3 - Sleep, baby...sleep
"Oddio, credo di morire!", gridò Louis in preda alle risate, "Ma ti rendi conto?"
"Santo cielo, amico, sei proprio uno sfigato!", rispose Zayn, portandosi la sigaretta artigianale alla bocca, aspirando forte e chiudendo gli occhi, "Solo tu puoi farti una sega e venire dopo nemmeno due colpi!", espirò e ridacchiò istericamente, poi si portò le mani vicino al suo membro coperto dai pantaloni e fece finta di farsi una lavoro di mano, "Aah, sì, Harry, scopami il cul-...ops! Venuto!", lo imitò prendendolo in giro e causando una risata a pieni polmoni di Louis.
La marijuana aveva già fatto effetto da una buona mezz'ora, circolava nei polmoni dei due amici con destrezza ed agilità, come se conoscesse a memoria le strade per arrivare al cervello in poco tempo e senza ostacoli. Zayn e Louis, da un bel po' di tempo a quella parte, forse da che erano amici, organizzavano almeno una serata a casa di uno dei due settimanalmente, a bere birra e a fumare erba. Un accoppiamento deleterio, certo, ma in quei momenti non si erano mai sentiti male, attaccati dalla società per la loro omosessualità o pensierosi su dove la loro vita avrebbe potuto condurli, o ancora su ciò che avrebbe potuto risparmiargli.
"Cioè, quindi fammi capire meglio...", ridacchiò ancora Zayn, seguito dal ghigno nervoso di Louis, "Ti hanno detto di spogliarti e quando è stato il momento di trastullartelo, ti han messo un video di Harry?", chiese.
"Non farmi ridere, bastardo! Sì, comunque...mi è bastato guardare un secondo un fotogramma del figone e sono scoppiato!", rispose ancora ridendo, e prendendo tra il pollice e l'indice la canna che gli passò l'amico. Fece qualche tiro, poi gliela ripassò.
"Quindi cos'hai intenzione di fare adesso?"
"Probabilmente andrò a vendere il culo...", rispose attaccandosi alla bottiglia di birra, "Non diciamolo però troppo ad alta voce, che Arianne ha le orecchie dappertutto! Mi uccide se mi sente dire una cosa del genere!", si fissarono per qualche secondo senza trapelare nessuna espressione od emozione, poi di nuovo scoppiarono a ridere.
Il cellulare di Louis squillò poco dopo, intonando la sua solita suoneria, che in quel momento gli diede fastidio alle orecchie, fatto com'era. Il ragazzo guardò lo schermo e vide che il numero era sconosciuto, o quantomeno non l'aveva salvato in rubrica, per cui sbarrò gli occhi e si chiese mentalmente chi fosse. Zayn nel frattempo continuava a ridere, così Louis cercò di fermarlo, "Zitto, idiota! Mi stanno chiamando! Magari è qualche azienda", Zayn si fermò subito, tenendo la canna tra le labbra e guardando l'amico diventare d'un tratto sobrio e serio, per poi rispondere.
"Pronto?"
"Louis? Ciao, sono Xavier, ti disturbo?", disse la voce dall'altro capo del telefono. Louis quasi fu vittima di un infarto asintomatico tale per cui cominciò a farsi aria con la mano e si alzò dal divano, facendo segno a Zayn con il labiale di non azzardarsi a fare mezzo verso.
"Oh salve...", rispose incerto.
"Per tutti gli dei, dammi del tu!", esclamò frustrato, come se avesse sentito il peso dei suoi trentacinque anni tutto d'un botto, poi continuò, "Senti, ti chiamavo perché abbiamo riguardato il tuo video, e lasciando perdere il finale, in fondo sei quello che ci è piaciuto di più..."
Louis quasi urlò di gioia, ma poi si rese conto di quello che aveva detto Xavier, "Mi stai prendendo in giro? Insomma, dai, ho fatto schifo!"
"Se ad Harry Styles sei piaciuto, proprio schifo non hai fatto! Harry sa quello che dice!", chiosò Xavier.
"H-Harry Styles? Quell'Harry Styles? No, mi stai davvero prendendo in giro...", rispose ridacchiando amaramente.
"No, non sto scherzando, ti vorrebbe vedere domani per un secondo provino, o meglio un incontro molto informale...presentati alle dieci domani mattina allo studio di Jack!", disse fermo.
"Uff, non so, Xavier...forse non sono adatto e mag-..."
"Pensaci, hai tempo fino a domani mattina. Se non ti presenterai, pace. Ma Louis, fossi in te non mi perderei un'occasione del genere!", consigliò l'uomo, aspettandosi una risposta positiva dal ragazzo dagli occhi blu, che però non arrivò.
"Ci penso, dai...ma non so quanto sono all'altezza...grazie Xavier!"
Si salutarono, poi Louis chiuse la chiamata e si andò a risedere sulla poltrona, appoggiando sulle ginocchia i gomiti e passandosi le mani sul viso.
"Che è successo, amico? Hai una faccia! Sembra che tu abbia visto un fantasma!", gli disse Zayn, leccando l'estremità della cartina per far su la seconda canna d'erba della serata.
Louis alzò il viso e lo guardò, "Harry mi vuole rivedere e fare un secondo provino!", sussurrò, quasi disperatamente.
Zayn, dal canto suo, quasi cadde dal divano, "E quindi? Cosa fai ancora qui? Vatti a far bello!"
Louis stette ancora un istante in silenzio, a pensare, poi sbuffò, "Ma che cazzo faccio? Mi presento là e faccio cilecca un'altra volta? Poi figurati, con davanti lui verrò solo a guardarlo!"
"Come sei tragico! Cerca di star tranquillo! Toh, ti lascio questa...fattela domani mattina così arrivi là che sei fresco come una rosa!", gli allungò la canna davanti agli occhi. Louis rise e gli diede una botta scherzosa alla mano, facendo poi ridere anche l'amico. Andarono avanti con quella risata isterica per qualche minuto, poi Zayn si bloccò, "Louis, vacci, non hai niente da perdere! E poi, vuoi mettere incontrare Harry dal vivo? Non far l'idiota per una volta e vai!", gli consigliò il moro. Louis ci pensò ancora per un secondo, poi battette il pugno sulla coscia determinato, "Fanculo! Ci vado!"
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Harry Styles stava seduto davanti alla scrivania di Jack, mentre guardava e riguardava e faceva ripassare le foto di Louis quasi con ammirazione. Erano meravigliose, scattate con la luce giusta e mettendo in risalto i particolari in un modo perfetto. Come, del resto, non si poteva dire che quel Louis non fosse perfetto. Il regista ne aveva fatte stampare delle copie in più, alcune più piccole, altre addirittura tascabili. Harry avrebbe voluto che ne stampasse altre milioni di copie, immaginandosi sdraiato sul tappeto di camera sua nudo e con tutte le foto a ricoprirlo. Non c'era che dire, quel Louis lo aveva colpito particolarmente. E soprattutto aveva bisogno di qualcuno di nuovo sulle scene.
Tyler, Aiden e Lenny...sì, belli, molto, ma provati e riprovati.
Jack Base...no, troppo narciso, gli avrebbe rubato il protagonismo assoluto nella scena.
Riley...bellino anche lui, ma troppo troppo passivo.
E poi c'era Liam Payne, il suo ragazzo, ma anche con lui si era stancato di girare scene. Anzi, si era stancato totalmente di lui, ma non sapeva come dirglielo.
Si erano conosciuti due anni prima sul set di una scena particolare che Jack aveva voluto fargli fare assieme, e da lì era scattata una scintilla strana. Certo, i primi tempi, o almeno da un anno e mezzo a quella parte, era sempre stato rose e fiori tra Liam ed Harry, però nell'ultimo periodo Harry aveva iniziato a stancarsi della presenza del castano al suo fianco. Voleva nuove esperienze, voleva nuove emozioni. E si chiedeva per quale motivo avesse accettato di fidanzarsi due anni prima, insomma, era sempre stato uno spirito libero. Non desiderava legami, desiderava solo viversi la vita al meglio, fare porno, fare sesso e godersi i piaceri. Ora se ne era reso conto del tutto, doveva solo ammettere a se stesso concretamente che si era in realtà scocciato della relazione con Liam.
Due colpi forti sulla porta risvegliarono Harry dai suoi pensieri, "Avanti!", disse cordialmente Jack. Una ragazza dai capelli ramati e troppe efelidi sul naso aprì di scatto la porta, "Jack, c'è un certo Louis Tomlinson che ti cerca...dice di avere un appuntamento con te, ma io non l'ho segnato sull'agenda...", disse la ragazza, diffidente.
"Oh, sì certo, fallo entrare...lo ha chiamato ieri Xavier per avvisarlo, ma non ti abbiamo avvertito che avremmo aggiunto anche lui alla lista degli incontri di oggi...", rispose Jack, mantenendo lo sguardo sullo schermo del pc, "Avanti, fallo entrare pure..."
La ragazza annuì ed uscì dalla porta gridando il nome del ragazzo, poi lo fece presentare sulla soglia e se ne andò. Louis fissava per terra, non aveva il coraggio di guardare in faccia le persone che lo avevano provinato il giorno prima e che avevano assistito dal vivo ad una sua cilecca. Oh, santo cielo, che vergogna!
Vide un'ombra avvicinarsi a lui e, più si avvicinava, più sentiva il rumore dei passi. Distinse la leggiadria di essi e sapeva che avrebbe potuto riconoscerli anche lontano un miglio: erano i passi di Harry Styles. Sapeva talmente tante cose di lui, aveva fatto ricerche e aveva guardato i video fino alla morte, per cui ora era come se fosse un conoscente da tanto tempo. Eppure lui, dal vivo, non l'aveva mai visto.
"Ciao Louis!", disse il riccio, ma notò che l'altro non accennava ad alzare il capo. Gli posò due dita sotto il mento e glielo sollevò forzatamente, "Ciao, Louis!", ripeté scandendo le parole. Il viso di Louis rimase di sasso alla vista di quello perfetto di Harry, ma quello del riccio non fu da meno. Fu accecato dalle iridi di Louis in un nano secondo, le quali lo portarono all'estasi immediata. Quanto erano belle, quanto erano luminose, quanto erano eccitanti. Scopabile. Sì, quel ragazzo era fantasticamente scopabile. Cilecca o no, era intenzionato a convincere Jack che Louis fosse davvero la scelta giusta per la loro compagnia, nonché una mossa di marketing azzeccata al meglio.
"Vieni, siediti qua...", gli disse il ragazzo, mentre Jack lo osservava da dietro la scrivania con sguardo birichino. Sapeva che Harry avesse trovato, o anche solo intravisto, delle potenzialità particolari nel ragazzo, nonché gli fosse rinata la voglia di fare sesso come lo faceva un tempo. Per lavoro, certo, ma anche per passione. E a Jack serviva la passione. Harry condusse Louis sull'altra sedia libera davanti alla scrivania, "Vuoi un caffè o qualcos'altro da bere?", chiese, ancora in piedi, per metterlo a suo agio.
"Un bicchiere d'acqua andrebbe b-bene...", balbettò, non spostando mai lo sguardo da Harry, nemmeno dopo che annuì e andò verso il frigorifero per afferrargli una bottiglietta. Jack guardò prima Harry, poi Louis. Vide lo sguardo di Louis seguire Harry in ogni suo movimento, vide come osservava i muscoli del ragazzo che si tendevano ad ogni passo e ad ogni minimo movimento e il regista non poté che scuotere il capo divertito. Portò le dita davanti al viso di Louis e le fece schioccare, per attirare la sua attenzione.
"Ragazzo!", esclamò per farlo riprendere dalla trance, "So anch'io che Harry è molto bello, ma non ti far distrarre proprio ora!", ridacchiò, facendo imbarazzare Louis tanto che arrivò ad abbassare il capo, ad arrossire violentemente e ad unire le mani sopra le cosce. Harry ammiccò senza farsi vedere perché si era accorto dello sguardo che il ragazzo gli aveva riservato. Voleva però evitare di farlo paralizzare come aveva fatto Jack.
Il ragazzo alzò il capo leggermente quando Harry tornò verso la sedia. Si sedette accavallando la gamba destra sulla sinistra ed appoggiò la guancia alla mano che aveva depositato sul bracciolo della sedia di pelle nera. Louis deglutì, poi prese coraggio, "Non c'è Xavier?", chiese ricordandosi che la sera prima proprio lui l'aveva chiamato.
"No, Xavier sta scrivendo delle scene con TJ, non può raggiungerci", rispose Jack, poi raccolse le foto di Louis dalla scrivania e le fece ripassare, "Allora Louis, innanzitutto come ti senti?"
"Vuoi la verità?", ridacchiò, "Sfigato e imbarazzato!"
Harry prese la parola, "Dovresti tranquillizzarti, sai? Del resto questo è solo un colloquio informale...non ti mangiamo!", disse.
Oh, puoi anche mangiarmi subito in questo momento, pensò Louis.
Anche se mi piacerebbe che tu mi mangiassi e mi succhiassi tutto, pensò Harry.
Menti sincronizzate inconsapevolmente, ed occhi completamente puntati gli uni negli altri. Tensione sessuale? Forse.
"Parliamo del tuo video, Louis...", disse Harry, prendendosi la responsabilità di spiegargli ciò che lui e Jack avevano pensato.
"Oh, santo cielo, quella schifezza? No, preferirei di no!", esclamò Louis, portandosi la mano davanti agli occhi e coprendoseli.
"E invece non è una schifezza, sai?", rispose Harry. Louis aprì due dita e sbirciò da dietro di esse, non pronunciandosi, ma facendo finire il riccio, "Certo, è vero, sei venuto subito non appena hai visto il mio video, e non posso che esserne lusingato da una parte. Ed analizzando il video e le tue foto, non posso che complimentarmi con te. Sei intelligente, bello, hai un culo da paura e un pene fantastico, e scusami la finezza, ma è così...", disse Harry.
Louis non credeva alle sue orecchie. Ad Harry Styles, il suo Harry Styles, l'attore porno prediletto, lui era piaciuto. Lo aveva riempito di complimenti e lui avrebbe voluto saltargli addosso in quel momento e baciarlo fino a che non avesse avuto più fiato.
"Ora, ti propongo ciò che io e Jack avremmo pensato...", ricominciò, guardando il regista per ottenere la sua approvazione, il quale annuì sorridendo, "Si sta progettando un film particolare, sempre basato sulla letteratura, ma bisogna ancora capire bene come strutturarlo...nel frattempo, potresti girare una scena con me...e per farlo, io e te dovremmo conoscerci meglio..."
"E cosa dovrei fare?", chiese Louis.
"Dovresti passare la notte con me...diciamo, domani notte...ho bisogno di sapere un sacco di cose di te, ho bisogno di parlare ed estrapolare ciò che mi serve per capire bene come trattarti sulla scena...capisci, no?"
Louis annuì, certo capiva benissimo. E poteva dire di no? In fondo, se lo sarebbe fatto anche lì su quella sedia, con davanti Jack, e fanculo alla vergogna, "Ok, domani notte quindi?"
"Accetti?", chiese stupito Harry. Nessuno prima di Louis aveva accettato di passare la notte con lui per conoscerlo meglio, sapendo dove si sarebbe potuti finire.
"Certo, se ne hai bisogno per la scena, non vedo perché no!", disse il ragazzo, facendo urlare di gioia le farfalle dentro al suo stomaco.
"Perfetto, allora ci vediamo qua davanti, diciamo...domani sera alle sei?", chiese Harry. Louis acconsentì all'orario, poi fu richiamato di nuovo da Jack, "Louis, devi firmare il contratto, ma lo farai dopo che avrai passato la notte con Harry...ti faccio solo fare un piccola sigla sul foglio della privacy e del divieto di divulgazione, poi firmerai il contratto vero e proprio. Tieni conto che si parla di un guadagno cospicuo ad ogni scena, dipendentemente dal grado e da ciò che si fa all'interno di essa...", spiegò Jack.
"Posso sapere qualcosa in più o è troppo presto?", chiese Louis incerto.
"No, non è troppo presto!", rispose Jack, "Tu sarai assunto in prova giusto per la prima scena, in base alle visualizzazioni e ai consensi decideremo poi che ruolo occuperai nella compagnia. La scena ha un guadagno differente in base al tipo...è coinvolto ogni tipo di piacere sessuale, con la bocca, con le mani, coi piedi, BDSM...in base a ciò che acconsentirai a fare, avrai il tuo compenso..."
Louis annuì, poi finalmente si alzò dalla sedia, "Va bene, accetto...", disse di nuovo, come se i due non avessero capito che stava esultando internamente come un ragazzina infoiata, "Ci vediamo domani, allora, Harry?", disse allungando la mano perché gliela stringesse. Harry annuì ed accettò la stretta, "Certo, Louis, a domani".
Il ragazzo salutò anche il regista, poi uscì dalla stanza e si andò a rifugiare in bagno. Controllò che non ci fosse nessuno, poi si appoggiò con le braccia al lavandino, si guardò nello specchio e sospirò, "Guarda cosa sei diventato, Louis! Un attore porno! Non ti vergogni di te stesso? Sai cosa stai facendo?", disse tra sé e sé, poi abbassò lo sguardo e pensò per qualche secondo, prima di rialzarlo e di rispecchiarsi, "No, non mi vergogno di me stesso. Ad Harry piaccio, io lavorerò con lui, farò quello che ho sempre amato da esterno, non mi interessa il resto e i pareri bigotti della gente!", esclamò sempre da solo, quasi alzando il tono di voce.
In quel momento la porta del bagno si spalancò e Louis poté vedere l'immagine di Harry dallo specchio. Harry sorrise quando lo vide, "Capatina al bagno?", chiese ammiccando. Louis accennò un sorriso a labbra chiuse ed annuì. Il riccio si avvicinò alla figura di Louis e gli si piazzò dietro, appoggiandogli le mani sulle anche e facendo sì che la sua schiena fosse attaccata al suo petto. Louis gemette quando sentì il rigonfiamento di Harry sopra il suo sedere. Era grosso, non c'era che dire, e si chiese se almeno per un po' fosse stato a causa del suo incontro con lui. Harry abbracciò Louis da dietro, stringendogli poi la vita e baciandolo sulla guancia, "Non ti preoccupare, Louis. Sarai bravissimo, già lo so!", gli disse, poi si staccò e andò verso uno dei tre bagni, "A domani", gli fece l'occhiolino poi si rintanò. Louis non sapeva però che Harry già si era segnato il suo numero di telefono, rubandolo dai documenti che Jack aveva sulla scrivania mentre lui era intento ad inserire i dati di qualcosa di cui non voleva nemmeno averci a che fare.
Louis arrossì, blaterò un "a domani" a sua volta, poi raccolse le sue cose ed uscì velocemente dal bagno, anzi dall'edificio. Era iniziata la sua rovina. E quella rovina portava il nome di Harry Styles.
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Di nuovo quella suoneria maledetta, di nuovo quel suono stridulo nelle orecchie. Non era la sveglia, quella volta, e non era nemmeno una chiamata entrante di Xavier. Era un altro numero sconosciuto. Sbuffò raccogliendo il telefono dal divano ed osservò per qualche secondo il numero lampeggiando sullo schermo, poi si decise a rispondere, "Pronto?"
"Louis?", la voce roca e sensuale dall'altro capo parlò e Louis ebbe un infarto istantaneo. Era Harry, maledizione, era quell'adone di Styles. Dove aveva trovato il suo numero? Oh, ma per dio Louis, il problema ora non è dove ha trovato il tuo numero, ma come fare a riprenderti da questo attacco di cuore improvviso.
"Harry, ciao...", balbettò ridacchiando imbarazzato, "Come mai mi chiami?", scemo di un Louis, ma ti sembrano domande da fare?
"Volevo cambiare i piani per oggi, se non ti crea troppo disturbo...", rispose il ragazzo, ridendo internamente per la goffaggine del ragazzo che aveva scelto di far entrare nella compagnia.
"Oh!", esclamò Louis. Ecco, lo sapeva, lo avrebbe dovuto immaginare. Harry lo aveva scelto non per qualche motivo particolare, ma solo perché avevano bisogno di un attore in più. Altro che balle, Louis non era di certo il ragazzo perfetto, il tipo di uomo che sarebbe potuto piacere a Styles. Perché si era illuso, "No, fa niente, cioè...se non puoi, non ci sono problemi..."
"No, ma che hai capito?", lo interruppe Harry, "Certo che posso, figuriamoci! Non mi perderei mai una giornata con te...", chiosò sinceramente il riccio, facendo perdere di nuovo un battito al ragazzino ingenuo, "Volevo solo chiederti se è un problema per te venire a casa mia direttamente...è inutile che allunghiamo il percorso passando dalla sede, no?"
Louis volle morire, davvero. Se avesse avuto a portata di mano un coltello, si sarebbe trafitto lo stomaco, "S-sì, nessun pro-problema...mi daresti l'indirizzo?"
"Certo! Abito sulla Cornwall Street, al numero 7. Hai presente?", chiese Harry per assicurarsi che Louis avesse capito. Louis mormorò in risposta, "No, non molto, come faccio a giungere lì coi mezzi?"
"Devi scendere alla fermata Stratford, sulla central line", spiegò il riccio. Si accordarono sull'orario dell'appuntamento, che risultò essere alle sei, poi Harry ricominciò, "Ah, Louis...vestiti comodo! Mettiti una tuta, o qualcosa del genere...ti propongo una serata alternativa!". Louis si accordò con Harry sugli ultimi dettagli, poi chiuse la chiamata.
Si lasciò cadere con un tonfo sordo sul divano, sfregandosi la faccia frustrato. Rimase in quella posizione per qualche secondo, poi aggiunse anche l'altra mano. Quando poi le tolse tirò un ringhio ad alto volume, facendosi sentire probabilmente da tutto il vicinato. Harry gli aveva detto di mettersi dei vestiti comodi. Si alzò e corse verso lo specchio a muro e vide la sua misera immagine riflessa, "Harry vuole che mi vesta comodo! Harry vuole che mi vesta comodo! Louis, stai calmo, devi stare calmo!", disse alla sua figura, "Harry vuole fare sesso con te, Harry ha di sicuro in testa quell'idea! E tu Louis, che minchia ci fai ancora davanti allo specchio?", insomma, stava facendo tutto da solo. Si faceva domande e si dava anche le risposte.
Fu posseduto da una scarica elettrica che manco il miglior attacco di Pikachu e corse verso la camera da letto per prendere i vestiti ed andare così a farsi una doccia calda e calmante, ma ogni volta che apriva un cassetto e credeva di avere tutto in mano, puntualmente dimenticava qualcosa di importante. La prima volta dimenticò le mutande, la seconda la felpa, la terza i calzini. Meno male che la testa ce l'aveva ancora attaccata al collo, o sarebbe stato un totale disastro.
"Amore di Arianne tua, dove vai così di fretta?", disse la donna, uscendo dalla gabbiola non appena vide il ragazzo correre verso l'uscita.
"Esco, non torno stanotte, sto fuori a dormire!", urlò Louis, girandosi ma non fermandosi.
"Non andrai mica da quel Zayn? Sai quanto non mi piace...", rispose la donna, "E poi...hai messo la maglia di lana che poi prendi freddo? Hai preso tutto? E smettila di fumare che ti fa male!"
"Arianne...", si fermò Louis, "Si, ho preso tutto, e no, non vado da Zayn...ho una tresca in atto, per cui sii felice per me!"
"Io sono sempre felice per te!", rispose, poi infilò la mano nella tasca del suo grembiule, che avrebbe fatto invidia alla borsa di Mary Poppins, "Sapevo che sarebbe arrivato questo momento...", gli porse un piccolo oggetto incartato, "Tieni, è un preservativo, mi raccomando...se devi fare sesso la prima sera, almeno usalo!". Louis rise, la abbracciò e scappò, "Ti voglio bene, pazzoide!"
Uscì dal cancello correndo come un forsennato e, per tutto il tragitto, ogni cosa che fosse in grado di riflettere anche opacamente il suo viso, era un obiettivo per Louis. Controllò di non avere occhiaie in tutti gli specchietti delle auto parcheggiate lungo la via, controllò di non avere brufoletti residui dell'acne giovanile girando la telecamera del suo telefono verso di sé, quasi che la gente pensò fosse matto e narciso. Del resto, non era normale il fatto che una persona cercasse di farsi autoscatti così come veniva. Andava bene darsi delle arie, ma non fino a quel punto. Quello che però la gente non sapeva era che Louis non si stava dando delle arie, stava semplicemente morendo dentro. Di lì a poco sarebbe arrivato a casa di Harry. Quell'Harry che aveva sognato di incontrare parecchie volte, quell'Harry su cui si era masturbato fino alla morte, quell'Harry che non aveva nulla fuori posto.
Arrivò davanti al palazzo dove viveva il riccio, tipicamente in stile inglese, e si mise ad osservare il citofono. Compose il codice per farsi aprire, e quando la porta scattò, salì le scale verso l'ultimo piano. Fece un respiro profondo e bussò.
"Avanti, entra!", gridò Harry dall'altra stanza e Louis non se lo fece ripetere due volte, anche se l'ansia in quel momento stava avendo la meglio su di lui.
"Permesso?", disse, infilando solo la testa ed aprendo leggermente la porta.
Harry uscì dalla cucina asciugandosi le mani su uno strofinaccio colorato e sorrise non appena lo vide, "Vieni pure, Louis! Accomodati, fai come se fossi a casa tua!", lanciò il cencio sul tavolo della cucina e si dedicò completamente al suo ospite, "Guarda, là c'è l'attaccapanni, appendi pure il giubbotto! Ti aspetto in cucina!", disse e ritornò a fare ciò che stava facendo prima che arrivasse il ragazzo dagli occhi azzurri.
Esatto, occhi azzurri. Cos'avevano di così spettacolare ancora non l'aveva capito, sta di fatto che gli facevano venire una fitta allo stomaco che neanche lui sapeva cosa fosse. Era bello, cazzo se era bello. Non negò di essersi masturbato immaginandosi la sua figura la notte precedente, ma del resto era un attore porno, e l'attore porno ha bisogno di trastullarsi quanto più gli possa aggradare, per mantenere un certo profilo nelle scene e non venire dopo due secondi. Che poi, ultimamente gli ci volevano mesi per venire su una scena. Mentre con l'immagine di Louis e il suo sorriso riflessi davanti a lui, non ci mise nemmeno un quarto d'ora. La sega più bella di sempre. Nemmeno Liam, il suo ragazzo, gli aveva mai fatto un lavoretto di mano di quelle proporzioni, e Liam era rinomato per essere il re delle seghe.
"Eccomi!", esclamò incerto Louis non appena tornò in cucina, catturando la completa attenzione del riccio.
"Bene! Sei pronto per ciò che ti ho preparato?", chiese sornione.
Louis, calmo. Ora ti chiederà di spogliarti e ti scoperà come mai nessuno ti ha scopato prima. Tranquillo, andrà tutto bene. Oddio, no, non andrà nulla bene. Quel mostro che ha in mezzo alle gambe non ci entrerà mai. E se scopre che non fai sesso dalle calende greche? Oh madre santa, farai un'altra figura di merda.
"Mm, credo di sì...?", rispose, ponendola come una domanda.
Harry gli lanciò un grembiule da cucina, "Allora mettiti questo! Stasera cucini tu!", disse Harry sorridendo, "Sai, io credo che per essere un uomo a tutti gli effetti, tu debba saper cucinare. Per cui, olio di gomito e fammi vedere cosa sai fare! Ti ho preparato qualche ingrediente, vediamo come te la cavi!", puntualizzò poi andandosi a sedere su una delle quattro sedie che adornavano il tavolo, accavallando le gambe. Si sarebbe goduto lo spettacolo da dietro, avrebbe osservato quel sedere muoversi a destra e a sinistra e gli sarebbe di sicuro cresciuta un'erezione nei pantaloni. Ma a quello ci avrebbe pensato poi.
Louis, incerto di ciò che avrebbe dovuto fare, si avvicinò al bancone ed osservò ciò che Harry gli aveva preparato. Che cosa avrebbe dovuto fare? Era sempre stato un disastro a cucinare, forse nell'ultimo periodo aveva imparato qualcosa di semplice, ma solo perché Zayn aveva avuto la pazienza di mettersi lì ad insegnargli le tecniche del mestiere. All'improvviso un'idea gli balenò in testa. Si disse di star tranquillo e di farsi scendere l'ansia in qualche modo, anche se, con gli smeraldi di Harry puntati addosso, il suo corpo non aveva proprio intenzione di calmarsi.
Prese la farina, il latte e le uova e le unì tutte assieme in una terrina. Gli avrebbe preparato i suoi pancakes salati al prosciutto e formaggio. Nulla di difficile, ma qualcosa di veramente gustoso. Fece però male i calcoli e risultò che la farina era stata pesata in una quantità maggiore rispetto al latte e le uova, per cui ad un certo punto si ritrovò a mescolare un pasticcio duro e con tantissimi grumi. Le sue braccia mingherline non avevano la forza per farlo, così diventò in un colpo paonazzo e cominciò a fare dei versi inauditi per riuscire a capire in che modo avrebbe dovuto girare la spatola per far tornare quell'impasto gradualmente morbido.
Harry si accorse della fatica che stava facendo e gli volle dare una mano. Si alzò dalla sedia e si diresse verso di lui, sbirciando da dietro la sua spalla ciò che stava preparando, "Che fai?", chiese.
"Che faccio? Nulla, faccio! Sono un disastro, un completo disastro!", sbuffò Louis, poi riprese la spatola in mano e cominciò a sfogare la rabbia su quel maledetto impasto duro da amalgamare, "Non so cucinare, sono uno sfigato, sono venuto senza nemmeno darmi due colpi dopo che ti ho visto in un video. Eppure tu mi hai scelto per diventare il tuo compagno sulle scene, mi hai scelto per diventare un attore porno! Ma che cosa ci hai visto in me? Dimmi la verità, ti facevo pietà vero?", sproloquiò urlando tutto d'un fiato, chiedendosi remotamente nel cervello da dove avesse tirato fuori tutto quel coraggio.
Harry gli disse di stare calmo e lo fece zittire, poi appoggiò il petto contro la schiena di Louis e fece passare le sue braccia al di sotto di quelle di Louis, per afferrare la mano del ragazzo che teneva la spatola, "Tranquillo. Aggiungi solo un poco di latte e vedi che l'impasto verrà omogeneo...basta così, bravo!", riprese a mescolare guidando i movimenti di Louis, fino a che non appoggiò il mento sulla spalla del minore, "Così, bravissimo. Vedi come tutto diventa più morbido e come si addolciscono i movimenti?", chiese, continuando ancora un po', "Movimenti dolci...proprio come te...", gli sussurrò nell'orecchio. Louis girò il viso e smise di mescolare l'impasto, iniziando invece ad amalgamare le sue sfumature di blu con quelle di verde di Harry.
I due ragazzi si guardarono negli occhi per qualche secondo, poi il riccio appoggiò delicatamente le labbra a quelle di Louis, che chiuse gli occhi e ricambiò il bacio. Le loro bocche si muovevano in sincronia, mischiarono i loro sapori per un bel po', fino a che Harry non sollevò di peso Louis tra le sue braccia e si fece strada verso la camera da letto, tutto quello mai smettendo di baciarlo. Lo appoggiò al materasso morbido e profumato di ammorbidente, facendolo sdraiare e sovrastandolo con tutto il suo corpo. Lo baciò ancora, e ancora, e ancora, assaporandolo e degustandolo piano e dolcemente, poi iniziò a spogliarlo e a fare lo stesso coi suoi vestiti.
"H-Harry...", mormorò Louis.
"Shh, piccolo...voglio farti vedere come di solito io faccio l'amore...", lo zittì e riprese a baciarlo in ogni centimetro di pelle esposta del ragazzo, fino ad arrivare al suo pene turgido ed eretto contro lo stomaco. Afferrò la base con la mano e con la bocca cominciò ad assaggiare la punta, che sapeva ancora di pulito e di liquido pre-seminale. Gli succhiò la punta con maestria e Louis gemeva ad ogni azione del ragazzo, "Oh dio, Harry..."
Si risollevò dal corpo del suo amante e si tolse i boxer, l'ultimo indumento che gli era rimasto addosso. Il suo pene grosso, lungo e longilineo librò nell'aria e se ne stette per qualche secondo dritto e fiero. Louis lo osservò con l'acquolina alla bocca. Stava per fare sesso con Harry. Aveva davanti agli occhi il pene di Harry e lo stava osservando realmente, non attraverso uno schermo. Harry gli aveva appena succhiato il pene. Stava per caso sognando? Oh, chissenefrega Louis, goditi il momento, stai tranquillo e fai sesso con Harry, il resto verrà dopo, "Mi insegnerai a fare l'amore come fai tu nelle scene?"
"Oh, piccolo, ti insegnerò molto di più!", esclamò, "Ma voglio godermi il tuo corpo, non voglio girare un porno stasera!", disse ancora, poi portò le dita davanti alla bocca di Louis, perché le umettasse. Louis lo fece fino a che Harry non gli disse che così sarebbe potuto bastare, portò una delle tre davanti alla sua apertura e sfregò, provocando un gemito di Louis, poi ne inserì due per allargarlo, "Aah, Harry...dio Harry...", gemette di nuovo il minore, lasciandosi completamente andare al tocco del maggiore.
"Ti piace così Louis? Dimmi che ti piace, dimmi cosa vuoi!", chiese retoricamente Harry.
"Voglio te, Harry...ti ho sempre voluto, lascia che ti senta, Harry!"
"Come desideri, piccolo!", rispose il riccio, poi sovrastò di nuovo il minore, portandogli le gambe contro al suo petto ed orientando la sua punta umida verso l'entrata. Infilò il suo membro lentamente, per non fare male al ragazzo sotto di sé e soprattutto per farglielo sentire interamente. Entrò fino in fondo e Louis gemette ad alto volume, perché la punta già aveva sfiorato in qualche modo la sua prostata.
"Muoviti, Harry, per piacere...", mormorò Louis ed Harry ubbidì. Cominciò una serie di movimenti lenti, per far godere Louis e per far godere oltremodo se stesso.
"Ti piace, piccolo? Ti piace ciò che senti?"
"Dio sì, ti prego Harry...più veloce, più forte...", ansimò il ragazzo, facendo uscire dal fondo della sua gola piccoli urletti di piacere estremo, "Harry, vengo...sto venendo, Harry...", disse Louis dopo venti minuti di movimenti e di colpi repentini al suo fascio di nervi, "Oh dio, sì, sì, così... , vengo, veng-..."
E venne, cazzo se venne. Su tutto il suo stomaco ed anche leggermente sul collo. Harry continuò a spingere al suo interno, a farsi strada dentro quel canale stretto e caldo, fino a che i muscoli di Louis non lo strinsero completamente e non lo spremero fino all'orgasmo, "LOUIS!", gridò il riccio, riversandosi al suo interno e realizzando solo in quel momento di non essersi messo una protezione. L'impeto del momento. Si sarebbe scusato.
Ripresero il respiro, poi Harry si allungò verso il cassetto del suo comodino ed afferrò dei fazzoletti per pulire Louis, "Louis?", disse, non appena portò le mani nel posto dove aveva rilasciato il suo seme, "Louis, scusa! Sono un deficiente, non ho nemmeno messo un preservativo! Però ti giuro, sono pulito, faccio i test ogni mese per il lavoro che faccio!", si giustificò.
Louis sorrise, ricordandosi delle parole di Arianne, ma scrollando le spalle, poi si allungò verso Harry e lo baciò, "Non mi interessa, ti credo! E poi, è stato magnifico, questo sì che mi importa!", Harry sorrise, poi gli diede un bacio in fronte.
"Dormi, piccolo. Dormi..."
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