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6 - Meet the Blue

"Cosa bevi?", disse il riccio sensualmente, accomodandosi sulla sedia al bancone del bar di fianco a Louis. Il minore alzò lo sguardo dal cocktail, lasciò andare la cannuccia verde ormai consumata e smangiucchiata, probabilmente per l'alta dose di nervosismo, e lo fissò, come si fissa l'ottava meraviglia del mondo, perdendosi malamente in quegli smeraldi preziosi. Sprigionavano un senso di tranquillità e beatitudine, tanto che Louis si sarebbe dovuto sentire al sicuro, senza un problema di alcun tipo. Eppure non ce la faceva a lavorare in quella maniera.

Girare una scena in cui doveva fare sesso, puramente per lavoro, col suo attore porno preferito – e sul quale si era masturbato molteplici volte – non era proprio quello che aveva immaginato quando Jack gli diede il pass per salire sullo yatch assieme all'intera compagnia. Quasi tremava, sudava freddo, ma da una parte la figura di Harry al suo fianco lo rendeva pacatamente capace di immedesimarsi nel personaggio. Quasi, però, e a Jack quel quasi non andava bene. Jack non amava le mezze misure, o bianco, o nero. E Louis in quel momento gli sembrava sulle sfumature del grigio antracite. Troppo poco sul bianco e troppo sul nero.

"Stop!", urlò poco dopo, alzandosi dalla sua sedia, la classica di tela da regista – sul quale retro c'era scritto 'The Queen of Porn sits here' – e andando verso i due ragazzi, "No. No e no! Louis, devi calmarti, gioia. Non riusciremo mai a girare la scena con te che tremi come una foglia al vento! Harry...tu sii un po' più fermo nell'interpretazione del tuo ruolo!", Jack disse quelle parole scheccando paurosamente e poi se ne tornò verso i vari cameraman e verso tutto l'ambaradan che serviva per girare la scena, "Avanti, ricominciamo da dove abbiamo interrotto! Azione!"

"Cosa bevi?", ripetette Harry sorridendo. Louis deglutì, le labbra gli tremavano.

"Un ma-...un margarita...", balbettò.

"STOP!", di nuovo. Jack interruppe la scena, questa volta molto più infastidito di prima, "Louis, smettila, per l'amore del cielo!", disse, poi si strinse la base del naso col pollice e l'indice, sospirando, "Caro, sei sicuro di riuscire? Harry, mi avevi assicurato che-..."

Harry lo interruppe, "Jack, ti ho assicurato ciò che ti ho assicurato perché so di cosa sto parlando, ma se non ti fidi di me, siamo al punto di partenza...", anche Harry stava per uscire dalla divina grazia, odiava quando la gente non si fidava di lui.

"Non sto dicendo che non mi fido di te, ma-...", cercò di giustificarsi il regista. Con Harry era sempre stato così, la fiducia era la base del loro rapporto, ma certe volte pensava che fosse troppo un ragazzino per sapere determinate cose. Del resto, lui era un regista da anni, sapeva come funzionavano certe cose.

"E allora fidati! Lasciaci due minuti per parlare...", aspettò che Jack gli desse il consenso, poi si girò ed andò verso il ragazzo dagli occhi blu. Lo guardò e lui abbassò lo sguardo come prima reazione, o forse fu l'unica che il suo cervello gli permise di mostrare, "Non ce la farò mai, sono proprio uno sfigato! Cosa ti dicevo? Avevo ragione, avevi ragione...avevate tutti rag-...", si lamentò affranto.

Harry scosse il capo freneticamente, appoggiò una mano sulla spalla di Louis e rispose, "Ce la farai, Louis! Non sei uno sfigato! E' normale che tu ti senta così alla prima scena, Jack esagera perché vuole sempre tutto perfetto, ma non ti far condizionare dal suo giudizio!", gli sollevò il mento con due dita e continuò, "Ci sono io con te, piccolo...sappi solo questo!".

Quelle parole fecero rinsavire magicamente Louis, forse era stato il nomignolo, forse la figura di Harry di fianco a sé che lo consolava. Sta di fatto che accennò un sorrisetto, nonostante dentro al suo cuore stava scoppiando una guerra vera e propria di emozioni e sentimenti che mai aveva provato prima, soprattutto così tutti assieme.

Al grido di Jack di inizio di ripresa della scena, Harry tornò al suo posto e fecero nuovamente quell'ingresso e quello scambio di battute che poi li portò a consumare del vero e proprio sesso. Si spogliarono dei loro vestiti miseri che avevano, Harry prese Louis e lo portò sul divano, dove cominciarono a baciarsi aspettando che le loro erezioni diventassero dure abbastanza per intraprendere la scena senza interruzioni. E comunque non era poi così difficile, data la tensione che si era creata tra di loro. Non ci volle molto, il feeling tra quei due era di una grandezza tale da far invidia persino al Taj Mahal, o alla Muraglia Cinese, o ancora all'imponenza del Cristo Redentore. Cosa potevano avere di più quelle meraviglie del mondo rispetto al legame di quel blu e di quel verde? Nulla, certo. O almeno, nulla che ormai entrambi non avessero capito.

Quando fu il momento dell'ultima scena, Louis, sudato e quasi esausto, venne interrotto nuovamente da Jack, ma solo per dargli la possibilità di riprendere un po' di fiato, poi fu istruito per il pezzo finale. Doveva mettersi a cavalcioni su Harry da davanti in modo che la sua schiena aderisse al suo petto. E fu ciò che fece, Harry non esitò nessun istante per penetrarlo. Gli colpì subito la prostata probabilmente, perché Louis emise un gemito di puro piacere, spalancando la bocca e chiudendo gli occhi. Vennero entrambi dopo qualche altro colpo, Harry estraendo il pene e spostandolo verso lo stomaco di Louis, dove già giaceva il suo prodotto di quell'estasi magnificamente sentita. Louis mantenne quella posizione, tenendo la mano dietro al collo del riccio e gli occhi chiusi, ma non rifiutando la serie di baci a fior di labbra che gli diede per far calmare i loro respiri.

"Piccolo...", sussurrò Harry sulla sua bocca e quello fu proprio ciò di cui Louis ebbe bisogno. Sentirlo vicino, percepire la sua presenza e percepire che quei sentimenti che si stavano creando non avessero nessuna prerogativa falsa.

"Stop!", disse di nuovo Jack, ma questa volta applaudendo come un matto e sorridendo a trentadue denti, "Bravi, cazzo! Capito cosa intendevo? Questa è una scena da urlo, ragazzi! Bravi!", li abbracciò stretti dando anche un bacio al suo adorato Harry, "Ora ripulitevi...fatevi pure due orette di pausa, dopodiché vi facciamo vedere il video montato! Io intanto comincio a twittare la vostra foto, devono sapere tutti di te, Louis Tomlinson!", girò i tacchi contento, ma poi si bloccò e si rigirò, "Ah! Benvenuto a bordo, Louis!", gli fece l'occhiolino e se ne andò del tutto.

Louis si girò verso Harry con gli occhi sbarrati, "Sono uno di voi?"

Harry sorrise ed annuì, "Sei uno di noi!". Louis rimase zitto per qualche istante, poi esultò, lanciandosi letteralmente tra le braccia di Harry, "SONO UNO DI VOI! SONO UNO DI V-...", fino a che quei due paia di occhi non si incontrarono e non fecero finire la frase del minore. Si persero sfumatura in sfumatura, quasi non avevano nemmeno voglia di ritrovare il sentiero verso casa. Se quella era la via della perdizione o la via dell'amore, a loro per ora non interessava, ma sta di fatto che a casa non ci volevano tornare.

Sciolsero l'abbraccio ancora sorridendo, Louis con le guance completamente paonazze, "Andiamo a mangiar qualcosa, ok? Prima di tornare a vedere il video...", disse Harry, ottenendo il consenso di Louis. O forse, ottenendo completamente l'incolumità e l'anima di Louis.

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Dlin!

Il suono, quasi inquietante, del tostapane posto nell'angolino del bancone della cucina fece sussultare la donna, immersa nella lettura di una banale rivista femminile. Pagine su pagine di moda, salute e consigli per gli acquisti, per non parlare dell'oroscopo. Che poi, ci credeva anche, ma ultimamente era come se si fosse stufata di continuare a leggere negatività sotto lo specchietto del suo segno zodiacale. Si alzò controvoglia dalla sedia e si avviò verso di esso, per estrarre le due fette di pane tostato e imburrarle per poi confezionarsi un panino con del prosciutto cotto confezionato e delle fette di mozzarella. Il tutto sempre con una flemma sconcertante, quasi anche trascinando le ciabatte di spugna di qualche numero più grande del suo.

Era un mese che i suoi pomeriggi vertevano verso la monotonia più illogica, ma del resto Christine nulla poteva pretendere dalla sua vita, che aveva iniziato a ritenere insulsa da ormai qualche tempo a quella parte. Un lavoro part time solo di mattina - il giusto per guadagnarsi da vivere e per pagare le spese della casa - una famiglia sfasciata per colpa dell'ormai ex marito e i figli lontani. Per non parlare della penuria di hobby all'orizzonte, almeno ci fosse stato uno di quelli. Aveva provato qualsiasi cosa: corsi di yoga, lezioni di taglio e cucito, corse in completa autonomia per i sentieri di Hyde Park. Nulla tuttavia l'aveva soddisfatta fino in fondo, e su quel fronte aveva bisogno di qualcosa che la smuovesse, qualcosa di stranamente diverso e di divertente all'inverosimile. Forse voleva trovare anche delle anime pie che volessero veramente la sua compagnia, perché da quando quel pezzo grosso e pieno di soldi del marito l'aveva abbandonata, tutti gli amici, o almeno quelli che lei aveva ritenuto tali, si erano defilati poco dopo. Forse voleva trovare una persona che condividesse le sue esperienze e che capisse con che cosa aveva sempre combattuto.

O forse voleva trovare un uomo stabile con cui scatenare le sue più recondite perversioni. Le era sempre piaciuto il sesso estremo fin dalla prima volta che l'aveva provato da giovane. O quantomeno, le piaceva il fatto di essere schiavizzata e presa a sberle. La eccitava, tantissimo. Il sesso fatto così era la cosa migliore che avesse mai avuto la fortuna di provare, ed ora non era disposta per nessun motivo al mondo ad abbandonarlo. Certo, però non aveva mai trovato il coraggio di iscriversi su uno di quei gruppi che condividevano la sua passione. Arriverà, pensava.

Meno male che c'era il figlio a darle delle soddisfazioni, che poi a guardare gli altri, non potevano precisamente essere definite così. Il ragazzo aveva scelto una delle vie più facili per avere una stabilità economica lungo tutta la sua vita, o almeno per una buona parte di essa. Complice il fatto che fosse bello, che avesse un corpo da urlo e un velo di mistero nello sguardo smeraldino, lo avevano portato ad intraprendere una carriera nel porno. Christine andava fiera di suo figlio, non le interessava minimamente se sulla bocca di tutti lei era diventata la madre snaturata che gli aveva permesso di stampare le chiappe su una telecamera e far vedere a tutti le dimensione del suo pene o il modo perfetto col quale riusciva ad usarlo. L'invidia, del resto, è sempre stata una brutta bestia.

Il figlio gli mancava tantissimo, anche se effettivamente abitavano nella stessa città. Il suo lavoro non gli permetteva di andare a trovarla spesso, ma lei in cuor suo sapeva che la pensava. Oh sì, Harry non aveva mai smesso un secondo di pensare a lei e un po' si malediceva per non riuscire mai a trovare un'oretta da dedicarle.

Addentò il panino e aprì il sito dei G-Lads per vedere se ci fosse qualche novità, qualche video nuovo del figlio, qualche serata organizzata proprio da loro per aver la possibilità di partecipare e almeno dargli un piccolo bacio sulla guancia. Ci trovò la locandina di un nuovo video, proprio del ragazzo, che sarebbe stato caricato a breve. Con lui vi era un nuovo giovanotto che non aveva mai sentito nominare prima, ma che la fece sorridere a trentadue denti.

Che bello che era quel ragazzo assieme al figlio. Poco più basso di Harry, un fisico ben scolpito ma anche abbastanza mingherlino, due occhi azzurri da far invidia alle acque più cristalline del pianeta. La foto diceva "Meet the Blue", probabilmente era il titolo del video, e probabilmente quel Blue era riferito proprio a quella sua peculiarità. La foto pubblicata era solo un teaser, un semplice flyer messo in pdf, cose di cui si era informata per capire bene come andasse il virale sui social network e sui siti più visitati dell'intero web, ma comunque prometteva bene. E chissà se al figlio faceva piacere lavorare col cosiddetto novellino o se ancora vomitava la mancanza del suo ragazzo nelle scene. Conosceva Liam, ma non gli era mai piaciuto. Tuttavia dovette stare zitta e non intercedere nelle scelte del figlio, del resto sapeva che se avesse fatto di testa sua, sarebbe andato lontano. Molto lontano.

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Il filmato era pronto. Jack aveva un sorriso soddisfatto stampato in faccia, TJ aveva sviluppato delle foto perfette e Xavier sentiva una scarica di positività nello stomaco. Questo era il modo in cui avrebbero dovuto lavorare negli ultimi mesi, Louis era la persona giusta, e ora ne erano sicuri. Anche se dopo un certo numero di controversie.

Quella sua goffaggine e impreparazione mettevano Harry nella condizione di impegnarsi all'inverosimile. Ma loro tre, potendosi considerare come degli zii per il riccio, sapevano che quell'impegno non era semplicemente dovuto al fatto della conquista di una brillante carriera nel suo lavoro. C'era sotto qualcosa e loro lo avevano notato, ma non erano persone che avrebbero tirato conclusioni affrettate, c'era solo una miriade di pensieri che però arrivavano tutti ad un unico punto, sebbene le direzioni da cui erano partiti fossero differenti per una vasta gamma di motivi.

E in quel momento il loro problema principale era far notare ai due che insieme avrebbero fatto una lunga strada, avrebbero raggiunto la meta predefinita. Il video era qualcosa di ineguagliabile, del resto.

Harry e Louis erano seduti sulle poltroncine di pelle rossa nel salottino e se la stavano ghignando allegramente su una qualche battuta stupida, e da sfigato quale era, che aveva fatto Louis. Il ragazzo dagli occhi blu aveva una spiccata allegria che lo distingueva, sempre se si potesse definire allegria e non coglionaggine a dei livelli estremi. Il sorriso aperto, ampio di Harry lo faceva sembrare un bambino con la sola voglia di giocare con gli amici e di ridere fino all'inverosimile. Ridere, aveva bisogno di questo, da tanto tanto tempo.

Jack li richiamò sbucando solo col capo dalla porta del suo ufficio e i due ragazzi smisero di ridere. Sull'attenti, al richiamo di Jack, sempre, Harry lo sapeva da ormai tanto tempo e Louis stava lentamente imparando quell'unica piccola regola che gli avrebbe fatto guadagnare il rispetto del suo capo.

"Ci hai chiamati, Jack? Qualcosa non va nel video?", chiese legittimamente il riccio, con una visibile preoccupazione negli occhi. Jack sorrise, "No, va tutto benissimo. Vi ho chiamati per farvi visionare il prodotto finale, chiamiamolo così", fece segno ad entrambi di entrare in ufficio e li fece accomodare su due sedie poste davanti ad una scrivania col pc.

"Pronti? Fossi in voi mi munirei di fazzoletti, questo video è di una tenerezza colossale", appoggiò la mano sul mouse e cliccò su play per far partire il video.

"...Harry è sempre stata un'icona per me, se vogliamo definirlo così. Sono un suo fan da un po' di tempo, anche se ho solo diciannove anni, quasi venti. Il porno è una parte importante della la mia vita, o almeno per quel che riguarda il mio tempo libero. Per me, una volta rincasato, era quasi una religione rinchiudermi nella mia camera con una buona tazza di tè ed un video di Harry, conduceva ad una masturbazione molto più fluida e godibile...ma forse sto usando dei paroloni troppo azzardati. Diciamo che ho sempre goduto a vedere il corpo di Harry destreggiarsi nei filmati che registrava, e quando ho visto l'annuncio, non ho perso tempo. Ed ora eccomi qui, e il mio primo video l'ho fatto con lui. Non potrei essere più felice...", la voce stridula di Louis, di qualche ottava più alta del normale, risuonava nelle casse e il fatto che stesse cominciando a diventare musica per le orecchie di Harry era un punto a favore per il ragazzo dagli occhi blu. Harry ascoltò le parole di Louis sorridendo, mentre con il pollice accarezzava leggermente la stoffa dei suoi pantaloni. Quasi un gesto involontario, sta di fatto che dava conforto ad entrambi.

E davvero Louis quasi pianse quando invece sentì le parole di Harry, "Ho conosciuto Louis per caso, guardando il video del suo provino. Mi ha fatto impazzire dall'inizio, questo ragazzo mi sta dando davvero ai matti. Ho voluto lanciare una sfida a Jack dicendogli di prenderlo, dicendogli che sarebbe stato all'altezza di ciò che la compagnia faceva, ed è stato così. Non potrei essere più fiero della mia scelta e mi auguro che ci siano altre collaborazioni tra di noi...Louis mi piace, parecchio, e se la compagnia lo perdesse sarebbe un problema. Louis è una persona da ammirare seduto comodo su una poltrona...non mi stancherei mai di farlo..."

Forse era stato un bene che i due non avessero assistito a queste registrazioni, la sorpresa ne aveva fatto valere la pena. E Louis ci pensava, ci pensava un sacco. Ci pensava anche durante il tragitto dall'agenzia al parcheggio, dove Harry aveva lasciato la macchina, perché non aveva trovato un posto che fosse uno più vicino, quella mattina.

"Harry?", disse, camminando qualche passo indietro al riccio.

"Mmhm?", mormorò in risposta l'altro, girandosi appena appena per guardarlo. Louis sorrise ed abbassò il capo, "Grazie..."

"Grazie di cosa, Louis?", Harry si fermò e sbarrò gli occhi. Non capiva per quale motivo lo stesse ringraziando, del resto non aveva fatto nulla.

Louis si avvicinò e gli lasciò un bacio leggero sulla guancia, "Grazie per essere come sei...", poi lo superò e ricominciò a camminare verso la macchina. Harry rimase di sasso, gli occhi se si fossero potuti spalancare più di quanto già non fossero, lo avrebbero fatto tranquillamente. Si rigirò e corse per raggiungerlo, gli prese una mano e intersecò le loro dita, "Grazie a te, Louis...piccolo mio..."

Louis sorrise di nuovo, gli occhi gli stavano lentamente diventando lucidi, "Dai avanti, riportami a casa che altrimenti Arianne mi farà un interrogatorio!"

Cosa gli stava facendo quel ragazzo dagli occhi blu, cavolo! Non lo sapeva ancora, non era ancora arrivato il momento di dirlo con certezza e di ammetterlo a se stesso, eppure era un effetto che mai aveva provato sulla sua pelle prima d'ora. Nemmeno con altri. Nemmeno con Liam.

Eppure Louis, beh, Louis glielo aveva fatto provare, senza ombra di dubbio. Così come non puoi dubitare che il Monte Bianco è il più alto d'Italia. O che fare un giro sul London Eye costa un occhio della testa. O che i francesi non girano con la baguette sotto al braccio. Nessun dubbio, ma tante tante domande per la testa. Harry però era determinato a rispondere ad ognuna di esse, era finito il tempo delle domande senza risposta.

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"Pronto?"

"Louis, come stai?"

"Bene, bene...e tu?"

"Io bene, tu non mi pare...mi stai dicendo una bugia, vero? La tua bacheca Facebook parlava chiaro..."

"No, giuro, sto bene...qualche giorno fa ero demoralizzato, ora sto molto meglio"

"Ok, ti credo...ho voglia di vederti, quando hai un po' di tempo libero per me?"

"Devo incastrare gli impegni, ma tu fammi sapere quando vieni..."

"Lo farò, mi sentirai molto presto...ciao Louis"

Presto quanto un messaggio subito dopo...

Ti penso ogni sera...mi manchi, Louis. Tantissimo xx

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