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17 - La lettera di Louis

Piccola dedica per questo capitolo a @pinkingwords

Enjoy! Love ya, Lappi & Galway <3

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Non aveva fatto in tempo a fare pace con Harry, il giorno della ormai più che famosa festa di Ferragosto, che già avevano litigato di nuovo. Quella volta però era stata molto più pesante, erano volati insulti, non si erano parlati per tanto tempo, pur vivendo lo stesso sotto il medesimo tetto. Louis non riusciva a capire davvero cosa passasse ad Harry per l'anticamera del cervello, eppure nel profondo la principale fetta di colpa sapeva che era di sua esclusiva proprietà. Proprio come quando depositi la firma di un delegato sul tuo conto bancario, il quale può fare tutto, ad esclusione di chiudertelo. E Harry o nessun altro poteva far ricadere la colpa su un'altra persona. La colpa era la sua, solamente la sua, e doveva cercare di trovare una soluzione in fretta per snodarla.

"Caro Harry,

ti scrivo queste parole per parlare di noi due..."

No, no. Pessimo, pensò. Un inizio al di là del pessimo. Un disastro proprio. Decidere se studiare per il test di ammissione o se stendere delle parole per Harry fu una scelta non così tanto difficile. Era comunque ad un livello catastrofico con lo studio, per cui perdere un'altra mezza giornata non sarebbe stato deleterio. Riappoggiò la penna sul foglio.

"Caro Harry,

non conto ormai più le ore da quando te ne sei andato da casa mia e non riesco a fare altro che scriverti queste parole. Sono un vigliacco perché non ho il coraggio di prendere e venire da te a dirtele in faccia, ma questa situazione mi ha davvero debilitato. Il motivo è che non saperti vicino a me mi ammazza il cuore, mi distrugge l'anima.

La mia relazione con te, quella che spero che porteremo avanti per l'eternità, è la mia prima vera storia d'amore. Tu sei la prima persona che ho amato veramente, anzi che amo veramente, perché non posso certamente smettere di farlo da un momento all'altro senza nessuna motivazione particolare.

Tu dirai, "Hai fatto tutto tu, fosse stato per me nemmeno si sarebbe creato questo problema", ed è vero, anche se credo solo in parte. Sappiamo benissimo quanto tu sia una persona testarda, cocciuta, ambiziosa e determinata, soprattutto per quel che riguarda le cose che ami. A volte però mi sembra che tu non riesca ad ordinarle per importanza, forse perché le ritieni allo stesso livello, o forse non lo saprò mai il vero motivo. Mi pare di aver capito che le cose più importanti per te siano il tuo lavoro e l'amore che provi per me, sempre che tu sia ancora convinto di provarlo. E quindi ti chiedo se veramente hai deciso quale delle due cose sia davvero quella più importante. Continuare a lavorare nel porno o vivere una vita serena con me?

Io ovviamente non sono da meno, ma con questo non voglio sicuramente giustificarmi..."

Pensò a quanto fossero vere quelle parole e a quanto le accuse che aveva appena lanciato contro Harry fossero come un riparo per non ammettere a se stesso che, prima del riccio, era lui la vera pietra dello scandalo.

Appoggiò la penna sul tavolo e si alzò per spegnere il bollitore del the che aveva appena iniziato a fischiare. Aprì la bustina del suo Yorkshire preferito, quasi con troppa cura, e la immerse nella teiera, facendola affondare su e giù per qualche secondo, dopo lasciandola completamente a mollo. Alzò il capo e fissò la finestra, attraverso la quale non si riusciva a vedere un granché, perché le tende erano realmente spesse e di voglia di scostarle non ne aveva neanche un po'. Si ricordò di quando Harry lo accompagnò al mercatone del mobile, quando aveva bisogno di un nuovo e semplice tavolino da caffè, ma che quando puntualmente uscì dal negozio con quasi un quarto di stipendio andato e un sacco di cialtronate per abbellire la casa.

Tolse la bustina dalla teiera e la gettò nel cesto dei rifiuti, poi versò il liquido bollente dentro la sua tazza personalizzata, assieme a quel goccio di latte che diceva migliore il sapore. Latte, no zucchero, quello era il suo ordine. Si tirò giù le maniche fino oltre le mani e afferrò con due dita la tazzina, per tornare al tavolo doveva aveva abbandonato carta e penna. Si sedette con le gambe piegate contro il petto, era talmente piccolo e tascabile che la sedia di legno di cedro lo conteneva senza alcun problema. Sorseggiò un po' del contenuto della tazza, soffiando di tanto in tanto per cercare di raffreddarlo. Poi la appoggiò nel centro e riprese la penna.

"...sono una persona cocciuta anch'io, che tu paragonato ai miei livelli non sei nessuno. Sono una vera e propria testa di cazzo, ma sai benissimo che quando mi metto in testa una cosa è difficile che poi qualcuno riesca a farmi cambiare idea.

La questione è che non è che non voglio più fare l'attore porno o staccarmi da te o non lavorare più con te, perché credimi, lavorare con te è il massimo che potessi desiderare. Ti osservavo da anni, godevo sulle tue immagini, oh come ho goduto su quei fotogrammi. Ho goduto talmente tanto che incontrarti non mi è sembrato vero. Fare l'amore con te fuori dal set non mi è sembrato vero, almeno la prima volta, fino a quando poi ho potuto constatare di averti veramente conquistato, di averti avuto veramente vicino a me..."

Mise la penna in bocca, facendola scivolare tra le labbra morbide ma fini, e quasi gli sembrò di avere sopra di esse quelle di Harry, ancora una volta. Quanto era meraviglioso baciare quelle labbra, assaporarle, viverle. Una delle cose migliori che avesse mai sperimentato nella sua intera vita.

"...se ho scelto di intraprendere quel corso all'Università, non è di sicuro perché voglio farti un dispetto. Ho sempre voluto farlo, sono sempre stato bravo modestamente a capire e consolare le persone. Ma forse questo non è il caso. Non so, forse tu sei difficile da comprendere, o forse sono io che mi sto imponendo troppo su me stesso e non sulla vita di coppia che pensavamo di creare. Quella vita che avrebbe visto me e te al centro di tutto. Forse sto divagando, forse dopo tante parole, non sono ancora arrivato al succo della questione...forse non so nemmeno io cosa voglio veramente dire..."

Ma perché era così difficile scrivere quelle parole ad Harry? Come mai doveva scervellarsi più di quando studiava per poter scrivere due frasi in grazia del cielo? Riprendiamo e concentriamoci, pensò.

"...come ti dicevo, questo corso per me è un pezzo di vita. Non tutta, certo, perché della maggior parte di essa ne fai parte tu. La scelta di intraprendere il lavoro che ci accomuna è stata solamente per riuscire a racimolare quei due spicci che mi sarebbero serviti per pagarmi da solo la facoltà, per non far sborsare un euro a mia madre. Devo quindi tutto a questo lavoro, il fatto di esser riuscito ad iscrivermi e di aver incontrato una parte grandissima della mia esistenza. Se non avessi provato non ti avrei nemmeno incontrato e avrei continuato a sognarti di fianco a me nel mio letto a farmi godere e a baciarmi, anche ad amarmi. Sognare non costa nulla, vero? E allora perché non posso sognare anch'io come sogni tu sul tuo lavoro? Questa cosa non deve assolutamente dividerci, bastava semplicemente che ci sedessimo al tavolo e che ne parlassimo come due persone adulte, quali non siamo stati. Siamo invece stati due bambini dell'asilo, ma che dico, loro di sicuro avrebbero risolto senza litigi e senza rancori. E ora guardaci. Separati, io che aspetto che mi suoni il campanello o che penso a decidermi ad uscire da questa casa caotica e venire a fare la stessa cosa da te, per riprenderti nella mia vita, perché è lì che appartieni tu. E penso che tu stia facendo lo stesso, o almeno me lo auguro..."

Gli scese una lacrima fino alle labbra, che risultò essere la più salata che avesse mai assaggiato. Conteneva tutto quello che di più vero ci fosse al mondo, perché era scaturita dalle parole che stava stendendo su quel pezzo di carta. Parole vere, che venivano dal cuore. Quel cuore ferito e triste che voleva solamente contenere il suo Harry, tutto ciò che gli avrebbe voluto donare e tutto ciò che avrebbe preso di quello che gli avrebbe donato lui.

"Non hai idea di quanto io sappia di essere un cretino patentato, se ci fosse un premio in gettoni d'oro per questa categoria sicuramente vincerei quello più cospicuo..."

Eccome se lo sapeva. Era la pura e semplice verità.

"Sono sempre stato un ragazzo che si potrebbe definire uno sfigatello. Il classico secchione coi brufoli, il caschetto, gli occhiali spessi e una voglia innata di studiare, a differenza di tutti quelli che frequentavano la mia scuola, non solo la mia classe. Gli altri pensavano agli intervalli e a baciarsi in giardino, io col libro in mano guardavo fuori dalla finestra, che dava sul cortile, se per caso fossi riuscito a scorgere anche solo un briciolo dell'immagine del ragazzo etero di cui mi ero follemente preso una cotta. Gli altri pensavano a organizzare feste alcoliche e depravate, io pensavo a che capitolo di un libro avrei letto quella stessa sera, a dove avevo lasciato il segnalibro, a quali assurde e coinvolgenti avventure avrei partecipato con la mia mente..."

Quelli che stava raccontando ad Harry nella lettera erano ricordi che significavano molto per lui, lo avevano cambiato parecchio, prima di pensare che non sarebbe mai diventato uno cool come i suoi coetanei.

"...duelli, spade, cavalli, o ancora rapimenti di principesse, storie d'amore da piangere per mesi. E io che mentre leggevo pensavo a quel ragazzo che mi aveva rapito il cuore, o almeno che credevo me lo avesse rapito. Un giorno, durante un intervallo, me lo ricordo ancora come se fosse ieri, quel ragazzo mi fermò in bagno. Eravamo solo io e lui. Mi disse che quello che faceva vedere di sé era perché voleva mantenere una certa reputazione tra le ragazze, che sempre più in gruppetti volevano un'uscita con lui, almeno una volta nella vita. Mi disse che lui avrebbe voluto essere come me e di non cambiare mai, ma mi propose anche di conoscere un po' del suo lato da bad boy. Mi lasciò un bigliettino col suo numero e un sito strano riportato, di cui io non avevo mai sentito parlare. Mi disse di guardarmelo a casa da solo e poi di mandargli un messaggio una volta fatto, con le mie opinioni. Questo fatto lo sto raccontando a te ed oltre a te e lui, nessuno è a conoscenza di quello che poi successe..."

Si asciugò le ultime lacrime rimaste e riappoggiò la penna sul foglio, per non perdere il filo. Quella era una storia importante ed Harry doveva conoscerla tutta prima o poi.

"...insomma, quella sera fortuna volle che mia madre uscì a cena con delle amiche, per festeggiare l'inizio del suo nuovo lavoro e dimenticarsi ancora una volta di tutti i suoi dispiaceri che aveva collezionato nel corso degli anni. Mi misi al computer ed aprii quel sito, che si rivelò essere un sito hard. Io non ne avevo mai visto uno in vita mia, anzi forse mai nemmeno mi era venuto in mente che prima o poi nella mia vita la mia mente si sarebbe proiettata verso il sesso. Per me era tutta una cosa platonica, per me le persone non facevano realmente l'amore, ma si univano amorosamente. Gli organi sessuali per me non esistevano. Eppure anche io avevo un arnese tra le gambe, come tutta la popolazione maschile del pianeta, e quindi mi chiesi come mai non ci avessi mai pensato. Sapevo che i ragazzi si toccavano per stare bene, ma io non avevo mai provato. E poi, quel sito che mi diede racchiudeva video di coppie etero. Io non ero sicuro di essere etero o gay, o forse non mi interessava nemmeno essere categorizzato per chi mi piaceva, ma dopo aver dato un'occhiata a quei video, sicuramente decisi che le donne non facevano al caso mio...

...la sera mi feci una doccia, per lavare via tutta la stanchezza e quello che avevo fatto prima che per me sembrò un peccato. Ma il peccato in doccia si ripeté. Pensai che sicuramente due uomini avrebbero potuto fare l'amore, amarsi fino al midollo, e quindi riflettei su come fosse possibile, seguendo il modello di una coppia tradizionale. Mi toccai, per la prima volta nella mia vita, e mi piacque talmente tanto che ritornai sul sito e cercai la versione solo maschile dei video. Mi ritoccai ancora e così via, fino a che non tornai a scuola e ribeccai il ragazzo. Senza farmi vedere dai suoi amici, per paura di rovinargli la reputazione, gli feci cenno di vederci durante la seconda ora dove ci eravamo visti il giorno prima. Rispettò i patti. Mi chiese come mai non gli avevo mandato un messaggio con le mie opinioni e io gli risposi che erano cose che andavano dette a voce. Ammisi che il sito mi piacque, ma che dovetti cambiare versione. Mi fece entrare in un gabbiotto delle toilettes e mi chiese se fossi gay. Non ci fu nemmeno bisogno di rispondere, che lui mi disse che lo sapeva di già e mi infilò la mano nei pantaloni. Toccò a lui farmi godere quella mattina, ma da quel giorno pensai di non riuscire più a guardarlo con gli stessi occhi innamorati di un tempo. Fino a che non venne a casa mia e mi fece sperimentare per la prima volta cosa volesse dire fare l'amore. Ancora me lo ricordo, ma è una storia che preferisco lasciarmi dietro le spalle. Mi ha fatto soffrire tantissimo..."

Le lacrime ricominciarono a dirotto. Nessuno tranne lui stesso e quel ragazzo della sua scuola era a conoscenza di quella storia e, dopo Harry, pensò che nessun altro avrebbe avuto quel privilegio, se così si poteva definire.

"...mi vergogno molto a dire che ho scoperto il sesso in questa maniera. Ma chiedo a te, amore mio, che tu non mi faccia soffrire ancora così, come ho sofferto in passato. Tu, che mi hai fatto scoprire un altro lato del sesso, tu che mi ha accolto tra le tue braccia dopo aver visto quanto sono uno sfigato. Ti chiedo di lasciarmi fare quel corso e io non smetterò certo di lavorare con te, ma prima vorrei realizzarmi intellettualmente. Io e te continueremo, spero, a vivere la nostra relazione al di fuori delle mura degli studi. Tra le mura di casa nostra, nel tepore delle coperte del nostro letto, nello stupore di tutto ciò che condividiamo e che condivideremo. Io ti amo Harry, non c'è bisogno che te lo dica di nuovo. Mi dispiace per tutto, per essere così come di sicuro tu non vuoi, ma spero che un giorno di questi busserai di nuovo al mio chiavistello, perché non vedo l'ora di riaverti tra le mie braccia e di annusare di nuovo l'odore della tua pelle e dei tuoi boccoli. E perché io sono un vigliacco, che non ho il coraggio di presentarmi davanti a te e chiederti scusa. Questo è il mio appello disperato...ti amo Harry, tantissimo.

Tuo LouLou"

Piegò il foglio e lo imbustò, poi lo infilò nella borsa, convinto che il giorno dopo sarebbe passato a casa di Harry e gliel'avrebbe lasciato scivolare sotto la porta.



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