveniente dal divano in pelle nero, che sembra proprio alludere a me, considerando quell' " hei puttana" di troppo, che sicuramente non è riferito a Jacob -a meno che nel frattempo non abbia cambiato generene e io non me ne sia accorta- ne tantomeno ad Odeya, considerando che nessuno si è mai azzardato ad insultare lei, ma neppure me considerando che uno dei miei più grandi pregi, o difetti (dipende dal punto di vista) è essere decisamente troppo manesca, e dallo schiantesimo facile.
Mi volto pronta a sfoderare tutta la frustrazione accumulata nelle ultime ore di lezione, ma mi rilasso quando noto che è solo Pansy Parkinson, e lei chiama puttana anche il suo gatto maschio.
Diciamo che non è proprio la degna erede fine ed elegante che ci si aspetterebbe da una purosangue facente parte delle sacre ventotto famiglie. Ma infondo crescendo in un ambiente così rigoroso, chiunque non aspetterebbe altro che essere lontano casa e dalle aspettative che i genitori proiettano su di te, per ribellarsi, dimenticare le buone maniere e i propri doveri che pesano sulle spalle, così da lasciarsi andare e poter essere finalmente se stessi.
Ammetto che non ha una bella reputazione, agisce troppo di impulso senza pensare alle conseguenze, non è una ragazza facile, ha un carattere scontroso e complesso, addirittura più del mio (che va preso con le buone, o altrimenti si finisce a prenderla per i capelli, cosa che io ovviamente ho fatto) e in testa stupide convinzioni, conseguenza delle sue origini.
Comunque sia, non è colpa mia se mamma mi ha fatto impulsiva fino al midollo, a volte mi domando se davvero non sarei stata bene in Grifondoro, poi, però, mi torna in mente il fatto che riesco ad ottenere ogni cosa con la mia incredibile determinazione e innata ambizione, come dice mio padre, e passa.
Ogni tanto anche lui, qualcosa di buono, la fa.
Al quinto anno è nata una sorta di rissa, per colpa di uno stupido coglione del settimo che ci aveva provato con entrambe, ingannandoci e mettendoci l'una contro l'altra, quando in realtà la colpa di tutto era stata solamente sua.
Dopo tanti capelli tirati, scintille rosse di stupeficium dalle bacchette e punizioni a parte, abbiamo capito che due ragazze non si dovrebbero mai e poi mai ritrovare a litigare per un ragazzo, perché le ragazze dovrebbero sempre supportare altre ragazze, e così abbiamo fatto squadra, lo abbiamo adescato facendogli credere che avremmo voluto fare una cosa a tre, e poi abbiamo bruciato i suoi vestiti, lasciandolo girare per i sotterranei, solo con una mano a coprirgli il cazzo. È stato così soddisfacente. Nessuno inganna noi sexy ragazze Serpeverde.
Poi non so come...siamo diventate amiche.
Strano ma vero.
Una volta conosciuta, non è così male, giuro.
Mi è stata parecchio utile la mia prima volta con Draco...volevo davvero sorprenderlo, e mi ha detto cose sul sesso, che non avrei mai potuto nemmeno immaginare.
Da questo punto di vista lo conosceva bene, inizialmente ne ero terribilmente gelosa perché è sempre stata bellissima, scaltra e maliarda portandomi spesso a dubitare di me stessa ma poi si è rivelata una fortuna e le sono grata, perché a differenza della sua amica Greengrass, non lo ha più nemmeno guardato da quando mi sono messa con lui, suppongo perché eravamo amiche, visto che di solito questo è un dettaglio futile per lei, essendo che l'audacia nell'ottenere sempre ciò che vuole é una delle sue caratteristiche principali.
Dovrebbe essere una cosa scontata ma l'ho apprezzato tanto.
Prima di conoscere Odeya non avevo idea di come fosse una vera amica.
Infondo va solo capita, e non guardata male, non è una veela, e non fa cadere i ragazzi ai suoi piedi, cioè si, decisamente si, ma voglio dire, Mandy Brocklehurst avrebbe dovuto sapere che il suo ragazzo non era proprio un santarellino innocente, prima di chiamare puttana, lei e che un rapporto, prevede sempre due o più persone.
Una volta ad un festino, abbiamo bevuto decisamente troppo, perdendo il controllo di noi stesse, il mondo intorno a me girava senza che potessi fare nulla, e siamo finite a limonare palpandoci a vicenda sul tappeto della sala comune, inzuppato dell'umidità creata dai corpi spiaccicati l'uno all'altro e Whisky Incendiario sfuggito dalle bottiglie, tra i tacchi a spillo, talloni nelle costole e gambe che si muovevano a ritmo di musica.
Quel giorno ho compreso a pieno che ha davvero due belle tette, e le sue doti da seduttrice dato che stava per infilarmi due dita sotto le mutande. Glielo avrei anche lasciato fare se solo non fosse stato per Adrian Pucey, ovvero il suo...non so come definirlo per non scendere nel volgare, cosa che non voglio, e non sono, ma diciamo...scopamico dell'epoca, ecco, che ha deciso di salvarci, prima che ci saremmo trovate stecchite come decorazione sullo sfondo scuro del tappeto, anche se non mi sarebbe dispiaciuto vedere la mia fantastica persona al centro di tutta la sala comune, a dire il vero, peccato che poi non mi sarei potuta ammirare.
Lei non lo ammette, ma io sono sicura che non sia del tutto etero.
Anche se effettivamente potrei solo essere la sua eccezione, basta guardarmi.
Fatto sta che ora, dopo quell'episodio, " girls support girls" è il mio nuovo motto, Astoria Greengrass a parte, perché va bene tutto ma non darò mai rispetto a chi non mi rispetta, il mio orgoglio da Snape, è decisamente troppo.
Di certo non lo è diventato anche quello di Pansy considerando i suoi perenni insulti ai mezzosangue, che cerco sempre di placare, seppur inutilmente. Specialmente quando se la prende con Hermione, ci ritroviamo a litigare di continuo.
Ormai però ci siamo così abituate che a volte lo facciamo quasi in maniera abitudinaria visto che entrambe amiamo scannarci a vicenda, e soprattutto avere lo sguardo di tutti i presenti puntato addosso.
Mi volto verso Odeya sorridendole per tentare di arrivare ad un compromesso, facendole quel mio sguardo, che solo io so fare che la convincerebbe perfino a buttarsi giù dalla Torre più alta del castello se solo glielo chiedessi.
«Ci vediamo in camera, ci metto due minuti, e poi puoi farmi tutto quello che vuoi. Okay?»
«Tutto quello che vuoi?» Jacob allenta la presa facendo scivolare via il suo braccio possente e pieno di tatuaggi da me, tentando di assumere un'espressione indignata «L'ho sempre saputo che scopavate in segreto, senza di me»
«Idiota» Odeya gli tira uno scappellotto e mi trasmette tutta la sua autorità incrociando le braccia al petto mettendo in mostra la scollatura che cattura la mia attenzione per poi andare via. «Due minuti»
Quanto è figa la mia migliore amica, santo Salazar.
Pansy le rivolge una smorfia i disgusto, tra loro penso sia evidente che non scorra buon sangue e uno sguardo di superiorità a Jacob, mettendo in mostra la sua quarta, i bottoni della camicia leggermente sbottonati.
Non le è mai andata giù il fatto che lui l'abbia rifiutata. E si, è un sesso dipendente, ma a lui è anche sempre piaciuto dominare, e non è di certo per tutte, tantomeno per lei.
«Ciao svergognata.
Chiudi le gambe però, che ti si vedono le mutande» ridacchio tirandole uno schiaffo sulla coscia, notando la sua posizione ambigua.
È seduta malamente, come se non le importasse di come potrebbe apparire agli occhi degli altri. La luce soffusa verde della stanza le illumina il viso, fondendosi nei suoi scintillanti e superbi occhi verde scuro, che spiccano a contrasto con la frangetta scura, contornati da tanto ma tanto eye-liner nero e ombretto viola, mettendo in risalto i suoi lineamenti taglienti, e la sua espressione perennemente imbronciata.
Indossa il suo solito chiodo di pelle borchiato, le maniche tirate su i gomiti, gli anfibi neri con tanto di zeppa, le parigine viola che arrivano a metà coscia, della stessa tinta del ciocker con il pendolo di un serpente, lì dove dovrebbe essere la cravatta, che però, appartenendo ad una che se ne frega altamente delle regole, e che non perde mai occasione di dimostrarlo, è allacciata in vita.
«Vaffanculo, stavo comoda» ringhia colpendomi di rimando, per poi sogghignare, il rossetto scuro che spicca sulla sua pelle chiara.
«Vaffanculo a te, brutta stronza, me l'hai dato più forte!» mi lamento tirandole una ciocca di capelli per poi prendere le adeguate distanze di sicurezza «Che cosa volevi?»
«Mi sembra evidente che debba parlarti, no?»
«E che stai aspettando?»
«D'accordo, allora la butto qui» inizia arrotolandosi una ciocca nera tra le dita, in cerca delle parole giuste, mordendosi un labbro
«Draco mi ha chiesto se ci vediamo in camera sua, stasera, sicuramente gli mancano le vecchie abitudini, e sai...mancano anche a me. Lui ci sa fare, ed io ho davvero bisogno di scopare come si deve in questo momento della mia vita, sono stressata.
Insomma sai che prima che voi due vi metteste insieme, capitava di scopare, no?»
Mi siedo accanto a lei cogliendo la sua domanda tacita «Si, lo so cosa facevate, Pansy.
Ti seve il mio permesso?»
«Ritardata» Alza gli occhi al cielo ridacchiando dandomi una spinta con la mano «Mi sembra ovvio che io non abbia bisogno del tuo permesso, in quanto ho sempre fatto quello che voglio, ma sai, visto che tu e lui stavate insieme, e tu non sei una di quelle troie di cui non mi importa niente, mi è sembrato giusto fartelo sapere.
A te non piace più Draco, no?
L'hai mollato e tu e ti ho visto uscire con quel Corvonero, no?»
«Ti sei mai resa conto di quante volta dici 'no?' in una frase, no? » rido voltandomi per guardarla.
«Sei proprio una puttana»
«Eddai sto scherzando, per me Draco è una pagina chiusa, e non è stato facile, lasciarlo, ma si, l'ho mollato io e non ho rimpianti, però non dirlo in giro, gli ho promesso che avrei detto a tutti che abbiamo preso quella decisone insieme e...a proposito, tu come lo sai?» in tutta risposta alza le spalle scuotendo la testa, ciocche di capelli corti che sferzano l'aria. «La tua amichetta Syrae non è l'unica informata su tutto ciò che accade ad Hogwarts»
«Voi due mi fate seriamente paura.
Se vuoi farti Draco, fallo.
Penso addirittura che faresti un favore a tutti visto quant'é insopportabile ultimamente, e grazie»
«Grazie per cosa?» mi chiede confusa inarcando un sopracciglio scuro, coperto dalla frangia.
«Grazie per avermelo detto, lo apprezzo davvero. Non tutte lo avrebbero fatto, ci sono ragazze che erano lì ad aspettare il momento in cui ci saremmo lasciati, nonostante continuassero a provarci senza contegno.
Tipo la tua amica Greengrass» marco di proposito il suo nome, esprimendo tutto il mio disappunto.
«Beh, Astoria a volte si comporta da troia, ma io e te siamo amiche» mi fa l'occhiolino, posso notare un minuscolo movimento delle sue labbra che si incurvano verso l'alto. «Ora mi racconti di te e il Corvonero?
Si dice che sia particolarmente dotato»
«Non lo so, non gli ho abbassato i pantaloni»
«Sul serio?» sghignazza incredula ammiccando provocatoria ad un ragazzo del settimo anno.
«Siamo usciti solo una volta e siamo finiti a limonare nel bagno dei Tre Manici di Scopa ma ho capito che non è il mio tipo, non so se lo vedrò più. È stato carino, fin troppo carino» lascio in sospeso la frase non trovando le parole giuste per continuare, ma per fortuna lei capisce al volo.
«Alle ragazze come me e te non piacciono i bravi ragazzi» se la ride.
«Mi ha chiesto se avrebbe potuto baciarmi» poggio un gomito sulla spalliera del divano, divertita «A me piacciono i ragazzi che i baci non li chiedono, li pretendono»
«Ora capisco, a te piace un ragazzo in particolare, stronza» il suo tono derisorio, lo stesso di chi pensa di sapere qualunque cosa, mi informa che è arrivato il momento di scappare.
«Odeya e Jacob mi stanno aspettando e tu non vuoi avermi sulla coscienza»
«Ti detesto, Snape»
Tento di alzarmi ma la sua mano smaltata di nero mi arpiona il braccio rimettendomi seduta «Ho anche bisogno di un favore, i tuoi amici aspetteranno e tu mi aiuterai perché so che sei stanca quanto me di vedere solo gossip sul giornalino della scuola»
«Parla»
«Devo intervistare la squadra di Corvonero che sfiderà i Grifondoro nella prossima partita ma la maggior parte di loro o mi odia o ha fatto un giro nelle mie mutande. Chiederesti al tuo caro amico nonché migliore amico del capitano di organizzare un incontro per me?» mi chiede adulante.
Mi sbatto una mano in faccia, tutto torna.
«Perché mai dovrei farlo?»
«Ovviamente per l'amicizia che si unisce, e anche perché ho convinto Daphne Greengrass a rivelarti l'incantesimo che ha usato per riscaldare il Lago Nero in inverno»
Tra una settimana è il compleanno di Jacob, so quanto ami il Lago e quanto sia semplice per questo mi è venuto in mente di fargli una sorpresa, una cosa intima.
Farei di tutto per vederlo felice.
«Mi sembra un ottimo affare, ci sto»
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Non vedevo letteralmente l'ora di presentarvi il personaggio di Pansy, che ho voluto rendere diverso dalle altre storie, spero che questo primo incontro con lei vi sia piaciuto. Aspetto il vostro parere, non dimenticate di lasciare una stellina <3
Che punto di vista di quale personaggio vi piacerebbe leggere?
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