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13 - Please, Harry, help us with Louis!

CI AVETE ASPETTATO TIPO QUANTO? HAHA, SORRY BOYS AND GIRLS! MA IL CAPITOLO E' QUA ED E' PRONTO PER VOI DA LEGGERE:) ENJOY, LOVE YA<3 LAPPI E GALWAY <3

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Il coro di voci e richiami sembrò essere stato fatto apposta per rivivere la scena di un film, la classica scena che mai nessuno si sarebbe aspettato di poter rivivere nella propria vita reale. E poi, decifrare le espressioni dei cinque non sarebbe stato facile neanche se analizzate meticolosamente da uno dei più bravi strizzacervelli di questa terra. Celavano un miscuglio di tristezza, delusione, sgomento, spavento, perplessità, imbarazzo...e perché no? Probabilmente anche del divertimento. Una scena al di fuori del supponibile, al di fuori del lontanamente immaginabile.

"Mamma, ma-...", sussurrò Louis, "Che co-cosa ci fa-...", non riusciva a spiccicare mezza parola, non gli pareva vero quello che stava osservando. Sua madre, nuda, a letto con un uomo e un'altra donna. Che pareva essere la madre di Harry. E l'uomo era Xavier, "Fatemi un pizzicotto...io sto sognando-..."

"Mamma, si può sapere che cosa stavate facendo?", chiese Harry, interrompendo Louis e cercando di capirci qualcosa. Christine sbuffò, "E tu, da quando non avvisi prima di passare da casa?"

"Ti ho fatto una domanda, prima io per giunta, e gradirei una risposta...non si replica mai con un'altra domanda, mamma...me l'hai insegnato tu...", puntualizzò il riccio, mantenendo la sua posizione dalla parte della ragione. Che poi, di torto lui non ne aveva, solo non aveva avvisato che sarebbe passato. Era sua madre quella che stava bellamente girando un film porno sotto le coperte del suo letto matrimoniale, con un altro uomo e un'altra donna, il letto dove probabilmente lei e suo padre lo avevano concepito più di vent'anni prima. Aspettava la risposta eretto in piedi, con le braccia al petto e lo sguardo a metà tra i corrucciato e il perplesso.

"Harry, io-...", cercò di iniziare Christine, coprendosi perfettamente il seno col lenzuolo. Poi sbuffò, "Oh, Harry, per piacere! Non mi sembra che io abbia fatto nulla di male! E la ramanzina me la fai proprio tu che sei un attore porno? Che ami il sesso più di qualsiasi altra cosa al mondo?"

Louis dall'ultima frase aveva completamente smesso di balbettare, proprio non gli usciva più mezzo suono dalla bocca, le sue corde vocali avevano dimenticato le sette note. Neanche un diapason sarebbe riuscito ad accordargli di nuovo il la della sua voce. Aveva gli occhi gonfi, le lacrime minacciavano di uscirgli da un momento all'altro. Del resto, il discorso di Christine poteva valere solo per il riccio, perché lui sì faceva anche l'attore porno, ma nel suo caso forse era solo questione di mancanza di soldi per studiare. Non era la sua vera vocazione. Doveva comunque ringraziare di aver trovato il compagno che probabilmente sarebbe stato suo per l'intera vita, ma in quel momento non era il pensiero principale che gli attraversava la mente.

Il ronzio che aveva in testa era un misto tra i suoi pensieri e le voci di Harry e Christine che discutevano, quelle di Xavier che cercava di farli smettere e quelle di Lauren che sbuffava esasperata ed imbarazzata. Non gli era facile capire perché entro un secondo sarebbe sbottato.

"SILENZIO!", urlò, portando le braccia lungo il corpo ed irrigidendole in due pugni. Le vene erano facilmente visibili, i muscoli si indurirono sempre di più, i denti stavano digrignandosi da soli, le lacrime cominciarono a sgorgare, "Ora parlo io. Ne ho il diritto, o no?"

Tutti rimasero in silenzio, quasi come se stessero aspettando che la voce di Louis riuscisse ad articolare un discorso serio e valido, Harry gli mise una mano dietro la schiena come per fargli capire che lui c'era in ogni caso e che in quella maledetta faccenda non c'entrava nulla.

"Sinceramente non so per quale motivo vi sia venuto in mente di fare tutto ciò...ma sappiate che mi fate schifo tutti e tre, sebbene non conosca bene la madre di Harry", disse Louis con tono disprezzante. I quattro sbarrarono gli occhi, "Tu Xavier, mi fai schifo perché sono mesi che mi insegui dicendomi di provarci con Harry perché il sentimento che provo per lui è forte, e poi ti trovo a letto a fare queste cose che con l'amore non hanno niente a che vedere. E tu mamma...", girò il capo, non aveva nemmeno il coraggio di guardarla in faccia, "Tu mamma, te la potevi risparmiare una cosa del genere...adesso ho capito perché non trovi un uomo da tanto tempo, perché sei legata al sesso e a queste schifezze come se fossero ossigeno puro per continuare a vivere. E una madre così non so se riuscirò mai a perdonarla"

Si sistemò la borsa sulla spalla e scappò da quella casa. Corse per le vie della città che lo separavano dal suo appartamento, lasciandosi alle spalle anche il suo fidanzato che, appunto, di colpa aveva avuto solo quella di non aver avvisato. Che schifo, ripensò, mentre correva con le lacrime agli occhi. Sua madre stava letteralmente scopando a tre, con un altro uomo e con un'altra donna. Chissà cosa si era consumato sotto a quelle lenzuola, chissà quali atti perversi avevano avuto modo di dimostrare. Oh, dio, che cosa assurda!

Corse veloce, rimanendo quasi senza fiato, fino a casa sua, senza nemmeno girarsi al richiamo del suo fidanzato, che urlava fuori dalla porta facendosi sentire da tutto il vicinato. Fece fatica anche a trovare le chiavi nel suo borsone, quasi imprecando contro tutti e tutto. Quando poi quel maledetto portone si aprì, ancora con le lacrime, fu accolto da un Arianne tutta imbacuccata nel suo scialle, perché quasi cominciava ad accusare il freddo autunnale nelle ossa. E poi, in quella portineria si gelava letteralmente.

"Louis!", lo richiamò urlando Arianne, "Louis? Dove vai?"

Louis si fermò davanti alla porta d'ingresso della sua scala, senza girarsi inizialmente, fino a che accettò il segnale della donna, "Louis, piccolo mio! Cos'hai fatto? Perché piangi?", disse la donna abbracciandolo stretto ed avvolgendolo tra la calda lana del suo scialle fatto a mano.

In quel momento, entrò dal portone d'ingresso un ragazzo moro. Zayn, l'amico di Louis, "Si può? Ho trovato aperto!". Arianne, che non amava particolarmente l'amico di Louis, si girò, ancora con il ragazzo tra le braccia, "Che cosa vuoi tu, eh? Sei stato tu a farlo piangere così eh? Eh certo, e chi altrimenti? Io l'ho sempre detto che quel ragazzo ti avrebbe portato sulla cattiva strada, chissà cosa ti ha fatto stavolta! Ti avrà sedotto e abbandonato! Ma tu lo sai che Louis ha dei sentimenti e che è fragile? Eh? Quanto mai ti ho fatto entrare le altre volte, lo sapevo che non ci si poteva fidar-..."

Louis staccò il viso dal petto di Arianne e la fece zittire, "Zitta, Arianne, lui non c'entra niente! Sono quasi sei giorni che non vedo Zayn, e poi lui è solo il mio migliore amico!"

"Ecco, infatti, diglielo che a me le accuse di questa qua stanno cominciando a dare davvero sui nervi!", sputò Zayn, appoggiando per terra il sacchetto che teneva tra le mani.

"Questa qua? QUESTA QUA? Senti, morettino, un po' di rispetto per la portinaia, non ti azzardare mai più!", urlò contro il moro Arianne. Stava quasi per inscenarsi uno scontro alla Celebrity Death Match, solo che di celebre, lì, vi era solo la rabbia della donna e la scocciatura del moro.

"Oh, per piacere, smettetela voi due, non ho tempo di stare dietro anche ai vostri battibecchi da quindicenni!", sbuffò il castano, "Zayn, avevi bisogno di me?", chiese Louis, tirando su col naso.

"Veramente, ti avevo portato delle guide dell'università. Sono stato all'Open Day e ho pensato di prenderne qualcuna anche a te visto che non potevi esserci...ma evidentemente, non sono gradito qua. Te li lascio qui e me ne vado", spiegò il moro.

"Ma smettila, ed entra...anzi, Arianne per piacere, saliamo in casa, vieni anche tu, non mi va di stare qua nell'ingresso e farmi vedere da qualche possibile condomino", disse Louis.

I due annuirono ancora con le saette negli occhi che si sfidavano, poi seguirono obbedientemente Louis fino sopra in casa.

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"Louis, dove vai? Aspettami, ti prego!", urlò Harry, uscendo in strada solo con la maglietta a maniche corte. Non faceva caldo quella mattina, tanto che gli venne la pelle d'oca. Ma cosa gli importava se non recuperare il suo fidanzato in lacrime che correva verso chissà quale meta. Abbassò il capo, poi rientrò in casa e si chiuse la porta dietro le spalle. Tornò in camera, i tre erano ancora nel letto che parlavano a bassa voce, "Io spero che abbiate una spiegazione più che logica...", disse, afferrando la punta del naso con indice e pollice.

"Harry, lascia parlare me...", iniziò Xavier, facendo zittire le donne, "Non so per quale motivo Louis se l'è presa così tanto, ma ti giuro che per me è normale fare delle cose del genere. Lo sai benissimo che non sono totalmente dell'altra sponda, le donne mi piacciono, e con loro due c'è stato subito del feeling..."

Harry lo interruppe quasi subito, "Ok, va bene, non mi interessa cosa ci sia stato tra voi tre, io sono molto più tollerante di Louis...quello che non mi spiego è perché proprio qua, che sai mamma che ogni tanto passo per recuperare qualche cosa che mi appartiene...", spiegò il suo punto di vista Harry, poi continuò, "Louis è molto più fragile di quello che possiate pensare...ha voluto fare l'attore porno solo per mettere via quei soldi che gli serviranno per studiare, ma non so quanto la sua carriera andrà ancora avanti...per me è un discorso completamente diverso, a me vedere queste cose non fa assolutamente né caldo né freddo, sono anzi addirittura stufo di masturbarmi davanti a dei video di rapporti a tre...", si portò una mano sulla fronte, facendo sbarrare gli occhi alla madre e a Lauren.

"Harry, io...beh, innanzitutto mi dispiace di aver fatto la tua conoscenza così, pensavo in qualcosa di meno informale...", ridacchiò istericamente Lauren, "Però, il fatto che io sia una donna ancora giovane e che non possa fare quanto sesso mi pare ricevendo quei tipi di giudizi da mio figlio, mi fa stare male...le sue parole mi hanno distrutto, e forse solo tu puoi aiutarmi a recuperare...è l'unica persona che mi è rimasta..."

Harry cominciò a scuotere il capo, senza dire una parola, poi ancora più freneticamente, "No! No, no e no! Io non voglio entrarci più di quel tanto in questa faccenda, siete delle persone adulte e vaccinate, siete voi che dovete trovare il modo di risolvere la situazione...nei cazzi ci siete finiti voi, in tutti i sensi..."

Lauren quasi si mise a piangere, Xavier si sfregò il viso esasperato e Christine lo guardò con gli occhi grandi e lucidi, "Harry, per favore...fallo per tua mamma...anzi, no ancora meglio...fallo per Louis, non vorrai mica che l'unica persona che gli vuole bene sia solo tu? Non sei mai stato egoista..."

Harry abbassò di nuovo il capo, poi lo rialzò e li fissò per qualche istante tutti e tre. Pensò a quanto le parole di sua madre fossero vere e quanto amasse Louis. Doveva fare qualcosa per il suo ragazzo, per far sì che davvero l'unica persona nel suo cuore non fosse lui. Aveva bisogno di amore da lui, come aveva bisogno di amore materno. La sua storia era pressoché simile alla sua, anche Louis e la madre erano stati abbandonati dall'uomo che aveva fatto quei cinque minuti di fatica per concepire le loro vite, "Ok, va bene, vi aiuto...ma che sia l'ultima volta, la prossima vi arrangerete da soli, sia chiaro!", esclamò rimproverante Harry, "Ci vediamo domani sera al The Kitchen, il ristorante quello in Park Road, alle 19, non più tardi...e spero che si sistemi tutto..."

"Grazie Harry!", urlarono tutti e tre all'unisono.

"Niente...", rispose Harry, poi si coprì gli occhi e si abbassò per raccogliere la sua borsa, "Per piacere, adesso copritevi che mi fate un po' schifo nudi come i vermi...io vado da Louis, ci vediamo domani"

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"Amore?", chiamò Harry, aprendo la porta dell'appartamento di Louis con le sue chiavi, "Amore, dove sei? Sei qui?"

"E' in camera sua, nel letto...", rispose il moro, uscendo dalla cucina con una soda in mano. La stappò facendola frizzare, "Credo ti aspettasse, ha parlato un po' con me e quella petulante di Arianne, che non so come mai ma mi odia a morte, ma poi si è zittito tutto d'un botto...io vado, comunque...salutamelo...", Zayn si avvicinò all'usciò, poi si girò, "Ah, piacere, io sono Zayn, il suo migliore amico...", strinse la mano con quella di Harry, che non spiccicò parola, anzi lo guardò con gli occhi sbarrati, perché quel ragazzo gli ricordava qualcuno. O qualcosa. Dove l'aveva già visto? O dove l'aveva già sentito nominare? Oh beh, non era importante in quel momento, quel che gli interessava era solo Louis.

Andò verso la camera da letto e trovò Louis sotto le lenzuola a petto nudo, con la faccia seppellita in un cuscino, "Amore mio!", esclamò, facendolo girare.

"Harry!", disse Louis ancora tra le lacrime, "Scusami se sono scappato così, ma non ce l'ho fatta, io-..."

"Shh...", lo zittì Harry. Si tolse felpa e pantaloni, perché in quella casa si moriva di caldo e perché voleva stare un po' più comodo, tirò indietro il lenzuolo e si infilò a letto con Louis, "Shh, amore mio, non devi dire niente...ci sono io qua con te, appoggiati qua amore...", Louis fece ciò che Harry gli intimò di fare e si fece cullare dalla sua tenerezza e dalle sua braccia forti. Lo capiva, lo capiva bene, ma del resto anche le madri e Xavier avevano un minimo di ragione. Ma quello non doveva per forza dirlo in quel momento, "Senti, amore, domani sera ti porto fuori a mangiare in un bel ristorante che conosco, eh? Così almeno ti riprendi un po', ti svaghi e non ci pensi più..."

"Perché non stasera?", chiese Louis.

"Che domande, scemo...stasera c'è Britain's Got Talent, ti sei dimenticato il nostro appuntamento con quel programma?", disse Harry ridacchiando.

"Oh, cielo, come ho potuto...", sorrise Louis, poi lasciò una serie di baci lievi sul petto di Harry, "Ti amo, lo sai?"

"Ti amo anch'io, piccolo...", gli rispose, dandogli un bacio sulla fronte e facendogli chiudere gli occhi, come se stesse vivendo il momento più magico della sua vita, "Però, fossi in te ci penserei, Louis...pensa bene al peso che hai dato alle parole prima..."

Louis sbuffò scocciato, "No, Harry, le mie parole avevano un valore ben preciso, pensavo tutto quello che ho detto...mia madre, soprattutto perché è mia madre e soprattutto alla sua età, non può permettersi di fare la ragazzina assatanata dal sesso, come se non l'avesse mai fatto in quarant'anni..."

"Louis, tua madre ha solo quarant'anni, l'hai appena detto...ha solo te al suo fianco, non credi che sia anche arrivato per lei il momento di fare tutto quello che non ha potuto sperimentare da giovane, visto che ti ha avuto presto?", gli spiegò Harry, sempre tenendolo tra le braccia.

"Non lo so, Harry, io-...quella scena mi ha reso inerme davanti a qualsiasi situazione, mi ha reso inerme anche davanti al lavoro che sto facendo io..."

"Ti chiedo solo di pensarci bene...ricordati che è tua madre e che non ti ha mai fatto mancare nulla nella vita..."

Louis annuì, poi appoggiò la mano sull'addome del suo ragazzo e cadde in un sonno profondo, sempre cullato dalle braccia di cui si era innamorato follemente e che per nessuna ragione al mondo avrebbe lasciato tanto presto.

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Harry non era mai stato agitato in vita sua che in solo tre occasioni. La prima era stata quando Xavier gli rubò la verginità e gli fece scoprire il mondo del sesso tanti anni prima. Pensava che quelle cose le facessero solo i grandi, e che probabilmente lui non sarebbe mai cresciuto abbastanza per farle. Ora però si ritrovava dentro fino al collo, mai avrebbe pensato che il porno sarebbe stata la sua vocazione, la sua vita.

La seconda volta fu la prima volta che vide Louis. Non sembrava in effetti da come si era comportato, eppure quella mattina nell'ufficio di Jack poco ci mancava che iniziassero a tremare anche i mobili. Non sapeva bene cosa ci aveva trovato in quel video, ma sapeva benissimo che quegli occhi azzurri sarebbero stati difficili da dimenticare. Non sapeva neanche che sarebbero diventati di sua proprietà, sola ed esclusiva.

E quella sera, era la terza volta. Quasi si diede una botta in testa da solo per aver avuto quell'idea malsana di fare incontrare i tre con Louis al ristorante. Doveva farsi i cavoli suoi, come sempre, e lasciare che le cose avessero fatto il suo decorso senza il suo intervento. Ma dall'altra parte, come poteva non far riappacificare Louis e la madre? Era tutto vero e genuino quello che pensava, non era il caso di essere egoisti e di tenersi l'amore e l'affetto del suo fidanzato solo per sé.

Scelse un outfit casual, molto easy a dire la verità, ma per non dar nell'occhio, per non far capire a Louis che la serata sarebbe stata incentrata sulla riappacificazione. Per non far capire a Louis quello che stava per succedere. Era nervoso, in ogni caso, parecchio nervoso.

Teneva il volante della macchina come se stesse subendo una tortura e un dolore che mai gli era stato afflitto, le nocche bianche, i denti stretti. Louis se ne accorse, "Amore, che succede?", disse appoggiandogli una mano sopra la sua, che teneva il cambio come se fosse un joystick mal funzionante che gli stava facendo perdere una partita a Tekken.

"Uhm?", mormorò, girandosi verso Louis, seduto compostamente sul sedile passeggero, "Niente, niente...non ti preoccupare..."

Louis scrollò le spalle, ma non perché non si stesse preoccupando, più perché sapeva che quando Harry faceva il vago, doveva lasciarlo nei suoi pensieri e alle sue inquietudini. Anche se il desiderio di vederci chiaro era pressoché grande come una casa.

Arrivarono al ristorante qualche semaforo dopo, Harry parcheggiò addirittura storto per il nervosismo che aveva in corpo. Louis aspettò che il riccio chiudesse l'auto, che prendesse il suo cappotto e che lo raggiungesse, prendendolo per mano, "Andiamo, amore", gli disse sorridendo appena.

Harry sbuffò subito dopo, davanti all'entrata, fece fermare Louis e lo prese per le spalle, "Louis, ascoltami...", disse, ottenendo la sua completa attenzione, "Ti prego di perdonarmi per qualsiasi cosa io ti abbia fatto, ti faccia e che ti farò...ma tutto quello che faccio per te è perché ti amo, e non so se riuscirei mai a vederti triste o avvilito..."

"Harry, non ti capisco, io-..."

"Shhh...", gli disse, appoggiandogli delicatamente il dito sulle labbra, poi spostandolo e dandogli un bacio impercettibile sulle labbra soffici e fini, "Ora capirai...".

Harry aprì la porta del ristorante, facendo entrare prima Louis, diede il nome della prenotazione e lasciò che il cameriere li accompagnasse al loro tavolo. Quasi vicino alla meta, Louis alzò il capo e sbarrò gli occhi, per la scena che gli si prostrò davanti. Si girò verso Harry, "Dimmi che non è vero..."

Bor

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