2 - Up for it? Yes, I am!
"Jack!", esclamò Niall, quando lo vide entrare attraverso l'ingresso principale.
"Niall, amico, come andiamo?", rispose l'uomo, andando verso il bancone, sorridendo a trentadue denti ed allungando la mano in modo che gliela stringesse.
Niall era il proprietario del pub al di là della strada, dove sorgeva la struttura principale di lavoro dei G-Lads, ed uno dei più famosi della zona, per la musica live tutti i week end e la Guinness che scorreva a fiumi ogni sera. Era un bel ragazzo biondo, alto, a modo suo anche sexy e non aveva mai detto la sua età, ma tutti presumevano stesse tra i venticinque e i trenta. Aveva aperto il locale cinque anni prima, preso da un improvviso attacco di voler cambiare la sua vita in meglio, e il regista, nonché capo supremo, dei G-Lads si era subito innamorato di come lo aveva arredato e della sua forza di volontà di riuscire a gestirlo al meglio. Per non parlare di quante volte aveva pensato che sarebbe stato soddisfacente farsi dare una bottarella da lui, ma quella era un'altra storia.
Certo, perché Jack , come diceva sempre lui, prima di essere un regista di film per adulti e CEO di quella compagnia amatoriale, era un esperto d'arte e letteratura, ma soprattutto un uomo come gli altri. Gay, certo. Il suo primo assistente TJ lavorava con lui dall'inizio, almeno da quando la compagnia fu venduta nel 2010 proprio a Jack. Xavier Xander, l'altro assistente, era stato una delle punte di diamante dei G-Lads, contando un sacco di consensi sul suo corpo e sul suo modo di lavorare, ma arrivato ad un certo punto decise che forse sarebbe stato meglio continuare come assistente ed aiutante dei ragazzi.
Il punto era che la compagnia era in cerca di un nuovo ragazzo da assumere e il pub del ragazzo biondo era sempre stato il luogo preferito di Jack dove far svolgere i provini.
"Ho bisogno della tua stanza sul retro, Niall!", gli disse Jack. Niall continuò ad asciugare i boccali e sorrise maliziosamente all'uomo, "Sei ancora in cerca di un ragazzo che faccia parte della tua compagnia?"
"Sì, sei mesi fa i provini sono andati malissimo, nessuno è stato all'altezza della situazione, ma non posso andare avanti così. Ho resistito, ma adesso me ne serve uno davvero...poi non posso far fare sempre le stesse scene al mio pupillo, capisci? Lo voglio far spiccare con qualcuno di nuovo!", rispose Jack, portandosi la mano sulla fronte e sospirando affranto.
"Certo, stai parlando di Harry, non è vero?", rispose Niall, guadagnandosi un segno di assenso da Jack, "Cavolo, quel ragazzo è davvero un tornado quando si tratta del suo lavoro! Lo deve amare davvero tanto"
La porta del locale si aprì poco dopo ed entrarono altri tre ragazzi, vestiti con una tuta comoda e con i capelli ancora bagnati, probabilmente per la doccia post registrazione, "Ciao Jack! Ciao Niall!", disse il più basso dei tre, un ragazzo moro molto bello, con dei lineamenti quasi da bambino, e gli altri due imitarono il saluto ondeggiando la mano.
"Ciao ragazzi! Pranzo? Vi porto le liste?", disse Niall ed i tre annuirono, "Elyse, per favore, dì a Daniel di portare le liste ai ragazzi e di prendere le loro ordinazioni!"
"Ci penso io, Daniel sta ancora pulendo la sala sul retro! Gli faccio portare poi i piatti quando saranno pronti!", disse una ragazza mora, saltando giù da un bancone di legno, dove era seduta e dove si stava beatamente limando le unghie. Ma Niall di certo non le diceva niente, non la rimproverava. Era la sua scopata giornaliera, o per meglio dire era quella che gliela dava ogni giorno da ormai due mesi, e lei forse su di lui un po' di potere ce l'aveva. Non voleva di certo rischiare che la ragazza in questione si fosse rifiutata di servirgliela sul piatto d'argento, come ogni notte. Forse, non era solo sesso, forse era qualcosa di più. Ma nessuno dei due avrebbe voluto ammetterlo così su due piedi, bastava del sano sesso senza impegni. Soddisfatti o rimborsati, e di rimborsi ancora non ne avevano chiesti.
Jack e Niall cominciarono poi una conversazione per l'organizzazione e la successiva prenotazione di quella sala, quanto gli sarebbe costata per tutto il giorno e quanto Niall avrebbe dovuto di conseguenza insonorizzarla. Andava bene tutto, ma far sentire i gemiti dei ragazzi che facevano masturbare davanti alla telecamera per tutto il locale non era proprio la cosa migliore da fare. Avrebbe perso clienti, e non era proprio né il caso, né il momento giusto di farlo.
"Daniel, vieni, ci sono i piatti da servire!", chiamò ad alta voce Elyse, per attirare l'attenzione del nuovo cameriere, ancora nell'altra sala con scopa e spazzolone in mano. Il ragazzo, riccio, coi capelli neri, con un paio di occhiali spessi da nerd per far apparire maggiormente quei suoi occhietti leggermente visibili, talmente erano piccoli, ed un look da acculturato, uscì dalla sala posteriore, pulendosi le mani contro la stoffa del grembiule verde scuro che portava dalla vita in giù e che gli fasciava tutta la zona interessata. Il ragazzo si sollevò gli occhiali bene sul naso e si avvicinò alla morettina, ma non vide un filo della corrente a terra, ed inciampandoci quasi cadde a terra. La sua salvezza fu proprio Elyse, che riuscì a recuperarlo con le braccia e ad evitare che sbattesse la faccia rovinosamente.
I tre ragazzi al tavolo videro la scena e ridacchiarono leggermente, ma uno dei tre ridacchiò quasi più per tenerezza, che per sfotterlo. Lo guardò per qualche secondo, fino a che Lenny non gli fece schioccare le dita davanti agli occhi, "Terra chiama Tyler! Terra chiama Tyler!"
Tyler si girò e scosse il capo, "Sì? Che vuoi, Lenny?"
"Vuole che ti stavi mangiando con gli occhi quel ragazzo!", rispose il terzo, Aiden. Erano tutti e tre dei bronzi di Riace in miniatura, oltre ad essere belli come il sole. Chiunque si sarebbe accorto di loro, ma quella volta fu al contrario Tyler ad accorgersi della tenerezza di un ragazzo. Di solito non andava così, di solito erano gli altri che cadevano ai suoi piedi. Eppure quella volta il cuore di Tyler, che pareva di pietra, si sciolse leggermente a quella vista.
"Ma che cazzo dite? E' un imbranato! Guardatelo!", recitò cercando di mantenere quel suo profilo da duro, ma ormai non la dava più a bere a nessuno, soprattutto ai suoi due amici. Sapevano che Tyler avesse un angolino nel cuore in cui aveva risparmiato un po' d'amore, ma guai a dargli contro, perché lui voleva solo far trasparire quella sua immagine di stronzo impenitente.
Daniel, da dietro il bancone, prese in mano i due piatti con i panini, che avrebbe servito ai tre, e si avvicinò lentamente al tavolo, quasi vergognosamente, fino a che non arrivò ed inciampò un'altra volta, forse nei suoi stessi piedi. Fece cascare leggermente il piatto sul tavolo, non rovesciandolo grazie al cielo, ma facendo schizzare un po' di maionese sulla maglietta proprio di Tyler. Gli altri due spalancarono gli occhi, probabilmente sapevano che di lì a poco avrebbe fatto una scenata colossale, da checca isterica quale era, e comunque non sarebbe stata la prima volta. Tyler rimase in silenzio, ad ascoltare le ripetute scuse di Daniel, si pulì con un tovagliolo, poi sorrise, "Non ti preoccupare, capita!", gli mise il tovagliolo nella mano, e spingendo verso il palmo le dita una ad una, gliela chiuse. Il ragazzo arrossì violentemente, "Grazie...prego...scusa, ehm, io-...", sbuffò frustrato, poi corse via, nascondendosi in cucina e beccandosi di nuovo i risolini dei ragazzi e un'occhiataccia da Elyse. Niall non si era ancora accorto, e fu un bene, pensò la ragazza, o lo avrebbe licenziato in men che non si dica.
Lenny sorrise, guardando prima Tyler, poi di nuovo il barista, che con lo sguardo fermamente puntato verso il lavandino, stava lavando le poche stoviglie rimaste, "Uhuh, ti piace, non è vero?", disse appoggiando i gomiti sul tavolo e guardando Tyler sbattendo le palpebre. Tyler fece sparire il sorrisino da ebete che gli si era formato sulla bocca e si girò verso l'amico, "Oh smettila! Al massimo sono io che posso piacere a lui! Dico, mi hai visto?", si indicò il corpo.
I due rotearono gli occhi e finirono il loro panino senza continuare a parlare di Tyler, anzi concentrandosi sul racconto dettagliato delle loro scene appena girate. Quanto era figo Paul, quando era grosso e prestante il pene di Brandon, o ancora di quanto fosse estremamente penetrabile il sedere di Ashton.
Quando fu tempo di lasciare il locale e tornare sul set, nella palazzina di fronte, Tyler si offrì di pagare ed andò alla cassa. Aspettò che Daniel si recasse al registratore e che battesse lo scontrino, continuando a guardarlo per fargli anche solo alzare il viso leggermente. Ma quel viso proprio non voleva sollevarlo, era rimasto troppo imbarazzato. Prese un bigliettino da visita del locale dall'espositore e, rubando una penna proprio sotto i suoi occhi, lo girò e cominciò a scrivere. Pagò il conto, poi allungò il bigliettino nelle mani di Daniel, gli fece un occhiolino ed uscì.
Il giovanotto rimase di sasso, non riuscendo di nuovo a spiccicare mezza parola, e quando non ci fu più mezzo segno dell'attore porno, lo girò e lesse il contenuto, <<Non riesco a capire se preferisco la tua goffaggine, o la tua tenerezza. 555-74529, scrivimi, così posso salvare il tuo numero. xx Tyler>>
Era sicuramente un miraggio, o un sogno. Tyler Hardwood in persona non poteva di certo avergli davvero lasciato un bigliettino col suo numero. Oppure sì, ma solo per guadagnarsi un'altra preda da scopare forte dopo il lavoro. Oh bè, d'altro canto non era una brutta proposta. Daniel doveva solo trovare il coraggio e le giuste parole da scrivere nel messaggio, ma lo avrebbe fatto, oh se lo avrebbe fatto.
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Sognò quell'inserzione pubblicitaria tutta la notte, lasciando un meritato spazio anche a qualche fotogramma del pene di Harry. Quanto gli piaceva quel ragazzo, non sapeva nemmeno lui definire quanto gli faceva partire gli ormoni. Era il sesso su due gambe, anzi, era il porno su due gambe. Smanacciarsi con un suo video davanti agli occhi, vederlo dentro lo schermo sfondare il culo a qualche suo collega era come il nuovo Paradiso per Louis. Che poi, attivo o passivo, non gli interessava molto, l'importante era vederlo.
Era la cosa più bella che gli capitò di vedere, forse esagerava, forse no, ma non sapeva nemmeno lui quanto potesse essere attraente, in tutto e per tutto. Aveva un corpo meraviglioso, alto, slanciato, i ricci che gli cadevano sulle spalle - e che mai avrebbe voluto che si tagliasse, gli davano un'aria più selvaggia, soprattutto nei video – per non parlare di quegli occhi verdi, che, santo cielo, lo mandavano ai matti.
Insomma, era palese che fosse rimasto parecchio interessato, e anche dopo averci pensato ed essersi fatto mille paranoie su quello che avrebbero potuto dire i suoi cari, i suoi amici – Arianne soprattutto - si decise quantomeno a provarci. Sul sito ufficiale vi erano elencate tutte le istruzioni su come presentarsi e cosa portare, oltre ovviamente ad una lista di requisiti particolari.
Maggiorenne, ok. Diplomato, ok anche questo. Bella presenza e bel viso, si forse anche questa ok. Amante del sesso, oh dio, si questa tantissimo. Gay, eh va beh, neanche bisogno di dirlo.
Sì, i requisiti c'erano tutti. Mancavano solo le foto, ma non sapeva come farsene delle belle evitando l'autoscatto. Ok che qualche selfie non andava mai male, dall'alto così non avrebbero evidenziato i difetti, ma dal davanti aveva bisogno di qualcuno che gliele facesse. Sì, il problema era trovare qualcuno che non si fosse scandalizzato a vederlo nudo e che, soprattutto, non facesse domande sul motivo per cui si stava facendo quelle foto. E quel qualcuno lo trovò in Zayn, che grazie al cielo di domande ne fece poche con la promessa di riparlarne poi, ma tirò fuori dalla macchina fotografica i migliori scatti che gli erano mai stati fatti. Da dietro, da davanti, di profilo, in primo piano. Tutte mettevano perfettamente in risalto i suoi lineamenti e le sue caratteristiche, senza contare quelle che ritraevano solo il sedere e il suo amichetto là in mezzo alle gambe.
Infilò le foto, stampate su carta lucida a4, in una cartellina trasparente col modulo compilato con tutti i suoi dati, ed uscì di casa.
Tremava. Tremava letteralmente quando si ritrovò fuori dal locale, dove si sarebbero tenuti i colloqui. Tremava talmente tanto che quasi quasi pensò di alzare i tacchi e fare retromarcia verso casa, per continuare a cercare altri lavori nella ormai solita monotonia giornaliera. La vocina nella sua testa cominciò a imitare le voci delle persone più vicine a lui, come se volesse ricordargli ancora una volta l'opinione che avrebbero potuto avere. "Oh Dei dell'Olimpo, Louis, tesoro di Arianne tua, ma un lavoro da persona normale?", "Amore di mamma, l'importante è che usi il cervello", "Vai, amico, farai un mega figurone! Poi con quel cazzone lì!". Arianne, sua madre e Zayn. Certo, quelle positive erano di più, quella di Zayn era addirittura poco raffinata, e forse davvero non stava sbagliando. Poi, ogni lasciata è sempre persa, quindi provarci non gli sarebbe costato poi così tanto.
Fece un respiro profondo, mise la cartelletta sotto l'ascella ed attraversò la strada verso l'ingresso del locale. Ci entrò e si guardò un po' intorno. C'erano un sacco di ragazzi, alcuni già a petto nudo, tutti oliati, profumati ed alcuni addirittura in mutande, che parlavano tra di loro. In qualche angolo qua e là i più determinati si erano già trovati qualcuno da limonare duro. Forse quello meno disinibito era proprio lui. Si sedette quindi su una poltroncina, più lontano dagli altri e cominciò a succhiare per il nervosismo i cordini del cappuccio della felpa. Quasi li distrusse, "Oh, amore, tu devi succhiare di un bene...", gli disse un ragazzo passando di lì ed ammiccando verso di lui. Passivo, sicuro. Come lui. Per cui fare culo a culo come i polli non era proprio la cosa a cui aspirava di più. Peccato, perché era proprio bello. Certo, nulla in confronto ad Harry Styles, non confondiamo la merda con il cioccolato. Però un giro di walzer lo avrebbe fatto molto volentieri.
Si rese conto che mano a mano la folla stava diminuendo, avanzarono dopo due ore solo lui ed un altro ragazzo. Non gli era stato difficile capire che il regista e gli altri colloquianti avevano liquidato tutti quelli prima di lui, perché nessuno di loro era uscito col sorriso o esultando.
Il ragazzo che c'era lì con lui si alzò dal divanetto e, senza dire né a né b, si diresse verso la porta, sculettando e dandosi tutte le arie dell'intera rosa dei venti. Che stronzetto, avrebbe almeno potuto dire qualcosa come "Vado prima io" o "Non ti dispiace se ti passo davanti?". No nulla. Ecco, forse adesso avrebbe iniziato a pregare la madonna e tutti i santi di farlo uscire con la coda tra le gambe e una delusione. Non potevano prendere una cosa come lui, dai, neanche un po' di fisichino aveva. Il Karma era una puttana, e lui ci credeva tantissimo.
Le sue preghiere furono esaudite dieci minuti dopo. Sentì delle urla dentro la sala, pur essendo insonorizzata, per cui dovevano essere davvero forti, e poi il ragazzo scostare le tende con violenza e lasciando il locale, borbottando bestemmie ed imprecazioni contro tutti. Louis rimase di sasso, spalancò gli occhi e quasi non riuscì più ad alzarsi dal puff dove era rimasto seduto per tutto quel tempo.
Poco dopo sbucò una testa bionda dalle tende, "E' avanzato ancora qualcuno?", disse il ragazzo guardandosi attorno, vedendo poi Louis, "Tu sei qui per i provini?". Louis annuì senza proferire parola, così l'altro sorrise e gli fece segno di avvicinarsi. Uscì dalla sala e gli allungò la mano, perché la stringesse, "Ciao io sono Xavier, aiuto Jack e TJ con i provini. Allora, sei pronto?", chiese.
Louis arrossì ed annuì velocemente, anche se in realtà aveva voglia di scappare lontano e non farsi vedere più da nessuno, anzi addirittura nascondersi nel più lontano paese di montagna in una baita piccola piccola coperta interamente dalla neve. Xavier allora fece un cenno di assenso col capo e lo accompagnò all'interno.
"Ciao! Tu sei...?", chiese Jack.
"Louis...Louis Tomlinson", disse quasi balbettando, poi si fece un appunto in testa di rimanere tranquillo ed evitare di fare il vergognoso, altrimenti non l'avrebbero nemmeno calcolato.
"Bene, Louis, accomodati sul divano...", disse Jack, indicandoglielo e cercando di metterlo a suo agio il più possibile. Era bello, davvero bello, già da vestito, per cui non osava immaginare da nudo. Xavier si alzò dal tavolo ed andò verso di lui per prendere la cartellina con il foglio pre compilato e le foto, poi tornò dagli altri due, che esaminarono il tutto in silenzio, per almeno tre minuti o giù di lì. Louis si voleva mangiare le mani, voleva strapparsi la carne dal palmo, dalle braccia e dai polsi, a rischio di strappare anche i tatuaggi che si era fatto. Il nervosismo gli aveva dato alla testa, e lui non sopportava essere nervoso. Lo riduceva ai minimi termini, per dio, quasi non spiccicava parola quando lo era.
I tre uomini sorrisero una volta posate le foto sul tavolo, poi cominciarono un piccolo interrogatorio per assicurarsi che quello che aveva scritto fosse vero. Del resto, traspare in viso quando si sta dicendo una bugia. E Louis voleva basare quel provino sulla verità, doveva evitare di dire cazzate, seppur fossero state innocenti.
"Allora, Louis...", cominciò Jack, "Come mai ti sei presentato a questo provino? E soprattutto, dove hai trovato l'inserzione?"
Louis arrossì, "Dunque...stavo guardando un vostro video l'altra sera, e alla fine di esso mi è apparsa la schermata, e ho pensato che avrei potuto farci un pensierino..."
"Ti sei masturbato durante il video?", chiese Xavier.
Louis voleva vomitare, non gli piaceva dire in giro che si toccava, e anche violentemente, quando guardava quel tipo di video, "S-sì...", rispose incerto.
"Raccontaci qualcosa di te...in breve, certo, ma qualcosa di particolare in modo che possiamo conoscerti meglio...", continuò Jack, ammiccando alla precedente risposta di Louis. Il giovane pensò per qualche istante a cosa avrebbe dovuto rispondere, avrebbe dovuto trovare degli argomenti interessanti, o l'avrebbero liquidato in quattro e quattr'otto, come avevano fatto con tutti gli altri.
"Ehm...dunque, ho diciannove anni, mi sono diplomato non tanto tempo fa ed ero in cerca di un lavoro, per risparmiare i soldi...voglio iscrivermi alla facoltà di psicologia, credo di essere abbastanza bravo a capire le persone...sono stato liquidato proprio l'altro giorno ad un colloquio, perché ho avuto a che fare con una frustrata, chissà da quanto non-...va bè, meglio che sto zitto...credo di aver sempre saputo della mia omosessualità, ed ora ne vado fiero...", sorrise, poi fece un gran respiro e continuò, "Per quanto riguarda il porno, bè...sono sempre stato un frequentatore di siti, non me ne vergogno, è una cosa che mi piace fare, è un piacere per me com'è un piacere per voi avere dei clienti fissi...però, credo di aver capito una cosa...il porno che fate voi non è il classico porno volgare, è qualcosa di molto di più...solo il vostro ispirarvi alla letteratura mi piace molto..."
Jack sorrise, ma voleva capirci qualcosa di più, perché ok, che si ispiravano alla letteratura ormai lo sapevano tutti, però nessuno di loro era mai andato a fondo, "E qual è il video che si ispira alla letteratura che ti ha colpito di più?", domanda trabocchetto. Nessuno di tutti quelli che aveva provinato fino a quel momento era stato in grado di rispondergli intelligentemente.
"Credo che sia "A thing of beauty", la scena con David e proprio il qui presente Xavier...credo che la poesia di Walt Whitman abbia reso perfettamente l'idea...", rispose sicuro. Sorrise, poi cominciò a decantarla, l'aveva imparata a memoria ed era una delle poesie migliori che avesse mai letto.
We two boys together clinging,
One the other never leaving,
Up and down the roads going, North and South excursions making,
Power enjoying, elbows stretching, fingers clutching,
Arm'd and fearless, eating, drinking, sleeping, loving.
No law less than ourselves owning, sailing, soldiering, thieving, threatening,
Misers, menials, priests alarming, air breathing, water drinking, on the turf or the sea-beach dancing,
Cities wrenching, ease scorning, statutes mocking, feebleness chasing,
Fulfilling our foray.
Jack, Xavier e TJ rimasero in silenzio, di sasso e con gli occhi illuminati. Questo sì che era degno di entrare nella compagnia, solo per l'intelligenza che aveva mostrato. E dalle foto, sapevano anche che avrebbe mostrato una certa bravura nella parte più erotica del provino.
"Credo di non avere parole, complimenti, Louis...", disse Jack, "Ora però, tu sai che dobbiamo passare alla parte più concreta del provino, no?". Louis annuì, già sapeva a cosa stava andando incontro, "Bene, ti potresti spogliare e mostrarci i tuoi lati A e B? Fallo sensualmente, fallo come se stessi per fare l'amore col tuo fidanzato"
Ha, fidanzato! Era una vita che non aveva nemmeno una one night stand, figuriamoci un fidanzato. Non faceva sesso dalle calende greche, e se non fosse stato per la sua grande voglia di masturbarsi ogni sera, forse la prima volta che se lo sarebbe fatto riaprire, sarebbe stata una tortura. Ma non demorse, anzi cominciò a spogliarsi sensualmente, girandosi ogni tanto per far vedere bene le sue forme. Quando fu quasi il momento di togliersi i boxer, i tre uomini davanti a lui fecero partire un filmato davanti a lui di una scena che avevano girato. Non sapeva chi fossero gli attori, ma comunque erano dei bei manzi, per cui la stoffa dell'intimo cominciò a stringersi sempre di più, fino a che non accolsero interamente il suo rigonfiamento. Jack sorrise ammiccando soddisfatto, poi si godette la scena quando Louis cominciò a togliersi le mutande.
Le foto forse non rendevano bene l'idea, però davvero, Louis aveva un gran bell'amichetto tra le gambe, e soprattutto quel filmato lo aveva eretto alla perfezione. Se ne stava lì, dritto e fiero, lungo e rosa, duro e umidiccio sulla punta carnosa, la quale chiunque avrebbe avuto voglia di succhiarla e gustarla totalmente.
"Bene, Louis...vedo che abbiamo un gran bell'arnese, complimenti di nuovo...", Louis arrossì leggermente, forse perché in fondo andava fiero del suo pene, "Ora ho bisogno che tu ci faccia vedere come ti masturbi...sai, abbiamo bisogno di capire se sei adatto, quanto ci metti, come gemi, come vieni e quanto vieni...è importante per noi, poi sarai libero..."
Louis annuì vergognosamente, ma quando sul video la scena cambiò e ne cominciarono a proiettare una con Harry Styles, a Louis quasi venne un infarto. Quanto era bello, quanto scopava bene! Prese il pene tra le mani, gemendo leggermente al contatto con la pelle fredda del suo palmo, e cominciò ad immaginare il pene di Harry allargargli completamente la sua porta sul retro, colpendogli la prostata ad ogni stoccata. Venne in meno di un minuto, urlando ed esplodendo letteralmente. Che figura di merda, pensò. Ci aveva messo poco, ma la colpa non era sua, era di quel maledettamente meraviglioso attore che ormai sognava quasi tutte le notti. Jack si portò una mano sulla fronte, esasperato per la pessima performance, e
Xavier scosse il capo, insieme a TJ. Louis sbarrò gli occhi, completamente preso male. No, non poteva essere, era davvero venuto subito, non appena Harry gli si era presentato davanti.
"Louis...", cercò di iniziare Jack, ma il ragazzo lo interruppe.
"NO!", quasi urlò, alzando una mano per bloccare qualsiasi parola stesse per uscirgli dalla bocca, "Lo so, faccio schifo, ho fatto cilecca, me ne vergogno e non poco! Ma non ci posso fare niente, quel ragazzo mi rende un pezzo di cioccolato sciolto a bagnomaria...", si rimise le mutande, ripulendosi velocemente, e si rivestì, "Scusate se vi ho fatto perdere tempo, arrivederci", disse ed uscì dal locale, nemmeno salutando il proprietario.
Jack uscì dalla sala poco dopo e Niall lo guardò storto, "Neanche l'ultimo?"
"No, neanche l'ultimo...peccato però!", rispose affranto, abbassando il capo, "Harry mi ucciderà"
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Jason Base continuava a sbuffare, da almeno mezz'ora a quella parte. O forse addirittura anche da prima. Non capiva come mai Jack e TJ avessero deciso di metterlo sempre meno in evidenza durante le scene, era sempre stato uno dei più bravi nella compagnia. Ma adesso c'era questo Harry Styles. E com'era bravo Harry, e com'era bello Harry, e che mega pene aveva Harry. Certo, il suo era nella norma, non della grandezza di una colonna di un tempio greco, però il suo sedere e quel suo corpicino minuto ma ricoperto di tatuaggi sexy aveva sempre fatto faville. E poi, anche lui aveva degli occhi chiari e belli, cos'avevano quelli di Harry in più dei suoi? La rabbia gli stava crescendo in corpo.
"Quanto mi sta sul cazzo questa cosa, non puoi capire! Ti sembra corretto nei miei confronti? No, certo che no!", disse agitando le mani da propria checca isterica, seppur fosse uno dei pochi nella compagnia ad essere bisessuale e non completamente folgorato solo dal villo maschile.
Martha, la make up artist ufficiale della compagnia, migliore amica di Harry e segretamente innamorata di Jason, non sapeva più da che parte stare. Il cuore le diceva di seguire la strada dissestata e difficilmente percorribile di Jack, la mente le diceva di non cedere alle sue moine e alla sua bellezza, ma di restare coi piedi per terra sulla strada, invece ristrutturata, di Harry, "Dai, J, non te la prendere! Vedrai che Jack e TJ riusciranno a trovare una scena adatta a te, dove sarai il protagonista indiscusso!", disse Martha, cercando di rendere omogeneo quel suo colore cadaverico, tipicamente appartenuto all'inverno inglese.
Jason sbottò e si alzò dalla sedia, quasi rovesciando il porta pennelli di Martha – pennelli a cui per altro teneva un sacco – e quasi tutti i trucchi firmati MakeUp Forever, Benefit ed altre marche molto costose e sconosciute a qualsiasi umano che non sapesse nemmeno come spalmarsi un fondotinta. Si girò e la guardò seria, "Tu non sai nemmeno con chi stai parlando, bella! Io sono Jason Base, io non mi faccio rubare il posto da un comune attorello da due soldi come quello Styles! Hai capito?", urlò. Martha spalancò gli occhi ed annuì col capo, ma lievissimamente, "No, certo che non hai capito! Del resto, ti ho scopato solo una volta, come hai fatto a capirlo! Pff, principiante!", le disse, duro e impassibile, spostandosi il ciuffo, poi uscì dalla stanza del make up sbattendo la porta e lasciando la ragazza quasi in lacrime.
Non era colpa sua, si ripeteva ogni giorno, se si era innamorata di Jason, se era cascata come una pera cotta nella trappola del ragazzo. Sì, ci era già finita a letto una sera, era stato meraviglioso, l'aveva scopata proprio come desiderava di esser scopata da tanto tempo. Poco a poco, le attenzioni e le carinerie che gli aveva riservato la fecero diventare completamente succube dei suoi occhi chiari e del suo viso infantile ma sexy come pochi. Però, era vero, non lo sopportava quando faceva queste scenate. E non sopportava il fatto che ce l'avesse con Harry, il suo migliore amico. Sapeva che in qualche modo quella farsa si sarebbe risolta, prima o poi, ma lei doveva dedicarsi al continuo battere del suo cuore per il ragazzo. Chissà se sarebbe riuscita a farlo innamorare di lei.
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"Oh dio, si, scopami quel culo, Harry...sfondamelo", continuava a ripetere l'attore, passivo, che stava girando la scena con Harry. Harry glielo stava completamente rompendo, non ci stava però mettendo né passione, né altro. Non vedeva l'ora di finire quella tortura, venire in poco tempo e smetterla con tutte quelle stronzate.
Era un po' di tempo che tutti gli attori che gli venivano affidati non lo soddisfacevano e quindi le scene le girava alla bene e meglio, senza però metterci troppo impegno e troppa enfasi. In alcune di quelle si era addirittura fatto fare una piccola puntura per farselo andare in tiro, perché proprio con quell'attore il suo pene non ne voleva sapere di alzarsi. Probabilmente anche su quella scena non vedeva l'ora di finire, e quel ragazzo sotto di lui continuava a ripetere le stesse cose.
"Oh, si, ah ah ah...", solo versi o frasi come "scopami il culo" o "infilami il cazzo". Certo, ogni tanto andava bene una frase del genere durante un rapporto sessuale, sia domestico, sia sul set, ma il porno non era solo quello, per lui, come non lo era per i suoi capi. Aveva subito trovato un'intesa con loro durante il suo primo provino. Però evidentemente non tutti la pensavano come lui, anzi, come loro.
Finì la scena venendo sulla schiena del ragazzo e dandogli un bacio giusto perché ci stava bene, ma quando la telecamera si spense, raccolse velocemente le sue cose ed andò nel suo camerino a farsi una doccia e a lavarsi via il risultato orgasmico di quel filmato senza senso. Si rivestì, non appena ebbe finito, poi andò davanti allo studio di Jack e bussò tre volte, facendogli capire che fosse proprio lui. Era l'unico che bussava in quel modo.
"Vieni Harry, siediti...", disse Jack, ancora con gli occhi sul computer, non appena il riccio aprì la porta, "Che c'è?"
"Dimmi che ne hai preso almeno uno decente ai provini di oggi...", esordì, lasciandosi cadere sulla sedia di pelle dello studio di Jack.
"Ehm...guarda, Harry...", iniziò il regista, ma il ragazzo lo interruppe, "Sì, lo so già, facevano tutti cagare e nessuno era alla mia altezza...", Jack annuì alla sua risposta, "Però capisci che io non posso lavorare così? Oggi ancora stavo rischiando che mi facessero andare in tiro il cazzo con una puntura, Jacky! Basta! Ho voglia di una nuova sfida, qualcosa di diverso!", esclamò scocciato Harry.
Jack annuì di nuovo, portandosi le dita sulle tempie e cominciando a pensare ad una soluzione per il suo attore migliore. Non poteva dargli un'altra delusione, doveva davvero trovare una nuova sfida per Harry, almeno avrebbe ricominciato a lavorare per passione e non solo per obbligo. Si ricordò dei vari filmati, entrò nella cartella del pc, e lo cercò tra tutti.
"Guarda, questo ragazzo mi stava piacendo molto, fino a che non ha fatto cilecca, guardando proprio un tuo video! Te lo faccio vedere, è l'unico che forse avrebbe avuto il privilegio di essere assunto...ma così come ha fatto lui no, mi dispiace"
Harry guardò attentamente il filmato di quel ragazzo. Era molto bello, piccolo, mingherlino e impacciato. Sì, era vero, aveva fatto cilecca, era venuto subito con nemmeno due colpi dopo aver visto il video di Harry, cosa della quale il ragazzo andò più che fiero, egoisticamente. Sorrise leggermente, poi quando il filmato finì, si girò di nuovo verso il regista, "Questo mi piace, tanto, Jack!"
"Sì, Harry, ho capito che è bello, ma non possiamo prenderne uno così, comprendi?", cercò di spiegargli Jack, "E' troppo impacciato, non ci possiamo permettere di insegnargli tutto!"
"Oh, di quello non ti devi preoccupare! Ci penserò io ad insegnargli tutto, lo sai che per me è un piacere farlo! Chiedigli un colloquio con me presente, e ci penserò io", disse Harry, ottenendo solo uno sguardo perplesso da Jack, "Dai ti prego, fallo per me! Giuro che non ti deluderemo, né io, né lui! Accetti la sfida?"
Jack lo guardò nuovamente per qualche altro secondo, poi sospirò non appena Harry gli fece la sua solita faccia da cucciolo, "E va bene! Accetto la sfida!"
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